Geopolitica
Israele colpisce l’ufficio dell’emittente statale iraniana
L’esercito israeliano ha preso di mira la sede dell’emittente statale iraniana (IRINN) nell’ambito della sua campagna di bombardamenti contro la Repubblica Islamica. Secondo i media iraniani, la sede ha continuato a funzionare nonostante i danni subiti.
L’attacco è avvenuto mentre IRINN trasmetteva in diretta. I video condivisi dai media israeliani e iraniani mostrano una conduttrice costretta a interrompere il suo lavoro perché la stanza in cui si trova è stata colpita dall’attacco. Si vedono polvere e piccoli detriti volare in aria prima che le luci della stanza si spengano dopo il rumore di un’esplosione.
Udibili sullo sfondo ripetuti «Allahu akbar».
🚨🇮🇷🇮🇱| BREAKING: Israel hit IRIB’s building live during news#iranisraelwar #طهران #IsraeliranWar #oott #wti #nifty50 #BJP #crudeoil #gold #spx #Israel #Tehran pic.twitter.com/WYhMi0dgLW
— IRAN 🇮🇷 VS ISREAL 🇺🇸 WAR UPDATES (@REDEMPTION_PHAS) June 16, 2025
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L’IRIB sostiene che le trasmissioni siano riprese pochi minuti dopo l’attacco. Non è chiaro quante persone siano state colpite dall’attacco. La conduttrice, identificata come Sahar Emami, sarebbe rimasta illesa ed è tornata al lavoro. Ha condannato l’attacco in un colloquio con l’IRIB e ha messo in discussione l’inazione della comunità internazionale «di fronte al silenzio imposto ai giornalisti».
Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno confermato di aver colpito l’ufficio dell’emittente, sostenendo che la struttura era stata scelta perché le sue «infrastrutture e risorse» sarebbero state utilizzate dall’esercito iraniano con il pretesto di attività civili.
Secondo il ministero della Difesa israeliano, Israel Katz, l’emittente è stata specificamente presa di mira dall’attacco. «Il portavoce della propaganda e dell’incitamento iraniano sta per scomparire», ha dichiarato poco prima dell’attacco, come riportato dal Jerusalem Post.
🇮🇷🇮🇱 The IRIB building in Tehran is engulfed in flames following an Israeli airstrike on its District 3 headquarters—no nuclear facility nearby, but the impact is clear and devastating. https://t.co/tFrfFhPXgw pic.twitter.com/JSug6TroyZ
— Militant Tracker 🇶🇦 (@MilitantTracker) June 16, 2025
Israel targeted Iran’s state TV today.
Despite a devastating strike on the IRIB headquarters, fire, and heavy damage — Iranian journalists continued broadcasting live from the street pic.twitter.com/CTAYm6KCir
— Global Dissident (@GlobalDiss) June 16, 2025
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Teheran ha definito l’attacco all’emittente un «crimine di guerra». Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «deve agire ora per impedire all’aggressore genocida di commettere ulteriori atrocità contro il nostro popolo», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Esmaeil Baqaei in merito all’incidente.
Anche il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) ha condannato l’attacco, affermando di essere «inorridito» dall’azione di Israele. «Questo spargimento di sangue deve finire ora», ha dichiarato la ONG con sede a New York in un post su X.
#Iran #Israel: CPJ is appalled by Israel’s bombing of Iran’s state TV channel while live on air. Israel’s killing, with impunity, of almost 200 journalists in Gaza has emboldened it to target media elsewhere in the region. This bloodshed must end now.
– CPJ’s Sara Qudah. pic.twitter.com/LrQ1P2lBB1— CPJ MENA (@CPJMENA) June 16, 2025
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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