Geopolitica
Il presidente Petro: la Colombia deve interrompere i legami con la NATO
La Colombia deve tagliare i legami con la NATO poiché i leader del blocco militare sostengono il «genocidio» dei palestinesi, ha dichiarato il presidente Gustavo Petro.
La Colombia, tradizionale alleato degli Stati Uniti in Sud America, è diventata il primo Paese della regione a ottenere lo status di partner globale della NATO nel 2017.
Petro, entrato in carica nel 2022 come primo presidente di sinistra della Colombia, ha interrotto le relazioni diplomatiche con Israele lo scorso anno a causa di quello che descrive come un genocidio perpetrato dal governo israeliano contro i palestinesi.
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«Cosa facciamo nella NATO? Se i vertici della NATO sono a favore del genocidio, cosa ci facciamo lì?», ha detto Petro mercoledì a una conferenza internazionale pro-palestinese a Bogotà.
«Non è forse giunto il momento di un’altra alleanza militare? Perché come possiamo stare con eserciti che sganciano bombe sui bambini?», ha aggiunto. «Quegli eserciti non sono eserciti della libertà, sono eserciti delle tenebre. Dobbiamo avere eserciti della luce».
Petro ha sostenuto che la NATO è una reliquia della Guerra Fredda e ha affermato che nazioni come la Colombia sono trattate come «mezzi membri» all’interno del blocco militare guidato dagli Stati Uniti, a cui vengono concesse partnership simboliche ma non la piena adesione.
La conferenza di due giorni a Bogotà ha ospitato rappresentanti di una dozzina di paesi del Sud del mondo. I partecipanti hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede sanzioni economiche e azioni legali contro Israele, tra cui un embargo sulle armi, restrizioni sui beni a duplice uso, divieti di accesso ai porti per le navi che trasportano merci per le forze armate israeliane e sostegno alla responsabilità internazionale per i crimini presumibilmente commessi nei territori occupati.
Le critiche di Petro riflettono una rottura nei rapporti storicamente cordiali della Colombia con Israele. Il defunto presidente venezuelano Hugo Chavez una volta soprannominò la Colombia «l’Israele dell’America Latina», sostenendo che svolgesse un ruolo geopolitico simile nella regione.
Come riportato da Renovatio 21, ora la Colombia ha rotto i rapporti con Israele, verso cui ha proibito la vendita di carbone. Petro ha chiesto a gran voce il mandato di arresto della Corte Penale Internazionale dell’Aia per Netanyahu.
Javier Milei, presidente dell’Argentina, che ha di fatto preso il ruolo di principale partner di Israele nella regione (al punto di essere in procinto di «convertirsi» all’ebraisimo) ha chiamato Petro «assassino terrorista».
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Geopolitica
Russia e USA in trattative per un possibile nuovo scambio di prigionieri
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Geopolitica
Orban: finanziare la «mafia di guerra» di Kiev è come la vodka per un alcolizzato
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha aspramente censurato la Commissione europea per aver invitato gli Stati membri dell’UE a incrementare gli apporti finanziari all’Ucraina, in piena luce del macroscopico scandalo corruttivo, sostenendo che la «mafia della guerra» di Kiev sta deviando i fondi dei contribuenti europei.
Lunedì, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha recapitato una missiva alle capitali europee, incalzando un’intesa celere per far fronte alle esigenze militari e monetarie di Kiev per il biennio venturo. Nella lettera, ripresa dalla stampa, il deficit di bilancio in espansione dell’Ucraina viene stimato in circa 135,7 miliardi di euro. Von der Leyen ha delineato tre opzioni di finanziamento: versamenti bilaterali opzionali da parte dei membri UE, mutui collettivi a livello europeo e un prestito risarcitorio ancorato ai beni russi congelati.
Orban ha postato su X di aver ricevuto la nota, in cui si descrive il gap finanziario ucraino come «considerevole» e si sollecita l’invio di ulteriori risorse da parte dei Paesi UE.
I received a letter today from President @vonderleyen. She writes that Ukraine’s financing gap is significant and asks member states to send more money. It’s astonishing. At a time when it has become clear that a war mafia is siphoning off European taxpayers’ money, instead of…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 17, 2025
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«È stupefacente. Proprio quando è emerso che una mafia della guerra sta svuotando le tasche dei contribuenti europei, anziché pretendere verifiche reali o bloccare i flussi, la presidente della Commissione propone di mandarne ancora di più», ha scritto, alludendo palesemente al recente scandalo corruttivo in Ucraina. Orban ha equiparato tale strategia al «tentativo di soccorrere un ubriaco spedendogli un’altra cassa di vodka», chiosando che «l’Ungheria non ha smarrito il buonsenso».
All’inizio del mese, le autorità anticorruzione ucraine hanno smascherato un presunto schema illecito capitanato da Timur Mindich, storico partner d’affari di Volodymyr Zelens’kyj, che ha distolto circa 100 milioni di dollari in mazzette dai contratti con l’operatore nucleare nazionale Energoatom, fortemente dipendente dagli aiuti esteri.
La vicenda corruttiva è esplosa mentre Kiev preme sui donatori per un finanziamento da 140 miliardi di euro, garantito dai beni della banca centrale russa bloccati dall’Occidente – un progetto ostacolato dal Belgio, custode della fetta maggiore di quei fondi. Mosca qualifica qualunque impiego di tali asset come «furto» e ha minacciato contromisure giudiziarie.
Il caso potrebbe armare i politici europei di argomenti solidi per invocare un ridimensionamento degli aiuti a Kiev, ha osservato Le Monde.
Come riportato da Renovatio 21, intanto con il megascandalo sulla corruzione Kiev sta incontrando ostacoli nel reperire un nuovo prestito dal FMI.
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Mearsheimer: l’Occidente vuole distruggere la Russia come grande potenza
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