Geopolitica
Israele colpisce lo Yemen con attacchi massicci vicino al complesso presidenziale e alle basi missilistiche
Domenica l’esercito israeliano ha condotto attacchi aerei sulla capitale yemenita Sanaa, controllata dagli Houthi, prendendo di mira siti di alto profilo, in una significativa escalation delle ostilità.
Secondo quanto riportato da fonti regionali, gli attacchi hanno colpito aree vicine al palazzo presidenziale, alle centrali elettriche di Asar e Hizaz e alle strutture degli Houthi sospettate di ospitare artiglieria, compresi missili balistici.
A very photogenic explosion in Yemen. What can I say? Business is booming! pic.twitter.com/gKEVVkCVkg
— Uri Kurlianchik (@VerminusM) August 24, 2025
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L’operazione è stata una risposta diretta ai recenti attacchi degli Houthi contro Israele, compresi i lanci di proiettili di venerdì, ha riferito una fonte militare al Jerusalem Post. Sebbene Israele abbia già preso di mira le infrastrutture degli Houthi, i suoi attacchi si sono concentrati principalmente sulla città portuale strategica di Hodeida, un importante snodo economico e militare. Lo spostamento a Sanaa segnala un approccio più ampio e aggressivo al conflitto.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, Al Masirah, un organo di stampa affiliato agli Houthi, almeno due persone sono state uccise e altre cinque sono rimaste ferite.
«Gli attacchi sono stati effettuati in risposta ai ripetuti attacchi del regime terroristico Houthi contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini, tra cui il lancio di missili terra-terra e di veicoli aerei senza pilota verso il territorio del Paese», ha affermato l’esercito israeliano in una nota.
JUST IN: 🇮🇱🇾🇪 Israel launches strikes on Yemen’s capital, Sanaa. pic.twitter.com/qKMSYMelu3
— BRICS News (@BRICSinfo) August 24, 2025
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Nel frattempo, gli Houthi hanno promesso di proseguire la loro campagna di solidarietà con i palestinesi. «L’aggressione israeliana contro lo Yemen non ci scoraggerà dal continuare a sostenere Gaza, a prescindere dai sacrifici», ha dichiarato il funzionario Houthi Mohammed al-Bukhaiti in una dichiarazione ottenuta da Al Jazeera.
A marzo, il presidente Donald Trump ha lanciato l’Operazione Rough Rider, un’importante campagna aerea e navale mirata alle aree controllate dagli Houthi nello Yemen per frenare i loro attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso.
Gli attacchi, iniziati il 15 marzo, hanno colpito località chiave, tra cui Sana’a, dove almeno quattro attacchi aerei hanno colpito il quartiere orientale di Geraf, nel distretto di Shouab, e tre nell’area di Al-Sawad; Hodeida, con attacchi significativi al porto petrolifero di Ras Isa.
Il Comando Centrale degli Stati Uniti ha riferito che gli attacchi hanno ucciso centinaia di combattenti Houthi, tra cui alti funzionari missilistici e dronistici, con stime non ufficiali che vanno dai 500 ai 600 terroristi Houthi uccisi.
Un cessate il fuoco tra Stati Uniti e Houthi era stato annunciato il 6 maggio.
Come riportato da Renovatio 21, in questi mesi gli USA hanno perso dei caccia al largo dello Yemen.
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Immagine da Twitter
Geopolitica
Orban: l’UE annega nella corruzione
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Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
Gli Stati Uniti hanno indicato il rilancio dei rapporti normali con la Russia e l’interruzione rapida della guerra in Ucraina come priorità assolute nella loro nuova Strategia per la sicurezza nazionale, diffusa venerdì dalla Casa Bianca, ponendoli tra gli obiettivi cardine per gli interessi americani.
Il documento di 33 pagine delinea la prospettiva di politica estera delineata dal presidente Donald Trump, affermando che «è un interesse essenziale degli Stati Uniti negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina», al fine di «stabilizzare le economie europee, scongiurare un’escalation o un allargamento imprevisto del conflitto e ricostruire la stabilità strategica con la Russia».
Si evidenzia come il conflitto ucraino abbia «profondamente indebolito le relazioni europee con la Russia», minando l’equilibrio regionale.
Il testo rimprovera i dirigenti europei per le «aspettative irrealistiche» sull’evoluzione della guerra, precisando che «la maggioranza degli europei anela alla pace, ma tale aspirazione non si riflette nelle politiche adottate».
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Washington, prosegue il rapporto, è disposta a un «impegno diplomatico sostanziale» per «supportare l’Europa nel correggere la sua rotta attuale», reinstaurare l’equilibrio e «ridurre il pericolo di scontri tra la Russia e gli Stati europei».
A differenza della strategia del primo mandato di Trump, che accentuava la rivalità con Russia e Cina, la versione attuale sposta l’asse sull’emisfero occidentale e sulla tutela del suolo patrio, dei confini e delle priorità regionali. Esorta a riallocare le risorse dai fronti remoti verso minacce più immediate e invita la NATO e i Paesi europei a farsi carico in prima persona della propria sicurezza.
Il documento invoca inoltre l’arresto dell’espansione della NATO, una pretesa a lungo avanzata da Mosca, che la indica come una delle ragioni principali del conflitto ucraino, interpretato come una guerra per interposta persona orchestrata dall’Occidente.
In sintesi, la strategia segna un passaggio dall’interventismo universale a un approccio estero più pragmatico e contrattuale, sostenendo che gli Stati Uniti debbano intervenire oltre i propri confini solo quando gli interessi nazionali sono direttamente coinvolti.
Si tratta del primo di una sequenza di rilevanti atti su difesa e politica estera che l’amministrazione Trump si accinge a emanare, tra cui una Strategia di Difesa Nazionale rivista, la Revisione della Difesa Missilistica e la Revisione della Postura Nucleare, tutti attesi in linea con l’impostazione del documento.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
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