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Spirito

«La nostra vera patria è il cielo»: omelia di mons. Viganò per l’Assunzione di Maria

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Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò per la festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

 

 

SOLI SECUNDA NUMINI

Omelia nell’Assunzione al Cielo di Maria Santissima

 

 

Conductricem te habeam
redeundi ad patriam,
ne callidus diabolus
via perturbet invidus.

Possa io averTi come guida
nel far ritorno alla patria celeste,
perché il diavolo invidioso
non ci allontani con le sue astuzie dalla retta via.

Hymn. O Maria piissima

 

Nella splendida antifona mariana Salve Regina preghiamo la Vergine Santissima con queste parole: Et Jesum, benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exilium ostende, Mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno.

 

Post hoc exilium: perché la nostra vita terrena è appunto un esilio, una lontananza forzata e dolorosa dalla casa del Padre, dal luogo dei nostri veri affetti, dalla nostra patria celeste; un esilio che rende il mondo una valle di lacrime, non solo e non tanto perché esso ci è nemico e ostile, ma perché in questa fase di prova ci è momentaneamente precluso il ritorno alla patria celeste, al luogo in cui eravamo destinati a rimanere, se i nostri Progenitori non avessero meritato di esserne cacciati a causa del peccato originale.

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Il mondo è anche valle di lacrime perché in questa vita dobbiamo espiare quella colpa di Adamo ed Eva che il nuovo Adamo ha riparato sulla Croce, e la nuova Eva nella Corredenzione.

 

Maria Santissima, nell’essere preservata per privilegio specialissimo da ogni macchia di peccato in vista dell’Incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo, è stata similmente esentata dalla corruzione della carne, al pari del Suo divin Figlio, venendo assunta in Cielo in anima e corpo. Ed è in Cielo che la Vergine Madre e Regina ritrova Cristo trionfatore, assisa anch’Ella sul trono di gloria che la Santissima Trinità Le ha preparato dall’eternità.

 

Ella è Soli secunda numini, è seconda soltanto a Dio, è l’onnipotente per Grazia.

 

Eppure, anche se sappiamo bene che questa è una valle di lacrime ed una fase transitoria verso la meta finale, non riusciamo a rassegnarci all’idea che anche su questa terra non sia possibile costruirci un paradiso, se non eterno, quantomeno duraturo e confortevole, nel quale anticipare in qualche modo o addirittura sostituire l’eternità beata che attende ogni anima in grazia di Dio.

 

Questa è un’illusione infernale, un inganno che ci è teso dai tre nemici della nostra salvezza: il mondo, la carne e il diavolo. Il mondo, che ci tiene legati alle creature anziché elevarci al Creatore; la carne, che ci tiene avvinti alle false seduzioni della nostra natura corrotta dal peccato e ci impedisce di elevare l’anima alle cose dello spirito; il diavolo, che cerca la nostra dannazione offrendoci miserabili e chimerici surrogati del Vero e del Bene.

 

In questo folle miraggio di poter realizzare in terra ciò che possiamo conquistare solo in cielo, perdiamo di vista l’eternità per inseguire sogni effimeri e promesse ingannevoli. Alcuni, pur senza negare la vita eterna, pensano che sia possibile costruire su questa terra una nuova Gerusalemme che realizzi l’invocazione della preghiera del Signore: sicut in cœlo et in terra.

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Eppure, è proprio in quel come in cielo, così in terra che dovremmo comprendere che il modello cui deve ispirarsi una società che onora Cristo come proprio Re è un archetipo eterno e perfetto, mentre la sua concreta realizzazione rimane inesorabilmente provvisoria e sottoposta a prove, pericoli, tentazioni, peccati e debolezze della natura umana. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra: non è il cielo che si deve conformare alla terra, non è Dio che deve adeguarsi all’uomo, ma viceversa: perché Nostro Signore – in quanto vero Dio e vero Uomo – è il centro del κόσμος divino, l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine di ogni cosa.

 

L’Assunzione di Maria Santissima al Cielo ci mostra qual è la nostra vera patria, ci riporta alla realtà; una realtà consolante e confortante, perché ci toglie l’illusione di poterci creare da noi stessi un paradiso in terra, e ci ricorda che quell’Eden dal quale siamo stati cacciati possiamo ritrovarlo solo passando da Nostro Signore Gesù Cristo – che ha detto di Sé: Ego sum ostium (Gv 10, 9) – e da Maria Santissima, Quæ sola fuisti porta per quam Christus ad hunc mundum processit, che sola fosti la porta attraverso la quale Cristo entrò in questo mondo. Il Signore e la Sua augustissima Madre sono entrambi – e indissolubilmente, per decreto divino – la via di comunicazione tra terra e cielo, tra temporalità contingente ed eternità immutabile.

 

La stessa Santa Chiesa, unico mezzo di salvezza per l’umanità, trova nella Vergine la figura della nuova Gerusalemme, città santa cinta di solide mura che discende dal cielo (Ap 21, 1). È in Lei che essa si identifica, terribilis ut castrorum acies ordinata (Ct 6, 10), tremenda come un esercito schierato in ordine di battaglia, quæ sola cunctas hæreses interemisti in universo mundo, che da sola hai sbaragliato tutte le eresie in tutto il mondo. E la Chiesa, che nella sua compagine terrena è militante, alla fine dei tempi perdurerà trionfante per l’eternità, quando il Giudizio universale chiuderà il tempo della prova e della misericordia.

 

Lo scontro apocalittico tra la Donna e il Drago (Ap 12, 1) è anticipato nel Protoevangelo, dove la Vergine Santissima è costituita nemica eterna del Serpente: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno (Gen 3, 15). E non è un caso se Satana è chiamato princeps hujus mundi (Gv 12, 31): il mondo è infatti il luogo nel quale il Signore gli permette di tentarci per metterci alla prova, e il suo principato – che non è un regno – è temporaneo e destinato alla sconfitta, già definitivamente condannato.

 

Questa sconfitta della creatura più ribelle, orgogliosa e impura, sarà tanto più dirompente quanto essa è inflitta dalla più obbediente, umile e pura delle creature: Colei che le sozzure del mondo, della carne e del diavolo non possono nemmeno sfiorare.

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Nello scorrere del tempo e nelle vicende del genere umano si compie la Storia della Salvezza che ci proietta nell’eternità e che ci mostra l’irruzione del divino nell’umano, dell’eterno nel transeunte, culminata con l’Incarnazione della Seconda Persona della Santissima Trinità in Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, primogenito di ogni creatura (Col 1, 15), nuovo Adamo.

 

Un’Incarnazione compiutasi mediante la cooperazione della più perfetta, della più pura delle creature, chiamata ad essere Madre di Dio, la santissima Θεοτόκος. Paradisi portæ per te nobis apertæ sunt, le porte del Paradiso ci sono aperte per te che oggi trionfi gloriosa insieme agli angeli, recita un’antifona dell’Ufficio odierno. Maria Santissima ha aperto per noi le porte del Paradiso, dandoci il Suo Figlio e portando noi a Lui. Tu Regis alti janua, et porta lucis fulgida (Inno O gloriosa Domina), tu porta del Re divino, splendente varco della Luce.

 

Quærite primum regnum Dei et justitiam ejus (Mt 6, 33), dice il Signore. Non è nelle cose di questa terra che il regno di Dio va cercato, perché tutto ciò che è temporale è effimero, destinato a corrompersi, a marcire, a dissolversi in polvere. Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore (Mt 6, 19-21).

 

Che il nostro cuore sia dunque rivolto al Cielo dov’è il nostro vero tesoro: la contemplazione beata della Santissima Trinità, insieme alla Vergine Maria e all’intera Corte celeste. È lì che Ella ci attende, perché è solo lì che si compie il nostro destino di eternità in Dio. E sarà questo contemptus mundi, questo distacco da questo mondo che ormai puzza di putrefazione – jam fœtet (Gv 11, 39) – a permetterci di essere durante la nostra vita terrena sale della terra lievito che fa fermentare la massa, proprio perché esuli dalla patria celeste. Ed è in questo che consiste la realizzazione del Regno sociale di Nostro Signore: portare quante più anime possibile a ritrovare la via verso la casa del Padre, che aspetta il ritorno del figliol prodigo.

 

Invochiamo dunque l’intercessione dell’Assunta, perché ci faccia comprendere che ogni nostra battaglia terrena, ogni nostra azione in questa vita, ogni prova e ogni Grazia non può e non deve limitarsi ad una prospettiva temporale, ma deve proiettarsi verso quella patria che attende ciascuno di noi, dopo questo esilio.

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Andrò a vederla un dì, in Cielo, patria mia: andrò a veder Maria, mia gioia e mio amor. Queste parole del canto popolare che intoniamo con fervore e commozione ci ricordano qual è la nostra vera patria. È con questa beata speranza, fondata sulla promessa del Salvatore e sulla potentissima mediazione della Vergine Maria, che possiamo affrontare ogni avversità presente in vista del premio che ci attende in Cielo.

 

Perché è lì che dobbiamo tornare, sotto la guida della Stella maris.

 

Possa io averTi come guida
nel far ritorno alla patria celeste,
affinché il diavolo invidioso
non ci allontani con le sue astuzie dalla retta via.

 

E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

15 Agosto MMXXV a. D.ñi
In Assumptione B.M.V.

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Immagine: Volta del Coro della Basilica di Santa Maria Maggiore, Bergamo

Immagine di Zairon via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Misteri

Candace Owens pubblica i presunti messaggi di Charlie Kirk: «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore»

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Candace Owens ha pubblicato presunti messaggi personali del defunto Charlie Kirk che dimostrano un crescente interesse per la Chiesa cattolica. Lo riporta LifeSite.   In uno dei messaggi, Kirk affermava che «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore». Owens ha affermato che Kirk le ha inviato il messaggio nel febbraio 2024 durante conversazioni private sulla teologia e sull’uso politico del termine «giudeo-cristiano».   Candace ha descritto l’osservazione come parte di uno scambio continuo tra amici, aggiungendo di non aver mai affermato che Kirk si fosse convertito o si stesse preparando a farlo. «Charlie stava attraversando alcuni cambiamenti spirituali verso la fine», ha detto l’attivista, affermando che Kirk «non frequentava la chiesa del pastore Rob McCoy», ma piuttosto andava a messa ogni settimana e a volte anche più spesso.  

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Owens ha anche attirato l’attenzione sul ciondolo di San Michele che Kirk indossava al momento della morte, aggiungendo che la sua vedova, Erika, aveva portato un vescovo a pregare sul suo corpo in seguito, e in precedenza aveva portato un prete a casa loro per pregare dopo una «fattura» comminatagli pubblicamente da giornalisti di sinistra.   Aveva anche parlato positivamente dell’importanza della Madonna, presentandola come la «soluzione al femminismo tossico» e invitando gli evangelici a venerarla di più.     Tuttavia, pur notando che i cattolici «speravano che avrebbe fatto il passo successivo perché stava pregando il Rosario», Owens ha insistito sul fatto che Kirk non aveva deciso di convertirsi e che lei non aveva mai affermato il contrario.   La rivelazione arriva nel mezzo di controversie in corso sulla vita spirituale e l’eredità di Kirk, seguite al suo assassinio a settembre. Alex Clark e Andrew Kolvette della TPUSA avevano recentemente discusso dell’interesse di Kirk per il cattolicesimo, definendolo più estetico che teologico.   «Stava diventando cattolico? No», ha detto Kolvet, produttore e caro amico di Kirk. «Ma amava molto la Messa cattolica. Amava il suo rituale. Amava la bellezza delle antiche chiese cattoliche e le vetrate. E lui ed Erika ci andavano ogni tanto».   «Mi è sembrata una specie di insabbiamento», ha detto la Owens a proposito di questa conversazione, chiedendosi perché personaggi vicini a Kirk si fossero affrettati ad affermare che non si stava avvicinando al cattolicesimo.   «Sono rimasto un po’ stupita», ha detto Candace, definendo il modo in cui hanno parlato dell’argomento un «tentativo inautentico di dissuadere l’idea che Charlie si stesse ammorbidendo nei confronti del cattolicesimo».   Le opinioni religiose di Kirk sono diventate un punto focale nella più ampia lotta sulla sua eredità, con personalità interne a Turning Point, e commentatori come la Owens che offrono resoconti divergenti delle sue posizioni private su questioni di fede.   Il giornalista della testata d’inchista di sinistra Grayzone Max Bluementhal ha sottolineato che un’eventuale conversione al cattolicesimo di Charlie lo avrebbe reso forse più distante dall’influenza israeliana, che abbonda tra gli evangelici americani da cui il ragazzo proveniva.   Bluementhal aveva pubblicato uno scoop che raccontava come Kirk avesse rifiutato 160 milioni offerti dal primo ministro israeliano Netanyahu a Turning Point USA (per portarlo «al prossimo livello») e come fosse stato invitato ad un ritrovo nella prestigiosa magione del miliardario hedge fund sionista Bill Ackman, dove gli sarebbe stata fatta pressione al punto che una lobbista israeliana britannica gli avrebbe pure urlato.

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Parimenti, è stato detto che amici avessero rivelato come Charlie avesse «paura» delle forze di Israele, di cui pure era stato un accanito sostenitore. L’insofferenza di Kirk per le pressioni che gli stavano mettendo – specie dopo che aveva fatto parlare ad un evento estivo il giornalista Tucker Carlson e il comico Dave Smith, considerati ora come anti-Israele – erano state rese pubbliche durante una trasmissione con la celebre giornalista Megyn Kelly.   Tutti coloro che si sono interessati del caso ci tengono a ricordare, tuttavia che non vi sono prove che Israele sia implicato nell’omicidio di Kirk.   Come riportato da Renovatio 21, a ribadire l’estraneità dello Stato Ebraico è stato più volte, alla TV americana e in videomessaggi pubblici sui social, il premier israeliano Beniamino Netanyahu, il quale per qualche ragione ha negato simultaneamente anche le accuse sugli assassinii rituali ebraici medievali con vittime i bambini cristiani, come San Simonino.

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Economia

IOR e APSA, papa Leone riforma le controverse regole della banca vaticana stabilite da Bergoglio

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Lo scorso 29 settembre, papa Leone XIV ha firmato la sua prima lettera apostolica in forma di motu proprio, intitolata Coniuncta cura («Responsabilità condivisa»), pubblicata su L’Osservatore Romano il 6 ottobre.

 

Il documento riforma la gestione degli investimenti finanziari della Santa Sede, abrogando le disposizioni dell’era di Francesco che obbligavano l’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) a operare esclusivamente attraverso lo IOR (Istituto per le Opere di Religione), di fatto conferendo a quest’ultimo un monopolio operativo.

 

Lo IOR, la notissima banca vaticana, gestisce i conti e gli investimenti degli enti religiosi, mentre l’APSA funge da organismo curiale che amministra il patrimonio della Santa Sede, con funzioni simili a un ministero delle finanze.

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In particolare, il rescritto del 23 agosto 2022, che vincolava l’APSA a un unico canale di gestione, è stato revocato. Pur confermando che l’IOR dovrebbe essere «generalmente» il canale privilegiato, il nuovo testo concede all’APSA la possibilità di scegliere intermediari finanziari con sede in altri Paesi qualora ciò risulti «più efficiente o vantaggioso».

 

Con questa decisione, il papa ha ripristinato l’autonomia strategica e decisionale dell’APSA, rafforzandone il ruolo di organismo centrale per la gestione economica e patrimoniale della Curia romana.

 

Fin dall’inizio del suo pontificato, Francesco aveva cercato di centralizzare il controllo sulle attività finanziarie, promuovendo maggiore trasparenza e un allineamento con la missione della Chiesa, con particolare attenzione ai poveri. Inizialmente, aveva persino valutato la chiusura dello IOR, considerandone l’immagine pubblica troppo compromessa.

 

Tuttavia, nel 2015, con la nomina di Gian Franco Mimmì – amico di lunga data dai tempi di Buenos Aires – Francesco trasformò lo IOR nel pilastro della sua strategia finanziaria, elevandolo da istituzione controversa ad alleato chiave.

 

Il rescritto di Francesco imponeva inoltre che tutti i beni finanziari degli enti affiliati alla Santa Sede fossero trasferiti allo IOR entro 30 giorni. Questa misura generò interrogativi e preoccupazioni in Vaticano, con diversi attori privati che interpretarono la direttiva come un segnale di maggiore controllo, temendo ripercussioni sull’autonomia nella gestione delle proprie risorse.

 

Leone XIV ha dedicato grande attenzione alle sfide economiche della Santa Sede sin dai primi mesi del suo pontificato. Consapevole delle tensioni accumulatesi tra l’APSA, la Segreteria per l’Economia e lo IOR, ha scelto di delegare a collaboratori curiali – per lo più ancora legati all’era di Francesco – la gestione di altre questioni teologiche e pastorali, incluse delicate questioni come gli accordi segreti con la Cina.

 

In questa fase di riorganizzazione economica, un ruolo di primo piano è stato affidato al vescovo salesiano Giordano Piccinotti, presidente dell’APSA e figura di fiducia del Papa, ricevuto in udienza il 2 ottobre.

 

In una recente intervista estesa, Leone XIV ha elogiato apertamente la dirigenza dell’APSA, sottolineando il successo del suo bilancio 2024 – oltre 60 milioni di euro – e chiedendo retoricamente: «Perché parlare di crisi, allora?»

 

Il romano pontefice ha anche riconosciuto che uno dei problemi principali è stata la comunicazione: «il Vaticano ha spesso inviato un messaggio sbagliato, e questo non incoraggia certo le persone a dire “Vorrei aiutare”, ma piuttosto “Mi terrò i miei soldi”».

 

Nel 2013 Beroglio aveva nominato prelato allo IOR monsignor Battista Ricca, allora protagonista di un articolo finito in copertina su L’Espresso con titolo: «Il prelato della Lobby gay». Durante il volo di ritorno dal viaggio apostolico in Brasile di Bergoglio, la giornalista Ilze Scamparini, ebbe il coraggio di fargli una domanda in merito, porgendogli una domanda molto precisa, nome e cognome incluso.

 

«Vorrei chiedere il permesso di fare una domanda un po’ delicata: anche un’altra immagine ha girato un po’ il mondo, che è stata quella di mons. Ricca e delle notizie sulla sua intimità. Vorrei sapere, Santità, cosa intende fare su questa questione? Come affrontare questa questione e come Sua Santità intende affrontare tutta la questione della lobby gay?» chiese la Scamparini.

 

La domanda non è ricordata da nessuno; tuttavia la risposta fu storica: «se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?». Come noto, questa frase guadagnò a Bergoglio la simpatia universale e il premio di uomo dell’anno da parte della rinomata rivista gay The Advocate.

 

L’inchiesta del vaticanista de L’Espresso Sandro Magister era partita proprio fresca nomina di Ricca, da parte di Bergoglio, alla carica di «prelato» dello IOR. Il monsignore di Offlaga come noto era anche direttore della Domus sanctae Marthae, dove papa Francesco per qualche ragione aveva scelto di vivere.

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Al di là di questo caso, i danari vaticani in questi anni furono al centro di controversie tra investimenti da palazzinari a Londra e soldi al film biografico su Elton John e a Lapo Elkann.

 

Nella storia recente dei misteri delle finanze vaticane entra anche la vicenda, drammatica e dolorosa, del cardinale australiano George Pell, noto per le sue tendenze conservatrici.

 

Prefetto della Segreteria per l’economia, Cardinale George Pell, viene messo in galera in Australia nel corso di un incredibile processo per pedofilia. Le accuse paiono incredibili, ma l’anziano porporato finisce davvero in carcere. La Corte Suprema australiana poi lo libera, lasciando il mondo a pensare che quello che lo aveva spedito in prigione fosse stato davvero un processo-farsa.

 

In tutto questo intrigo, spuntano fuori, anche qui, dei danari: dalla Città del Vaticano all’Australia vengono bonificati 2,3 miliardi di dollari australiani (oltre 1,4 miliardi di euro), attraverso più di 400 mila transazioni. La polizia australiana, dopo un’indagine, chiude il caso. «I trasferimenti finanziari avevano generato il sospetto di un tentativo di pilotare il processo per pedofilia a carico del cardinale George Pell. Ma la polizia di Canberra non ha rivelato nessuna condotta criminale» riassume Repubblica. Di questi numeri assurdi, per mole di danaro (Prevost ora si rallegra per 60 milioni in bilancio!) e frequenza di operazioni (come si possono fare quasi mezzo milione di transazioni? In quanto tempo) nessuno parlerà più.

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Immagine di Catholic Church of England and Wales via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0

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Bioetica

Falso allarme bomba in una chiesa cattolica prima della Marcia antiabortista di Vienna

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Un ordigno finto è stato collocato in una chiesa prima della Marcia per la Vita a Vienna, con l’intento di intimorire i sostenitori del movimento antiabortista. Lo riporta LifeSite.   Il 4 ottobre, in preparazione della Marcia per la Vita nella capitale austriaca, il vescovo Klaus Küng ha officiato una messa per i nascituri nella Karlskirche, la chiesa dedicata a San Carlo Borromeo, una delle principali di Vienna.   I fedeli hanno scoperto due dispositivi che sembravano emettere segnali esplosivi: una sveglia che produceva un forte ticchettio all’interno di una borsa e un’altra borsa con una luce lampeggiante.

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Le forze speciali di polizia sono intervenute per mettere in sicurezza e analizzare gli oggetti sospetti, dando successivamente il via libera. È in corso un’indagine per identificare i responsabili. Secondo i funzionari della Direzione per la Sicurezza e l’Intelligence dello Stato (DSN), l’azione mirava a provocare panico di massa.   Gli organizzatori della Marcia per la Vita hanno suggerito che l’atto potrebbe essere attribuito a gruppi di estrema sinistra Antifa, che ogni anno organizzano contro-proteste alla marcia e hanno spesso inviato minacce di violenza ai pro-life.   «Il gruppo terrorista Antifa con le sue minacce di violenza e le sue finte bombe non ci spaventa, ma è un esempio lampante di una brutta escalation», ha dichiarato Felicitas Trachta, presidente della Marcia per la Vita Austria. «Mentre gli attivisti pro-life erano disposti al dialogo, amichevolmente e ad esprimere apertamente la loro posizione nelle strade, gli estremisti di sinistra stanno diventando sempre più sgradevoli ed estremisti. Stiamo contrastando tutto questo con ancora più determinazione, la nostra gioia di vivere e la nostra volontà di cambiare».   Un gruppo di estrema sinistra aveva pubblicato su Instagram, prima della marcia, un’immagine della Karlskirche in fiamme con la didascalia: «Fai soffrire i fondamentalisti!» Come riportato dal quotidiano austriaco Exxpress, estremisti di sinistra hanno scritto con il gesso una minaccia di morte vicino alla Karlskirche, che recitava: «1. Kirk 2. You».   Si tratta di un chiaro riferimento all’assassinio di Charlie Kirk, noto per le sue posizioni pro-life, e di una minaccia rivolta ai partecipanti alla marcia come prossimi bersagli.   Jan Ledóchowski, politico del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) e presidente del Centro di informazione per la protezione dei cristiani, ha commentato la falsa minaccia di bomba: «Condanniamo fermamente questo tentativo di intimidire persone innocenti e violare il diritto alla libertà di riunione. La scoperta di questa falsa bomba segna una nuova, spaventosa escalation di ostilità verso i cristiani. Sono sinceramente preoccupato per ciò che potrebbe accadere in seguito».   Durante la marcia, membri di Antifa hanno seguito i pro-life con cori e slogan anticristiani e blasfemi. Molti dei contro-manifestanti di estrema sinistra indossavano maschere e abiti neri, alcuni con corna e costumi da diavolo. La Marcia per la Vita è stata protetta da una significativa presenza di polizia.   La portavoce federale del Partito della Libertà (FPÖ), Lisa Schuch-Gubik, ha dichiarato: «Gli incidenti avvenuti durante una funzione religiosa per la vita nascente, in vista della “Marcia per la vita”, rappresentano un attacco alla libertà religiosa e alle persone che si battono pacificamente per la vita».

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«Mentre numerose persone e famiglie pregavano per la protezione della vita nella chiesa di San Carlo, questa funzione è stata apparentemente deliberatamente minacciata e interrotta. Questo dimostra quanta ostilità anticristiana si stia già diffondendo nel nostro Paese», ha aggiunto.   «Non dobbiamo tollerare questo odio verso i cristiani in Austria!», ha denunciato.   Secondo gli organizzatori, circa 3.000 persone hanno partecipato alla Marcia per la Vita del 4 ottobre, tra cui diversi politici dell’ÖVP e dell’FPÖ, oltre ai vescovi cattolici Klaus Küng, Stephan Turnovsky e Franz Scharl.

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Immagine di Diego Delso via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International    
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