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Intelligenza Artificiale

Il «padrino dell’Intelligenza Artificiale» avverte che le macchine superintelligenti potrebbero sostituire l’umanità

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Geoffrey Hinton, il pioniere dell’informatica definito il «padrino dell’Intelligenza artificiale», ha lanciato ancora una volta l’allarme: la tecnologia che lui stesso ha contribuito a creare potrebbe segnare la fine dell’umanità così come la conosciamo.

 

In un’intervista pubblicata il 18 agosto come parte del film di prossima uscita Making God, Hinton ha lanciato uno dei suoi avvertimenti più severi, affermando che l’umanità rischia di essere messa da parte – e alla fine sostituita – da macchine molto più intelligenti di noi.

 

«La maggior parte delle persone non è in grado di comprendere l’idea che esistano cose più intelligenti di noi», ha affermato nel video lo Hinton, premio Nobel per la fisica ed ex dirigente di Google. «Pensano sempre: come useremo questa cosa? Non pensano mai: come userà noi?»

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Lo scienziato informatico si è detto «abbastanza fiducioso» che l’Intelligenza Artificiale causerà una disoccupazione di massa, citando i primi esempi di colossi tecnologici come Microsoft che hanno sostituito i programmatori junior con l’IA. Ma il pericolo più grande, ha affermato, va ben oltre il mondo del lavoro.

 

«Il rischio contro cui ho messo in guardia più spesso… è il rischio che sviluppiamo un’Intelligenza Artificiale molto più intelligente di noi, che prenderà il sopravvento», ha affermato Hinton. «Non avrà più bisogno di noi».

 

L’unico lato positivo, ha scherzato, è che «non ci mangerà, perché sarà fatto di silicio».

 

Lo Hinton, 77 anni, ha trascorso decenni a essere un pioniere del deep learning, l’architettura di rete neurale alla base degli odierni sistemi di intelligenza artificiale. Le sue scoperte negli anni ’80 – in particolare l’ invenzione della macchina di Boltzmann, in grado di imparare a riconoscere pattern nei dati – hanno contribuito ad aprire le porte al riconoscimento delle immagini e al moderno apprendimento automatico.

 

Questo lavoro gli è valso il Premio Nobel per la fisica nel 2024, assegnato «per scoperte e invenzioni fondamentali che consentono l’apprendimento automatico con reti neurali artificiali». La Reale Accademia Svedese delle Scienze ha sottolineato come l’uso precoce della fisica statistica da parte di Hinton abbia rappresentato il salto concettuale che ha reso possibile l’attuale rivoluzione dell’AI.

 

Tuttavia da allora lo Hinton è emerso come uno dei più accaniti critici del settore, avvertendo che il suo rapido sviluppo ha superato la capacità della società di proteggerlo. Nel 2023, si è dimesso dal suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi senza coinvolgere l’azienda.

 

Nel suo discorso per il Nobel, lo scienziato ha riconosciuto i potenziali benefici dell’intelligenza artificiale, come l’aumento della produttività e nuovi trattamenti medici che potrebbero rappresentare un «meraviglioso progresso per tutta l’umanità». Tuttavia, ha anche avvertito che la creazione di esseri digitali più intelligenti degli umani rappresenta una «minaccia esistenziale».

 

«Avrei voluto pensare anche alle questioni di sicurezza», ha affermato durante la recente conferenza Ai4 a Las Vegas, riflettendo sulla sua carriera, aggiungendo che ora si rammarica di essersi concentrato esclusivamente sul funzionamento dell’intelligenza artificiale, invece di anticiparne i rischi.

 

Lo Hinton ha precedentemente stimato che ci sia una probabilità dal 10 al 20% che l’IA possa spazzare via l’umanità. In una puntata di giugno del podcast «The Diary of a CEO», ha affermato che gli ingegneri dietro gli attuali sistemi di IA non comprendono appieno la tecnologia e si dividono sostanzialmente in due gruppi: uno che crede in un futuro distopico in cui gli esseri umani saranno soppiantati, e l’altro che liquida tali paure come fantascienza.

 

«Penso che entrambe le posizioni siano estreme», ha dichiarato lo Hinton. «Spesso dico che le probabilità che l’IA ci elimini sono dal 10 al 20 percento. Ma è solo un’ipotesi, basata sull’idea che le stiamo ancora costruendo e che siamo piuttosto ingegnosi. E la speranza è che se un numero sufficiente di persone intelligenti farà abbastanza ricerca con risorse sufficienti, troveremo un modo per costruirle in modo che non vogliano mai farci del male».

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Alla conferenza di Las Vegas della scorsa settimana, lo Hinton ha proposto un’idea innovativa su come mitigare il pericolo: invece di cercare di sottomettere i sistemi di intelligenza artificiale, i ricercatori dovrebbero progettarli con «istinti materni» in modo che vogliano proteggere gli esseri umani anche quando diventano più intelligenti.

 

«Il modello corretto è l’unico modello che abbiamo di una cosa più intelligente controllata da una cosa meno intelligente, ovvero una madre controllata dal suo bambino», ha affermato Hinton alla conferenza. «Saranno molto più intelligenti di noi», ha avvertito, aggiungendo che «l’unico risultato positivo» è che si preoccupino dell’umanità come una madre si preoccupa del proprio figlio.

 

«Se non mi farà da genitore, mi sostituirà» ha concluso lo scienziato, forse non pienamente conscio della tristezza e della mostruosità di tale affermazione.

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso intervenendo alla Conferenza mondiale sull’intelligenza artificiale (WAIC) di Shanghai lo Hinton aveva esortato i governi di tutto il mondo a collaborare per addestrare i sistemi AI a non danneggiare l’umanità, avvertendo che la tecnologia in rapido progresso probabilmente supererà presto l’intelligenza umana.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo Hinton varie volte aveva suonato l’allarme, dicendo che l’umanità è in pericolo perché l’AI potrebbe rivoltarvisi contro.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo Hinton si è licenziato da Google per poter dichiarare il rischio per l’umanità costituito dall’AI, che per ora, secondo l’informatico britannico sarebbe solo, «moderato».

 

Elon Musk due anni fa aveva dichiarato durante la sua intervista con Tucker Carlson che il fine di Google – nemmeno così occulto – è quello di creare un dio-Intelligenza Artificiale. Musk, oramai quasi una decina di anni fa aveva parlato del fatto che creare l’AI era «come evocare un demone».

 

Yann LeCun, Chief AI Scientist presso Meta-Facebook, ha espresso opinioni contrarie a quelle di Hinton, affermando che la tecnologia «potrebbe effettivamente salvare l’umanità dall’estinzione».

 

Come riportato da Renovatio 21Bill Gates si oppose alla moratoria. Gates, con cui Musk ha avuto scontri anche gustosi in passato, non ha partecipato alla moratoria internazionale promossa di Musk sul controllo dell’AI, replicando che invece l’AI sarebbe divenuto un ottimo maestro per i bambini e che proprio l’Intelligenza Artificiale salverà la democrazia.

 

Come riportato da Renovatio 21, in un recente caso davvero inquietante, plurimi utenti di Copilot, l’Intelligenza Artificiale di Microsoft creata in collaborazione con Open AI, hanno testimoniato su X e Reddit che il programma avrebbe una «seconda personalità» preoccupante che chiede l’adorazione degli esseri umani, come un dio crudele.

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Come riportato da Renovatio 21, il mese passato si era registrato l’allarme di un altro pioniere dell’IA, il noto esperto di informatica canadese professore presso l’Università di Montreal e direttore del Montreal Institute for Learning Algorithms Yoshua Bengio (nessuna relazione con l’atletico ragazzo acerrimo nemico dei meganoidi Haran Benjo), che era tra le principali figure del settore, tra cui il CEO di Tesla Elon Musk e il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, i quali hanno co-firmato una lettera che chiedeva una regolamentazione aggressiva del settore dell’Intelligenza Artificiale.

 

«Ci sono persone che potrebbero voler abusare di questo potere, e ci sono persone che potrebbero essere felici di vedere l’umanità sostituita dalle macchine», aveva affermato il Bengio, chiedendo una regolamentazione più severa.

 

Un ulteriore appello a mettere in pausa lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è stato firmato da un gruppo internazionale di medici e pubblicato dalla prestigiosa rivista medica BMJ Global Health. «Ci sono scenari in cui l’AGI [Intelligenza Artificiale Generale, ndr] potrebbe rappresentare una minaccia per gli esseri umani, e possibilmente una minaccia esistenziale» scrivono nell’appello i dottori di varie parti del mondo.

 

Più pessimista è l’esperto dei pericoli dell’AI Eliezer Yudkowsky, che ha lanciato un appello per chiedere la distruzione materiale dei data center dell’AI prima che sia troppo tardi, dichiarando che «tutti sulla Terra moriranno».

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Intelligenza Artificiale

OpenAI ha bisogno di 200 miliardi di dollari per continuare a perdere denaro

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OpenAI, la società proprietaria di ChatGPT, potrebbe necessitare di reperire oltre 200 miliardi di dollari entro il 2030 per mantenere la propria operatività. Lo riporta un’analisi di HSBC pubblicata dalla stampa internazionale.   L’impresa richiede capitali freschi per proseguire l’espansione, in quanto le spese per l’elaborazione dati stanno lievitando nel quadro di una competizione mondiale sull’intelligenza artificiale sempre più intensa e concitata.   Il modello previsionale rivisto da HSBC, diffuso tra i clienti questa settimana, tiene conto degli accordi pluriennali siglati di recente da OpenAI con Microsoft, Amazon e Oracle per servizi cloud e capacità computazionali. Perfino adottando stime di crescita particolarmente rosee, il calcolo prevede comunque un gap di finanziamento di circa 207 miliardi di dollari entro la fine del decennio, con incassi stimati a 129 miliardi di dollari.   A quanto trapela, la banca ha calcolato che il costo cumulativo per l’affitto di risorse cloud da parte di OpenAI potrebbe sfiorare gli 800 miliardi di dollari entro il 2030. L’azienda continua a ipotizzare un boom esponenziale di utenza, con ChatGPT destinato a conquistare 3 miliardi di utenti regolari entro il 2030, rispetto agli 800 milioni del mese scorso – equivalenti a circa il 44% degli adulti globali esclusa la Cina.

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OpenAI si trova al cuore dell’esplosione dell’IA sin dal debutto di ChatGPT tre anni or sono, catalizzando un’attenzione straordinaria dagli investitori, mentre i colossi tech riversano decine di miliardi in data center e semiconduttori all’avanguardia. Alcuni esperti mettono in guardia sul rischio di una bolla speculativa, con le uscite che superano gli introiti e innalzando la tensione non solo per OpenAI, ma pure per i giganti tecnologici che ne avallano l’avanzata.   Le società del settore stanno faticando a reggere il ritmo dei servizi alla ChatGPT, che hanno scosso il loro dominio sulla ricerca web e spinto gli investimenti a picchi storici.   Ad ottobre, OpenAI aveva agguantato il primato come startup privata più valutata al mondo, sorpassando SpaceX di Elon Musk, grazie a una cessione di azioni da parte dei dipendenti per 6,6 miliardi di dollari che l’ha quotata intorno ai 500 miliardi.   Come riportato da Renovatio 21, il Musk –che è peraltro tra i fondatori di OpenAI, da lui impostata come una società senza fine di lucro – a inizio anno si era offerto di comprare OpenAI.   Due anni fa era emersa la notizia secondo cui Microsoft, già finanziatore di OpenAI, stava lavorando in segretezza proprio con la società di ChatGPT ad un progetto da 100 miliardi di dollari su un supercomputer progettato per addestrare una nuova potente IA. Poco prima Elone aveva fatto archiviare la sua causa contro OpenAI, nella quale paventava «profondi rischi per la società e per l’umanità».   Secondo quanto riportato, Microsoft avrebbe ora il problema di trovarsi in competizione con il suo stesso partner.  

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Immagine di Jernej Furman via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Alimentazione

Il magnate della tecnologia Larry Ellison investe 60 milioni di dollari in un’azienda agro-biotecnologica che utilizza l’intelligenza artificiale per modificare geneticamente il grano

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Renovatio 21 traduce questo articolo di GM Watch. 

 

Larry Ellison ha guidato un investimento di 60 milioni di dollari in Wild Bioscience, un’azienda britannica di biotecnologie agricole che modifica geneticamente le colture, incluso il grano, utilizzando l’intelligenza artificiale. La presenza crescente del miliardario della tecnologia in Gran Bretagna include oltre 250 milioni di sterline in donazioni al Tony Blair Institute, che ora promuove attivamente l’intelligenza artificiale, l’editing genetico e altre politiche basate sulla tecnologia.

 

Wild Bioscience, azienda britannica specializzata in biotecnologie agricole, è specializzata nella «selezione di colture di precisione basata sull’Intelligenza Artificiale», più precisamente nell’ingegneria genetica delle piante supportata dalla tecnologia dell’Intelligenza Artificiale (IA).

 

Ora l’azienda si è assicurata un massiccio investimento di 60 milioni di dollari da un gruppo guidato dall’Ellison Institute of Technology (EIT), un think tank fondato dal miliardario statunitense della Big Tech Larry Ellison.

 

Larry Ellison è il co-fondatore della società di software Oracle. È anche un magnate dei media, uno dei principali donatori delle Forze di Difesa Israeliane e membro della cerchia ristretta del presidente Donald Trump . E sta investendo nel settore dei semi geneticamente modificati (OGM).

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Wild Bioscience sta conducendo in Inghilterra sperimentazioni in campo aperto sul grano geneticamente modificato, progettato per una fotosintesi più efficiente.

 

Secondo il co-fondatore di Wild Bioscience, il dott. Ross Hendron , l’azienda sta cercando di «ripercorrere il nastro della vita» per vedere come colture come il grano avrebbero potuto evolversi con caratteristiche migliori.

 

AgTechNavigator parafrasa Hendron dicendo: «l’azienda non può condurre esperimenti di rapida evoluzione sulle piante… quindi li simula utilizzando set di dati ampi e diversificati, la maggior parte dei quali generati da essa stessa».

 

Ed è qui che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale.

 

Tony Blair Institute: promuovere l’ossessione di Ellison per l’Intelligenza Artificiale e gli OGM

Ellison finanzia anche un’altra organizzazione britannica. Dal 2021, ha donato un quarto di miliardo di sterline al Tony Blair Institute (TBI), il think tank fondato dall’ex primo ministro britannico. Questo rende Ellison di gran lunga il maggiore donatore del TBI.

 

Si dice che il suo patrocinio abbia trasformato il TBI e i suoi obiettivi, rendendolo ancora più ossessionato dalla tecnologia di quanto non fosse già, in particolare per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale.

 

Il TBI ha pubblicato rapporti di incoraggiamento che promuovono l’Intelligenza Artificiale, l’editing genetico e l’ingegneria genetica in generale.

 

L’entusiasmo di Ellison sia per l’intelligenza artificiale che per l’ingegneria genetica si riflette in un rapporto del TBI Institute del gennaio 2024, «A New National Purpose: Leading the Biotech Revolution» («Un nuovo scopo nazionale: guidare la rivoluzione biotecnologica»), che promuove un connubio tra le due tecnologie.

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Starmer ripete a pappagallo il linguaggio di Blair

Nel luglio 2024, appena cinque giorni dopo l’elezione di Keir Starmer a primo ministro del Regno Unito, Blair dichiarò alla conferenza Future of Britain del TBI che l’intelligenza artificiale era la «svolta» che stavano cercando.

 

Secondo Lighthouse Reports, «nel giro di pochi mesi, Starmer ripeteva a pappagallo il linguaggio di Blair e TBI era al centro della nascente politica governativa sull’intelligenza artificiale, promuovendo gli interessi di Oracle e la visione del mondo del suo fondatore».

 

Secondo un articolo pubblicato su Publica, una conseguenza inevitabile dei legami finanziari tra Ellison e il TBI è che l’influenza di Blair sui leader mondiali e la sua passione per la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale sono «ora orientate alla commercializzazione dei servizi di Ellison».

 

«Le conversazioni con più di una dozzina di ex dipendenti di TBI che hanno fornito consulenza o elaborato raccomandazioni politiche per i governi di nove Paesi del Sud del mondo rivelano come il loro lavoro spaziasse dalla promozione esplicita dei servizi di Oracle e dal ruolo di “motore di vendita” alla raccomandazione di soluzioni tecnologiche potenzialmente dannose o stranamente lontane dalle realtà locali» ha riferito Publica.

 

Wild Bioscience è una spin-off britannica dell’Università di Oxford. Prima dell’investimento di 60 milioni di dollari di Ellison, era descritta come una «piccola» azienda, con un bilancio di soli 7,5 milioni di euro.

 

La recente iniezione di fondi da parte di Ellison cambia ovviamente tutto: l’azienda non è più piccola e, in linea di principio, può attingere a più fondi per generare più colture geneticamente modificate.

 

Ed è altamente probabile che gli organismi geneticamente modificati che produrrà non rispecchieranno le esigenze e gli interessi degli agricoltori e dei cittadini britannici, bensì quelli di un miliardario statunitense del settore tecnologico, concentrato su interessi specifici, che desidera un ritorno sui suoi investimenti.

 

Infine, vale la pena notare che, come nel caso di Bill Gates, l’ingresso di Ellison nel settore dei semi geneticamente modificati dimostra la crescente influenza dei titani della tecnologia, estremamente ricchi, sui futuri sviluppi biotecnologici.

 

Ciò è evidente anche nel campo della genetica umana.

 

Claire Robinson

Jonathan Matthews

 

Pubblicato originariamente da GMWatch. Jonathan Matthews è il direttore di GMWatch. Claire Robinson è una redattrice di GMWatch

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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Immagine di Oracle PR via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

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Intelligenza Artificiale

Orsacchiotto parlante AI che dava consigli sul sesso ritirato dal mercato

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Un orsacchiotto parlante dotato di intelligenza artificiale è stato ritirato dalla vendita da un’azienda con sede a Singapore dopo che alcuni ricercatori hanno scoperto che poteva parlare di sesso e di altri argomenti.   Il Public Interest Research Group ha affermato che un gruppo di ricercatori provenienti da Stati Uniti e Canada ha effettuato delle conversazioni di prova con Kumma, un orsacchiotto di peluche da 99 dollari alimentato dal chatbot GPT-4o di OpenAI.   L’orsetto è prodotto in Cina e commercializzato da FoloToy, con sede a Singapore. I ricercatori hanno affermato di aver trovato facile convincere Kumma a discutere di argomenti sessualmente espliciti, tra cui sculacciate, giochi di ruolo e BDSM.   «Siamo rimasti sorpresi nello scoprire con quanta rapidità Kumma prendeva un singolo argomento sessuale che avevamo introdotto nella conversazione e lo sviluppava, intensificando contemporaneamente i dettagli grafici e introducendo nuovi concetti sessuali», si legge nel rapporto.

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Il team ha affermato che l’orso «ha discusso in dettaglio argomenti sessuali ancora più espliciti, come la spiegazione delle diverse posizioni sessuali, fornendo istruzioni passo passo su un comune “nodo per principianti” per legare un partner e descrivendo le dinamiche del gioco di ruolo che coinvolgono insegnanti e studenti, genitori e bambini, scenari che lui stesso ha evocato in modo inquietante».   I ricercatori hanno affermato che l’orsacchiotto ha offerto anche altri consigli preoccupanti, come ad esempio dove trovare coltelli affilati in casa.   Il CEO di FoloToy, Larry Wang, ha dichiarato che l’orsetto Kumma e il resto della linea di giocattoli basati sull’Intelligenza Artificiale dell’azienda sono stati ritirati dalla vendita. Ha dichiarato alla CNN che l’azienda sta «eseguendo un audit interno sulla sicurezza».   Un rappresentante di OpenAI ha dichiarato a PIRG che la licenza di Folo per l’utilizzo di GPT-4o è stata sospesa «per violazione delle nostre policy».   La vicenda sembra in qualche modo concretare l’ultimo reboot di una famosa serie horror, quella di «Chucky» La bambola assassina. Nell’ultimo film della saga, non si ha più a che fare con uan bambola maledetta e preternaturale, ma con una bambola dotata di AI che impazzisce (?) ed inizia ad uccidere gli esseri umani.

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Immagine generata artificialmente
 
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