Connettiti con Renovato 21

Epidemie

Il Coronavirus e quel numero sospetto di decessi

Pubblicato

il

 

 

Renovatio 21 traduce questo articolo di William F. Engdahl con il consenso dell’autore

 

Renovatio 21 offre la traduzione di questo articolo per dare una informazione a 360º.  Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Non solo i modelli di Coronavirus vengono utilizzati dall’OMS e dalla maggior parte delle agenzie sanitarie nazionali sulla base di metodologie altamente dubbie, e non solo vengono utilizzati test di qualità estremamente diversa, che confermano solo indirettamente la presenza di anticorpi per una possibile infezione da COVID-19.

 

Le attuali stime di decessi legati al Coronavirus si stanno rivelando problematiche per una serie di ragioni

Ora le attuali stime di decessi legati al Coronavirus si stanno rivelando ugualmente problematiche per una serie di ragioni. Forniscono allarmanti spunti di riflessione in merito alla saggezza di mettere deliberatamente la maggior parte delle persone del mondo – e con esse l’economia mondiale – in stato di blocco in stile Gulag basandosi sull’assunto che sia necessario contenere le morti e prevenire il sovraccarico dei servizi di emergenza negli ospedali.

 

Quando osserviamo più da vicino le definizioni utilizzate in vari paesi per «morte correlata a COVID-19», otteniamo un quadro molto diverso di quella che si dice essere la piaga più mortale che minaccia l’umanità dall’«influenza spagnola» del 1918.

 

 

Le definizioni di USA e CDC

Ad oggi, si dice che gli Stati Uniti siano la Nazione con il maggior numero di morti per COVID-19, al momento in cui scriviamo, con i media che riportano circa 68.000 morti per COVID-19.  E qui la situazione diventa sospetta. L’agenzia governativa responsabile del calcolo dei decessi per il paese, il CDC, sta facendo enormi cambiamenti nel modo di calcolare i cosiddetti nuovi decessi per Coronavirus.

 

Quando osserviamo più da vicino le definizioni utilizzate in vari paesi per «morte correlata a COVID-19», otteniamo un quadro molto diverso di quella che si dice essere la piaga più mortale che minaccia l’umanità dall’«influenza spagnola» del 1918

A partire dal 5 maggio, il National Center for Health Statistics (NCHS) del Center for Disease Control and Prevention di Atlanta, l’agenzia centrale che registra la causa della morte a livello nazionale, ha riportato 39.910 decessi causati dal COVID-19. Una nota in calce lo definisce come «Morti con COVID-19 confermato o presunto».

 

Come un medico emetta il giudizio «presunto» è lasciato alla discrezionalità dell’ospedale e degli operatori sanitari.

 

Sebbene i test del Coronavirus siano noti per essere soggetti a risultati inaccurati, il CDC afferma che anche se non sono stati effettuati test, un medico può «presumere» la presenza di COVID-19. Utile da notare per la prospettiva, è il numero di decessi negli USA registrati per tutte le cause nello stesso periodo dal 1 febbraio al 2 maggio, pari a 751.953.

 

Ora la cosa diventa ancora più oscura. Il CDC ha pubblicato questo avviso: «A partire dal 14 aprile 2020, i conteggi dei casi e dei decessi del CDC includono sia casi confermati sia probabili e i decessi». Da quel momento, il numero dei morti considerati COVID-19 negli Stati Uniti è esploso in modo allarmante. In quel giorno, il 14 aprile, il bilancio delle vittime del Coronavirus di New York City è stato rivisto con l’aggiunta di 3.700 vittime, con la previsione che il conteggio includesse ora «persone che non avevano mai avuto un test positivo per il virus ma si presumeva che ne fossero affette».

A ospedali e medici viene detto di indicare COVID-19 come causa di morte anche se, diciamo, un paziente di 83 anni con diabete o problemi cardiaci preesistenti o la polmonite muore con o senza test COVID-19

 

Il CDC ora definisce confermato come «confermato da prova di laboratorio positivo al COVID-19», che, come abbiamo notato altrove, include test di precisione dubbia, ma almeno si tratta di test. Quindi definiscono «probabile» come «senza test di laboratorio di conferma eseguiti per COVID-19.» Solo un’ipotesi del medico di turno.

 

Ora, lasciando da parte la grande discrepanza tra i decessi COVID-19 nei titoli del CDC al 5 maggio pari a 68.279 e il totale aggiornato di 39.910 decessi per lo stesso periodo, troviamo un altro problema. A ospedali e medici viene detto di indicare COVID-19 come causa di morte anche se, diciamo, un paziente di 83 anni con diabete o problemi cardiaci preesistenti o la polmonite muore con o senza test COVID-19.

 

Il CDC informa: «Nei casi in cui una diagnosi definita di COVID non può essere fatta ma è sospettata o probabile (ad esempio le circostanze sono convincenti con un ragionevole grado di certezza), è accettabile riportare COVID-19 su un certificato di morte come “probabile ” o “presunto”». Questo, incredibilmente, apre la strada per ingigantire il numero di morti per Coronavirus negli Stati Uniti.

 

«Gli ospedali che ricevono molti pazienti COVID-19 ottengono anche denaro extra dal governo»

 

Un grande incentivo economico

Una disposizione del Coronavirus Aid, Relief ed Economic Security Act del marzo 2020, meglio conosciuto come CARES Act, offre un importante incentivo agli ospedali degli Stati Uniti, la maggior parte dei quali privati a scopo di lucro, a considerare i pazienti appena ammessi come «presunti COVID-19». Con questo semplice metodo, l’ospedale ha quindi diritto a un pagamento nettamente maggiore dall’assicurazione statale Medicare, l’assicurazione nazionale per gli over 65.

 

La parola «presunto» non è scientifica, per nulla precisa ma molto allettante per gli ospedali preoccupati per il loro reddito in questa crisi.

 

La dott.ssa Summer McGhee, preside della School of Health Sciences dell’Università di New Haven, osserva che «La legge CARES ha autorizzato un aumento temporaneo del 20 percento dei rimborsi da Medicare per i pazienti COVID-19 …» Ha aggiunto che, di conseguenza, «gli ospedali che ricevono molti pazienti COVID-19 ottengono anche denaro extra dal governo».

 

Quindi, secondo un medico del Minnesota, Scott Jensen, che è anche senatore dello Stato, se un paziente considerato COVID-19 viene sottoposto a ventilazione, anche se si presume soltanto che abbia il COVID-19, l’ospedale può essere ottenere un rimborso che ammonta al triplo dall’assicurazione Medicare.

Se un paziente considerato COVID-19 viene sottoposto a ventilazione, anche se si presume soltanto che abbia il COVID-19, l’ospedale può essere ottenere un rimborso che ammonta al triplo dall’assicurazione Medicare

 

Il dott. Jensen ha dichiarato a un intervistatore televisivo nazionale: «In questo momento Medicare sta determinando che se si ha un ricovero COVID-19 in ospedale si ottengono $ 13.000. Se quel paziente COVID-19 usa un respiratore, l’ospedale riceve 39.000 dollari, tre volte tanto».

 

Non c’è da stupirsi che stati come il Massachusetts abbiano improvvisamente iniziato a retrodatare la causa dei decessi fino al 30 marzo, gonfiando in modo significativo i numeri delle morti COVID, o che il governatore di New York Andrew Cuomo abbia iniziato a richiedere 30.000 ventilatori e attrezzature di emergenza nello stesso periodo, ad inizio aprile, apparecchiature che non erano necessarie.

 

In breve, le statistiche sulla morte da COVID-19 negli Stati Uniti sono altamente dubbie per una serie di ragioni, non da ultimo per gli enormi incentivi finanziari per gli amministratori ospedalieri a cui era stato detto di annullare tutte le altre operazioni per creare spazi per una prevista invasione di malati di Coronavirus. Il crescente numero di morti che si dice siano “COVID-19 o presunto” incide sulle decisioni di bloccare l’economia e, in effetti, crea una pandemia economica senza pari.

Non c’è da stupirsi che stati come il Massachusetts abbiano improvvisamente iniziato a retrodatare la causa dei decessi fino al 30 marzo, gonfiando in modo significativo i numeri delle morti COVID

 

 

Morti in Italia per COVID?

Non solo i numeri dei decessi negli USA per COVID-19 fanno sorgere serie domande. Se guardiamo da vicino, la maggior parte dei paesi più colpiti presenta dati altrettanto dubbi. Fino a poco tempo fa uno dei più alti tassi di mortalità per COVID-19 nell’UE era l’Italia, dove i focolai si sono concentrati in Lombardia e nelle adiacenti regioni del nord industriale. Anche in questo caso la definizione di causa della morte è stata confusa.

 

Un rapporto nel Journal of American Medical Association di un gruppo di medici italiani che ha analizzato le cifre preoccupantemente alte di COVID-19 ha sottolineato che quando le autorità mediche statali hanno esaminato dettagliatamente il caso di un campione di 355 «presunti» COVID-19 morti, hanno scoperto che l’età media era di 79,5 anni.

In breve, le statistiche sulla morte da COVID-19 negli Stati Uniti sono altamente dubbie per una serie di ragioni, non da ultimo per gli enormi incentivi finanziari per gli amministratori ospedalieri a cui era stato detto di annullare tutte le altre operazioni per creare spazi per una prevista invasione di malati di Coronavirus

 

«In questo campione, 117 pazienti (30%) soffrivano di cardiopatia ischemica, 126 (35,5%) di diabete, 72 (20,3%) avevano un cancro attivo, 87 (24,5%) presentavano fibrillazione atriale, 24 (6,8%) erano affetti da demenza, e 34 (9,6%) avevano avuto un ictus. Il numero medio di malattie preesistenti era 2,7. Complessivamente, solo 3 pazienti (0,8%) non presentavano altre malattie.»

 

Ciò significa che il 99,2% del campione presentava altre malattie gravi.

 

In Italia, le persone che si sono dimostrate positive al COVID-19, indipendentemente dalla gravità della malattia preesistente, sono state classificate come vittime di COVID-19. L’Italia ha in media la popolazione più anziana dell’UE e il peggior inquinamento atmosferico nell’UE, specialmente nella regione Lombardia. Dal primo caso all’inizio di febbraio fino al 6 maggio, l’Italia ha dichiarato 29.315 decessi per il COVID-19. Questo numero supera il totale dei decessi nel 2017 attribuiti a influenza e/o polmonite che sono stati 25.000.

 

La mancanza di test concordati in modo uniforme e le inesattezze di molti test utilizzati, nonché i criteri estremamente dubbi per dichiarare una causa di morte come«da» COVID-19 suggeriscono che è giunto il tempo per riesaminare le misure di blocco senza precedenti, distanziamento sociale, possibili vaccini obbligatori di effetto non dimostrato, che stanno creando quella che sta diventando la peggiore depressione economica dagli anni ’30

La ragione dell’apparente picco dovrebbe essere indagata seriamente, ma anche le notizie che hanno scatenato il panico tra i lavoratori ospedalieri per la dichiarazione di chiusura da parte del governo Conte, con migliaia di persone che fuggono dall’Italia verso i loro paesi di origine, in Polonia o altrove, potrebbero aver avuto un ruolo.

 

Il 31 marzo un rapporto dell’Italia settentrionale affermava: «Nelle ultime settimane, la maggior parte delle infermiere dell’Europa orientale che hanno lavorato 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana per sostenere le persone bisognose di cure in Italia, hanno lasciato il paese in tutta fretta. Non è un evento di poco conto a causa del panico, del coprifuoco e della chiusura dei confini minacciati dai “governi di emergenza”.»

 

In molti paesi il quadro è quello di un’infezione di tipo influenzale lieve con tassi di mortalità analoghi. La mancanza di test concordati in modo uniforme e le inesattezze di molti test utilizzati, nonché i criteri estremamente dubbi per dichiarare una causa di morte come«da» COVID-19 suggeriscono che è giunto il tempo per riesaminare le misure di blocco senza precedenti, distanziamento sociale, possibili vaccini obbligatori di effetto non dimostrato, che stanno creando quella che sta diventando la peggiore depressione economica dagli anni ’30.

 

 

William F. Engdahl

 

Traduzione di Alessandra Boni

 

F. William Engdahl è consulente e docente di rischio strategico, ha conseguito una laurea in politica presso la Princeton University ed è un autore di best seller sulle tematiche del petrolio e della geopolitica. È autore, fra gli altri titoli, di Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation («Semi della distruzione, l’agenda nascosta della manipolazione genetica»), consultabile anche sul sito globalresearch.ca.

 

Questo articolo, tradotto e pubblicato da Renovatio 21 con il consenso dell’autore, è stato pubblicato in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook e ripubblicato secondo le specifiche richieste.

 

Renovatio 21 offre la traduzione di questo articolo per dare una informazione a 360º.  Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Continua a leggere

Epidemie

Morto l’attivista gay che si scontrò con Fauci per le cure all’AIDS

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

«John [Lauritsen] era divertente, freddamente intelligente, distaccato e allo stesso tempo appassionato, uno scrittore e giornalista brillante che ha saputo superare le illusioni che ruotavano intorno all’epidemia di AIDS fin dall’inizio». Lauritsen, autore di Poison by Prescription: The AZT Story, è morto il 5 marzo a Dorchester, Massachusetts.

 

John Lauritsen – autore, studioso, storico gay e critico dell’impero HIV/AIDS del dottor Anthony Fauci – è morto. Si ritiene che sia morto il giorno del suo compleanno, il 5 marzo, nella sua casa di Dorchester, nel Massachusetts, all’età di 83 anni.

 

Era in buona salute e la sua morte è stata inaspettata.

 

«Ai miei tempi sono stato un attivista contro la guerra, un liberazionista gay, un dissidente contro l’AIDS, un editore e un libero pensatore a tutto tondo», ha scritto Lauritsen alla Pagan Press, la casa editrice da lui fondata nel 1982.

 

«Ho parlato apertamente quando le persone dotate di buon senso tenevano la bocca chiusa. Ho smascherato frodi, smascherato le fantasie di gruppo e fatto il blasfemo contro le superstizioni prevalenti».

Sostieni Renovatio 21

Sebbene abbia scritto libri su una vasta gamma di argomenti esoterici, Lauritsen era meglio conosciuto per le sue opere che demolivano il farmaco contro l’AIDS azidotimidina (AZT), tra cui «Veleno su prescrizione».

 

I collegamenti a molti articoli e documenti dell’AZT di John possono essere trovati qui.

 

Dirigente di ricerche di mercato, analista e membro di Mensa, laureato ad Harvard, Lauritsen è cresciuto nel Nebraska. Suo padre, un avvocato, gli aveva instillato una profonda avversione alla frode che sarebbe andata contro la narrativa dell’HIV/AIDS, sulla quale non si dovevano fare domande.

 

Lauritsen ha detto riguardo ai suoi libri sull’HIV/AIDS:

 

«Voglio che difendano la verità, in modo che nessuno, quando la verità alla fine prevarrà, possa fingere che non ci siano stati critici dell’AIDS, o che non abbiamo parlato apertamente».

 

«La terribile sofferenza, la perdita di vite umane, la propaganda, la censura, le voci, l’isteria, il profitto, lo spionaggio e il sabotaggio…. Io sostengo che i reporter sull’AIDS dovrebbero essere considerati corrispondenti di guerra… e che le caratteristiche salienti della copertura della guerra sono anche quelle della copertura dell’AIDS».

 

Lauritsen ha dedicato la sua borsa di studio ad aspetti della storia gay, ma non ha mai seguito i dettami rivoluzionari introdotti da ACT UP di Larry Kramer negli anni ’80, a cominciare dalla richiesta di Kramer che la Food and Drug Administration (FDA) statunitense approvasse un farmaco per curare rapidamente l’AIDS, senza alcuna preoccupazione per gli studi sulla sicurezza o sull’efficacia.

 

Lauritsen ha documentato, meticolosamente e con una voce ironica e distintiva, il fondamento della frode che ha dato origine alla fulminea ascesa dell’AZT alla fine degli anni ’80. Non ha usato mezzi termini.

 

«Non penso che “omicidio” sia una parola troppo forte da usare quando si ha un farmaco come l’AZT, approvato sulla base di ricerche fraudolente», aveva detto in un’intervista.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Riguardo all’ACT UP di Kramer, diceva semplicemente: «il gruppo nel suo insieme era un complice di Big Pharma».

 

Le brucianti denunce di Lauritsen sull’HIV/AIDS e sull’AZT apparvero spesso come storie di copertina su The New York Native, un periodico gay bisettimanale fondato da Charles Ortleb nel 1980 che pubblicò più di 50 dei suoi articoli.

 

Il New York Native fu il primo periodico al mondo a riferire sull’allora nuova malattia chiamata AIDS, nel 1981, mesi prima del New York Times.

 

Fu anche il primo a pubblicare un’intervista (di Lauritsen) del virologo Peter Duesberg, Ph.D., dell’Università della California, a Berkeley, già nel luglio del 1987 – lo stesso anno in cui il controverso articolo di Duesberg venne pubblicato su Cancer Research sull’HIV come causa dell’AIDS e i retrovirus come causa del cancro.

 

Il New York Native fu anche il primo a pubblicare la storica invettiva di Larry Kramer del 1983, 1,112 and Counting , nello stesso periodo in cui Lauritsen pubblicava i suoi primi avvertimenti alla comunità gay sulla tossicità potenzialmente letale dei nitriti di amile, o «popper».

 

Lauritsen ha documentato in modo convincente il ruolo chiave svolto dai popper nell’eziologia del sarcoma di Kaposi e del collasso immunitario tra gli uomini gay, e il ruolo nefasto svolto da Fauci nel minimizzare questa associazione.

 

Il principale produttore di popper era il distributore AZT Burroughs Wellcome, la società che, con l’aiuto di Fauci, divenne uno dei principali beneficiari della crisi dell’AIDS.

 

Lauritsen e Kramer avrebbero assunto posizioni diametralmente opposte sulla mappa politica gay post-AIDS.

 

Lauritsen era molto più attrezzato per analizzare e valutare il campo crescente e assolutamente disfunzionale della ricerca e delle terapie sull’HIV, tuttavia Kramer fu colui che, nonostante il suo carattere estremo, si guadagnò un’immensa e iconica reputazione, portando alla formazione del Gay Men’s Health Crisis e ACT UP.

 

La comunità gay dominante, con fiocco rosso e adesione all’AZT, divenne sempre più furiosa con il New York Native, soprattutto per la «negazione dell’HIV» di Lauritsen e le critiche all’AZT.

 

Sollecitarono un boicottaggio del giornale a livello comunitario, che portò alla sua chiusura il 13 gennaio 1997.

 

La crociata dell’AZT divenne così la collina su cui morirono Ortleb, Lauritsen e il New York Native, molti anni prima che fosse chiamata «cancel culture».

 

«”Cultura dell’annullamento” è un termine troppo blando», ha detto Lauritsen in un’intervista. «Questi selvaggi ipocriti sono distruttori di culture».

Aiuta Renovatio 21

La tragica ironia è questa: in tutto ciò che Lauritsen ha scritto sull’AZT, è stato confermato e dimostrato che aveva ragione, come documentato in The Real Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health, di Robert F. Kennedy Jr.

 

Si stima che circa 300.000 uomini gay siano morti direttamente a causa dell’esposizione ad alte dosi di AZT alle dosi iniziali elevate somministrate, ovunque tra 1200 mg e 1800 mg.

 

In un’intervista con Tony Brown su PBS, Lauritsen ha detto:

 

«Ciò che fanno questi farmaci – ACT, DDI e d4T – è davvero terribile. Prendono quella che viene chiamata sintesi del DNA, che è un processo che il corpo attraversa ogni volta che si forma una nuova cellula o quando le cellule crescono».

 

«È fondamentalmente il processo della vita. E questi farmaci lo interrompono. In altre parole, credono che interrompendo il processo vitale si impedirà all’HIV di replicarsi. E infatti l’HIV non si replica, no. Quindi la teoria alla base è folle e le tossicità sono mortali».

 

Definiva l’AIDS stesso come un «costrutto fasullo» e disperava dell’uso della parola «queer» per descrivere gli uomini gay.

 

«John era divertente, freddamente intelligente, distaccato e allo stesso tempo appassionato, uno scrittore e giornalista brillante che ha visto attraverso le illusioni che ruotavano attorno all’epidemia di AIDS fin dall’inizio», Neville Hodgkinson, ex redattore scientifico del Sunday Times di Londra e veterano critico della scienza dell’HIV, ha detto a The Defender.

 

Oggi è impossibile descrivere l’atto di coraggio e nervi d’acciaio necessari a Lauritsen per pubblicare critiche così dure all’AZT durante quegli anni febbrili in cui veniva pubblicizzato e inteso come un farmaco salvavita – un farmaco che conferiva santità su ACT UP e il ruolo che ha svolto nella rapidissima approvazione della FDA.

 

Il team di documentari britannico Meditel, sotto gli auspici di Joan Shenton, ha intervistato Lauritsen molte volte nel corso degli anni, in diversi Paesi. Tali interviste possono essere viste presso la Immunity Resource Foundation.

 

Ed ecco un recente video tributo realizzato da Jamie Dlux, poche settimane prima della morte di Lauritsen:


Lauritsen ha recentemente riflettuto, su Facebook, sulla storia che si ripete:

 

«Rileggendo la copia digitale di The AIDS War, sono rimasto colpito dagli orrori dell’era dell’AIDS che abbiamo vissuto – la spietatezza e la disonestà dell’establishment dell’AIDS – i paragoni con gli orrori del COVID-19 che stiamo vivendo fino ad ora. Possa la verità finalmente prevalere!»

 

Celia Farber

 

© 26 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine screenshot da Rumble

Continua a leggere

Armi biologiche

Scienziati cinesi creano virus Ebola mutante per aggirare le regole di biosicurezza

Pubblicato

il

Da

Scienziati cinesi hanno progettato in un laboratorio un virus con elementi dell’Ebola che ha ucciso un gruppo di criceti. Lo riporta il quotidiano britannico Daily Mail.   I ricercatori dell’Università di Medicina dell’Hebei a Shijiazhuang, la capitale della provincia cinese di Hebei, hanno innestato una proteina trovata nell’Ebola in una malattia contagiosa riscontrata nel bestiame con risultati agghiaccianti.   Il gruppo di criceti che hanno ricevuto l’iniezione letale «ha sviluppato gravi malattie sistemiche simili a quelle osservate nei pazienti umani con Ebola, inclusa l’insufficienza multiorgano», afferma lo studio.

Sostieni Renovatio 21

Il giornale inglese riporta che «un sintomo particolarmente orribile ha visto i criceti infetti sviluppare secrezioni nei loro occhi, che hanno compromesso la loro vista e hanno formato croste sulla superficie dei bulbi oculari».   I ricercatori hanno utilizzato metodi di guadagno di funzione per aggirare i protocolli di alta sicurezza Biosafety Level 4 (BSL-4) richiesti affinché l’Ebola possa agire sul virus mutante in un ambiente di sicurezza inferiore.   «Per risolvere questo problema in un contesto di sicurezza inferiore, gli scienziati hanno utilizzato un virus diverso chiamato virus della stomatite vescicolare (VSV), che hanno progettato per trasportare parte del virus Ebola chiamato glicoproteina (GP) che svolge un ruolo cruciale nell’aiutare il virus a entrare e infettare le cellule del suo ospite» scrive il Daily Mail.   «Il team ha studiato cinque criceti femmine e cinque maschi che avevano tutti tre settimane. Tutte le femmine di criceto siriano hanno mostrato una diminuzione della temperatura rettale e una perdita di peso fino al 18% e sono morte tutte entro due o tre giorni».   «I cinque criceti maschi hanno perso il 15% del peso e sono morti a causa della malattia entro tre giorni e mezzo. Tuttavia, due criceti maschi sono sopravvissuti e hanno guadagnato il 20% in più di peso rispetto a prima dell’infezione».   Il team ha raccolto organi dagli animali morti, trovando il virus accumulato nel cuore, nel fegato, nella milza, nei polmoni, nei reni, nello stomaco, nell’intestino e nei tessuti cerebrali.   Nonostante i risultati cupi, gli scienziati hanno concluso che lo studio è stato un successo.   «Il virus surrogato e il modello EVD [malattia da virus Ebola] del criceto miglioreranno la sicurezza e l’economia della ricerca nel campo dell’EBOV [il virus Ebola]», hanno scritto i ricercatori nello studio.   La ricerca cinese ha sollevato preoccupazioni per un altro catastrofico incidente di fuga di laboratorio data la certa frequenza delle fughe di laboratorio documentate, inclusa quella di SARS-CoV-2. «I dati pubblicati lo scorso marzo hanno rivelato che ogni anno si verificano incidenti di fuga dai laboratori e includono il rilascio di agenti patogeni controllati come la tubercolosi e l’antrace» scrive il quotidiano britannico. «Ogni anno vengono registrate dalle 70 alle 100 fuoriuscite».

Aiuta Renovatio 21

Nonostante il disastro globale del COVID, nessuna vera legislazione, né discussione politica o giornalistica, è stata intentata sulla bioingegneria dei patogeni tramite Gain of Function o sulla questione delle armi biologiche, per le quali si lascia lì un trattato internazionale degli anni Settanta palesemente tradito da tutti.   Come riportato da Renovatio 21, l’ex direttore dell’ente epidemico americano CDC Robert Redfield ha dichiarato che gli esperimenti di guadagno di funzione causeranno una prossima pandemia «molto più brutale» di quella del coronavirus.   Due anni fa era emerso che ricercatori a Boston avevano creato in laboratorio un ceppo COVID ancora «più letale». Nel frattempo, la sanità americana aveva cancellato la definizione di Gain of Function dal suo sito.   Una visione veritiera sul fenomeno la ha data Elon Musk in un suo discorso contro il dottor Anthony Fauci: il Gain of Function «dovrebbe essere chiamato ricerca sulle armi biologiche poiché la sua funzione è la morte».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia        
Continua a leggere

Epidemie

L’influenza aviaria potrebbe essere «10 volte peggiore» del COVID: nuovo allarmismo epidemico del commissario FDA

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Mercoledì il commissario della FDA Robert Califf ha avvertito che una potenziale pandemia di influenza aviaria potrebbe avere un tasso di mortalità del 25%. Gli esperti di sanità pubblica Dr. David Bell e Brian Hooker, Ph.D., hanno messo in dubbio l’urgenza e la portata della minaccia, definendo le affermazioni di Califf «farsesche» ed «esagerate».

 

Mercoledì il commissario della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, Robert Califf, ha avvertito che una potenziale pandemia di influenza aviaria potrebbe essere «10 volte peggiore di quella del COVID-19», con un tasso di mortalità fino al 25%. Tuttavia, ha anche ammesso che il rischio che il virus si diffonda all’uomo è ancora basso.

 

Nella sua testimonianza davanti alla sottocommissione per gli stanziamenti per l’agricoltura del Senato, Califf ha affermato che la FDA deve «essere pronta e… fare tutto il possibile per limitare la diffusione del virus, che ha fatto il giro del mondo più volte in molte specie diverse».

 

In preparazione al contagio dell’influenza aviaria verso l’uomo, Califf ha sottolineato la necessità di «contromisure» come test, antivirali e «un vaccino pronto».

 

 

La Strategic National Stockpile del governo statunitense dispone di tre vaccini H5N1 approvati dalla FDA, prodotti da Sanofi, GSK e CSL Seqirus. Tutti contengono mercurio.

 

Tuttavia, alcuni hanno sollevato preoccupazioni sull’efficacia di questi vaccini, poiché sono stati sviluppati sulla base di ceppi più vecchi del virus H5N1.

 

Le aziende farmaceutiche, tra cui Moderna, stanno sviluppando nuovi vaccini contro l’influenza aviaria che meglio si adattano ai ceppi attualmente circolanti.

 

Secondo STAT News, le dichiarazioni di Califf sono state seguite oggi dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti che ha offerto agli agricoltori fino a 28.000 dollari ciascuno per rafforzare le misure di protezione e i test per il virus dell’influenza aviaria nelle mucche da latte.

 

L’allarme influenza aviaria è «farsesco»

Gli esperti che hanno parlato con The Defender hanno messo in dubbio l’urgenza e la portata della minaccia dell’influenza aviaria.

 

Brian Hooker, Ph.D., responsabile scientifico per Children’s Health Defense (CHD), ha affermato che l’urgenza di Califf sembrava «esagerata» dato il lungo periodo tra la pandemia di influenza spagnola e la pandemia di COVID-19 .

 

«Sembra che Califf si stia unendo al coro di funzionari pubblici ed ex funzionari pubblici che prevedono con entusiasmo la prossima pandemia a soli quattro anni dall’inizio dell’ultima», ha detto Hooker a The Defender.

 

Il dottor David Bell, medico di sanità pubblica e consulente biotecnologico, era d’accordo con Hooker, dicendo a The Defender che l’allarme influenza aviaria sarebbe «farsesco».

 

«Non abbiamo avuto una brutta epidemia per oltre un secolo, e c’è ogni probabilità che non si ripeterà», ha detto Bell. «Utilizziamo la tecnologia per fingere che si stiano verificando nuove minacce perché ora possiamo rilevarle».

 

Il Daily Mail ha osservato che solo due persone negli Stati Uniti sono risultate positive all’influenza aviaria ed entrambe erano in stretto contatto con animali infetti.

 

Nel caso del Texas segnalato ad aprile, il lavoratore infetto da H5N1 «ha riportato arrossamento degli occhi (compatibile con congiuntivite), come unico sintomo, e si sta riprendendo», secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).

 

I tempi delle denunce di influenza aviaria sono «oltre ogni sospetto»

Hooker ha detto che la tempistica delle dichiarazioni di Califf sulla potenziale pandemia di influenza aviaria è apparsa sospetta alla luce dell’imminente voto sul trattato pandemico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e sugli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale, previsto per la fine di maggio.

 

«Se approvati, questi emendamenti garantirebbero all’OMS il diritto di entrare in qualsiasi paese nel caso in cui il segretario generale dell’OMS dichiari unilateralmente una pandemia», ha affermato Hooker. «Questo per quanto riguarda le libertà civili e la libertà di parola».

 

Nell’episodio di lunedì di «Doctors & Scientists» di CHD.TV – «L’influenza aviaria: cosa c’è da sapere» – Hooker e Heather Ray, un’analista scientifica di CHD, hanno sottolineato il tempismo «oltre ogni sospetto» della crescente retorica di funzionari come Rick Bright, ex direttore della Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA), che mette in guardia sul rischio di una grave pandemia di influenza aviaria.

 

Bright, un informatore della BARDA, è ora amministratore delegato di Bright Global Health, che si concentra sulle risposte alle emergenze sanitarie pubbliche, secondo il New York Times.

 

La pressione per dichiarare la prossima pandemia potrebbe anche essere una conseguenza di un maggiore respingimento contro le proposte dell’OMS dopo che la scorsa settimana 49 senatori statunitensi hanno invitato il presidente Joe Biden a ritirare il loro sostegno.

 

Due stati degli Stati Uniti, Utah e Florida, hanno approvato leggi che impediscono a qualsiasi accordo dell’OMS di prevalere sull’autorità dei legislatori statali sulla politica sanitaria pubblica. Louisiana e Oklahoma stanno valutando una legislazione simile.

 

E mercoledì, 22 procuratori generali statali hanno detto a Biden che si oppongono ai suoi piani di concedere all’OMS nuovi ampi poteri.

 

Le prove mostrano che le epidemie virali stanno diminuendo

In un documento sulla politica globale pubblicato giovedì, Bell e coautori hanno sostenuto che i «messaggi urgenti sulla pandemia» dell’OMS, della Banca Mondiale e del G20 non sono coerenti con le loro prove di base, suggerendo che l’urgenza dichiarata e l’onere delle epidemie di malattie infettive sono “grossolanamente travisati”».

 

Invece di dimostrare un aumento del rischio, un grafico dell’OMS che mostra le principali epidemie ogni 4-5 anni «dimostra per lo più un basso livello di recidiva o persistenza di malattie che in precedenza erano di gran lunga più gravi», afferma il documento.

 

Gli autori hanno criticato le prove provenienti da fonti come il database Global Infectious Disease and Epidemiology Network (GIDEON) citato dalla Banca Mondiale.

 

«Le analisi del database GIDEON e di altri documenti citati dall’OMS e dalle agenzie partner indicano una riduzione della frequenza di epidemie naturali derivanti da zoonosi [malattie che si diffondono all’uomo dagli animali]… negli ultimi due decenni», hanno scritto.

 

Sostengono che ciò contraddice la narrativa – promossa dalle organizzazioni internazionali – di accelerazione del rischio e suggerisce che «è necessaria un’ulteriore analisi del rischio e dell’onere» prima di deviare le decine di miliardi di dollari previsti in finanziamenti per la preparazione alla pandemia, potenzialmente a scapito di altre priorità sanitarie.

 

«Nella storia umana – forse in 100.000 anni di homo sapiens – non è mai successo che il 25% dei casi sia morto a causa di un virus influenzale, principalmente perché una volta passati attraverso gli esseri umani, i virus tendono a ridursi rapidamente in gravità», ha detto Bell a The Defender.

 

Numerose agenzie governative conducono ricerche sul guadagno di funzione sul virus H5N1

Hooker e Ray durante la loro presentazione su CHD.TV hanno espresso preoccupazione riguardo alle numerose agenzie governative statunitensi e ai loro associati accademici coinvolti nella ricerca sul guadagno di funzione sul virus H5N1 che ora sta infettando il bestiame americano.

 

Hanno notato che almeno tre enti statunitensi – il Centro nazionale per l’immunizzazione e le malattie respiratorie della divisione influenzale del CDC, il BARDA e l’Università del Wisconsin – hanno lavorato su questo tipo di ricerca, in particolare sullo stesso clade che infetta i bovini.

 

Hanno inoltre sottolineato potenziali conflitti di interessi tra i ricercatori coinvolti in questi studi sul guadagno di funzione. Hanno menzionato che Christine Oshansky, Ph.D., il ricercatore capo di uno studio del 2011 dell’Università della Georgia che ha infettato cellule polmonari umane con quattro diversi ceppi di influenza aviaria, è ora a capo del programma BARDA che si concentra sui vaccini e sugli adiuvanti pandemici contro l’influenza e le malattie infettive emergenti.

 

Un altro ricercatore, Yoshihiro Kawaoka, Ph.D., che è stato profondamente coinvolto nella ricerca sul guadagno di funzione presso l’Università del Wisconsin, è affiliato all’OMS ed è co-fondatore della società di vaccini FluGen, hanno affermato.

 

Secondo Hooker, Kawaoka possiede 78 brevetti statunitensi. «La maggior parte dei suoi brevetti riguardano formulazioni per l’influenza aviaria, vaccini contro l’influenza aviaria e diverse proteine ​​H5N1 e H7N9», ha affermato.

 

Hooker e Ray hanno affermato che i collegamenti tra agenzie governative, istituzioni accademiche e aziende farmaceutiche potrebbero influenzare la spinta verso misure di preparazione alla pandemia e lo sviluppo di vaccini, nonostante i potenziali rischi associati alla ricerca sul guadagno di funzione.

 

«Non possiamo fidarci dei poteri costituiti», ha detto Hooker. «Stanno usando lo sviluppo di vaccini come pretesto per la ricerca sulle armi biologiche e lo sviluppo di armi biologiche».

 

«Non c’è da meravigliarsi che una pandemia di influenza aviaria possa essere alle porte», ha detto Hooker a The Defender.

 

John-Michael Dumais

 

© 10 maggio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Continua a leggere

Più popolari