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Il trionfo di Satana finirà con l’uccisione dell’anticristo da parte di San Michele. Omelia di mons. Viganò per l’epifania del Signore

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Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò per la festa dell’Epifania del Signore

 

Surge et illuminare

Omelia nell’Epifania di Nostro Signore

 

 

 

Surge et illuminare, Jerusalem,
quia venit lumen tuum,
et gloria Domini super te orta est.

Sorgi e risplendi, Gerusalemme:
poiché è venuta la tua luce
e su di te è sorta la gloria del Signore.

Is 60, 1

 

Questa grande festa dell’Epifania, che assieme alla Pasqua, all’Ascensione e alla Pentecoste è chiamata giorno santissimo nel Canone della Messa, completa la festa del Natale del Signore.

 

Se nella Notte santa abbiamo adorato l’Emmanuele con gli Angeli e con i pastori, oggi nel Re Bambino adoriamo il dominator Dominus, ai piedi del Quale tutte le genti sono chiamate da ogni confine della terra. Et adorabunt eum omnes reges terræ: omnes gentes servient ei, dice la Scrittura: Lo adoreranno tutti i re della terra, e tutti i popoli Lo serviranno.

 

L’abbiamo cantato nell’Introito: Ecce, advenit dominator Dominus; et regnum in manu ejus, et potestas, et imperium. Ecco viene il Signore dominatore: nella sua mano il regno, e la potestà regale e il potere.

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Non è, questo, un auspicio, un pio desiderio destinato a compiersi solo in parte o ad essere infranto dalla cruda realtà di un mondo ribelle; è invece un’affermazione certissima, fondata sulla necessità ontologica del trionfo di Cristo, al quale nessuno potrà mai opporsi e che nessuno potrà mai impedire. 

 

Ma mentre siamo concentrati sull’adorazione dei Magi, che rendono il proprio tributo di oro, incenso e mirra al Re dei re dopo il povero omaggio dei pastori, non dobbiamo dimenticare che il Signore stesso, con l’Incarnazione, è venuto su questa terra per offrire alla Santissima Trinità, e al Padre eterno, il tributo delle anime strappate al dominio di Satana e conquistate nella Passione e Morte sulla Croce. I Magi offrono l’oro alla Regalità di Cristo, l’incenso alla Sua Divinità, la mirra a Cristo Vittima sacrificale.

 

Essi sono pertanto figura di Nostro Signore, che all’eterno Padre offre tutti noi, e con noi, tutti coloro che la Provvidenza ha destinato alla gloria del Cielo, mediante l’offerta di Cristo Vittima, innalzata sull’altare del Calvario da Cristo Sacerdote, che come Re rappresenta l’umanità che Gli appartiene per diritto divino, di stirpe e di conquista, e che come Dio può redimere riparando le nostre colpe infinite e l’infinita offesa arrecata a Dio.

 

Ce lo conferma la Secreta di oggi: Ecclesiæ tuæ, quæsumus, Domine, dona propitius intuere: quibus non jam aurum, thus, et myrrha profertur: sed quod eisdem muneribus declaratur, immolatur, et sumitur, Jesus Christus Filius tuus Dominus noster: Guarda benigno, o Signore, te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre più oro, incenso e mirra, bensì proprio Colui che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto: Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.

 

Nei Magi – come già nei tre Angeli che visitarono Abramo – possiamo vedere anche una figura delle Tre Persone della Santissima Trinità che si compiacciono di veder compiuta nel Figlio la divina Volontà: Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale Mi sono compiaciuto (Mt 3, 17). Ciò che è significato con i tesori dischiusi dai Magi nel silenzio di Betlemme – la divinità di quel Bambino – è proclamato dal Suo Padre celeste al momento del Battesimo nel Giordano, che parimenti oggi celebriamo assieme al miracolo dell’acqua mutata in vino alle nozze di Cana.

 

La solennità della manifestazione divina del Salvatore – questo il significato della parola epifania usata nella Chiesa Romana e della parola teofania della Chiesa d’Oriente – ci pone dinanzi alla divina Regalità di Cristo sotto due aspetti: quello della Sua prima e quello della Sua seconda venuta.

 

La prima venuta si è compiuta nella povertà, nel silenzio, nell’umile obbedienza ai Genitori per trent’anni, nella predicazione per tre anni, nell’affrontare i tormenti della Passione, l’ignominia della Croce, la Morte e la Deposizione nel sepolcro; e poi nella Resurrezione – compiuta lontano dallo sguardo di tutti, nel silenzio dell’alba di una domenica di millenovecentonovantadue anni fa, e si è conclusa con l’Ascensione al Cielo e quella promessa dell’Angelo: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo (At 1, 11).

 

La seconda venuta del Signore avverrà nella gloria: et iterum venturus est cum gloria judicare vivos et mortuos, proclamiamo nel Credo. E sarà sempre quel Re divino a chiudere lo scorrere del tempo e della storia nel Giudizio Universale, a terminare la fase della prova, et sæculum per ignem. Allora si compirà definitivamente quanto annunciato nel passo del Profeta Isaia che abbiamo appena ascoltato: Alzati o Gerusalemme e rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te (Is 60, 1).

 

Questa Luce, venuta nel mondo duemilaventicinque anni fa, risplenderà nel Corpo Mistico, di cui Cristo è Capo divino, dopo questi tempi oscuri di apostasia e dopo la Passio EcclesiæPoiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Come nel Cristo sfigurato e sofferente era oscurata la gloria che sfolgorò nella Resurrezione, così nel Suo Corpo Mistico oggi deturpato è eclissata la gloria che lo attende.

 

La persecuzione predetta dalle Scritture sarà l’ultima battaglia che l’umanità dovrà affrontare, schierandosi con Dio o contro di Lui, e le sorti di quell’epocale scontro sono già segnate dalla vittoria di Cristo sulla Croce: o mors ero mors tua; morsus tuus ero, inferne, dice il profeta Osea (Os 13, 14), ripreso dall’Apostolo Paolo.

 

Ma prima di quella persecuzione vedremo i re della terra e i potenti delle nazioni allearsi all’Anticristo e avere il potere di bestemmiare il suo Nome, e il suo tabernacolo, e gli abitatori del cielo (Ap 13, 6), ossia Dio, la Santa Chiesa e gli eletti. E fu concesso [alla Bestia] di far guerra ai santi, e di vincerli. E le fu dato potere sopra ogni tribù, e popolo, e lingua, e nazione. E la adorarono tutti quelli che abitano la terra, i nomi dei quali non sono scritti nel libro di vita dell’Agnello, il quale fu ucciso dal cominciamento del mondo. Chi ha orecchio, oda (Ap 13, 7-9).

 

È Cristo l’Agnello che patisce e trionfa in chi crede in Lui: in Abele è ucciso dal fratello, in Noè è schernito dal figlio, in Abramo fu pellegrino, in Isacco fu offerto, in Giuseppe fu venduto, in Mosè fu esposto e scacciato, nei Profeti lapidato e segato, negli Apostoli sballottato per terra e per mare, e nei Martiri tante volte e in tante maniere ucciso.

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Eppure, questa parentesi di apparente trionfo di Satana è destinata a finire con l’uccisione dell’Anticristo da parte dell’Arcangelo San Michele e con la testa del Serpente schiacciata dalla Vergine Immacolata.

 

Ci rassicura nuovamente il profeta Isaia: Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore (Is 60, 3-6).

 

Poco oltre, il Profeta Isaia si rivolge alla Santa Chiesa, la nuova Gerusalemme: Le tue porte saranno sempre aperte; non saranno chiuse né giorno né notte, per lasciar entrare in te la ricchezza delle nazioni e i loro re in corteo. Poiché la nazione e il regno che non vorranno servirti, periranno; quelle nazioni saranno completamente distrutte (Is 60, 10-11). Quando osserviamo con sgomento i rivolgimenti politici ed economici degli stati, dobbiamo ricordarci del destino di rovina preannunciato per le nazioni che si ribellano al Signore.

 

All’inizio e al termine dell’anno liturgico la Santa Chiesa ci ricorda la seconda venuta del Signore e ci esorta ad essere pronti, come erano pronti alla prima venuta gli Ebrei fedeli alle profezie dell’Antico Testamento: Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate (Lc 12, 40).

 

E questo monito dovrebbe far tremare noi tutti, ma soprattutto quanti il Signore ha costituito in autorità, tanto nella Chiesa quanto nella società civile: il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli (Lc 12, 46). 

 

La Vergine Madre, augustissima Regina e Signora, assiste oggi all’atto di adorazione dei Magi al Suo divin Figlio. Ella assisterà domani, coronata di stelle e assisa sul Suo trono di gloria su cui siede dall’Assunzione al cielo, all’adorazione di quanti nella prima venuta di Cristo non Lo riconobbero e dei popoli pagani che si saranno convertiti al Suo Figlio.

 

E come il Padre porrà i nemici di Cristo a sgabello dei Suoi piedi, così farà Nostro Signore con la Mater Ecclesiæ, umiliando i nemici della Vergine Sua Madre e della Chiesa Sua Sposa: I figli di quelli che ti avranno oppressa verranno da te, abbassandosi; tutti quelli che ti avranno disprezzata si prostreranno fino alla pianta dei tuoi piedi e ti chiameranno la città del Signore, la Sion del Santo d’Israele (Is 60, 14).

 

Possa l’intercessione di Maria Santissima, Regina Crucis, proteggerci nel momento della prova e concederci la Grazia della perseveranza.

 

E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

6 Gennaio 2025
In Epiphania Domini

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Immagine di Edward Burne-Jones (1833–1898), L’adorazione dei magi (1904), Museo d’Orsay, Parigi.

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

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Brasile: più di mille fedeli onorano Cristo Re a Rio de Janeiro

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Questa domenica, 26 ottobre, più di mille fedeli si sono radunati nel cuore di Rio de Janeiro per partecipare alla processione in onore di Cristo Re, in occasione del centenario dell’istituzione di questa festa da parte di Papa Pio XI nell’enciclica Quas Primas (1925). L’evento, caratterizzato da grande fervore, è stato organizzato dal Centro Culturale Permanência e dalla Fraternità San Pio X, con il sostegno del Centro Dom Bosco.  

Una testimonianza pubblica di fede nel cuore della città

Il raduno è iniziato a Cinelândia, nel centro di Rio de Janeiro, davanti al monumento del Santissimo Sacramento eretto nel 2024 dal Centro Dom Bosco. Alle 15:00 precise, il corteo è partito, preceduto dalla cavalleria della polizia militare, che ha guidato il corteo con rispetto e dignità.   Per circa due chilometri, i fedeli hanno accompagnato Nostro Signore con pietà, in spirito di riparazione e di proclamazione pubblica della sua regalità sulle società e sulle anime.   Le immagini mostrano una partecipazione particolarmente familiare, con numerosi bambini, giovani e genitori, a testimonianza della vitalità della fede trasmessa e vissuta quotidianamente.    

Messa pontificale all’arrivo

La processione si è conclusa in Praça das Crianças, sull’Aterro do Flamengo, dove Mons. Bernard Fellay, vescovo della FSSPX, ha celebrato una messa pontificale. È stato assistito da Dom Lourenço Fleichman (OSB), Dom Estevão (OSB) e Padre Montagut (superiore della Casa Autonoma della FSSPX in Brasile).   Secondo il Centro Dom Bosco, si tratta della “prima messa tradizionale celebrata in strada a Rio de Janeiro dopo il Congresso Eucaristico Internazionale del 1955”, un evento significativo per molti cattolici in Brasile, che stanno scoprendo sempre più la liturgia tradizionale.         Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagini da FSSPX.News
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Mons. Viganò: i traditori demoliscono la Chiesa dall’interno e spingono nell’eterna dannazione le anime

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato a X una breve riflessioni sui recenti eventi che hanno segnato il mondo ecclesiastico.

 

«Prima abbiamo avuto la provocazione di una cresima conferita ad un pubblico concubinario omosessuale “sposato” civilmente con il proprio padrino. Presente – ovviamente – il cappellano LGBTQ+ James Martin sj. Poi, a distanza di poche ore, l’assist di Prevost: una coppia di omosessuali “sposati” civilmente ricevuta in udienza, con ostentati toni di cordialità».

 

«Non semplici operai né impiegati, ma i proprietari di una società che impiega l’Intelligenza Artificiale per funzionalità smart-home di lusso» scrive Viganò.

 

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Sua Eccellenza si riferisce all’udienza riservata concessa da Leone a una coppia omosessuale «coniugata» formata da Alex Capecelatro, amministratore delegato di della società di IA Josh.ai e Brian D. Stevens, benefattore e affiliato ai Cavalieri di Malta, pur nel contesto del suo controverso tenore di vita omosessuale.

 

«La sodomia viene così legittimata dall’alto, con le provocazioni dei vescovi gay-friendly e la tacita approvazione di Prevost» tuona monsignore.

 

«Tutto quanto sta accadendo nella chiesa sinodale segue uno schema ben preciso e ormai sono in molti a riconoscere la frode della chiesa conciliare-sinodale».

 

«È giunto il momento che sacerdoti e fedeli contestino con coraggio e fermezza il tradimento di chi – a iniziare da Leone – invece di guidare la Santa Chiesa custodendo e trasmettendo intatto il Deposito della Fede, la demolisce dall’interno e spinge nell’eterna dannazione le anime» esorta il prelato lombardo.

 

«La chiesa conciliare e sinodale NON È la Chiesa Cattolica in comunione con la quale abbiamo giurato di vivere e morire» conclude l’arcivescovo.

 

Nell’omelia del mercoledi delle Ceneri 2025 monsignore aveva parlato di «una società apostata, una classe politica corrotta e pervertita, una Gerarchia venduta e traditrice».

 

«Dinanzi a questa ribellione globale, e specialmente davanti al tradimento di chi è costituito in autorità, dobbiamo tornare più convintamente a vestire la nostra anima in cinere et cilicio, a prostrarci al cospetto del Signore e ripetere il grido dei nostri padri: Flectamus iram vindicem, ploremus ante Judicem; clamemus ore supplici, dicamus omnes cernui: Parce, Domine; parce populo tuo: ne in æternum irascaris nobis. Plachiamo l’ira vendicatrice, piangiamo di fronte al Giudice; chiamiamoLo con voce supplicante, prostrati diciamo tutti insieme: Perdona, Signore, perdona il Tuo popolo, e non rimanere in eterno adirato con noi».

 

In un’omelia all’inizio di questo mese Sua Eccellenza aveva descritto la battaglia della vera Chiesa contro «la sinagoga di Satana, l’antichiesa conciliare e sinodale» e i suoi «corrotti ministri» della «setta di traditori e rinnegati».

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Il vescovo Strickland denuncia Papa Leone e i vescovi per aver scandalizzato i fedeli

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Il vescovo Joseph Strickland, in un lungo post di venerdì su X, ha chiesto a Papa Leone XIV e a tutti i vescovi per quanto tempo ancora continueranno a servire due padroni e a «scandalizzare i piccoli» chiudendo un occhio sul peccato. Lo riporta LifeSite.   Nel suo post del 14 novembre, il vescovo emerito di Tyler, Texas, si è chiesto per quanto tempo i vescovi, la curia vaticana e il Santo Padre continueranno a scandalizzare i fedeli con la loro compiacenza nella celebrazione di liturgie irriverenti e sacrileghe, accogliendo «coppie» dello stesso sesso nella Chiesa senza chiamarle alla conversione, sottolineando l’accoglienza dei migranti senza affrontare gli effetti dell’immigrazione illegale sulle popolazioni native e, in definitiva, «fermandosi tra due padroni». (1Re 18, 21) Il vescovo ha sottolineato che ci sono macine pronte per essere distribuite a Papa Leone: un «carico di camion» per la curia romana e un «carico di carico» per la stragrande maggioranza dei vescovi del mondo che spesso scandalizzano i «piccoli». (Mt 18,6)   «Fino a quando zoppicherete tra due padroni? Se credete che Cristo è il Signore, allora seguiteLo! Se il mondo è il vostro padrone, allora andate da lui! Ma non profanate più il Suo santuario mentre tradite la Croce!», scrive il prelato texano.   «Vescovi, BASTA con i giochi! BASTA con le bugie. BASTA chiudere un occhio sui più piccoli! Un’enorme scorta di macine è pronta per essere distribuita tra voi», ha aggiunto. «Una per papa Leone, un camion pieno per la Curia in Vaticano e navi cargo piene per la stragrande maggioranza degli odierni successori degli Apostoli».  

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Sua Eccellenza ha osservato che, sebbene alcuni possano obiettare al fatto che egli «giudichi» questi principi della Chiesa, sono proprio questi successori degli Apostoli ad aver ripetutamente inflitto danni ai più piccoli.   «No fratelli, COME OSATE infliggere del male ai più piccoli ancora e ancora??» ha scritto il vescovo.   Approfondendo i modi specifici in cui i vescovi, compreso il vescovo di Roma, hanno scandalizzato i fedeli, Strickland ha osservato che essi deridono il Santo Sacrificio della Messa trasformandolo in poco più di una «cianfrusaglia» e spesso usano queste sacre liturgie per promuovere l’eresia.   «Voi fate del Sacro Sacrificio di Gesù Cristo, la Santa Messa, una cianfrusaglia, una merce di scambio per le tue connivenze mondane, una piattaforma per vomitare eresie e fare il piedino con il mondo», ha scritto monsignore.   In effetti, oltre alle irriverenti messe parrocchiali, negli Stati Uniti e in tutto il mondo vengono celebrate frequentemente diverse messe «dell’orgoglio» pro-LGBT e altre messe eterodosse, spesso senza un rimprovero da parte del vescovo celebrante e nel silenzio assoluto di Roma.   Strickland ha sottolineato come sacerdoti e vescovi scandalizzino spesso i fedeli accogliendo nella Chiesa «coppie» omosessuali, e come papa Leone conceda loro udienza senza invitarli al pentimento per la loro vita disordinata.   «Fate del male ai più piccoli quando accogliete coppie intrappolate nel peccato, ostentando la loro triste vita disordinata, e invece di chiamarle al pentimento in Gesù Cristo, chiacchierate di cose sciocche e venite acclamati per la vostra gentilezza», ha detto. «Li accogliete persino nel sacro santuario e stendete un velo di benedizione sullo sterco del loro peccato».   La scorsa settimana, il gesuita notoriamente pro-omotransessualista, padre James Martin, ha celebrato una messa di cresima per il corrispondente di ABC News, Gio Benitez, apertamente omosessuale, «sposato» con un altro uomo. Benitez ha persino attribuito a Martin il merito del suo ritorno alla Chiesa, sottolineando che il sacerdote dissidente lo aveva accolto nella Chiesa «esattamente come sono io». Il suo compagno, Tommy DiDario, che lui chiamava suo marito, gli ha fatto da padrino.   Durante l’assemblea autunnale dell’USCCB di questa settimana, Strickland ha messo in dubbio la cresima del conduttore televisivo apertamente gay.   «Non so quanti di noi abbiano visto sui social media», ha esordito Sua Eccellenza durante il question time. «Sacerdoti e altre persone si sono riuniti, celebrando apertamente la Cresima di un uomo che convive con un altro uomo. E la questione va affrontata».   La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti si è rifiutata di rispondere alle preoccupazioni di Strickland. Al contrario, il presidente della sessione, il vescovo Daniel E. Flores, ha accolto la sua domanda, dicendo: «grazie, vescovo».   Flores è passato quindi rapidamente al punto successivo all’ordine del giorno, senza entrare nel merito dell’intervento né invitare il gruppo o gli altri vescovi a proseguire la discussione.

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Come riportato da Renovatio 21, papa Leone ha anche tenuto un’udienza privata con Alex Capecelatro, CEO di Josh.ai , e con il suo «marito» omosessuale Brian D. Stevens, un filantropo membro dei Cavalieri di Malta nonostante il suo scandaloso stile di vita in Vaticano questa settimana.   Durante l’udienza, la «coppia» omosessuale ha condiviso con il Papa quanto l’attivismo pro-LGBT di padre Martin «significhi per loro», al che Leo avrebbe «annuito con approvazione alla menzione di quel (cosiddetto) ministero», secondo Letters from Leo, un sito web scritto da un esponente del Partito Democratico, Christopher Hale.   Hale ha inoltre sottolineato che Leo non ha chiarito l’insegnamento della Chiesa durante l’udienza, ma è sembrato accettare i due omosessuali così come sono.   Infine, Strickland ha osservato che i vescovi hanno esortato i fedeli ad accogliere i «migranti» e si sono fermamente opposti all’applicazione della legge sull’immigrazione, ma la maggior parte non ha voluto parlare delle orde di criminali che attraversano illegalmente il confine.   «Fate del male ai più piccoli quando promuovete l’illegalità e chiudete un occhio sugli stupri, gli omicidi e gli attacchi di criminali nefasti che attraversano i confini aperti», ha detto. «Alcuni dei più piccoli vengono coinvolti in queste migrazioni di massa e calpestati mentre cercano una vita migliore. Alcuni dei più piccoli vedono le loro case e le loro città invase mentre i pastori dicono ‘dobbiamo accogliere lo straniero’, e poi lasciano libero sfogo a predoni e criminali».   Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca a gennaio, i vescovi statunitensi, Papa Francesco e poi Papa Leone hanno ripetutamente denunciato i tentativi della sua amministrazione di frenare l’immigrazione di massa. Papa Leone ha ripetutamente affermato che i fedeli saranno giudicati per come «accolgono lo straniero», e ha persino suggerito falsamente che sostenere il presunto «trattamento disumano degli immigrati negli Stati Uniti» sotto Trump equivalga a sostenere l’aborto.   Come ha osservato Strickland, la stragrande maggioranza dei prelati cattolici, pur affermando correttamente che i paesi hanno l’obbligo di trattare tutti i migranti con dignità umana, ha ampiamente omesso di menzionare la questione dei crimini efferati commessi dai membri della gang MS-13 e da altri che entrano illegalmente negli Stati Uniti, e di come questi stiano violando la dignità umana dei suoi cittadini.   Anche altri vescovi hanno criticato le politiche di apertura delle frontiere della maggior parte delle nazioni occidentali.   Come riportato da Renovatio 21, ad inizio anno il vescovo kazako Athanasius Schneider ha parlato di un’Europa «neocomunista» e «massonica» che utilizza le migrazioni usate dalle élite per distruggere l’identità cristiana.

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