Politica
Il Papa mette sotto controllo la magistratura
Il successore di Pietro ha appena cambiato ancora una volta il sistema giudiziario vaticano. Una riforma che prevede un maggiore accentramento dei poteri nelle mani del Papa e che segna un ritorno ai vecchi modi di fare nel campo del reclutamento del personale giudiziario.
Il Sommo Pontefice ha deciso di cambiare per la terza volta le regole del gioco in materia giudiziaria.
Il 12 aprile 2023, con un tratto di penna, il Papa argentino ha abrogato quella che fino a quel momento era stata una delle maggiori novità della riforma varata il 16 marzo 2020, ovvero l’assunzione a tempo pieno di almeno un magistrato ausiliario di giustizia e un membro dell’ufficio del promotore di giustizia, l’equivalente dell’ufficio del pubblico ministero.
Un cambio di rotta che – secondo il vaticanista Andrea Gagliarducci – sembra costituire «un passo indietro», poiché la presenza di magistrati a tempo pieno è stata vista come un rafforzamento del sistema giudiziario vaticano.
Infatti, i magistrati del Tribunale della Santa Sede – questa è una particolarità del sistema giudiziario – possono essere impiegati anche da altri tribunali stranieri, in particolare italiani. Con determinati rischi di conflitti di interesse sempre possibili. Di qui la nomina, in vigore fino al motu proprio del 12 aprile, di magistrati dedicati esclusivamente alla giustizia del più piccolo stato del mondo.
Resta da vedere come la nuova riforma sarà vista da Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che ha giustamente sottolineato, nell’ultimo rapporto sullo stato di avanzamento della Santa Sede, dei conflitti di interesse per i promotori di giustizia e il giudici del Tribunale Vaticano, in quanto non lavorano a tempo pieno per la Santa Sede.
Con il rischio di una «perdita di credibilità negli organismi internazionali» e il rischio che la Santa Sede venga considerata «di nuovo come un ramo dello Stato italiano», nota Andrea Gagliarducci.
Altra novità, e non meno importante: il prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica – la massima corte canonica d’appello della Curia – non è più ipso facto presidente della Corte di Cassazione vaticana. Una riforma che colpisce il cardinale francese Dominique Mamberti, che appunto occupa questa veneranda funzione.
Finora la Corte di Cassazione della Santa Sede ha avuto come presidente il prefetto del Tribunale della Segnatura, il quale ha nominato lui stesso per un triennio altri due cardinali membri del medesimo dicastero, oltre a magistrati ausiliari.
D’ora in poi è il Papa che si riserva di nominare i quattro cardinali che compongono la Corte di Cassazione – le cui sentenze sono vincolanti – per un periodo di cinque anni: insomma, il Papa mette un po’ più di mano sulla magistratura e continua il movimento di accentramento dei poteri che costituisce una delle dimensioni del suo pontificato.
Un modo per fronteggiare ogni evenienza, in un momento in cui sembra impantanato il «processo del secolo», che cerca di far luce sul presunto investimento fraudolento di diverse centinaia di milioni di euro in un palazzo londinese. Un processo che potrebbe infangare i gradini del soglio di Pietro.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine pubblico dominio CC0 via Wikimedia.
Politica
Il presidente romeno fischiato per il sostegno all’Ucraina
Il presidente rumeno Nicusor Dan è stato contestato per il suo sostegno all’Ucraina durante un evento commemorativo tenutosi venerdì.
Decine di manifestanti hanno espresso il loro dissenso quando Dan è giunto al Teatro Nazionale di Iasi per partecipare a una celebrazione storica, come riportato dall’emittente locale Digi24.
Un video mostra Dan scendere dall’auto e salutare i manifestanti, che gridavano «Vergogna!» e «Vai in Ucraina!».
🇷🇴 ROMANIAN PRESIDENT NICUSOR DAN BOOED!
People shouted “Shame,” “Traitor,” “Go to Ukraine.” pic.twitter.com/b0LuAALd91
— Lord Bebo (@MyLordBebo) October 24, 2025
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Secondo il quanto riportato, le proteste sono continuate anche dopo l’evento, al momento dell’uscita del presidente dal teatro.
Come riportato da Renovatio 21i, Dan, politico favorevole all’UE, è salito al potere quest’anno dopo una controversa ripetizione delle elezioni, in seguito all’annullamento della vittoria iniziale del candidato conservatore Calin Georgescu, critico esplicito della NATO e delle forniture di armi occidentali all’Ucraina. Georgescu è stato successivamente escluso dalla competizione elettorale e affronta accuse di aver pianificato un colpo di Stato, tanto da essere arrestato.
Georgescu, che ha sempre avuto il favore di migliaia e migliaia di manifestanti pronti a scendere in piazza, ha definito la UE «una dittatura». Di contro, Bruxelles ha rifiutato di commentare l’esclusione del candidato dalle elezioni rumene. A inizio anno Georgescu aveva chiesto aiuto al presidente americano Donaldo Trump.
Georgescu aveva definito Zelens’kyj come un «semi-dittatore», accusando quindi la NATO di voler utilizzare la Romania come «porta della guerra».
Il CEO di Telegram Pavel Durov aveva parlato di pressioni su di lui da parte della Francia per influenzare le elezioni presidenziali in Romania.
Il Dan ha ribadito il suo impegno a sostenere l’Ucraina. La Romania ha già destinato 487 milioni di euro a Kiev, principalmente in aiuti militari, dall’intensificarsi del conflitto nel 2022, secondo i dati del Kiel Institute tedesco.
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia riprodotta secondo indicazioni.
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
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Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
Sanae Takaichi è diventata la prima donna Primo Ministro del Giappone, vincendo le elezioni parlamentari di Tokyo martedì. Esponente di lungo corso del Partito Liberal Democratico (LDP), nota come la «Lady di Ferro» del Giappone per la sua ammirazione verso l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, Takaichi è riconosciuta per il suo conservatorismo sociale, il nazionalismo e il sostegno a un ruolo più ampio per le forze armate giapponesi.
A 64 anni, Takaichi ha sostenuto la revisione della clausola pacifista della costituzione postbellica del Giappone e il riconoscimento ufficiale delle Forze di autodifesa come esercito nazionale. Ha inoltre appoggiato un aumento della spesa per la difesa e una maggiore cooperazione militare con gli Stati Uniti.
Le sue posizioni sulla sicurezza nazionale richiamano le politiche dell’ex premier Shinzo Abe, di cui è considerata una protetta e con cui aveva stretti legami politici.
Frequente visitatrice del Santuario Yasukuni di Tokyo, che rende omaggio ai caduti giapponesi, inclusi criminali di guerra della Seconda Guerra Mondiale, Takaichi è stata spesso criticata dai Paesi vicini per quello che considerano revisionismo storico. Ha difeso le sue visite come atti di rispetto personale, sostenendo che i crimini di guerra dei soldati giapponesi siano stati esagerati.
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A livello interno, Takaichi si oppone al matrimonio tra persone dello stesso sesso, sostiene la successione imperiale esclusivamente maschile e ha criticato le proposte di cognomi separati per le coppie sposate.
La Takaicha ha inoltre appoggiato il rafforzamento dei confini e politiche migratorie più rigide, chiedendo misure contro i visti non concessi, il turismo eccessivo e l’acquisto di terreni da parte di stranieri, soprattutto vicino a risorse strategiche.
In politica estera, la Takaichi ha definito la crescente potenza militare della Cina una «seria preoccupazione», proponendo misure di deterrenza, tra cui un patto di sicurezza con Taiwan.
Si ritiene che Takaichi non intenda perseguire un significativo riavvicinamento con la Russia, avendo ripetutamente rivendicato la sovranità sulle isole Curili meridionali, annesse dall’Unione Sovietica nel 1945 come parte degli accordi postbellici.
Takaichi assume la carica in un momento critico per il Giappone, che affronta un tasso di natalità ai minimi storici, un rapido invecchiamento della popolazione, un’inflazione persistente e il malcontento pubblico per gli scandali politici che hanno eroso la fiducia nel PLD, il partito al governo.
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Immagine di 内閣広報室|Cabinet Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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