Connettiti con Renovato 21

Spirito

La grazia della buona morte

Pubblicato

il

La fine dell’anno liturgico è l’occasione per il cristiano, nell’animo della Chiesa, di meditare sui Novissimi e in particolare sulla preparazione alla buona morte. In un momento in cui la fine della vita è confiscata e minacciata dall’eutanasia, non è inutile sottolineare questa grazia specialissima chiamata perseveranza finale.

 

 

Possiamo meritare la grazia di una buona morte, o della perseveranza finale?

La perseveranza finale o buona morte non è altro che la continuazione dello stato di grazia fino al momento della morte; o almeno, se ci si converte all’ultimo momento, è la congiunzione dello stato di grazia e della morte. Insomma, la buona morte è la morte in stato di grazia, la morte degli eletti.

 

Questo stato di grazia al momento della morte permette all’uomo di partecipare personalmente all’acquisizione della sua felicità eterna; è perché persevera sino alla fine nell’amicizia con Dio che Dio, in virtù di questa amicizia, lo introduce nella dimora eterna. L’uomo, in realtà, merita allora la sua ricompensa: «Servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, entra nella gioia del tuo Signore».

 

Ma se la felicità del Cielo è così meritata dalla perseveranza nell’amicizia di Dio, può questa stessa perseveranza essere a sua volta meritata, nel senso proprio della parola «merito», che implica un certo diritto ad ottenere questa grazia? Possiamo meritare ciò che ci merita il paradiso?

 

San Tommaso d’Aquino risponde con finezza: il principio del merito non può essere meritato; poiché una causa, fisica o morale come il merito, non può causare sé stessa. Se dunque l’amicizia con Dio al momento della morte è ciò che ci permette di meritare il Paradiso, non può essere meritata essa stessa.

 

Si comprende perché il 2° Concilio d’Orange dichiarò che si trattava di un dono speciale, e perché il Concilio di Trento ne affermò la perfetta gratuità dicendo: «questo grande dono si può ottenere solo da Colui che può conservare nel bene chi sta in piedi, e che può rialzare chi è caduto». Si tratta solo di questo: essere preservati o riportati nello stato di grazia al momento della morte. È una grazia che quindi non si può meritare e che dipende davvero totalmente da Dio.

 

Quello che abbiamo appena visto, in un certo senso, è spaventoso; quel che resta da dire è, invece, molto consolante.

 

 

Come si può ottenere la grazia della buona morte?

Se il dono della perseveranza finale non può essere propriamente meritato, poiché il principio del merito non è meritato, esso può e deve essere ottenuto con la preghiera, che si rivolge non alla giustizia di Dio, come merito, ma alla sua misericordia.

 

La preghiera può infatti talvolta ottenere dei beni per semplice richiesta, senza meritarli. Ad esempio, un peccatore che non è in stato di grazia può, per ispirazione di Dio, chiedere di recuperare la grazia santificante, e così essere esaudita: non può allora aver meritato questa grazia, poiché senza di essa non vi è merito possibile.

 

È lo stesso con la grazia della perseveranza finale: in senso stretto, non possiamo meritarla; ma possiamo ottenerla con la preghiera, per noi stessi e anche per gli altri. Possiamo anche – e dobbiamo – prepararci a riceverla con una vita migliore: perché molto spesso si muore come si è vissuti.

 

Per questo Nostro Signore ci ha insegnato a dire nel Pater: «Non indurci in tentazione, ma liberaci dal male». E la Chiesa ci fa dire ogni giorno: «Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Così sia».

 

Una domanda rimane senza risposta: possiamo ottenere con la preghiera infallibilmente questa grazia di una buona morte?

 

La teologia, basandosi sulla promessa di Nostro Signore: «Chiedete e vi sarà dato», ci insegna che la preghiera fatta a determinate condizioni ci ottiene infallibilmente i beni necessari alla salvezza, e di conseguenza l’ultima grazia. Ma quali sono queste condizioni di una preghiera infallibilmente efficace? San Tommaso ci dice che ci sono «quattro condizioni: bisogna chiedere per sé i beni necessari alla salvezza, con pietà e perseveranza».

 

Otteniamo infatti più sicuramente ciò che chiediamo per noi stessi che ciò che imploriamo per un peccatore, il quale forse resiste alla grazia quando preghiamo per lui.

 

Ma anche nel chiedere per noi i beni necessari alla salvezza, la preghiera è infallibilmente efficace solo se fatta con pietà, umiltà, fiducia e perseveranza. Solo così esprime un desiderio sincero e profondo, ininterrotto del nostro cuore.

 

E qui riappare, con la nostra fragilità, il mistero della grazia: possiamo mancare di perseveranza nella preghiera, come nelle opere meritorie. Ed è per questo che il sacerdote dice nella S. Messa prima della Comunione: «Non permettere, Signore, che mai mi separi da te».

 

Abbandoniamoci dunque con fiducia e amore, alla misericordia infinita: è il modo più sicuro per ottenere da essa che si chini su di noi, in questo momento e nell’ora stessa della nostra morte.

 

In questo abbandono troveremo la pace. Quando il Salvatore morì per noi, nella sua anima santa si unirono la sofferenza più profonda, causata dai nostri peccati, e la pace più profonda. Similmente, in ogni morte cristiana, come in quella del buon ladrone, c’è un’intima unione di santo timore, di tremore davanti all’infinita Giustizia, e nello stesso tempo di profonda pace, nella certezza, offerta dalla speranza, che la misericordia di Dio ci aprirà le sue braccia.

 

È allora che domina la pace, come in Nostro Signore morente: «Consummatum est […] Padre, nelle tue mani affido il mio spirito».

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

Immagine di Sailko via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported (CC BY 3.0)

 

 

 

Continua a leggere

Spirito

Mons. Viganò: la chiesa conciliare-sinodale schierata con i nemici della Chiesa cattolica

Pubblicato

il

Da

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato alla piattaforma social X un commento sul «World Meeting of Human Fraternity» organizzato dalla Diocesi di Roma, un appuntamento, giunto alla terza edizione, promosso dalla Basilica di San Pietro e da una fondazione che si chiama come la famigerata enciclica bergogliana Fratelli Tutti.

 

«Trovo a dir poco inconcepibile che, dinanzi all’evidenza del colpo di stato globalista nelle nazioni occidentali e alla aperta ostilità a Cristo e alla Sua Chiesa dell’élite globalista, la chiesa conciliare-sinodale insista ancora a schierarsi con i nemici della Chiesa Cattolica, ratificando le loro imposture climatiche, sanitarie, sociali e belliche» scrive monsignore.

 

Sostieni Renovatio 21

«Dinanzi all’evidenza dei disordini e della criminalità causati dall’immigrazione, perora l’accoglienza e coopera all’islamizzazione delle nazioni cristiane. Dinanzi alla dissoluzione morale dei giovani, si fa promotrice dell’ideologia LGBTQ+».

 

«Dinanzi al cinismo utilitarista dell’eutanasia e dell’aborto, alla predazione degli organi e alla manipolazione genetica, legittima i sieri sperimentali fatti con tessuti ricavati da feti abortiti».

 

«Dinanzi alle speculazioni dell’alta finanza usuraia e ai controlli dell’identità digitale e della valuta elettronica, installa i pos in chiesa per i pagamenti elettronici».

 

«Questa non è ingenuità, né sprovvedutezza: è deliberata cooperazione al Male, secondo un ben preciso copione sotto un’unica regia» tuona Viganò.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Spirito

Migliaia alla processione del Concilio dei Santi di Mosca

Pubblicato

il

Da

Migliaia di cristiani ortodossi hanno preso parte domenica a una grande processione per celebrare il Concilio dei Santi di Mosca, una festa della Chiesa ortodossa russa in onore dei santi di Mosca. L’evento segna la rinascita di una tradizione interrotta dopo la Rivoluzione russa del 1917.   La marcia è stata guidata dal Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, e vi hanno preso parte anche il clero della diocesi di Mosca, comunità monastiche e fedeli laici. Gli organizzatori hanno stimato la partecipazione di circa 40.000 persone.   I partecipanti provenivano da tutta la Russia, ma anche dalla Repubblica Ceca, dall’Uzbekistan, dalla Serbia, dall’Italia e da altri Paesi. La marcia è partita dalla Cattedrale di Cristo Salvatore nel centro di Mosca e si è diretta al Convento di Novodevichy, a 6 km di distanza.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

I video condivisi online mostrano sacerdoti e fedeli che portano striscioni colorati raffiguranti santi, mentre la folla canta il tradizionale «Cristo è risorto» e i cori rispondono «Veramente è risorto».   Molti cantavano inni religiosi mentre i moscoviti si schieravano lungo le strade per assistere alla processione.   La processione è stata preceduta da una funzione celebrata dal Patriarca Cirillo nella Cattedrale di Cristo Salvatore. Parlando prima dell’evento, il Patriarca ha affermato che la marcia ha sottolineato il ruolo di Mosca come capitale dell’Ortodossia e ha espresso la speranza che possa ripristinare un’antica tradizione.   «Mosca è una capitale veramente ortodossa della nostra patria», ha detto ai giornalisti dopo la funzione. «Da un lato, è una città aperta ai nostri fratelli di altre religioni, riconoscendo il loro contributo alla nostra storia comune, ma allo stesso tempo è una città che non rinuncerà mai alla sua eredità cristiana».   La processione celebra lo storico trasferimento dell’icona di Smolensk della Santa Madre di Dio dalla Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino al Convento di Novodevichy, fondato dal Granduca Vasilij III dopo la presa di Smolensk nel 1525. In memoria del trasferimento dell’icona venne istituita una marcia annuale, che continuò per quasi quattro secoli fino alla Rivoluzione russa.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da Twitter
         
Continua a leggere

Spirito

Lourdes, i famosi carretti saranno sostituiti

Pubblicato

il

Da

In occasione del 140° anniversario dell’Hospitalité di Nostra Signora di Lourdes, il santuario mariano ha annunciato il rinnovo delle sue emblematiche «auto blu», che dall’inizio del XX secolo sono parte integrante del paesaggio e del patrimonio del santuario.

 

Un comunicato stampa del Santuario riporta le parole di Daniel Pezet, presidente dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes, ricordando innanzitutto che «dall’inizio del XX secolo , le auto blu permettono ai pellegrini malati, stanchi o disabili di partecipare ai pellegrinaggi al Santuario di Lourdes».

 

Daniel Pezet spiega poi che questi veicoli sono stati sviluppati negli anni ’60 dalla società Aumon. La versione attuale rappresenta una flotta di diverse centinaia di veicoli che hanno accompagnato generazioni di pellegrini.

Sostieni Renovatio 21

Tuttavia, un utilizzo così elevato, nonostante gli sforzi del personale ospedaliero per mantenere i veicoli in buone condizioni e l’aggiunta di un impianto frenante nel 2012, non impedisce che alcuni veicoli si trovino in uno stato di degrado avanzato, il che solleva una questione di sicurezza, ma anche di comfort per gli utenti. Diventa quindi necessario rinnovare il parco auto «blu».

 

Sono stati identificati pochi veicoli che soddisfano questo requisito. Il veicolo attuale rimane il miglior riferimento. Alcuni veicoli come barelle, sedie a rotelle e tricicli possono soddisfare parte del bisogno, ma l’architettura e il legame che si crea tra il pellegrino e il suo accompagnatore rimangono unici.

 

L’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes ha quindi deciso di affidare all’azienda bigourdan Milc (Made In Le Coin), con sede a La Barthe-de-Neste (Alti Pirenei), lo sviluppo e la prototipazione di una nuova auto blu.

 

L’azienda produce biciclette, veicoli elettrici, carrelli per il trasporto e dispositivi per persone con disabilità. Potrà quindi mettere a frutto la propria competenza in soluzioni di mobilità adattata, garantendo un design funzionale e su misura per le esigenze del santuario.

 

L’azienda sta attualmente sviluppando due prototipi, che saranno testati alla fine del 2025, dopo un lavoro di osservazione diretta da parte dei suoi ingegneri per comprendere come vengono utilizzati i carri durante i pellegrinaggi.

Aiuta Renovatio 21

Il design manterrà l’essenza del modello attuale, preservandone l’architettura: due grandi ruote posteriori, una piccola ruota anteriore, un tendalino pieghevole e un timone metallico per la trazione manuale, che può ospitare un passeggero adulto e favorisce un legame speciale tra il pellegrino e il suo compagno.

 

Sebbene non siano state rivelate specifiche tecniche dettagliate, l’esperienza di Milc suggerisce miglioramenti significativi. In termini di sicurezza, si prevedono freni ottimizzati (oltre al sistema del 2012, finanziato dall’Ordine di Malta) e possibili sistemi antiribaltamento.

 

In termini di comfort, sono previsti sedili più ergonomici, sospensioni migliorate e una migliore protezione dal sole e dalla pioggia. I materiali potrebbero includere alluminio o compositi leggeri e resistenti, in linea con l’esperienza di Milc nella mobilità adattata, ma la trazione rimarrà manuale per preservare l’aspetto umano del servizio.

 

Il colore azzurro, che evoca la Vergine Maria, sarà mantenuto, così come le dimensioni approssimative (1,5 m di lunghezza e 0,8 m di larghezza, secondo il modello attuale). Il numero di unità che saranno prodotte non è stato specificato, ma il budget, definito «enorme», sarà finanziato da donazioni di privati, associazioni e strutture ricettive, come da tradizione del santuario.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine di Andy Hay via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

 

 

Continua a leggere

Più popolari