Geopolitica
Khamenei: Israele «non durerà a lungo»

L’attacco a sorpresa contro Israele lanciato da Hamas l’anno scorso è stato un passo «logico e legale» verso la sconfitta del regime sionista «malizioso e codardo», ha affermato la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei.
Venerdì scorso, nel suo primo sermone pubblico in quasi cinque anni, Khamenei ha difeso le azioni contro Israele da parte del cosiddetto «asse della resistenza», che include Hezbollah, con base in Libano, e il gruppo palestinese Hamas.
Khamenei ha detto nel suo sermone che i palestinesi, come «ogni popolo», hanno «il diritto di difendere la loro terra, la loro casa, il loro paese e i loro interessi dagli aggressori», e questa «logica è supportata dal diritto internazionale», aggiungendo che «coloro che aiutano» i palestinesi e li sostengono stanno semplicemente «facendo il loro dovere».
«Questa è la regola dell’Islam, la regola della ragione e della logica internazionale e globale. I palestinesi stanno difendendo la loro terra; la loro difesa è legittima e aiutarli è anche logico e legale», ha affermato l’ayatollah, il quale ha difeso il recente attacco missilistico dell’Iran contro Israele, affermando che si trattava della «punizione minima per l’usurpatore e sanguinario regime sionista… il cui unico risultato è stato quello di bombardare case, scuole, ospedali e centri di ritrovo civili» a Gaza.
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La guida suprema della Rivoluzione Islamica ha continuato dicendo che l’Iran «svolgerà qualsiasi compito richiesto» per vedere Israele sconfitto, sostenendo che lo Stato Ebraico è riuscito a «sopravvivere» per così tanto tempo solo grazie all’assistenza dei suoi alleati in Occidente.
«Questo regime agisce come lupi rabbiosi e cani infuriati dell’America nella regione. Questa entità malvagia e codarda è riuscita a malapena a sopravvivere grazie al sostegno dell’America, e non durerà a lungo», ha affermato.
Khamenei nel suo discorso ha sottolineato che il problema principale in Medio Oriente è l’interferenza straniera, poiché «i Paesi della regione sono in grado di stabilire sicurezza e pace» se lasciati soli, criticando il coinvolgimento e il sostegno di Washington allo Stato di Israele, affermando che gli Stati Uniti non hanno mai voluto la pace in Medio Oriente, ma hanno invece perseguito l’obiettivo «di trasformare Israele in uno strumento per impossessarsi di tutte le risorse naturali della regione e investirle in importanti conflitti globali».
Come riportato da Renovatio 21, in un segno piuttosto chiaro riguardo la presente postura della sua guida, pochi giorni fa l’ayatollah si era mostrato in pubblico impugnando la canna di un fucile. Nel suo discorso aveva quindi minacciato di colpire le strutture energetiche israeliane in caso di reazione.
Da diversi mesi la guida suprema iraniana racconta della necessità di punire il «malvagio regime sionista», chiamato anche «regime usurpatore», contro cui aveva annunciato una «rivolta internazionale»
Già due mesi fa, a seguito dell’assassinio a Teheran del leader di Hamas Ismail Haniyeh, il Khamenei aveva promesso vendetta vera.
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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International.
Geopolitica
Colloquio dell’inviato di Trump con Putin

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Geopolitica
Zelen’skyj ha chiesto ancora armi a Trump durante la conversazione a San Pietro. Macron mandato via

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelens’ky si è mostrato «più calmo» durante il loro incontro in Vaticano nel fine settimana e sembrava più disposto a raggiungere un accordo con Mosca rispetto al famigerato incontro nello Studio Ovale.
Parlando con i giornalisti prima di salire a bordo dell’Air Force One domenica, Trump ha affermato che il tono della sua ultima discussione con Zelens’kyj era notevolmente diverso dalla loro «piccola disputa» di febbraio, in cui la delegazione ucraina è stata cacciata dalla Casa Bianca.
«Lo vedo più calmo. Credo che abbia capito la situazione. E credo che voglia raggiungere un accordo. Non so se volesse raggiungere un accordo [prima]. Credo che voglia raggiungere un accordo», ha detto Trump.
All’inizio di questa settimana, Trump ha dichiarato alla rivista TIME che «la Crimea rimarrà alla Russia» in base a qualsiasi accordo di pace, osservando che persino Zelens’kyj «capisce» la realtà, nonostante le dichiarazioni pubbliche contrarie. Alla domanda se credesse che Zelensky fosse ora pronto a «rinunciare» alla penisola, Trump ha risposto: «Oh, credo di sì».
Zelens’kyj ha ripetutamente e pubblicamente insistito sul fatto che Kiev non riconoscerà mai formalmente la Crimea come territorio russo, una posizione che Trump ha precedentemente criticato come «molto dannosa per i negoziati di pace».
Nonostante abbia descritto Zelens’kyj come qualcuno che vuole fare «qualcosa di buono per il Paese», Trump ha rivelato che il leader ucraino ha nuovamente chiesto a Washington maggiore sostegno militare.
«Mi ha detto che ha bisogno di più armi, ma lo ripete da tre anni», ha dichiarato Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha osservato che Kiev si trovava in una «situazione molto difficile», combattendo «una forza molto più grande» – e ha sottolineato che «li abbiamo aiutati quando abbiamo fornito loro 350 miliardi di dollari in armi o denaro contante».
«Ha bisogno di più armi e vedremo cosa succederà con la Russia», ha aggiunto Trump, sottolineando di essere «deluso» dai nuovi attacchi di Mosca in Ucraina.
Dopo una breve pausa nei combattimenti durante il cessate il fuoco pasquale annunciato dal presidente Vladimir Putin lo scorso fine settimana, l’esercito russo ha effettuato numerosi attacchi a lungo raggio contro obiettivi militari e industriali ucraini nel corso della scorsa settimana. Mosca ha sostenuto di colpire solo installazioni militari e strutture utilizzate dalle forze di Kiev, respingendo le accuse di aver colpito deliberatamente siti civili.
Mosca ha anche ribadito la sua disponibilità a colloqui con Kiev senza precondizioni. Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha confermato che la questione è stata sollevata durante un incontro tra il presidente Putin e l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, avvenuto venerdì.
I funzionari russi hanno sottolineato che qualsiasi soluzione praticabile a lungo termine deve riflettere le realtà territoriali sul campo e affrontare le cause profonde del conflitto. Secondo diverse fonti, la proposta di Washington mira a congelare il conflitto lungo le attuali linee del fronte e a riconoscere la Crimea come parte della Russia. Tuttavia, il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato che, a differenza di Zelens’kij, Mosca non intende discutere i dettagli riservati dei colloqui con gli Stati Uniti fino al completamento del processo.
In queste ora sono emerse ulteriori analisi dell’incontro a San Pietro tra Trump e lo Zelens’kyj.
Secondo un lettore labiale professionista citato dalla stampa britannica, il presidente Trump avrebbe chiesto al suo omologo francese, Emmanuel Macron, di farsi da parte prima di poter parlare a tu per tu con l’ucraino.
Le immagini mostrano che mentre il presidente francese si avvicinava, lo Zelens’kyj lo ha salutato calorosamente con un sorriso e un gesto della mano. Tuttavia, pochi istanti dopo, un membro dello staff ha rimosso con discrezione la terza sedia. Le immagini mostravano Trump che gesticolava con fermezza, a indicare che la conversazione sarebbe proseguita esclusivamente tra lui e Zelens’kyj, mentre Macron alla fine si faceva da parte.
Intervistata dal quotidiano The Sun di domenica, Nicola Hickling, imprenditrice britannica specializzata in lettura labiale e perizie, ha descritto lo scambio di battute.
«Donald porge le mani a entrambi e li porta verso di sé», ha detto. Trump avrebbe poi detto a Macron: «Non sei nel giusto qui, ho bisogno che tu mi faccia un favore, non dovresti essere qui».
Secondo Hickling, Zelensky quindi «annuisce in segno di assenso e il vicario che si trova davanti alla telecamera gira la testa di lato, con aria preoccupata per ciò che ha sentito tra loro».
Fonti diplomatiche francesi hanno minimizzato il gelido scambio, insistendo sul fatto che Macron non avesse alcuna intenzione di partecipare alla discussione. «La gente è in subbuglio per la terza sedia. Doveva essere per l’interprete, ma alla fine si è trasformato in un tête-à-tête», ha detto una fonte anonima al quotidiano britannico Telegraph.
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Geopolitica
La Casa Bianca si prepara ai possibili colloqui tra Trump e Kim

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