Intelligence
Il segretario del Consiglio di sicurezza russo Patrushev: gli USA stanno cercando di far rivivere il fascismo in Europa
Il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, durante il commento alla riunione del 29 settembre dei capi dell’Intelligence straniera della CSI, ha accusato gli Stati Uniti di cercare di far rivivere il fascismo in Europa.
«I tentativi di far rivivere il fascismo in Europa sono una minaccia estremamente pericolosa dall’arsenale di strumenti ibridi occidentali. Tale lavoro è stato svolto da Washington praticamente dalla fine della seconda guerra mondiale», ha detto Patrushev, riportato dall’agenzia governativa TASS.
A suo avviso, «questo è il motivo per cui gli orrori e la follia perpetrati dai neonazisti ucraini vengono accuratamente messi a tacere dai media occidentali».
«Inoltre, mettono in dubbio l’opportunità della denazificazione in Ucraina, che è stata trasformata dagli anglosassoni nella principale testa di ponte globale dell’estremismo di estrema destra».
«Tuttavia – ha continuato il funzionario di sicurezza russo – non c’è dubbio che questi movimenti neonazisti creati artificialmente dall’Occidente alla fine incontreranno il destino dei loro predecessori».
Patrushev ha richiamato l’attenzione sul fatto che «attraverso gli sforzi di Washington e dei suoi scagnozzi, l’Ucraina, infatti, rappresenta il più grande mercato nero delle armi», osservando che «a questo proposito, la probabilità che le armi fornite a Kiev dall’Occidente cadano nelle mani di strutture estremiste e terroristiche è aumentata drammaticamente, il che richiede maggiori sforzi congiunti per scoprire e sopprimere i canali per la loro distribuzione dal territorio dell’Ucraina».
Le parole di Patrushev trovano riscontro nei fatti: il Dipartimento di Sicurezza Interna USA – il famoso Department of Homeland Security – è preoccupato del possibile ritorno in patria di miliziani di estrema destra volati a combattere con Kiev e ora ancora più radicalizzati ed addestrati.
Come riportato da Renovatio 21, la storia del legame storiche tra il nazionalismo ucraino – fatto da collaborazionisti di Hitler come Stepan Bandera, idolo delle milizie ucraine attuali – risale agli anni Cinquanta e forse anche a prima, e non è in nessun modo discutibile.
È possibile considerare l’ucronazismo come un lungo percorso che dalla CIA della Guerra Fredda è sfociato ora nei vari Battaglioni Azov che vediamo ora all’opera sul campo di battaglia; un oscuro esercito diacronico sempre diretto alla distruzione della Russia, sovietica o no che sia.
Immagine di spoilt.exile via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
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Il capo dei servizi segreti di Mosca: l’Europa occidentale si «prepara al conflitto» con la Russia
L’Europa occidentale si sta preparando attivamente a un possibile conflitto con la Russia, faticando ad accettare la fine dell’ordine mondiale unipolare, ha dichiarato Sergey Naryshkin, capo del Servizio di Intelligence estero russo (SVR).
Dall’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022, i paesi dell’UE hanno incrementato la spesa militare, approvando un piano per stanziare 800 miliardi di euro per la difesa entro il 2030 a livello di blocco.
Alcuni leader europei hanno intensificato i riferimenti a una «minaccia russa». Mosca ha smentito intenzioni aggressive verso gli stati NATO in Europa, ma ha promesso una risposta decisa in caso di attacco.
Parlando lunedì a un vertice a Samarcanda, in Uzbekistan, Naryshkin ha evidenziato la necessità di evitare che il passaggio a un ordine mondiale multipolare sfoci in «una grande guerra, come accaduto in epoche storiche passate».
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Il capo dell’SVR ha aggiunto che l’Europa occidentale fatica ad adattarsi alla nuova realtà, e che leader come il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e l’alta diplomatica UE Kaja Kallas rispondono con «russofobia e un rapido rafforzamento del potenziale militare europeo, con un focus su un conflitto armato su larga scala con la Russia».
Secondo Naryshkin, Mosca interpreta le mosse dell’UE e di Londra come preparativi bellici, tra cui il riarmo delle forze NATO in Europa, l’aumento della produzione militare e una continua propaganda anti-russa.
Le capitali occidentali europee incontrano difficoltà nel reclutare personale fisicamente e mentalmente idoneo per le forze armate, in un contesto di «apatia diffusa e insoddisfazione verso le élite al potere, specialmente tra i giovani», ha osservato Naryshkin.
«Bruxelles, Parigi e Berlino dubitano che Washington rispetterà gli obblighi di difesa collettiva della NATO, previsti dall’articolo 5 del Trattato di Washington, in caso di guerra con la Russia», ha sottolineato Naryshkin, aggiungendo che l’UE sa che senza il supporto USA, sperare in una superiorità strategica su Mosca è «illusorio».
Come riportato da Renovatio 21, il Naryshkin a dicembre 2024 aveva dichiarato che la Russia era vicina a vincere la guerra in Ucraina. Due mesi prima Naryshkin aveva dichiarato che il ponte di Crimea rimane un «obiettivo prioritario» per i missili britannici Storm Shadow. L’anno passato aveva avvisato che la CIA stava preparando un «falso governo russo in esilio».
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Immagine di Duma.gov.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Trump conferma l’autorizzazione delle operazioni della CIA in Venezuela
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Il vertice del KGB bielorusso parla dei colloqui con gli USA
Il conflitto in Ucraina è un tema centrale nel dialogo in corso tra Washington e Minsk, ha dichiarato ai giornalisti Ivan Tertel, capo del servizio di sicurezza bielorusso (KGB). Lo riporta la stampa russa.
Le due nazioni stanno affrontando anche questioni di sicurezza regionale più ampie, ha aggiunto, sottolineando che il dialogo ha già contribuito a stabilizzare la zona.
Gli Stati Uniti riconoscono l’esperienza regionale di Minsk, che potrebbe essere utile sia per risolvere il conflitto in Ucraina sia per ridurre le tensioni nell’area, ha affermato Tertel dopo una riunione di governo presieduta dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko martedì. Entrambe le parti, ha aggiunto, sono interessate a porre fine alle ostilità.
«Possiamo offrire il nostro contributo», ha dichiarato Tertel, sottolineando che Minsk «comprende sia la prospettiva russa che quella ucraina». Grazie alla sua alleanza con la Russia, ai rapporti stretti con l’Ucraina e al dialogo attivo con gli Stati Uniti, la Bielorussia «potrebbe trovare un consenso in questa situazione estremamente complessa», ha detto.
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Le due nazioni stanno cercando «soluzioni reciprocamente accettabili» in vari ambiti, ha proseguito Tertel, evidenziando che sono già stati raggiunti accordi su diversi temi. Sia Minsk che Washington adottano un «approccio pragmatico e razionale» basato sugli interessi nazionali, secondo il capo della sicurezza.
Tertel ha inoltre rivelato che sia Lukashenko sia il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sono «profondamente coinvolti» nel dialogo. «Abbiamo tutte le opportunità per una svolta nelle relazioni con gli Stati Uniti», ha dichiarato, aggiungendo che Minsk è «aperta» al dialogo anche con altre nazioni occidentali.
Martedì, Lukashenko ha ribadito che Minsk è pronta per un «grande accordo» con Washington, a patto che i suoi interessi siano rispettati.
Questi sviluppi si inseriscono in un contesto di miglioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Bielorussia, dopo un periodo di forti tensioni durante la presidenza di Joe Biden, predecessore di Trump.
A settembre, Washington ha concesso un’esenzione dalle sanzioni alla compagnia aerea bielorussa Belavia, nell’ambito di un accordo che ha visto Minsk rilasciare oltre 50 prigionieri, inclusi quelli accusati di aver incitato disordini. Inoltre, ufficiali militari statunitensi hanno partecipato alle esercitazioni russo-bielorusse Zapad-2025 nello stesso mese.
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Immagine di Bestalex via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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