Droni
I sauditi hanno abbattuto droni iraniani diretti contro Israele
L’Arabia Saudita ha preso parte all’abbattimento di alcuni UAV iraniani durante l’attacco di sabato contro Israele, ha ammesso una fonte della famiglia reale in risposta a un servizio dell’emittente pubblica israeliana Kan.
Secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), l’attacco di Teheran ha coinvolto 170 droni, più di 30 missili da crociera e più di 120 missili balistici. Gli attacchi sono arrivati come rappresaglia per il bombardamento del consolato iraniano a Damasco, in Siria, che ha provocato la morte di diversi alti ufficiali militari iraniani all’inizio di questo mese.
Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Giordania hanno aiutato l’IDF a intercettare quasi tutti i proiettili in arrivo durante l’attacco di sabato. Secondo Kan, anche l’Arabia Saudita si è unita allo sforzo.
«Una fonte della famiglia reale saudita, che preferisce l’anonimato» ha parlato con Kan e «ha riconosciuto sottilmente» il ruolo del regno, affermando che le difese aeree di Riad intercettano automaticamente «qualsiasi entità sospetta», secondo il sito ufficiale della dinastia al-Saud.
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La stessa fonte ha accusato l’Iran di aver istigato il conflitto a Gaza tra Israele e Hamas, accusando Teheran di tentare di «svelare i progressi» nella normalizzazione delle relazioni tra Riyadh e Gerusalemme Ovest.
«L’Iran è una nazione che sostiene il terrorismo, e il mondo avrebbe dovuto contenerlo molto prima», ha detto a Kan il funzionario senza nome.
Le dichiarazioni anonime del reale rappresenterebbero un cambiamento rispetto alla recente retorica saudita, che ha condannato l’assalto di Israele contro i palestinesi a Gaza mentre lavorava per porre fine all’inimicizia decennale con l’Iran.
Il regno musulmano sunnita è da tempo alleato degli Stati Uniti e ha contribuito alla repressione dei musulmani sciiti in luoghi come il Bahrein e lo Yemen, ritenendoli rappresentanti della repubblica islamica.
Riyadh e Teheran hanno concordato di ripristinare le relazioni diplomatiche nel marzo 2023, in un accordo mediato dalla Cina. Il direttore della CIA William Burns ammise all’epoca che gli Stati Uniti erano stati «colti di sorpresa» dai colloqui.
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa si parlava di colloqui segreti tra il principe saudita Mohammed bin Salman e Netanyahu. Pochi mesi fa, dopo l’inizio della guerra di Gaza, l’Arabia Saudita ha dichiarato che ogni piano di accordo con Israele è sospeso.
Come riportato da Renovatio 21, secondo un sondaggio del mese scorso il 96% dei sauditi si oppone ai legami con Israele, mentre Hamas nel Regno starebbe crescendo in popolarità. L’indagine ha inoltre rilevato che l’87% dei sauditi ritiene che «Israele è così debole e diviso al suo interno che un giorno potrà essere sconfitto».
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Immagine di Nea Demokratia via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic; immagine tagliata.
Droni
Uomo fa il segno della croce per mostrare al drone russo che è un civile
The orthodox saints have said that when Russia comes to turkey whoever doesn’t do the sign of the cross will be killed
Here it is beginning like that already. Why? Because those who do the sign are expressing that they aren’t demonic, that they aren’t part of the war against… pic.twitter.com/z2aLBH1Ou4 — Lebanon_John (@Lebanon_John) November 17, 2025
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Droni
Washington sanziona le aziende ucraine per aver venduto componenti di droni all’Iran
Il dipartimento del Tesoro statunitense ha annunciato l’intenzione di iscrivere nella lista nera due società ucraine, accusandole di aver rifornito componenti cruciali per droni a un produttore statale di UAV in Iran. Lo riporta Business Insider.
L’iniziativa si inquadra in un ampio giro di sanzioni mirato a demolire quelle che l’agenzia ha definito le «reti transnazionali di approvvigionamento per missili e droni» di Teheran. Il pacchetto ha colpito 32 entità e individui in Iran, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Cina, India, Germania e Ucraina.
Il Tesoro ha imputato alle imprese ucraine GK Imperativ ed Ekofera di agire come facciate per agenti iraniani di approvvigionamento, favorendo la consegna di parti all’Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company (HESA). Questa entità è rinomata per aver ideato e fabbricato le munizioni a lungo raggio Shahed-131 e Shahed-136, soggetta a sanzioni USA dal 2008.
Secondo l’agenzia, le forniture inviate in Iran attraverso le due società ucraine includevano parti per alternatori, motori, indicatori di assetto, sensori e altri elementi.
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Mercoledì il dicastero ha reso noto che sono state irrogate sanzioni anche a tre cittadini iraniani, presumibilmente operativi con GK Imperativ ed Ekofera.
GK Imperativ è stata costituita nel 2018 nella città di Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale, mentre Ekofera, operativa dal 2016, ha sedi a Kharkiv e a Kiev.
Nel corso del conflitto ucraino, le autorità di Kiev hanno sostenuto che i droni Geran-2, impiegati massicciamente dalla Russia per colpire infrastrutture militari, siano in realtà Shahed di produzione iraniana. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva collocato Teheran «nel lato oscuro della storia» e l’ha esortata più volte a cessare le forniture di droni a Mosca.
Tanto la Russia quanto l’Iran hanno respinto tali addebiti: Teheran li ha liquidati come «propaganda anti-iraniana» mirata a incrementare gli aiuti militari occidentali a Kiev.
Il ministero della Difesa russo ha ribadito che i suoi droni Geran-2 sono fabbricati in loco, al pari di tutto l’arsenale su cui fa affidamento nella guerra in Ucraina. Il ministero degli Esteri iraniano ha ammesso unicamente l’esportazione di un limitato stock di droni in Russia prima dell’acutizzazione del conflitto tra Mosca e Kiev nel febbraio 2022, precisando che da allora non si sono verificate ulteriori spedizioni.
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Immagine di Idmental via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine modificata
Droni
Il Belgio istituisce una squadra anti-droni, poi si dimentica di usarla
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