Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Il Niger chiude lo spazio aereo temendo l’invasione

Pubblicato

il

Il governo golpista del Niger ha promesso «una risposta vigorosa e istantanea» a qualsiasi violazione dello spazio aereo del paese mentre si prepara a un potenziale intervento militare dopo la scadenza, fissata dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) per reintegrare il presidente Mohamed Bazoum al potere, scaduto domenica.

 

«Di fronte alla minaccia di intervento che sta diventando sempre più chiara dai paesi vicini, lo spazio aereo del Niger è chiuso da questo giorno di domenica… fino a nuovo avviso», ha annunciato domenica notte il governo militare.

 

La dichiarazione comunica che «qualsiasi tentativo di violare lo spazio aereo» si tradurrà in una «risposta vigorosa e istantanea», riporta l’agenzia AFP.

 

Il cosiddetto Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria, che ha assunto il potere con un colpo di stato militare il mese scorso, ha affermato che le forze regionali ostili hanno già condotto «pre-schieramento in preparazione all’intervento» in due Paesi dell’Africa centrale non nominati.

 

«Qualsiasi stato coinvolto sarà considerato cobelligerante», ha aggiunto.

 

L’ECOWAS ha imposto dure sanzioni e la scorsa settimana ha emesso un ultimatum di una settimana ai capi militari, minacciando di inviare truppe in Niger a meno che il generale Abdourahamane Tchiani e il suo gabinetto dei generali non si dimettano e reintegrano il presidente Bazoum.

 

La scadenza, tuttavia, è stata ignorata. Sebbene le forze armate di diversi membri dell’ECOWAS abbiano concordato un piano per un potenziale intervento militare in una riunione di venerdì, il blocco ha bisogno di «più tempo» per prepararsi all’invasione, secondo il Wall Street Journal.

 

«Per il momento, dobbiamo aumentare la forza delle nostre unità prima di prendere parte a una tale azione militare», ha detto al giornale un alto comandante di uno dei paesi dell’ECOWAS.

 

I golpisti nigerini godono di un notevole sostegno pubblico, come visto in immani manifestazioni che hanno pure circondato l’ambasciata francese e in un recente evento massivo allo stadio della capitale Niamey.

 

 

«Restiamo tutti in piedi e combattiamo come un solo popolo», ha detto domenica pomeriggio un alto funzionario della giunta, il generale Mohamed Toumba, esortando i sostenitori a «rimanere mobilitati».

 

 

I militari golpisti sono sostenuti dai governi del Mali e del Burkina Faso, entrambi saliti al potere in una recente ondata di disordini antifrancesi. Entrambi i Paesi hanno promesso di trattare qualsiasi invasione dell’ECOWAS come una dichiarazione di guerra contro di loro. Anche l’Algeria avrebbe rilasciato avvertimento contro il rovesciamento del nuovo governo golpista del Niger.

 

Come riportato da Renovatio 21, la giunta nigerina avrebbe anche chiesto assistenza alla compagnia militare privata russa Wagner, ma né il Cremlino né il gruppo Wagner hanno commentato le affermazioni.

 

Nel frattempo, il presidente deposto Bazoum ha chiesto un intervento occidentale, sostenendo che a meno che gli Stati Uniti e l’ECOWAS non lo aiutino a riconquistare il potere, Wagner avrà un «invito aperto» nella regione e tutto il Sahel centrale «potrebbe cadere sotto l’influenza russa».

 

Gli Stati Uniti e l’UE hanno imposto sanzioni al Niger in seguito al colpo di stato e la Francia ha dichiarato di sostenere gli sforzi dell’ECOWAS per riportare al potere il Bazoum, un alleato di Parigi.

 

Tuttavia, il governo francese non ha ancora dichiarato esplicitamente se sosterrà un intervento militare diretto, un’ipotesi che sta producendo inquietudine anche presso il governo italiano.

 

Il segmento africano della nuova Guerra Mondiale pare pronto ad accendersi.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Gli USA ammettono di aver diffuso disinformazione sul vaccino COVID cinese

Pubblicato

il

Da

Secondo quanto riportato dalla Reuters, l’esercito statunitense ha ammesso di aver condotto una campagna clandestina volta a screditare il vaccino cinese Sinovac nelle Filippine, in tutta l’Asia e in Medio Oriente.

 

«È vero che il [Dipartimento della Difesa] ha inviato un messaggio al pubblico filippino mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia del Sinovac», hanno scritto i funzionari del Pentagono alle loro controparti filippine in una lettera datata 25 giugno e riportata ieri dall’agenzia Reuters.

 

Informazioni sull’operazione di guerra psicologica USA condotta sui filippini erano riguardo virus e vaccino erano trapelate ancora il mese scorso.

Iscriviti al canale Telegram

Secondo il documento, il Pentagono ha ammesso di aver «commesso alcuni passi falsi nei nostri messaggi relativi al COVID», ma ha assicurato a Manila di aver interrotto l’operazione alla fine del 2021 e da allora ha «notevolmente migliorato la supervisione e la responsabilità delle operazioni di informazione».

L’operazione in questione è iniziata nel 2020, dopo che la Cina ha annunciato che avrebbe distribuito gratuitamente i vaccini Sinovac nelle Filippine. Nel tentativo di contrastare questa manna per le pubbliche relazioni di Pechino, il Pentagono ha ordinato al suo centro operativo psicologico in Florida di creare almeno 300 falsi profili sui social media per denigrare il vaccino cinese, ha rivelato un’indagine della Reuters il mese scorso.

 

«Il COVID è arrivato dalla Cina e anche il VACCINO è arrivato dalla Cina, non fidatevi della Cina!» si legge in un tipico post creato dal team di operazioni psicologiche, mentre un altro affermava: «Dalla Cina: DPI, mascherina, vaccino: FALSI. Ma il Coronavirus è reale».

 

Come riportato da Renovatio 21, a quel tempo le Filippine erano sotto il tallone dell’obbligo pandemico imposto da Rodrigo Duterte, che minacciò il carcere per chiunque rifiutasse il siero.

 

I funzionari militari coinvolti nella campagna sapevano che il loro obiettivo non era quello di proteggere i filippini da un vaccino non sicuro, ma di «trascinare la Cina nel fango», ha detto un alto ufficiale alla Reuters.

 

Secondo il rapporto, la campagna di propaganda si diffuse presto oltre le Filippine. Al pubblico musulmano dell’Asia centrale e del Medio Oriente venne detto che Sinovac conteneva gelatina di maiale, ed era quindi haram, ovvero proibito dalla legge islamica. La campagna costrinse Sinovac a rilasciare una dichiarazione in cui insisteva sul fatto che il vaccino era «prodotto senza materiali suini».

Aiuta Renovatio 21

Il Pentagono non ha riconosciuto pubblicamente la lettera inviata all’esercito filippino e i governi degli Stati Uniti e delle Filippine hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni sulla questione alla Reuters.

 

Il mese scorso, tuttavia, un portavoce del Pentagono ha dichiarato all’agenzia di stampa che l’esercito americano «utilizza una varietà di piattaforme, compresi i social media, per contrastare quegli attacchi di influenza maligna rivolti agli Stati Uniti, agli alleati e ai partner», e ha affermato che Washington stava solo rispondendo a una «campagna di disinformazione cinese per incolpare falsamente gli Stati Uniti per la diffusione del COVID-19».

 

Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato alla Reuters di sostenere da tempo che gli Stati Uniti diffondono disinformazione sulla Cina.

 

Nelle Filippine, il rapporto della Reuters ha spinto il Comitato per le relazioni estere del Senato a indagare. In un’udienza del mese scorso, il senatore Imee Marcos, che presiede il comitato, ha definito la campagna del Pentagono «malvagia, malvagia, pericolosa, e immorale», e ha suggerito che Manila indaghi se può intraprendere un’azione legale contro Washington.

 

Come ribadito più volte da Renovatio 21, la geopolitica vaccinale è una questione di rilevanza più grande di quanto si possa pensare. La rielezione di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea lo dimostra.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di World Bank Photo Collection via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0

Continua a leggere

Geopolitica

Il consigliere di Zelens’kyj: Kiev pronta a colloqui di pace con la Russia a condizioni «giuste»

Pubblicato

il

Da

Kiev è pronta per i negoziati di pace con Mosca a condizioni «giuste», ha detto venerdì il principale collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj, Mykhailo Podolyak, in un’intervista a un canale televisivo ucraino. Ha tuttavia affermato che la Russia non è pronta per un accordo.   L’alto funzionario ha sottolineato che l’Ucraina sta cercando ciò che considera negoziati efficaci che porterebbero non a un congelamento delle ostilità ma alla fine del conflitto. Ha chiesto di aumentare la pressione internazionale sulla Russia e di potenziare le capacità militari dell’Ucraina per raggiungere l’obiettivo.   All’inizio di questa settimana, il Podolyak ha dichiarato all’Associated Press che vede un accordo di pace con la Russia come un «patto col diavolo», aggiungendo che il congelamento del conflitto consentirebbe a Mosca di apportare le correzioni necessarie e modernizzare le sue forze.

Iscriviti al canale Telegram

All’inizio di questa settimana, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha affermato che i colloqui di pace sono attualmente impossibili a causa di una serie di questioni che devono prima essere risolte, tra cui lo status di Zelensky e la legislazione ucraina, firmata da Zelens’kyj nel 2022, che vieta i negoziati tra Kiev e l’attuale leadership di Mosca.   Peskov ha ribadito che il Cremlino considera nulla la legittimità di Zelensky come capo di stato, poiché il suo mandato è terminato a maggio e le elezioni non si sono tenute a causa della legge marziale. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato in precedenza che lo status di Zelensky è importante per quanto riguarda un potenziale trattato di pace, poiché qualsiasi documento vincolante dovrebbe essere firmato da autorità legittime.   Il portavoce ha anche sottolineato che, nonostante le recenti dichiarazioni, la parte ucraina, così come i suoi sostenitori occidentali, restano restii ad avviare colloqui con la Russia.   Zelensky ha recentemente affermato che Kiev vuole porre fine al conflitto «il prima possibile», preferibilmente «entro la fine di quest’anno». Ha sollevato la possibilità di tenere un secondo vertice come un modo per raggiungere questo obiettivo.   All’inizio di questa settimana, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato che i segnali inviati da Zelensky sulla volontà dell’Ucraina di riprendere i colloqui di pace con Mosca non sono credibili.   Il primo summit, ospitato dalla Svizzera, si è concentrato su elementi della «formula di pace» di Kiev, che richiede a Mosca di ritirare le sue truppe da tutti i territori rivendicati dall’Ucraina. Mosca ha liquidato il piano come distaccato dalla realtà.   In questi due anni di conflitto il personaggio si è fatto notare per commenti problematici.

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, consigliere di Zelens’kyj mesi fa aveva dichiarato che la «massima uccisione dei russi» è il fine della guerra in corso. A settembre aveva fatto commenti controversi su Cina e India e il loro «basso potenziale intellettuale».   Il consigliere presidenziale aveva definito la proposta di pace tra Russi e Ucraina avanzata dall’ex presidente francese Nicholas Sarkozy come «criminale» accusando il marito di Carla Bruni di complicità nell’organizzazione di «genocidio e guerra».   Lo scorso novembre il Podolyak in un’intervista alla stazione televisiva ucraina Canale 24 aveva dichiarato che Kiev deve impadronirsi di tutti i territori perduti dalla Russia, compresa la penisola di Crimea, altrimenti rischia di scomparire dalla mappa del mondo.   In passato il Podoyak si è scagliato contro il capo di SpaceX Elon Musk, che nel suo racconto ha «favorito il male» negando all’Ucraina l’uso dei satelliti Starlink – che Musk ha fornito a Kiev gratuitamente – per attaccare la Crimea con i droni.   Come riportato da Renovatio 21, il Podolyak esternato attacchi al papa e financo al cristianesimo tout court.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube  
Continua a leggere

Cina

La Cina accusa: la NATO trae profitto dal conflitto in Ucraina

Pubblicato

il

Da

I Paesi della NATO stanno traendo profitto dal conflitto in Ucraina, ha dichiarato giovedì ai giornalisti il ​​portavoce del ministero della Difesa cinese Zhang Xiaogang.

 

A Zhang è stato chiesto di commentare la dichiarazione adottata all’inizio di questo mese in un summit della NATO a Washington, che ha etichettato Pechino come «un decisivo facilitatore della guerra della Russia contro l’Ucraina», liquidando il documento come «pieno di bugie e pregiudizi».

 

«Gli alleati della NATO guidati dagli USA continuano ad alimentare il fuoco e a trarre profitto dalla guerra. La NATO deve riflettere su se stessa, invece di scaricare la colpa sulla Cina», ha detto il Zhang, che ha continuato accusando il blocco atlantico di istigare conflitti in tutto il mondo.

 

«Dall’Ucraina all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, ha portato guerra e disastri in queste regioni e nei loro popoli», ha affermato il Zhango, ribadendo che Pechino «promuove attivamente i colloqui di pace» tra Mosca e Kiev.

Iscriviti al canale Telegram

Pechino ha ripetutamente respinto le accuse secondo cui sta aiutando Mosca a eludere le sanzioni e sta aiutando l’industria della difesa russa. Nel febbraio 2023, la Cina ha proposto una tabella di marcia in 12 punti per la pace e da allora ha compiuto sforzi per mediare il conflitto durante i successivi incontri con funzionari russi e ucraini.

 

La Russia ha citato la continua espansione della NATO verso est e la sua cooperazione militare con Kiev come una delle cause profonde del conflitto. Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che l’Ucraina deve diventare un paese neutrale e abbandonare il suo piano di entrare nella NATO affinché qualsiasi potenziale negoziato di pace abbia successo.

 

Il Cremlino ha anche affermato che «inondare» l’Ucraina di armi occidentali porterà solo a un’ulteriore escalation, ma alla fine non fermerà l’esercito russo.

 

Già poche settimane fa il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian aveva ribadito che NATO è una minaccia per la pace e la stabilità globali a causa della sua «radicata mentalità da Guerra Fredda e dei suoi pregiudizi ideologici», affermando che la NATO è un «prodotto della Guerra Fredda e la più grande alleanza militare del mondo».

 

Nonostante sostenga  di essere un’organizzazione regionale e difensiva, il blocco ha continuato a «espandere il suo potere oltre i confini, sfondare le zone di difesa e provocare scontri», aveva quindi aggiunto il Lin in un incontro con la stampa.

 

Come riportato da Renovatio 21, la NATO per bocca del suo segretario Jens Stoltenberg aveva dichiarato la Cina come il futuro nemico principale dell’Alleanza Atlantica in quanto minaccia alla sua sicurezza e ai suoi valori, qualsiasi cosa queste parole significhino.

 

La Cina ha ricambiato attaccando apertis verbis la NATO come fonte delle tensioni in Kosovo e mostrando insofferenza per l’inclusione di Giappone e Corea del Sud nella Difesa Cibernetica NATO.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Cina di recente ha attaccato anche il G7, trasformato, secondo il portavoce degli Esteri cinesi Lin, in uno strumento dell’egemonia globale USA.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Più popolari