Politica
Il cattolico Kast vince le elezioni per la Costituente cilena

Lo schieramento del Partido Repubblicano (PLR) guidato dal cattolico Antonio José Kast ha vinto ampiamente le elezioni indette la settimana scorsa in Cile per la scelta di 50 membri del Consiglio Costituzionale, un organo creato per la creazione di una nuova Costituzione per il Paese Sudamericano.
Lo schieramento di destra ha vinto 33 seggi dei 50 a disposizione. Ben 22 di questi seggi sono afferenti al partito di Kast.
Si tratta di una debacle assoluta per la coalizione attualmente al governo, guidata da Gabriel Boric, trentasettenne proveniente dall’estrema sinistra che si è imposto sull’onda delle proteste massive del 2019-2020. Arrivato alla carica di presidente cileno nel marzo 2022, Boric aveva indetto elezioni per l’Assemblea costituente incaricata di dover redigere una nuova Costituzione che andasse a sostituire la precedente.
Tuttavia, la proposta di nuova Costituzione (che includeva gender, aborto, ambientalismo climatico) era stata respinta dagli elettori in un referendum lo scorso settembre, quando un clamoroso 62% dei votanti si era espresso per il rechazo, ossia per il rifiuto della nuova bozza della Carta Costituzionale del Paese.
Il partito di Kast si era quindi espresso per il ritorno della revisione costituzionale in Parlamento, luogo naturale di discussione della Carta, invece che in un’Assemblea Costituente. Il presidente Boric, invece ha voluto generare queste elezioni suppletive per fornire alla Costituente una schiera di «saggi» che potessero guidare le scelte sulla nuova carta. La cosa, come si vede, è scoppiata in mano al presidente di sinistra.
Il voto potrebbe segnare la fine della turbolenza cilena, che aveva investito il Paese nel 2019 con violenti moti di Piazza. Le rivolte contro il governo Pinera, secondo alcuni, potevano essere sobillate da forze straniere – alcuni dicevano che si trattava dell’operato di un asse castrista dei Paesi sudamericani (a partire dal Venezuela), altri sostenevano che si trattava degli effetti dei sommovimenti globali per il litio, di cui il Cile è ricchissimo e per il quale, a differenza dei vicini Perù e Argentina, già ha efficienti strutture di estrazione.
Altri ancora suggerivano che dietro le rivolte potesse esserci lo zampino dei cartelli del narcotraffico, di scarsa rilevanza in Cile (erano stati sterminati da Pinochet) ma forse in ascesa nelle periferie urbane.
Durante le rivolte, per qualche motivo, fu incendiato il palazzo dell’azienda elettrica italiana ENEL (che ha un’enorme presenza in Cile), che bruciò fino ad essere distrutto.
Kast, 57 anni, guida il Partito Repubblicano dal 2019, è stato spesso attaccato perché il padre, immigrato bavarese, aveva servito nella Wehrmacht durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno dei nove fratelli di Kast avrebbe poi servito come economista nell’ambito delle riforme dei «Chicago Boys» durante gli anni di Pinochet, di cui fu ministro del lavoro e presidente della Banca Centrale del Cile.
Studente alla Pontificia Università Cattolica del Cile, fece parte del Movimiento Gremialista, un movimento corporativista sudamericano che professa un’ideologia sociopolitica ed economica ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa cattolica, secondo cui ordini sociali dovrebbero costituire un livello intermedio tra l’individuo e lo Stato.
Nella sua carriera politica, decollata nei primi anni Duemila, Kast si è mosso con estrema decisione sul tema dell’aborto e del matrimonio omosessuale, impegnandosi molto a contrastare la pillola del giorno dopo, chiamata «contraccezione d’emergenza» dalla neolingua orwelliana del politicamente corretto, ma che in realtà è aborto puro e semplice. Le posizioni di Kast gli fecero guadagnare il supporto del vescovo di San Bernardo Juan Ignacio González Errázuriz, membro della prelatura dell’Opus Dei.
La piattaforma di Kast si sintetizzava in «meno tasse, meno governo, per la vita» oltre che nell’opposizione all’immigrazione illegale, arrivando a proporre lo scavo di un fossato al confine con la Bolivia, paragonando l’idea a quella del muro tra USA e Messico lanciata da Trump.
Kast ha affermato di «difendere l’eredità europea e l’unità nazionale del Cile contro l’adesione della sinistra ai gruppi indigeni e al multiculturalismo» e si è speso a favore dell’ex presidente brasiliano Jair Messias Bolsonaro. È inoltre contrario all’isteria sul Cambiamento Climatico.
Nove figli dalla stessa moglie (la prima e ultima), Kast è riconosciuto per essere un cattolico praticante, membro del movimento Schoenstatt, un movimento mariano cattolico fondato in Germania nel 1914 da padre Joseph Kentenich, che vide nel movimento un mezzo di rinnovamento spirituale per la Chiesa cattolica. I membri di Schoenstatt cercano di collegare la fede con la vita quotidiana, soprattutto attraverso un profondo amore per Maria, la Madre di Dio, che li aiuta, li educa e li guida a diventare migliori seguaci di Cristo.
Durante gli anni ’30, con l’ascesa di Adolf Hitler, padre Kentenich e altri schoenstattiani, come padre Franz Reinisch, criticò il nazismo, e di conseguenza il Movimento di Schoenstatt fu registrato come una minaccia al regime nazista. Nel 1941, padre Kentenich fu arrestato e inviato al campo di concentramento di Dachau. Vi rimarrà fino al 1945 quando il campo di concentramento sarà liberato.
Immagine di Mediabanco Agenda via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Politica
L’assistente che ha accusato Biden di violenza sessuale fugge in Russia temendo per la sua sicurezza

Tara Reade, ex assistente del Congresso del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che lo ha accusato di violenza sessuale, ha indicato che intende richiedere un passaporto russo. Lo riporta la testata Sputnik.
L’ex collaboratrice, diventata giornalista, si è recentemente trasferita in Russia, sostenendo di non sentirsi più al sicuro negli Stati Uniti.
Parlando martedì in una conferenza stampa, Reade ha affermato che dopo essere stata costantemente perseguitata negli Stati Uniti per le sue accuse, spererebbe di «trovare sicurezza» in Russia – un paese che non ha mai considerato un nemico – aggiungendo che apprezza i suoi amici di Mosca «che hanno aperto le braccia» per accoglierla.
«Sto per fare una richiesta, ed è grande. Vorrei richiedere la cittadinanza in Russia al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin», ha dichiarato l’ex assistente, promettendo di essere «una buona cittadina».
Nel 2020, al culmine della corsa presidenziale americana, Reade ha accusato Biden, allora presunto candidato democratico, di averla aggredita sessualmente nel 1993 quando lavorava per lui come assistente al Senato. Biden ha negato inequivocabilmente l’accusa.
La Reade ha detto che quando ha detto a un membro del Congresso degli Stati Uniti che era pronta a testimoniare sulla corruzione nel governo degli Stati Uniti, quest’ultimo ha espresso preoccupazione per la sua sicurezza fisica. Ha anche continuato a descriversi come un whistleblower, un informatore, che secondo la legge statunitense dovrebbe essere protetto.
«Dov’è la mia protezione?… È straordinario che Joe Biden mi abbia violentato quando lavoravo per lui al Congresso degli Stati Uniti, e io dovrei essere il fuggitivo. È ridicolo», ha affermato.
Parlando con Sputnik, ha detto che mentre la decisione di trasferirsi in Russia è stata «molto difficile», le piacerebbe restare nel paese. «Sono ancora un po’ stordita, ma mi sento molto bene», ha osservato Reade. «Mi sento molto circondata da protezione e sicurezza».
Anche un altro famoso whistleblower americano, Edward Snowden, ha trovato sicurezza restando in Russia, ottenendone pure la cittadinanza.
La Reade aveva dettagliato le molestie di Biden e la sua crudeltà in una lunga intervista al giornalista TV americana Tucker Carlson, di cui ora i Murdoch, padroni di Fox News, hanno cancellati i programmi.
Dettagli inquietanti sulla vita della famiglia Biden sono emersi dal famoso computer del figlio Hunter, dove oltre alle prove di corruzione e coinvolgimento in affari come i biolaboratori ucraini, ci sono foto di depravazione (droghe, prostitute, pornografia estrema) e messaggi che fanno comprendere il livello di degrado morale del clan.
In uno sviluppo ulteriore, era stato recuperato il diario della figlia Ashley Biden, che lo aveva dimenticato in una struttura di recupero per le dipendenze. Nel testo la first daughter si chiedeva se la sua dipendenza dal sesso non fossa causate dalle docce con il padre, definite dalla stessa come «probabilmente non appropriate».
James O’Keefe, il giornalista investigativo che aveva ottenuto il diario senza però pubblicarlo, subì un raid dell’FBI all’alba.
Politica
Problemi per i verdi tedeschi al governo

Il vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia Robert Habeck, del partito dei Gruenen, (i Verdi) ha convocato in settimana una conferenza stampa per annunciare la rimozione del suo segretario di Stato per gli affari economici e la protezione del clima Patrick Graichen, il principale architetto del ministero della Energiewende, cioè l’uscita della Germania dalla produzione di energia nucleare e da combustibili fossili.
Graichen – e Habeck – erano stati sottoposti a molte pressioni, dopo che era diventato pubblico che Graichen aveva sostenuto un candidato, che era stato testimone al suo matrimonio, per presiedere DENA, l’agenzia energetica tedesca, una partnership pubblico-privato a scopo di lucro.
Graichen è stata per lungo tempo la persona chiave in una rete di organizzazioni governative e non governative, come il think tank Agora Energiewende, BUND/Friends of the Earth Germany e altri. Queste reti sono ora sotto controllo pubblico a causa di finanziamenti esterni nazionali ed esteri (ad esempio, da Climate Emergency Fund).
Habeck, che voleva mantenere Graichen, ha dovuto ammettere che le regole di «conformità» non erano state rispettate, e ha presentato preventivamente un altro caso, che apparentemente ha costituito la sua decisione finale. Si trattava di un caso precedentemente sconosciuto al pubblico di 600.000 euro di finanziamento governativo per un progetto nel contesto dell’iniziativa nazionale per la protezione del clima. Il progetto era stato affidato a un’istituzione in cui la sorella di Graichen, fino a poco tempo fa, era nel consiglio di amministrazione.
Habeck ha protestato per la «campagna» contro Graichen, che ha accusato essere guidata in parte da «reti di estrema destra e reti filo-russe».
Tuttavia, ha dovuto ammettere che qualcosa ovviamente stava andando storto in Habecklandia. Quando gli è stato chiesto delle prospettive della sua folle «legge sulla pompa di calore» programmata per essere approvata dal Bundestag prima della pausa estiva, ha fatto un appello non troppo sottile desiderando che il piano non andasse in pezzi. Il governo ha già acconsentito, ma non sembra essere davvero sicuro che reggerà.
Inoltre, quando gli è stato chiesto come avrebbe assicurato che la sostituzione di Graichen come Segretario di Stato non avesse connessioni così problematiche, chiaramente non era divertito, ribattendo: «non nominerò il mio testimone per quella posizione».
Graichen, prima di diventare il numero due del ministero dell’Economia, ha ricoperto diversi incarichi in AGOR Energiewende, che ha svolto un ruolo chiave nella politica energetica. Ora nota come «Soft Energy For Europe Platform GmbH» (SEFEP), questa organizzazione privata riceve massicci finanziamenti dal settore privato e da quello pubblico, ma ciò che è straordinario è che non meno di 15 milioni di euro del suo budget di 19 milioni di euro provengono da alcuni dei le principali fondazioni statunitensi che cercano di trasformare l’energia, i trasporti, l’industria e l’agricoltura tedeschi ed europei in attività «climaticamente neutre».
Come riportato da Renovatio 21, il vicecancelliere Robert Habeck, membro del partito Die Gruene (i Verdi) e personaggio noto per le sue istruzione su come fare la doccia, ha chiesto un cambio di priorità nel «triage energetico» che privilegerebbe l’erogazione di energia alle aziende a discapito dei cittadini, con aumenti drastici delle bollette per le famiglie.
Il ministro verde Habeck ha rivelato, ripetendolo in più occasioni, di aspettarsi disordini sociali in autunno ed in inverno a causa delle interruzioni energetiche.
Intervistato in TV sui lockdown, pareva chiaro che non era in grado di comprenderne l’economia.
La Germania, che ha spento gli ultimi reattori atomici un mese fa ma ha tuttora come principale fornitore di Carbone la Russia, sta ancora parlando di razionamento energetico.
La minaccia di blackout è stata sperimentata e presa a tal punto sul serio dal governo tedesco che, è emerso, erano stati preparati piani apocalittici di distribuzione del contante casa per casa per evitare il crash bancario definitivo.
Immagine di Bündnis 90/Die Grünen Nordrhein-Westfalen via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Economia
Robert Kennedy è il primo candidato presidente americano ad accettare Bitcoin ed attaccare lo Stato di sorveglianza delle CBDC

Il candidato presidenziale democratico Robert F. Kennedy Jr. ha parlato alla Bitcoin Conference di venerdì scorso, dove ha ricevuto una standing ovation dal pubblico.
Il figlio di Bobby Kennedy ha detto alla folla che Bitcoin potrebbe essere una risposta alle tecnologie emergenti implementate dalla struttura del potere politico.
«Ora viviamo in questa era di totalitarismo chiavi in mano in cui questa tecnologia emergente che può potenziare i regimi totalitari e il nostro compito è cercare di costruire e rafforzare le istituzioni democratiche alla stessa velocità con cui questi strumenti totalitari vengono espansi in loro potere».
Kennedy ha proseguito dicendo che Bitcoin è il miglior strumento attuale per combattere contro la struttura di potere perché «non può essere manipolato».
🇺🇸 Presidential candidate Robert F. Kennedy Jr.: "I will defend the right of self-custody of #Bitcoin" pic.twitter.com/kkkIfR21wG
— The Bitcoin Conference (@TheBitcoinConf) May 23, 2023
Parlando direttamente alla folla, RFK Jr. ha detto di sapere che erano presenti perché amano l’America, la democrazia e la libertà.
«In questo senso, il vostro sostegno al Bitcoin ti colloca nella stessa categoria degli artefici della Costituzione che ci ha dato quella Carta dei diritti, che ha creato queste istituzioni democratiche, e tu sei l’attuale manifestazione di quell’impulso».
Il discorso di Kennedy, durato 25 minuti, è stato incredibilmente denso ed articolato, senza alcuna paura di alcuni tabù, come quello per cui ha promesso, se eletto presidente, di cercare di capire se casi come quello di Ross Ulbricht (il ragazzo che gestiva lo scambio illegale Silk Road) abbia avuto un giusto processo o sia stato una vittima sacrificale per iniziare l’attacco alle criptovalute. Tra gli applausi, ma anche un certo palpabile stupore di tanto pubblico attonito, Kennedy si è spinto fino al punto di dire che, in caso, è pronto a dare la grazia presidenziale.
In altri punti del discorso Kennedy ha rivendicato il Bitcoin come antidoto all’ascesa del controllo statale, garantendo che il governo non ha nessun diritto di entrare nel portafoglio fisico o virtuale dei cittadini, che non devono dare le loro password: «è una cessione di territorio… e crea un precedente pericoloso per lo Stato di sorveglianza» ha detto il candidato tra i battimani.
Nolan Bauerler, esperto di Bitcoin e conduttore di The Break Up, ha detto al pubblico subito dopo il discorso: «abbiamo appena ascoltato uno dei discorsi più incredibili che abbia mai sentito sul Bitcoin a un evento in tutta la mia vita, e ci lavoro da molti anni».
Kennedy ha fatto sapere di accettare anche Bitcoin come donazioni elettorali, una novità per qualsiasi candidato alla presidenza degli Stati Uniti.
Tale discorso intentato sulle criptovalute va di pari passo con quello sulle CBDC, cioè le monete elettroniche di Stato, di cui Kennedy è acerrimo nemico. Del tema aveva parlato convintamente già due anni fa durante il suo storico discorso davanti all’Arco della Pace a Milano, quando spiegò che il green pass era solo un’introduzione alla moneta digitale con cui si istituirà una nuova forma ultra-pervasiva di Stato di sorveglianza.
«Questo è un modo di controllare il vostro danaro. Una volta che avete il vostro green pass, e loro hanno la moneta digitale, se qualcuno vi dice di non uscire da Milano, e voi andate in gita a Bologna, il vostro danaro non funzionerà a Bologna. Se il governo vi dice «non comprate la pizza», loro possono fare in modo che il vostro green pass vi impedisca di pagare una pizza in pizzeria. Possono controllare ogni aspetto della vostra vita»
Si tratta di una «società distopica», come ha detto qualcuno, che «traccerà ogni nostra transazione», e anche di più – informerà ogni nostra attività, che potrà quindi essere inibita dal potere. Con il danaro programmabile, farete solo gli acquisti che lo Stato permette a quelli nella vostra condizione (immaginate: un redditometro che può decidere cosa comprate al supermercato), delimitarli geograficamente e temporalmente (c’è il lockdown, questo non lo puoi comprare) o, semplicemente, «spegnervi» con un click, rendendo impossibile ogni scambio, come scritto nell’Apocalisse di San Giovanni (capitolo 13, versetti 16-18).
Come scritto da Renovatio 21, è probabile che l’attuale caos nel mondo delle criptovalute (spettacolari arresti di cripto-imprenditori–frodatori, crollo di banchi di scambio, deflusso di fondi, vendita di Bitcoin sequestrati da parte del governo USA, polemiche sulla tenuta di intere criptovalute) e il collasso bancario in corso (le banche di deposito stanno per essere disintermediate) siano gli strumenti con i quali ci porteranno, obbligatoriamente, all’accettazione della CBDC, cioè del «Bitcoin di Stato», la moneta digitale da Banca Centrale.
Credendo di parlare con Zelens’kyj (ma si trattava, in realtà dei soliti burloni russi) la stessa presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ha recentemente ammesso che l’euro digitale sarà utilizzato per sorvegliare la popolazione.
L’abolizione del contante – che il CEO del mega-fondo internazionale BlackRock sostiene essere accelerata dalla guerra ucraina – non può che portare che a questo: alla piattaforma che sarà la vostra schiavitù definitiva.
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