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Protesta

Il governo tedesco è veramente «preoccupato» dalle proteste anti-restrizioni

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Il quotidiano tedesco Die Welt ha rivelato  che il governo tedesco sarebbe seriamente «preoccupato» per l’enorme numero di proteste contro le restrizioni COVID nelle ultime settimane, che sono le più partecipate nella storia del Paese – perfino considerando i movimenti studenteschi di quaranta o cinquanta anni fa.

 

L’influente quotidiano ha calcolato che lo stesso giorno si sono svolte proteste in oltre 1.000 località in tutto il Paese. Si tratta quindi di un fenomeno difficilmente contenibile, che non riguarda più solo una data città, un dato land, una data classe sociale.

 

«Il governo è preoccupato per le azioni decentralizzate», riporta Die Welt, con una fonte che definisce «deprimente» l’«immensità» delle manifestazioni.

 

«Il governo è preoccupato per le azioni decentralizzate», riporta Die Welt, con una fonte che definisce «deprimente» l’«immensità» delle manifestazioni.

«Mai prima d’ora nella storia della Repubblica Federale ci sono state manifestazioni più diffuse che nelle ultime settimane», afferma l’articolo tedesco, con il governo di Berlino che ha contato un totale di 1.046 proteste separate che hanno coinvolto circa 188.000 partecipanti. Si tratta, con probabilità, di numeri per difetto.

 

Come ricorda Summit News, il governo germanico ha la sua responsabilità nella perdita totale di credibilità. Per esempio il caso del sindaco di Amburgo Peter Tschentscher, successore di Scholz come borgomastro della città anseatica e papavero dei socialisti del SPD, che aveva affermato falsamente che i non vaccinati rappresentavano il 95% dei casi di COVID. Davanti ai numeri di un’indagine del Senato, che mostravano che la cifra era invece del 14,3%, Tschentscher si è poi corretto, ma rifiutando di ammettere di aver diffuso fake news.

 

Non è chiaro cosa farà ora la Germania: seguirà francesi e inglesi nelle riaperture e negli obblighi vaccinali – che dovrebbero essere anticostituzionali in un Paese che mette la dignità umana nel primo articolo della sua Costituzione – o si attaccherà al modello austriaco (e italiano)?

 

Come riportato da Renovatio 21, un sondaggio commissionato dalla testata Bild ha dimostrato che la maggior parte dei tedeschi non si fida più dei dati pandemici forniti dal governo di Berlino: il 57% degli intervistati non si fida delle statistiche, mentre il 32% pensa ancora che il governo abbia credibilità quando si tratta della pubblicazione di dati sul COVID.

 

«Mai prima d’ora nella storia della Repubblica Federale ci sono state manifestazioni più diffuse che nelle ultime settimane»

In Germania la follia COVID è arrivata a situazioni grottesche come l’obbligo, indetto da un’associazione che si interessa di eutanasia, di essere vaccinati per poter accedere al servizio di suicidio assistito.

 

Renovatio 21 ha pubblicato costantemente le immagini delle manifestazioni tedesche, recenti e degli anni scorsi.

 

Le immagini di violenta repressione hanno fatto sì che il relatore speciale ONU per la tortura Nils Melzer si interessasse del caso della brutalità mostrata dalla Polizei a Berlino e in altre città. In settimana era uscito il video della ragazzina che, seminati gli agenti in un primo momento, viene portata via apparentemente esanime una volta acciuffata.

 

Sconvolgente, nell’evocazione di un certo passato recente, il video di qualche settimana fa che mostra un poliziotto dire ad un signore che manifestava: «lei non è più un essere umano».

 

 

 

 

Immagine screenshot da Youtube

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Protesta

Scontri durante la protesta della «Generazione Z» a Città del Messico

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Sabato, in occasione della mobilitazione antigovernativa promossa dalla «Generazione Z», un gruppo di manifestanti incappucciati ha ingaggiato scontri con le forze di polizia di fronte al palazzo presidenziale di Città del Messico.

 

Migliaia di persone hanno percorso il tragitto dal monumento all’Angelo dell’Indipendenza fino alla Piazza della Costituzione, radunandosi poi davanti al Palazzo Nazionale, che ospita la residenza presidenziale.

 

Pur avendo esordito in forma non violenta, la protesta ha visto l’intervento di un manipolo di facinorosi mascherati, etichettati dai media locali come Black Bloc, che hanno infranto le barriere di protezione, lanciato pietre e affrontato gli agenti in corpo a corpo.

 


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Le riprese video immortalano i dimostranti intenti a percuotere i poliziotti e questi ultimi che infieriscono con calci su un manifestante riverso al suolo. Le schermaglie sono durate circa sessanta minuti, al cui termine le forze dell’ordine hanno impiegato gas lacrimogeni per disperdere la folla dalla piazza, come documentato dalla testata La Jornada.

 

I partecipanti sostengono di contestare la corruzione, gli eccessi di potere e l’assenza di punizioni per i delitti violenti. Numerosi hanno levato slogan di accusa contro il partito di sinistra al potere, Morena.

 

La presidente Claudia Sheinbaum ha reagito biasimando gli atti violenti. «Chi non concorda deve far valere le proprie posizioni mediante cortei pacifici. La violenza non può mai costituire uno strumento per il cambiamento», ha sentenziato.

 

In precedenza, Sheinbaum aveva attribuito le proteste a «bot e account fittizi sui social» orchestrati da «entità di destra».

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Protesta

Un morto e oltre 100 feriti in una protesta dei giovani del Perù

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Secondo le autorità, violenti scontri antigovernativi avvenuti mercoledì nella capitale peruviana Lima hanno provocato almeno un morto e oltre 100 feriti.   La settimana scorsa, il Congresso peruviano ha destituito la presidente Dina Boluarte a seguito dell’indignazione popolare per l’aumento della criminalità e numerosi scandali di corruzione, nominando il capo del Congresso José Jeri come presidente ad interim. Jeri, che ha presentato il suo gabinetto martedì, ha promesso di concentrarsi sulla lotta alla criminalità, ma si è trovato di fronte a proteste che ne chiedevano la rimozione.   Mercoledì sera, migliaia di manifestanti, prevalentemente giovani, insieme a rappresentanti sindacali, hanno marciato per le strade di Lima per contestare il nuovo governo di Jeri. La protesta è degenerata in violenza quando i dimostranti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza fuori dal Congresso, spingendo la polizia antisommossa a intervenire.   Secondo i resoconti, i manifestanti hanno attaccato gli agenti con pietre, bombe molotov e fuochi d’artificio, mentre la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e razzi per disperdere la folla.  

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Lo Jeri ha criticato la protesta sui social media, etichettandola come «irresponsabile» e affermando che criminali si erano infiltrati nella folla per «seminare disordine». Ha assicurato che i colpevoli della violenza dovranno subire «tutto il rigore della legge».   Le manifestazioni contro corruzione e criminalità si sono acuite a Lima, dove i casi di estorsione sono passati da poche centinaia annue nel 2017 a oltre 2.000 mensili nel 2025, causando la morte di decine di autisti di autobus e attentati con bombe contro imprese. Questa ondata di violenza ha indotto la proclamazione dello stato di emergenza all’inizio dell’anno.   Tuttavia, molti ritengono lo Jeri inadeguato a gestire la crisi. Un sondaggio Ipsos del mese scorso ha rilevato che solo il 5% approva il suo lavoro come presidente del Congresso, mentre quasi l’80% lo critica. Il Perù ha visto sette governi negli ultimi dieci anni, compreso l’ultimo in ordine di tempo.  

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Protesta

La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle

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Episodi di protesta con violenza sono emersi durante le manifestazioni delle ultime ore a Brusselle.

 

Le immagini della protesta mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, lanciano fuochi d’artificio e sventolano bandiere e cartelli.

 

Poliziotti in tenuta antisommossa sono stati visti utilizzare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla.

 

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Secondo HLN, Gert Truyens, presidente del sindacato CGSLB, ha dichiarato che la manifestazione è stata interrotta a causa degli scontri provocati da una minoranza violenta tra i dimostranti.

 

«Questi non sono manifestanti, ma individui che causano disordini», ha riportato il giornale.

 

Durante la giornata, lo sciopero generale ha fortemente compromesso i servizi di trasporto pubblico e ha bloccato le partenze nell’aeroporto principale di Bruxelles.

 

De Wever, eletto a febbraio, ha proposto misure di austerità per affrontare il crescente deficit di bilancio del Belgio.

 

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