Militaria
Kim Jong-un parla di «armi segrete»
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha suggerito che il Paese abbia sviluppato «armi segrete» per potenziare la propria capacità di deterrenza nei confronti degli Stati Uniti e dei loro alleati.
In un discorso diffuso lunedì dall’agenzia di stampa statale KCNA, Kim ha dichiarato che Pyongyang deve «accumulare incessantemente forze ancora più potenti, in grado di contrastare ogni minaccia militare», accusando Washington e i suoi alleati di destabilizzare la regione attraverso «azioni provocatorie che acuiscono ulteriormente le tensioni» e ignorando le preoccupazioni della Corea del Nord in materia di sicurezza.
Per fronteggiare la minaccia percepita, la Corea del Nord ha «acquisito nuove armi segrete e ha ottenuto numerosi successi nella ricerca scientifica sulla difesa», ha affermato Kim, senza fornire ulteriori dettagli, sottolineando che Pyongyang ha «costruito con successo un asse strategico per proteggere la sovranità marittima, producendo cacciatorpediniere capaci di svolgere diverse missioni militari marittime».
Le sue dichiarazioni seguono l’annuncio di inizio mese, secondo cui la Corea del Nord ha completato il test finale a terra di un motore a combustibile solido per il missile balistico intercontinentale Hwasong-20, un’arma potenzialmente in grado di colpire gli Stati Uniti continentali.
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Come riportato da Renovatio 21, a maggio il leader nordcoreano Kim Jong-un ha supervisionato un’esercitazione militare che simulava un contrattacco nucleare, con l’impiego di sistemi missilistici multilancio da 600 mm e del missile balistico tattico Hwasong-11 (KN-23), entrambi aventi capacità nucleare.
La settimana scorsa, Kim ha supervisionato i test di droni d’attacco tattici noti come Kumsong e di un aereo da ricognizione strategica senza pilota. A marzo, aveva assistito ai test di «droni suicidi» basati sull’Intelligenza Artificiale.
Nel suo discorso, Kim ha ribadito la sua critica al concetto di «denuclearizzazione graduale», sottolineando che «non rinunceremo mai alle nostre armi nucleari» e definendo lo status nucleare della Corea del Nord una «legge nazionale».
Allo stesso tempo, ha assunto un tono conciliante, affermando che se gli Stati Uniti abbandonassero quella che ha chiamato una «vana ossessione per la denuclearizzazione e riconoscessero la realtà», i due Paesi potrebbero avere l’opportunità di instaurare rapporti.
Come riportato da Renovatio 21, la Corea del Nord ha dichiarato di possedere un’arma in grado di scatenare immani tsunami «radioattivi», che sarebbe già stata testata più volte.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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Il Cremlino: i caccia francesi non aiuteranno l’Ucraina
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Militaria
La Germania rimuoverà le restrizioni all’esportazione di armi verso Israele
La Germania riprenderà le forniture di armamenti a Israele dal 24 novembre, ha annunciato lunedì ai cronisti il vice portavoce del governo, Sebastian Hille. Le esportazioni erano state interrotte ad agosto, quando Gerusalemme aveva reso noti i suoi intenti di occupare Gaza City nell’ambito dell’offensiva contro Hamas.
Per Hille, la congiuntura in loco si è «consolidata» da allora, grazie a un cessate il fuoco caldeggiato dagli Stati Uniti in atto dal 10 ottobre. Il funzionario ha eluso commenti sulla prospettiva che Berlino, secondo maggior fornitore di armi a Israele dopo Washington, reintroduca divieti qualora le dinamiche mutassero.
Il portavoce ha altresì declinato di esprimersi sulla eventuale revoca o posticipo delle commesse israeliane durante il periodo di sospensione.
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Interpellato su presunte infrazioni israeliane al regime di tregua o al diritto internazionale umanitario, Hille ha replicato che il governo «sta vigilando» sull’evoluzione in campo ed è «in colloquio permanente con le parti in causa», ma non dispone «di elementi» su violazioni.
Le sue osservazioni giungono a pochi giorni dall’affermazione del ministro della sicurezza israeliano Itamar Ben-Gvir, secondo cui il popolo palestinese «non è mai esistito» e la nazione rappresenta «un’invenzione priva di qualsivoglia fondamento storico, archeologico o fattuale». La scorsa settimana, l’agenzia Reuters ha altresì rivelato che l’esercito israeliano avrebbe convogliato civili palestinesi nei tunnel di Hamas noti per essere minati durante l’operazione a Gaza.
La determinazione assunta lunedì dalla capitale tedesca è stata salutata dal ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, che ha invitato altre nazioni a «seguire l’esempio» in un messaggio su X. Ha altresì provocato dissenso interno, con Lea Reisner, portavoce del Partito della Sinistra per gli affari esteri, che l’ha tacciata di «fatale e del tutto irresponsabile».
Israele e Hamas si sono reciprocamente imputati di aver infranto la tregua. Almeno 245 palestinesi sono periti nei colpi delle IDF a Gaza nell’ultimo mese, stando a fonti locali.
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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza CC BY-SA 3.0
Militaria
Israele spara alle truppe ONU
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