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Il festival della poesia di Mosul ritorna dopo decadi di guerra
Dopo decenni di guerra e alcune delle più brutali guerre urbane della storia moderna, l’Anqaa (Centro Culturale Felice) sta crescendo nella città di Mosul, nell’Iraq settentrionale. Lo riporta il giornale britannico Guardian.
Si tratta di un club di lettura che si riunisce nel seminterrato della Mosul Heritage Foundation, dove i partecipanti recitano poesie, dibattono di filosofia e discutono di letteratura.
Storicamente Mosul ha avuto forti legami con la cosiddetta «Età dell’oro dell’Islam» (dal 790 al 1258 d.C.), che ha dato grandi contributi in letteratura, filosofia, scienza, medicina, matematica e arte.
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«Stiamo facendo del nostro meglio per preservare l’eredità letteraria della città in modo da poterla trasmettere alle generazioni future» ha dichiarato al Guardian il trentenne Mohamed al-Arab, membro del club.
A giugno la città di Mosul ha tenuto il suo primo festival di poesia di quattro giorni per rafforzare il legame della città con la sua storica tradizione classica.
Durante l’occupazione da parte dello Stato islamico nel 2015, i militanti hanno bruciato 100.000 libri dalla biblioteca centrale di Mosul, distrutto siti culturali e vietato eventi letterari, arti e persino sport. Durante questo periodo, la poesia e la letteratura sono diventate una tattica di sopravvivenza e non solo un passatempo per i residenti di Mosul.
Nel 2022 Wifaq Ahmed, un ingegnere civile consulente dell’UNESCO per la conservazione del patrimonio della città, ha fondato il club Anqaa. «Le persone vogliono che la città risorga», afferma Ahmed nell’articolo del giornale britannico. «La scrittura è l’arma più semplice che le persone hanno per salvare la nostra identità e la nostra storia e ripristinare la coesione sociale. Abbiamo molte persone che lottano per riprendersi la propria vita e costruire nuovi passi per il futuro».
Il dottor Waleed al-Saraaf, un chirurgo in pensione, ha affermato: «la poesia è importante a Mosul, perché altrimenti le persone non capirebbero cosa è successo. La poesia va oltre gli edifici distrutti: raggiunge le profondità dell’anima umana. Solo il cuore può vederlo, e questo è il lavoro del poeta»
Ai primi incontri del club Anqaa hanno partecipato solo quattro persone; più di recente hanno partecipato 50 persone, ma si prevede di arrivare a 500 nel prossimo futuro.
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Si espresse con la poesia anche Saddam Hussein prima di venir giustiziato. Il cugino del dittatore dettò al New York Times dei versi di una composizione attribuita a Saddam in procinto di trovare la morte per impiccagione nel 2007.
La poesia si intitola Slegala.
Slega la tua anima. È la mia anima gemella e tu sei l’amata della mia anima.
Nessuna casa avrebbe potuto proteggere il mio cuore come hai fatto tu
Se fossi quella casa, tu saresti la sua rugiada
Tu sei la brezza rilassante
La mia anima è rinfrescata da te
E il nostro partito Baath sboccia come un ramo che diventa verde.
La medicina non cura il male, ma la rosa bianca sì.
I nemici preparano i loro piani e le loro trappole
E hanno continuato nonostante fossero tutti difettosi.
È un piano di arroganza e vacuità
Si rivelerà una sconfitta
Lo spezziamo come la ruggine divora l’acciaio
Come un peccatore consumato dai suoi peccati
Non ci siamo mai sentiti deboli
Siamo stati resi forti dalla nostra morale.
La nostra posizione onorevole, la compagna della nostra anima,
I nemici hanno costretto gli stranieri nel nostro mare
E chi li serve sarà costretto a piangere.
Qui scopriamo il nostro petto ai lupi
E non tremerò davanti alla bestia.
Combattiamo le sfide più difficili
E respingeteli, se Dio vuole.
Come si comporterebbero in tali situazioni?
A tutti voi, non vi deluderemo mai
E nelle catastrofi, il nostro partito è la guida.
Sacrifico la mia anima per te e per la nostra nazione
Il sangue è economico nei momenti difficili
Non ci inginocchiamo né ci pieghiamo mai quando attacchiamo
Ma trattiamo con onore anche i nostri nemici.
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Immagine di Husseinal-mauktar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Arte
I Soundgarden assumono una cantante nera obesa che si lancia dal palco, ma nessuno la sorregge
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Nei video in circolazione si sente la Shepherd esclamare «Sapevo di essere troppo pesante per voi figli di puttana…» mentre qualcuno tentava di metterla in piedi dopo il suo imbarazzante precipitare verso la nuda terra. Poi la cantante è tornata barcollante sul palco, stordita. L’errore di calcolo della Shepherda è stato di fisica elementare, nota Zerohedge, «unito al fatto che la maggior parte dei fan dei Soundgarden ha ormai 50 anni e si è rapidamente spostata per evitare un altro costoso viaggio dal chiropratico». «Probabilmente ha lasciato al suolo un dente» scrive amaro un commentatore di YouTube sotto il video che riprende l’intero concerto, che di per sé non è parso troppo memorabile. Quello del tuffo sulla folla che finisce a terra è un evento raro, ma capitato. La sua comicità è stata riprodotta dall’attore bideniano Jack Black nella pellicola School of Rock ()The new sassy overweight Soundgarden singer tried to crowdsurf but the crowd wasn’t into it and let her faceplant pic.twitter.com/vwj1IJ3OfT
— Jack Poso 🇺🇸 (@JackPosobiec) January 3, 2025
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Il triste concerto, con la cantante obesa ferita dalla sua hybris e dalla gravità terrestre, tuttavia appare più rassicurante di altri: qui sappiamo perfettamente che da dove viene il male che colpisce il musicista, mentre in tantissimi altri casi, ampiamente riportati da Renovatio 21, malori improvvisi colpiscono sul palco, talvolta cagionando la morte. Anche lì, a pensarci bene, c’è un grande segno di decadenza del rock, che da musica sedicente «ribelle» è diventata frusto megafono del conformismo e della propaganda politica, biopolitica dello Stato moderno: Renovatio 21 ha spesso ricordato quante band, quanti grandi nomi della musica hanno non solo raccomandato la vaccinazione, ma impedito a non vaccinati di accedere ai concerti. Come nel caso dei Foo Fighters, un ulteriore nome che discende dall’età dell’oro del grunge (il cantante e chitarrista Dave Grohl era batterista dei Nirvana, altro grande capofila della musica promanante da Seattle), il cui percussionista è morto improvvisamente a 50 anni mentre era in tour in Sud America: il loro spettacoli erano rigorosamente proibiti ai non sierati.Soundgarden replaced Chris Cornell with Shaina Shepherd…a singer and community organizer. If only they had another female option that had close ties to the band’s legacy itself and possessed stellar vocals…one can only dream…oh wait.. Toni Cornell. pic.twitter.com/j3G0Ncpf50
— Johnny St.Pete (@JohnMcCloy) January 3, 2025
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Giovane cantante australiana abbandonata dalla sua etichetta discografiche per i testi contro Big Pharma, guerra e corruzione
Una cantante australiana sarebbe stata cacciata dalla sua etichetta a causa di testi che criticavano le grandi aziende farmaceutiche che traggono profitto dalla pandemia globale, dalla corruzione politica, dalle guerre straniere e altro ancora.
La cantante Iyah May afferma che la sua canzone, Karmageddon, che tocca anche il tema della cancel culture (cioè la tendenza ad eliminare totalmente voci sgradite dal discorso pubblico), ha ironicamente portato alla sua stessa cancellazione, con il suo manager che ha rescisso il suo contratto per il suo rifiuto di cambiare il testo.
«Il mio manager ha rescisso il nostro contratto perché non volevo cambiare il testo di questa canzone», ha scritto la May su Instagram il mese scorso.
Meet Iyah May.
She is an Australian based singer who just lost a contract with her management company because she refused to change these lyrics.
It’s amazing! 🙏🏼 pic.twitter.com/wnTLKCalY4
— Ryan Fournier (@RyanAFournier) December 30, 2024
«Vorrei che questa storia non fosse vera, ma lo è. Ero titubante nel condividere questa informazione, ma più condivido questa canzone, più mi rendo conto di non essere l’unica a provare questa sensazione», ha spiegato la May in un altro post.
«Il mio manager non era d’accordo con il testo della mia canzone e si è rifiutato di lavorare con me e supportarmi finché non avessi cambiato il testo», ha dichiarato May in un successivo aggiornamento di Instagram, aggiungendo, «quindi ho detto “ciao”».
Il testo della canzone Karmageddon recita:
Virus artificiale guarda milioni di persone morire / Il più grande profitto delle loro vite
Ecco l’inflazione, questo è il tuo premio / Questo è Karmageddon
Accendi le notizie e mangia le loro bugie / Kim o Kanye scelgono una parte
Cultura della cancellazione, che atmosfera / Questo è Karmageddon
Le aziende giurano di non mentire mai / I politici corrotti a vita
Più che una guerra, è un genocidio / Questo è Karmageddon
Secondo la May, nonostante la separazione dall’etichetta, la sua canzone ha iniziato a riscuotere successo, anche grazie al cosiddetto effetto Streisand (cioè l’aumento di popolarità successivo ad un tentativo di censura) che apparentemente ha contribuito a rafforzarla.
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Immagine screenshot da YouTube
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La Lituania cancella lo Schiaccianoci
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