Geopolitica
Il riarmo nucleare continua: USA, Russia, Cina
Russia, Cina e Stati Uniti stanno continuando ad aggiornare le capacità dei rispettivi arsenali nucleari.
L’agenzia russa TASS ha riferito ieri che il Knyaz Vladimir, il primo dei sottomarini con missili balistici migliorati di classe Borei, entrerà in servizio con la 31a divisione sottomarina della flotta settentrionale russa il 12 giugno.
«La cerimonia di innalzamento della bandiera a bordo del Knyaz Vladimir significherà l’inclusione ufficiale dell’incrociatore subacqueo nella struttura di combattimento della flotta», ha affermato una fonte nel settore della difesa.
Russia, Cina e Stati Uniti stanno continuando ad aggiornare le capacità dei rispettivi arsenali nucleari
Dei tre precedenti sottomarini di classe Borei, uno è in servizio con la flotta del Nord e gli altie due sono nella flotta del Pacifico. Ogni sottomarino è in grado di trasportare 16 missili balistici lanciati da sottomarini Bulava, scrive EIR.
Nel frattempo, Kris Osborn, scrivendo per la rivista National Interest, lamenta che i cinesi hanno recentemente messo in servizio altri due sottomarini per missili balistici con la Marina PLA, portando il suo totale a sei.
«Il crescente numero di sottomarini cinesi per dissuasione nucleare espande in modo massiccio la capacità di Pechino di tenere gli Stati Uniti continentali a rischio sostanziale».
«Il crescente numero di sottomarini cinesi per dissuasione nucleare espande in modo massiccio la capacità di Pechino di tenere gli Stati Uniti continentali a rischio sostanziale»
Negli Stati Uniti, la bomba nucleare potenziata B61-12 sta progredendo in attesa di essere schierata. Defence News riferisce che i test di caduta con una bomba inerte sono stati completati a marzo da un F-15E Strike Eagle, completando la certificazione dell’aereo come vettore della nuova versione della bomba.
La bomba deve anche essere certificata per il bombardiere stealth F-16 e B-2. La National Nuclear Security Administration stima che il costo totale del programma del B61-12 sarà di circa 8- 9 miliardi di dollari mentre la prima unità di produzione uscirà dalla catena di montaggio nell’anno fiscale 2022.
Dopo il COVID-19, le armi atomiche possono sembrare, da un punto di vista politico, strumenti oramai obsoleti. Le armi di morte e caos sono oggi, dopo la prova mondiale della Pandemia, le armi biologiche
L’era atomica non è finita, e nemmeno la Guerra Fredda lo è. Anzi, ora possiamo dire di averne due, otre.
Resta il grande dubbio di Renovatio 21: dopo il COVID-19, le armi atomiche possono sembrare, da un punto di vista politico, strumenti oramai obsoleti. Le armi di morte e caos sono oggi, dopo la prova mondiale della Pandemia, le armi biologiche.
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che Volodymyr Zelens’kyj deve fare i conti con la realtà del conflitto contro la Russia e con l’urgenza di indire nuove elezioni.
Il mandato presidenziale quinquennale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma il leader ucraino ha sempre escluso il voto per via della legge marziale in vigore. Vladimir Putin ha più volte sostenuto che lo Zelens’kyj non può più essere considerato un interlocutore legittimo e che la sua posizione renderebbe giuridicamente problematico qualsiasi accordo di pace.
Mercoledì Trump ha affrontato la questione Ucraina in una telefonata con i leader di Regno Unito, Francia e Germania. «Ne abbiamo parlato in termini piuttosto netti, ora aspettiamo di vedere le loro risposte», ha riferito ai giornalisti alla Casa Bianca.
«Penso che Zelens’kyj debba essere realista. Mi domando quanto tempo passerà ancora prima che si tengano le elezioni. Dopotutto è una democrazia… Sono anni che non si vota», ha aggiunto Trump, sottolineando che l’Ucraina sta «perdendo moltissima gente».
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Il presidente americano ha poi sostenuto che l’opinione pubblica ucraina sia largamente favorevole a un’intesa con Mosca: «Se guardiamo i sondaggi, l’82 % degli ucraini vuole un accordo – è uscito proprio un sondaggio con questa cifra».
Trump ha insistito sulla necessità di chiudere rapidamente il conflitto: «Non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
Secondo Axios e RBC-Ucraina, Kiev ha trasmesso agli Stati Uniti la sua ultima proposta di pace. Zelens’kyj , che fino a ieri escludeva elezioni in tempo di legge marziale, ha dichiarato mercoledì di essere disposto a indire il voto, a patto però che Stati Uniti e alleati europei forniscano solide garanzie di sicurezza.
Il consenso verso Zelens’kyj è precipitato al 20 % dopo uno scandalo di corruzione nel settore energetico che ha travolto suoi stretti collaboratori e provocato le dimissioni di diversi alti funzionari. Trump ha più volte invitato il leader ucraino a tornare alle urne, ribadendo che la corruzione endemica resta uno dei problemi più gravi del paese.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
La Russia porterà a compimento tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.
Tra gli scopi principali enunciati da Putin nel 2022 vi sono la protezione degli abitanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall’aggressione delle forze di Kiev, nonché la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.
«Naturalmente porteremo a termine questa operazione fino alla sua logica conclusione, fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ha affermato Putin in videocollegamento durante la riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani di martedì.
Il presidente russo quindi ricordato che il conflitto è scoppiato quando l’esercito ucraino è stato inviato nel Donbass, regione storicamente russa che nel 2014 aveva respinto il colpo di Stato di Maidan sostenuto dall’Occidente. Questo, secondo il presidente, ha reso inevitabile l’intervento delle forze armate russe per porre fine alle ostilità.
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«Si tratta delle persone. Persone che non hanno accettato il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e contro le quali è stata scatenata una guerra: con artiglieria, armi pesanti, carri armati e aviazione. È lì che è iniziata la guerra. Noi stiamo cercando di mettervi fine e siamo costretti a farlo con le armi in pugno».
Putin ha ribadito che per otto anni la Russia ha cercato di risolvere la crisi per via diplomatica e «ha firmato gli accordi di Minsk nella speranza di una soluzione pacifica». Tuttavia, ha aggiunto la settimana scorsa in un’intervista a India Today, «i leader occidentali hanno poi ammesso apertamente di non aver mai avuto intenzione di rispettarli», avendoli sottoscritti unicamente per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi.
Mosca ha accolto positivamente il nuovo slancio diplomatico impresso dal presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto il suo piano di pace in 28 punti come base per un’intesa.
Lunedì Trump ha pubblicamente invitato Volodymyr Zelens’kyj ad accettare le proposte di pace, lasciando intendere che il leader ucraino non abbia nemmeno preso in esame l’ultima offerta americana.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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