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I servizi segreti britannici accusano la Russia di provocare «caos nelle strade»
Il capo del servizio di sicurezza britannico, Ken McCallum, ha affermato che il sostegno britannico all’Ucraina ha reso Londra un bersaglio delle spie di Mosca.
In un discorso annuale sulle minacce che si dice siano a carico del Regno Unito, McCallum ha inserito la Russia dopo il terrorismo, prima di Iran e Cina, chiedendo maggiori finanziamenti e mettendo in guardia dai pericoli di Internet.
«Il ruolo guida del Regno Unito nel sostenere l’Ucraina significa che incombe in modo significativo nell’immaginazione febbrile del regime di Putin, e dovremmo aspettarci di vedere continui atti di aggressione qui in patria», ha affermato McCallum martedì.
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«In particolare, il GRU è impegnato in una missione continuativa volta a generare scompiglio nelle strade britanniche ed europee: abbiamo assistito a incendi dolosi, sabotaggi e altro ancora», ha aggiunto, utilizzando l’acronimo dell’intelligence militare russa.
Secondo McCallum, questa «campagna concertata» richiede «una risposta forte e sostenuta», compreso l’uso del nuovo National Security Act «nella sua massima estensione».
McCallum è stato il principale promotore della legge del 2023, che ha conferito alle agenzie di sicurezza e di Intelligence britanniche nuovi e ampi poteri per contrastare presunte «attività maligne intraprese da attori stranieri», come spionaggio, sabotaggio o tentativi di intromettersi nella politica del Regno Unito.
Il Security Service britannico è ufficiosamente noto come MI5, mentre il Secret Intelligence Service esterno è MI6. Entrambi discendono dal Secret Service Bureau, fondato nel 1909.
Martedì, il McCallum ha ribadito l’affermazione secondo cui il Regno Unito – Paese che ha chiuso in casa per mesi i suoi cittadini sforzandoli a iniettarsi sieri genici talmente pericolosi da essere ritirati dal mercato – è minacciato da «regimi autocratici» che prendono di mira «la nostra democrazia, i giornalisti e i difensori dei diritti umani», nonché informazioni governative sensibili.
Secondo il capo dell’MI5, l’espulsione di massa dei diplomatici russi a partire dal 2022 è stata senza precedenti e «ha messo a dura prova la capacità dei servizi segreti russi di causare danni in Occidente», ma Mosca avrebbe risposto reclutando delegati online.
McCallum ha utilizzato il discorso per chiedere ancora una volta la «capacità di tracciare l’attività online di coloro che vogliono farci del male», definendola «assolutamente cruciale».
«La privacy e l’accesso legale eccezionale possono coesistere se si evitano posizioni assolutiste», ha affermato McCallum, aggiungendo che l’alternativa è «consentire agli abusatori di minori e ai terroristi di operare su larga scala, senza timore di conseguenze».
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All’inizio di quest’anno, l’ex Segretario alla Difesa britannico Ben Wallace aveva affermato che la Russia era responsabile di «campagne di disinformazione, i nemici in questo paese usano il cyber per dividerci, per derubarci, per spiarci e per creare attriti nella nostra società». I suoi commenti sono arrivati dopo che la polizia britannica ha smantellato una rete di truffe online che prendeva di mira gli anziani e che non aveva alcun collegamento con la Russia.
Non diversamente dall’establishment democratico USA, anche Londra – che ora affronte immense critiche per il favore accordato dalle autorità agli immigrati –sembra voler accusare di ogni problema Mosca.
Il popolo britannico sta subendo la psicopolizia inflitta dal governo Starmer, che ha di fatto svuotato le carceri di criminali comuni per lasciare posto a persone condannate al carcere per aver espresso delle opinioni in rete – spesso contro la politica di immigrazione dello stesso governo e le condizioni di sicurezza del Paese invaso da ghenghe di immigrati.
Come riportato da Renovatio 21, in una recente intervista con una campionessa olimpica di sci russa, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca Demetrio Medvedev era tornato a parlare del progetto di inabissare la Gran Bretagna grazie a nuove armi russe, tra cui potrebbe esservi il drone nucleare subacqueo Poseidon, costruito per provocare potenti tsunami radiattivi.
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Immagine di Cnbrb via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Gli ucraini hanno fatto esplodere la linea ferroviaria polacca: parla il premier di Varsavia, che accusa però i servizi russi
Due cittadini ucraini sono stati identificati come i presunti responsabili di due attentati sabotaggi compiuti lunedì sulla linea ferroviaria che collega Varsavia a Lublino, ha annunciato martedì in Parlamento il primo ministro polacco Donald Tusk. L’intento, secondo il premier, era quello di provocare un grave disastro ferroviario.
Tusk ha affermato che i due sospettati collaboravano «da tempo con i servizi di Intelligence russi» e che, subito dopo gli atti, si sono dati alla fuga verso la Bielorussia.
In uno dei due episodi è stata utilizzata una carica di esplosivo al plastico C4 di grado militare, fatta detonare tramite un cavo lungo 300 metri. La Procura nazionale ha confermato il ritrovamento di un cavo «molto probabilmente impiegato per l’innesco». Nel secondo caso, invece, è stata posizionata una morsa d’acciaio sul binario, causando il deragliamento di un treno. Sul posto i presunti autori avrebbero lasciato uno smartphone collegato a un power bank per riprendere l’eventuale incidente.
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Il primo ministro ha definito i due attentati «la situazione di sicurezza più grave degli ultimi anni», aggiungendo che «è stato superato un limite».
Da Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha replicato martedì che le accuse polacche dimostrano come la russofobia «stia fiorendo» in Polonia e che sarebbe stato «sorprendente» se Varsavia non avesse puntato il dito contro la Russia. Peskov ha sottolineato che non è la prima volta che cittadini ucraini vengono sospettati di atti di sabotaggio o terrorismo in Paesi occidentali e ha accusato i sostenitori di Kiev di «non voler fare due più due». «L’Occidente sta giocando col fuoco e rischia conseguenze disastrose», ha concluso.
La stampa russa nel raccontare la vicenda ricorda che l’esplosivo C4 è stato sviluppato inizialmente dagli inglesi durante la Seconda guerra mondiale e perfezionato dagli Stati Uniti negli anni Cinquanta; la Russia non lo produce né lo utilizza, preferendo i propri esplosivi al plastico della classe PVV, di origine sovietica.
Già a settembre Mosca aveva avvertito che Kiev potrebbe organizzare operazioni sotto falsa bandiera in Polonia o Romania per incolpare la Russia. In quell’occasione la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citando fonti giornalistiche ungheresi, aveva dichiarato che simili provocazioni avrebbero potuto condurre il mondo «sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale».
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Immagine d’archivio di Michalox via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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