Eutanasia
La Colombia spinge per l’eutanasia. La chiedono i «devoti cattolici»
Da mesi la Colombia discute sulla questione dell’eutanasia. Il valzer della dolce morte, come riportato da Renovatio 21, continua il suo giro nel Paese da mesi, da anni.
La Colombia è una nazione che un tempo – come tutti i Paesi latinoamericani – era considerabile, quantomeno a livello popolare, profondamente cattolico,
Il panorama sta cambiando con velocità. Il suicidio medico sta divenendo una prassi accettata anche a Bogotà.
Finora, questo gennaio, solo due cittadini colombiani, afflitti da condizioni difficili, definite «degenerative» ma non «terminali», sono stati «legalmente soppressi», riporta l’agenzia britannica Reuters.
La storia è stata ampiamente riportata a livello internazionale come un grande progresso per la causa del «diritto a morire» per mano di un altro cioè per l’eutanasia, per la quale l’Italia sta per votare ad un referendum che di fatto depenalizzerebbe l’esecutore in caso di omicidio del consenziente.
Come ha osservato il British Medical Journal:
La donna «che si considera una devota cattolica, aveva iniziato a leggere di un’opzione che pensava potesse alleviare la sua paura di ciò che sarebbe successo: l’eutanasia»
«Due persone che avevano malattie gravi ma non una prognosi terminale hanno concluso legalmente la loro vita in Colombia con l’assistenza di medici. La nuova politica del Paese lo rende il quarto Paese al mondo, dopo Belgio, Canada e Paesi Bassi, a consentire all’eutanasia volontaria di porre fine alla sofferenza di persone che altrimenti non morirebbero presto».
Newsweek ha titolato: «Una morte dignitosa». La ABC ha rassicurato i suoi lettori che la morte era “tranquilla”.
Il Washington Post ha salutato la «lotta legale storica» che ha aperto la porta per consentire a più persone l’accesso al «diritto» della soppressione on demand.
Oxford Analytica prevede che «i casi di eutanasia in Colombia stabiliranno un nuovo precedente».
Il mutamento in atto è stato preparato a dovere con il solito uso di ONG e propaganda sui «diritti» (in un momento in cui i diritti umani più primari sono calpestati in tutto il pianeta).
«La filiale colombiana della World Federation of Right to Die Association che guida la carica per il “diritto alla morte”, è uno studio legale che si fa chiamare DescLab, il Laboratorio dei diritti economici, sociali e culturali, che sta già tenendo una serie di webinar in Ibero-America, promuovendo la legislazione sul “diritto a morire” e il suo programma educativo per indottrinare gli scolari sul loro “diritto” di scegliere di morire, piuttosto che contribuire alla società» riporta EIRN.
«Non è un caso che questo attacco frontale al più fondamentale dei diritti umani, quello del diritto alla vita, si stia intensificando nel mezzo di una pandemia a cui i governi occidentali in generale si sono rifiutati di fare ciò che era necessario per schiacciare il malattia».
L’eutanasia è legale in Colombia dal 1997, quando, tre anni dopo che il Paese aveva legalizzato l’uso di cocaina. All’epoca la Corte Costituzionale della Colombia ha legalizzato l’eutanasia in «determinate circostanze».
Nel 2014, il tribunale ha ordinato la regolamentazione della «procedura», che è l’uccisione medica deliberata di un altro essere umano.
Dal 2015, sono 178 le persone con malattie dichiarate terminali che sono state legalmente «soppresse» in Colombia. Nel luglio 2021, la Corte costituzionale della Colombia ha stabilito che il sistema sanitario pubblico colombiano può uccidere chiunque abbia una malattia «incurabile» che causa un grande dolore fisico o psicologico, per ora la persona deve richiederlo.
Il principale campione di eutanasia al Congresso colombiano, il membro del Partito Liberale Juan Fernando Reyes Kuri, intende ripresentare il suo disegno di legge che regola l’eutanasia se verrà rieletto a marzo, in modo che chiunque cerchi di morire «non dovrà andare davanti a un giudice ; i medici dovranno metterlo in atto immediatamente».
La campagna internazionale per spingere l’eutanasia in Colombia, giocata con il favore dei massimi media mondiali, ha coinvolto anche la questione cattolica
La campagna internazionale per spingere l’eutanasia in Colombia, giocata con il favore dei massimi media mondiali, ha coinvolto anche la questione cattolica: i fedeli cattolici sono di fatto, almeno in teoria, ancora la maggioranza della popolazione colombiana.
Ecco che quindi sono cominciate a circolare storie riguardo al fatto che erano proprio pie persone cattoliche a chiedere di essere soppresse.
A ottobre 2021 il Washington Post dedicò un lungo articolo a Martha Sepulveda, 51enne della capitale Bogotà, e alla sua battaglia per «divenire la prima persona in Colombia – un Paese a maggioranza cattolica – a morire per eutanasia legalmente autorizzata senza una prognosi terminale». Alla signora era stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica generalmente nota con l’acronimo SLA.
Nell’articolo del giornale del gruppo Amazon abbandono descrizioni drammatiche della sua vita non più degna di essere vissuta (un tempo dicevano così): «piangeva la notte, sopraffatta dal pensiero di non poter andare a letto o andare in bagno da sola».
Tuttavia la donna «che si considera una devota cattolica, aveva iniziato a leggere di un’opzione che pensava potesse alleviare la sua paura di ciò che sarebbe successo: l’eutanasia».
Notate il lavoretto: la parola «eutanasia» e «devota cattolica» stanno nella stessa frase – e nello stesso «caso umano». Un caso che chiaramente doveva fare da guida per tutta la popolazione ancora ancorata al cattolicesimo: farsi uccidere dai medici non è un peccato
Notate il lavoretto: la parola «eutanasia» e «devota cattolica» stanno nella stessa frase – e nello stesso «caso umano». Un caso che chiaramente doveva fare da guida per tutta la popolazione ancora ancorata al cattolicesimo: farsi uccidere dai medici non è un peccato. La finestra di Overton sul suicidio ospedaliero dei cattolici colombiani è bella che aperta.
Di fatto, ci casca subito dentro qualche zucchetto: ecco che viene data notizia di un membro della Conferenza episcopale colombiana che esortava la Sepulveda a «riflettere con calma» sulla sua decisione e invitava i cattolici a pregare affinché Dio le concedesse misericordia.
Fino al 2021 in Colombia l’opzione era legalmente disponibile solo per coloro che avrebbero dovuto vivere per sei mesi o meno. Sebbene la SLA sia una malattia fatale senza cura, progredisce a ritmi variabili e i pazienti possono sopravvivere per anni o, in alcuni casi, decenni.
La corte costituzionale colombiana aveva stabilito a luglio 2021 che il diritto all’eutanasia si applicava non solo ai pazienti terminali, ma anche a quelli con «intense sofferenze fisiche o mentali per lesioni fisiche o malattie gravi e incurabili».
Tuttavia un comitato medico aveva stabilito che nel caso della Sepulveda la malattia non pregiudicava completamente «la funzionalità della paziente nelle attività strumentali o nella vita quotidiana come la paziente e la sua famiglia avevano espresso in precedenti cartelle cliniche». La signora, disse il comitato dei medici «ha un’alta probabilità di aspettarsi una vita di più di 6 mesi»; quindi il comitato ha stabilito che non era idonea per l’eutanasia.
La finestra di Overton sul suicidio ospedaliero dei cattolici colombiani è bella che aperta
I membri del comitato hanno basato la loro decisione almeno in parte sulla copertura mediatica del caso Sepulveda, partita da quando la sua decisione è diventata pubblica. L’aspirante eutanatizzata «era apparsa in televisione sorridendo e ridendo mentre cenava in un ristorante locale (…) nonostante la sua triste prognosi» ha scritto in occasione del decesso eutanatico il Washington Post.
Lo scorso 8 gennaio la signora Sepulveda ha vinto la sua battaglia per morire di eutanasia, ed è morta. Secondo i suoi avvocati lo ha fatto «secondo la sua idea di autonomia e dignità». Poco altro trapela, se non che la «procedura» è stata operata nella città di Medellin. Negli articoli sui giornali internazionali è definita, come lo scorso ottobre, «madre e devota cattolica».
Insomma, sono i «devoti cattolici» a chiedere di essere terminati.
Immagine ricca di insegnamenti, profondi e attualissimi, anche in termini storici e metastorici.
Autismo
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»
Una donna autistica di 28 anni morirà di suicidio assistito a maggio nei Paesi Bassi dopo aver lottato con depressione e malattie mentali, con il suo psichiatra che le dice che le sue condizioni sono incurabili e non miglioreranno mai. Lo riporta LifeSiteNews.
La giovane, che non soffre di alcuna malattia fisica, ha deciso di porre fine alla sua vita con il suicidio assistito dopo che gli psichiatri hanno affermato di aver esaurito ogni mezzo per aiutarla ad affrontare le sue malattie mentali, che include il disturbo borderline di personalità, scrive The Free Press.
I suoi problemi con la malattia mentale le hanno impedito di finire la scuola o di iniziare una carriera.
Secondo le disposizioni della donna, dopo essere stata uccisa, il suo corpo sarà cremato senza funerale e le sue ceneri sparse nel bosco.
La scelta di togliersi la vita è stata presa nonostante la sua ammessa paura della morte derivante dall’incertezza di ciò che accade dopo la morte. «Ho un po’ paura di morire, perché è l’ultima incognita», ha detto. «Non sappiamo davvero cosa accadrà dopo – o non c’è niente? Questa è la parte spaventosa».
La diagnosi di autismo e malattia mentale come «incurabili» e «insopportabili» è diventata una tendenza crescente nei Paesi Bassi, con uno studio pubblicato nel giugno 2023 che ha rivelato 40 casi durante un periodo di 10 anni dal 2012 al 2021, scrive LifeSite. In un terzo di questi casi, a quelli con autismo o disabilità intellettiva veniva detto che non c’era speranza di migliorare la loro vita, e quindi la loro condizione veniva considerata «incurabile».
«Aiutare le persone con autismo e disabilità intellettive a morire è essenzialmente eugenetica», ha dichiarato Tim Stainton, direttore del Canadian Institute for Inclusion and Citizenship presso l’Università della British Columbia.
Sostieni Renovatio 21
L’uccisione programmata della donna autistica di 28 anni arriva mentre i Paesi Bassi continuano ad ampliare la portata di ciò che legalmente qualifica per l’eutanasia, con una nuova legge in vigore dal 1° febbraio che consente l’uccisione di bambini malati terminali di età compresa tra 1 e 12 anni ritenuti malati al punto di «soffrire disperatamente e insopportabilmente».
La legge consente ai genitori di decidere di uccidere il proprio figlio anche se il bambino non è disposto o non è in grado di acconsentire, scrive LifeSite.
Come riportato da Renovatio 21, è in atto una Finestra di Overton in cui la popolazione viene portata gradualmente a considerare l’eutanasia degli autistici come un fatto razionale, accettabile, legale.
Tale manipolazione massiva verso l’uccisione degli autistici è destinata a crescere esponenzialmente visti i numeri dell’aumento dei casi di autismo, che fanno parlare di un vero e proprio «tsunami dell’autismo» che sta per investire la Sanità mondiale, le cui risorse economiche ed umane sono calcolate come insufficienti rispetto alla spaventosa quantità di persone colpite dalla malattia.
Nel frattempo, sta emergendo in tanta letteratura scientifica, come sottolineato di recente anche dal dottor Peter McCullough: una correlazione netta tra autismo e transgenderismo.
L’eutanasia degli autistici – in quanto possibili danneggiati da vaccino – era stata preconizzata diversi anni fa da Renovatio 21, che ne parlò in una delle sue prime conferenze pubbliche. Il video è stato, ovviamente, censurato e tolto da YouTube, qualche mese fa.
Ne abbiamo testé caricato un brano su X.
Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
«Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» domandavamo nel 2017.
L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari.
Il Regno Sociale di Satana passa anche da qui.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Eutanasia
La «Costituzione materiale» dell’Italia umanoide, tra eutanasia e gender di Stato
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Eutanasia
Capo della sanità belga sostiene che l’eutanasia è la soluzione all’invecchiamento della popolazione
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Il presidente del più grande fondo sanitario belga, Christian Mutualities (CM), ha chiesto una soluzione radicale al problema dell’invecchiamento della popolazione. Luc Van Gorp ha dichiarato questa settimana ai media belgi che alle persone stanche della vita dovrebbe essere permesso di porvi fine.
Come tutti gli altri Paesi europei e, in effetti, il resto del mondo a parte l’Africa sub-sahariana, il Belgio deve far fronte a un enorme aumento del numero dei suoi anziani. Gli ultraottantenni raddoppieranno entro il 2050, passando dai circa 640.000 attuali a 1,2 milioni. La pressione finanziaria sull’assistenza sanitaria, sui farmaci e sulle case di cura aumenterà.
Più soldi non sono la soluzione, dice Van Gorp. «Non importa quanto finirai per investire, non sarà comunque sufficiente. Semplicemente non ci sono abbastanza operatori sanitari per svolgere questo lavoro», ha affermato.
«Abbiamo davvero bisogno di tutti quei centri di assistenza residenziale aggiuntivi? Costruire semplicemente stanze senza fare nulla per risolvere la carenza di personale non è un modello sostenibile. Mi manca la domanda sul perché nell’assistenza agli anziani. Perché facciamo affari nel modo in cui li facciamo adesso? Spesso non c’è risposta a questo».
È a favore di «un approccio radicalmente diverso» – non chiedendo «per quanto tempo posso vivere?», ma «per quanto tempo posso vivere una vita di qualità?». Propone l’eutanasia per le persone che credono che la loro vita sia completa. «Il suicidio è un termine troppo negativo», afferma Van Gorp. «Preferirei chiamarlo: ridare indietro la vita. So che è una questione delicata, ma dobbiamo davvero avere il coraggio di sostenere questo dibattito».
In un’intervista a Nieuwsblad, Van Gorp ha dichiarato:
«Tutti vogliono che i loro genitori e i loro nonni restino il più a lungo possibile, giusto? Ma quelle persone lo vogliono anche loro? E di cosa hanno bisogno per questo? Queste domande vengono poste troppo poco. Alcune persone con più di 80 anni non avranno bisogno di nulla per invecchiare bene. Potranno anche sostenere gli altri, ad esempio tenendo loro compagnia. Altri hanno bisogno di molte cure e, per essere chiari, dobbiamo continuare a fornirle».
«Ma che dire della categoria degli anziani che ricevono la massima assistenza, ma che ancora non hanno la qualità di vita che desiderano? Questa domanda viene posta troppo poco».
Sostieni Renovatio 21
Numerosi politici hanno sostenuto l’appello di Van Gorp a fare di «una vita completa» una giustificazione per l’eutanasia. Tuttavia, il leader cristiano-democratico Sammy Mahdi ha criticato i commenti. «Questo mi fa arrabbiare”, ha scritto su X. “Se qualcuno è stanco della vita e sente di essere d’intralcio o di non ricevere più visite, non stiamo semplicemente fallendo come società?»
Van Gorp ha ribadito i sentimenti espressi nella sua intervista a Nieuwsblad.
In un editoriale per il quotidiano belga De Morgen ha scritto:
«La domanda di cure non farà che aumentare nei prossimi anni. Se continuiamo a fare come stiamo facendo oggi, andremo incontro ad un vero e proprio crollo dell’assistenza sanitaria. Possiamo evitare che ciò accada solo se scegliamo un approccio radicalmente diverso, da quello di una società sana che metta al primo posto la qualità della vita anziché la quantità».
Semplicemente non ci sono abbastanza assistenti o spazio per far vivere gli anziani, dice: «numerosi operatori sanitari hanno da tempo indicato che non è possibile continuare in questo modo. Semplicemente non ci sono abbastanza mani professionali rimaste per fornire tutta l’assistenza. E come società, creiamo troppo poco spazio per prenderci cura di coloro che ci sono più cari».
Van Gorp chiede un dibattito nazionale urgente sulla questione: «per quanto delicata sia, dobbiamo avere il coraggio di entrare nel dibattito sulla qualità della vita, anche alla fine della vita. Meglio oggi che domani».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Pensiero2 settimane fa
La giovenca rossa dell’anticristo è arrivata a Gerusalemme
-
Cervello1 settimana fa
«La proteina spike è un’arma biologica contro il cervello». Il COVID come guerra alla mente umana, riprogrammata in «modalità zombie»
-
Salute2 settimane fa
I malori della 15ª settimana 2024
-
Salute6 giorni fa
I malori della 16ª settimana 2024
-
Pensiero7 giorni fa
Foreign Fighter USA dal fronte ucraino trovato armato in Piazza San Pietro. Perché?
-
Animali2 settimane fa
«Cicala-geddon»: in arrivo trilioni di cicale zombie ipersessuali e forse «trans» infettate da funghi-malattie veneree
-
Spirito2 settimane fa
Sinodo 2024, grandi manovre in favore dell’ordinazione delle donne
-
Vaccini2 settimane fa
Vaccino mRNA sviluppato in 100 giorni, professore di medicina avverte: «possibile solo ignorando i diritti umani»