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Salute

I malori della 52ª settimana 2023

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Venezia: «Un malore improvviso mentre lavora: stroncato a 57 anni». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Mazzarino, Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta: «Ha un malore in casa, muore mamma di 23 anni: indagati due medici». Lo riporta Il Giornale.

 

Desenzano del Garda, provincia di Brescia: «Malore al volante, si schianta con la propria auto contro la rotonda: un 55enne muore in ospedale». Lo riporta Il Dolomiti.

 

Trani, provincia di Barletta-Andria-Trani: «Il malore sulla Trani-Corato e poi lo schianto: due morti, gravi 2 bimbi». Lo riporta Fanpage.

 

Longarone, provincia di Belluno: «Malore in caserma, carabiniere 52enne si accascia sulla scrivania e muore». Lo riporta Il Gazzettino.

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Lurisia, provincia di Cuneo: «Artigiano volontario della Croce rossa stroncato da un malore durante una gita a Lurisia». Lo riporta La Stampa.

 

Castelfidardo, provincia di Ancona: «Stroncato da un malore: muore giovane papà di un bimbo di 2 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Brugnato, provincia della Spezia: «Malore improvviso in auto: muore a 24 anni in autogrill davanti a un amico». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Pegazzano, provincia della Spezia: «Colto da malore, muore al ristorante». Lo riporta Città della Spezia.

 

Teolo, provincia di Padova: «Malore improvviso, muore al ristorante durante il pranzo di Natale». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Soncino, provincia di Cremona: «Lutto nel borgo, malore fatale per il 54enne». Lo riporta La Provincia Cremona.

 

La Loggia, città metropolitana di Torino: «Un malore e finisce in acqua. Annega nel laghetto di pesca sportiva nel Torinese un uomo di 68 anni». Lo riporta La Stampa.

 

Bari: «Studente morto in casa, sarebbe stato un malore». Lo riporta Rainews.

 

Rieti: «Rieti, uomo trovato senza vita in casa a causa di un malore». Lo riporta Il Messaggero.

 

Opa-locka, Florida, Stati Uniti: «F1 e Indycar in lutto: Gil de Ferran è morto, malore durante il jogging. Aveva vinto a Indianapolis, il cordoglio dei colleghi». Lo riporta Virgilio Sport.

 

Albano laziale, città metropolitana di Roma Capitale: «Malore in casa alle porte di Roma, la compagna rientra e lo trova morto in cucina: l’uomo aveva 32 anni». Lo riporta Il Gazzettino.

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Andria, provincia di Barletta-Andria-Trani: «Studentessa 14enne muore per un malore improvviso: i genitori donano gli organi». Lo riporta il Quotidiano di Puglia.

 

Folgarida, provincia autonoma di Trento: «Malore fatale per un turista lombardo a Folgarida». Lo riporta Rainews.

 

Campobasso: «Si ribalta con l’auto dopo un malore, muore in ospedale il 72enne alla guida del veicolo». Lo riporta Molise Tabloid.

 

Camporosso, provincia di Imperia: «Morta anziana colta da malore dopo bolletta da oltre 15mila euro. Doveva pagarne solo 55». Lo riporta Il Sole 24 ore.

 

Caserta: «nuora di ex sindaco muore a 49 anni dopo un malore: choc e dolore in città». Lo riporta Il Mattino.

 

Anzio, città metropolitana di Roma Capitale: «imprenditore e runner stroncato da un malore la vigilia di Natale: aveva 60 anni». Lo riporta Il Messaggero.

 

Sacile, provincia di Pordenone: «Malore la notte della vigilia di Natale. Morto testimone della Sacile degli anni 80». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Sarzana, provincia della Spezia: «l’ipotesi malore e lo schianto contro il guardrail: tragedia in autostrada A12». Lo riporta La Nazione.

 

Bonassola, provincia della Spezia: «Cade nel dirupo con l’auto. Muore colpito da malore». Lo riporta La Nazione.

 

Orvieto: «muore a 71 anni sul camion in sosta lungo l’autostrada: la tragedia il giorno di Natale». Lo riporta Il Messaggero.

 

Grosseto: «Infarto durante la notte. Muore noto agente di viaggi». Lo riporta La Nazione.

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Marano, città metropolitana di Napoli: «Marano, tragedia nel giorno della vigilia di Natale: uomo colto da malore muore all’ingresso del distretto sanitario». Lo riporta Terranostra News.

 

Pratola Peligna, provincia dell’Aquila: «muore a 38 anni a causa di un malore, comunità in lutto». Lo riporta Il Faro 24.

 

Avezzano, provincia dell’Aquila: «Morto per un malore in casa l’imprenditore che è stato sponsor dell’Avezzano calcio». Lo riporta Il Messaggero.

 

Altino, provincia di Chieti: «Malore durante la passeggiata, 47enne si accascia e muore». Lo riporta Il Centro.

 

Cicerale, provincia di Salerno: «Stroncata da un malore a 39 anni, Cicerale a lutto per la giovane mamma». Lo riporta SalernoToday.

 

Carpaccio Paestum, provincia di Salerno: «Tragedia in mare, sub esperto perde la vita per recuperare una rete: forse un malore». Lo riporta Cronache Salerno.

 

Agropoli, provincia di Salerno: «malore in un negozio: muore 40enne». Lo riporta SalernoToday.

 

Scafati, provincia di Salerno: «Colto da malore sul corso cittadino: muore ex infermiere scafatese». Lo riporta Il Mattino.

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Chiaravalle, provincia di Ancona: «va al centro orientale: colto da malore muore sul lettino sotto gli occhi della massaggiatrice». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Senigallia, provincia di Ancona: «stroncato da un malore a Cuba». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Marsala, provincia di Trapani: «malore in aereo: muore in volo». Lo riporta Virgilio News.

 

Cabiate, provincia di Como: «Malore mentre gioca a bocce: addio all’imprenditore». Lo riporta La Provincia di Como.

 

Pesaro: «muore a 28 dopo un malore, la chiamata al 118 dopo i dolori al petto: lascia un figlio di 7». Lo riporta Il Messaggero.

 

Nuoro: «malore improvviso mentre gioca a calcetto, muore». Lo riporta l’Unione Sarda.

 

Benevento: «Ha un malore alla guida, causa incidente poi muore». Lo riporta Il Mattino.

 

Squillace, provincia di Catanzaro: «donna di 46 anni muore per un malore». Lo riporta La Nuova Calabria.

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Ancona: «Malore mentre fa shopping: portata in ambulanza all’ospedale». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Cortina d’Ampezzo, provincia di Belluno: «Malore per il professor Parsi operato d’urgenza, è in gravi condizioni». Lo riporta l’ANSA.

 

Letojanni, provincia di Messina: «grave malore per il sacerdote: sospesi i festeggiamenti. La comunità in preghiera». Lo riporta la Gazzetta del Sud Messina.

 

Reggio nell’Emilia: «Accusa un malore in un parcheggio. Salvato da carabiniere in congedo». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Pescara: «Perde il controllo dell’auto per un malore e finisce fuori strada». Lo riporta Il Pescara.

 

Brindisi: «Incidente sulla superstrada dopo malore alla guida: quattro veicoli coinvolti». Lo riporta BrindisiReport.

 

Santa Maria Nuova, provincia di Ancona: «malore all’uscita della farmacia: anziano collassa e viene rianimato. Paura in piazza Magagnini». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Biancavilla, città metropolitana di Catania: «Ha un malore improvviso e sfonda la vetrata di un negozio di viale dei Fiori». Lo riporta Biancavilla oggi.

 

Ponte Vezzola, provincia di Teramo: «Malore alla guida, auto abbatte segnaletica e si ferma sul terrapieno». Lo riporta Emmelle.it.

 

Genova: «Malore alla guida in autostrada a Genova: famiglia Torinese soccorsa e aiutata dai neo agenti della PolStrada». Lo riporta TorinoToday.

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Margno, provincia di Lecco: «Malore alla funivia: grave 58enne». Lo riporta LeccoToday.

 

Arre, provincia di Padova: «malore per il prete durante la messa della notte di Natale: soccorso dal Suem». Lo riporta il Corriere delle Alpi.

 

Palermo: «Malore durante la messa di Natale, un uomo salvato da carabiniere». Lo riporta Sicilia News.

 

Albenga, provincia di Savona: «Albenga, è colto da un malore: salvato dai militi della Croce Bianca con il defibrillatore». Lo riporta Il Secolo XIX.

 

Piedicavallo, provincia di Biella: «Accusa un malore nel giorno di Santo Stefano, uomo soccorso a Piedicavallo». Lo riporta Newsbiella.

 

Caserta: «Malore grave mentre è alla guida, salvato da un altro automobilista». Lo riporta Edizione Caserta.

 

Bozzolo, provincia di Cremona. «Chiuso in casa bloccato da un malore, intervengono i vigili del fuoco». Lo riporta La Provincia Cremona.

 

Roma: «ha un malore in metro, l’ambulanza arriva dopo tre ore». Lo riporta TG La7.

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Essere genitori

Livelli pericolosamente elevati di metalli tossici nei giocattoli di plastica per bambini

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Un recente studio brasiliano ha rilevato concentrazioni allarmanti di metalli tossici nei giocattoli per bambini commercializzati nel Paese. Lo riporta Science Daily.   Ricercatori di due università brasiliane hanno esaminato un vasto campionario di giocattoli di plastica, sia di produzione nazionale che importati, conducendo l’indagine più completa mai realizzata sulla contaminazione chimica di questi articoli.   Il dato più inquietante riguarda il bario: in molti campioni la sua concentrazione è risultata fino a 15 volte superiore al limite di sicurezza previsto dalla normativa brasiliana. L’esposizione prolungata al bario è associata a gravi danni cardiaci e neurologici, inclusa la paralisi.   «Sono state rilevate anche elevate quantità di piombo, cromo e antimonio. Il piombo, associato a danni neurologici irreversibili, problemi di memoria e riduzione del QI nei bambini, ha superato il limite nel 32,9% dei campioni, con alcune misurazioni che hanno raggiunto quasi quattro volte la soglia accettata» scrive Science Daily. «L’antimonio, che può scatenare problemi gastrointestinali, e il cromo, un noto cancerogeno, erano presenti al di sopra dei livelli accettabili rispettivamente nel 24,3% e nel 20% dei giocattoli».

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Attraverso la spettrometria di massa al plasma, lo studio ha identificato ben 21 elementi tossici: argento (Ag), alluminio (Al), arsenico (As), bario (Ba), berillio (Be), cadmio (Cd), cerio (Ce), cobalto (Co), cromo (Cr), rame (Cu), mercurio (Hg), lantanio (La), manganese (Mn), nichel (Ni), piombo (Pb), rubidio (Rb), antimonio (Sb), selenio (Se), tallio (Tl), uranio (U) e zinco (Zn).   «Questi dati rivelano uno scenario preoccupante di contaminazione multipla e mancanza di controllo. Tanto che nello studio suggeriamo misure di controllo più severe, come analisi di laboratorio regolari, tracciabilità dei prodotti e certificazioni più stringenti, soprattutto per i prodotti importati», ha dichiarato uno degli autori principali della ricerca.   Gli studiosi hanno inoltre calcolato i tassi di rilascio delle sostanze: la percentuale che effettivamente passa dal giocattolo al bambino durante l’uso normale (inclusa la pratica di portarli alla bocca). I valori oscillano tra lo 0,11% al 7,33%, quindi solo una piccola parte del contaminante viene assorbita. Tuttavia, le elevatissime concentrazioni iniziali e l’esposizione quotidiana prolungata (per mesi o anni) rendono il rischio sanitario comunque significativo.   I ricercatori ritengono che i metalli pesanti entrino nei giocattoli soprattutto durante la produzione, in particolare con le vernici e i pigmenti utilizzati. Le correlazioni tra gli elementi rilevati suggeriscono, in molti casi, una fonte comune di contaminazione.   In studi precedenti, lo stesso gruppo aveva già documentato la presenza nei giocattoli di interferenti endocrini (sostanze che alterano l’equilibrio ormonale), associati a problemi di fertilità, disturbi metabolici e aumento del rischio oncologico.

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Salute

Le microplastiche potrebbero causare malattie cardiache

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Le microplastiche causano la formazione di placche arteriose nei topi, una condizione che porta a malattie cardiache. Lo riporta un nuovo studio.

 

Uno studio pubblicato sulla rivista Environment International ha rilevato un marcato aumento dell’accumulo di placca nelle arterie di topi maschi esposti a microplastiche, a dosi paragonabili a quelle riscontrabili nell’ambiente reale.

 

I ricercatori hanno inoltre osservato alterazioni a livello cellulare e nell’espressione genica direttamente associate alla formazione di placca.

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Va sottolineato che i topi non hanno sviluppato né obesità né ipercolesterolemia, fattori classicamente legati alla patologia aterosclerotica; del resto, l’«ipotesi lipidica-cardiaca» che attribuisce al colesterolo il ruolo di causa principale delle malattie cardiovascolari è stata largamente screditata fin dagli anni Cinquanta.

 

Curiosamente, le topi femmine non hanno mostrato lo stesso effetto in presenza delle microplastiche. Gli autori ipotizzano che l’ormone estrogeno, tipico dell’organismo femminile, possa svolgere un ruolo protettivo contro la formazione di placca.

 

«Questo studio mette in evidenza l’urgenza di ridurre drasticamente l’esposizione umana alle microplastiche e di adottare misure concrete per limitarne la produzione», ha dichiarato Timothy O’Toole, professore associato di medicina presso l’Università di Louisville.

 

«Sebbene le microplastiche siano state già rilevate nei vasi sanguigni e nei cuori di pazienti malati, e i loro livelli risultino correlati alla gravità della malattia e al rischio di eventi futuri, il loro ruolo diretto nello sviluppo delle patologie cardiovascolari è rimasto finora incerto», ha aggiunto.

 

Si calcola che tra il 1950 e il 2017 siano state prodotte oltre nove miliardi di tonnellate di plastica, più della metà delle quali dopo il 2004. La quasi totalità di questa plastica finisce prima o poi nell’ambiente, dove si frammenta – per azione degli agenti atmosferici, dei raggi UV e degli organismi viventi – in particelle sempre più piccole: microplastiche e, successivamente, nanoplastiche.

 

All’interno delle nostre case, le principali fonti di microplastiche sono le fibre sintetiche di abbigliamento, mobili e tappeti: si accumulano nella polvere domestica, restano sospese nell’aria e vengono inalate quotidianamente.

 

Nuovi studi continuano a uscire con regolarità e collegano l’esposizione alle microplastiche a pressoché tutte le principali malattie croniche: dalla sindrome dell’intestino irritabile all’obesità, dall’autismo al cancro, fino ad Alzheimer e infertilità.

 

Come riportato da Renovatio 21, il tema dell’infertilità, come quello del cancro, era stato toccato da altri studi che investigavano le microplastiche presenti nell’inquinamento atmosferico.

 

Gli scienziati stanno trovando tracce della plastica in varie parti del corpo umano, compreso il cervello. Un altro studio ha provato la presenza di plastica nelle nuvole della pioggia.

Come riportato da Renovatio 21, uno studio di mesi fa ha collegato l’esposizione a microplastiche alle nascite premature. Uno studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Toxicological Sciences a inizio anno aveva trovato nella placenta umana microplastiche dannose, alcune delle quali sono note per scatenare l’asma, danneggiare il fegato, causare il cancro e compromettere la funzione riproduttiva.

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Come riportato da Renovatio 21, quantità di microplastica avrebbero raggiunto i polmoni umani con l’uso delle mascherine imposto durante il biennio pandemico.

 

La microplastica nell’intestino è stata correlata da alcuni studi a malattie infiammatorie croniche intestinali. Altre ricerche hanno scoperto che le microplastiche causano sintomi simili alla demenza.

 

Come riportato da Renovatio 21un nuovo studio emerso mesi fa ha stabilito che le comuni bustine da tè realizzate in fibre polimeriche rilasciano enormi quantità di micro e nanoplastiche tossiche nel liquido durante l’infusione.

 

L’onnipresenza della microplastica è provata dalla presenza nei polmoni degli uccelli e persino strati di sedimenti non toccati dall’uomo moderno.

 

Secondo nuove ricerche, le microplastiche sarebbero in grado inoltre di rendere batteri come l’E.Coli più resistente agli antibiotici.

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Cancro

I tatuaggi collegati ad un rischio più elevato di cancro della pelle. Per il fegato chiedete alla Yakuza

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Un recente studio ha rilevato che chi porta tatuaggi corre un rischio del 29% superiore di ammalarsi di una variante aggressiva di tumore cutaneo.   Gli studiosi hanno indagato il nesso tra tatuaggi e melanoma cutaneo, una neoplasia che origina dalle cellule preposte alla produzione di melanina, il pigmento responsabile della colorazione di pelle, capelli e iride.   Il melanoma cutaneo è ritenuto la forma più insidiosa di cancro della pelle e, se non curato per tempo, può metastatizzare con rapidità ad altre zone del corpo. Pur potendo insorgere in qualunque distretto corporeo, tipicamente si manifesta nelle zone cutanee esposte ai raggi solari. I ricercatori hanno vagliato le cartelle cliniche di oltre 3.000 svedesi tra i 20 e i 60 anni, riscontrando un incremento del 29% nella probabilità di melanoma cutaneo tra i tatuati.

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Non è emersa alcuna correlazione tra l’estensione del tatuaggio e un pericolo accresciuto di insorgenza tumorale. «I tatuaggi policromi, sia isolati sia abbinati a neri o grigi, paiono legati a un lieve innalzamento del rischio di melanoma cutaneo», hanno osservato gli autori. «Non si è rilevato che i tatuati con forte esposizione ai raggi UV manifestino un pericolo maggiore di melanoma cutaneo rispetto a quelli con minor irraggiamento. Dunque, i nostri risultati indicano che la scomposizione accelerata dei pigmenti indotta dai raggi UV non amplifica il rischio di melanoma oltre quello intrinseco all’esposizione ai tatuaggi stessi».   La ricerca ha pure evidenziato che il picco di vulnerabilità si registra tra chi esibisce tatuaggi da 10 a 15 anni.   L’inchiostro tatuato è percepito dal corpo come un corpo estraneo, scatenando una reazione immunitaria: i pigmenti vengono racchiusi dalle cellule del sistema immunitario e convogliati ai linfonodi per lo stoccaggio.   Secondo i dati disponibili, il numero di italiani tatuati sarebbe stimato intorno ai 7 milioni, pari a circa il 12,8-13% della popolazione over 12 anni. Questa cifra proviene principalmente da un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel 2015, su un campione di oltre 7.600 persone rappresentative della popolazione italiana dai 12 anni in su, e confermata in report successivi di altri enti. Se si includono gli “ex-tatuati” (chi ha rimosso il tatuaggio), la percentuale sale al 13,2%.   In Italia le donne sono leggermente più tatuate (13,8%) rispetto agli uomini (11,7-11,8%). I minorenni (12-17 anni) costituirebbero circa il 7,7-8% dei tatuati, con l’età media del primo tatuaggio intorno ai 25 anni. La fascia d’età in cui il tattoo è più diffuso è quella dei 35-44 anni (23,9% tra i tatuati).   Alcuni articoli e sondaggi parlano di un 48% della popolazione tatuata, che renderebbe l’Italia il paese più tatuato al mondo, prima di Svezia 47% e USA 46%. Tuttavia alcuni non ritengono questa cifra attendibile.   Secondo quanto riportato solo il 58,2% degli italiani è informato sui rischi (infezioni, allergie, ecc.). Il 17-25% dei tatuati vorrebbe rimuoverlo, per un totale di oltre 1,5 milioni di potenziali rimozioni.   La categoria sociale più vastamente tatuata del mondo è probabilmente quella dei mafiosi giapponesi, i famigerati Yakuza. Secondo varie fonti storiche, giornalistiche e culturali, i membri di alto livello della Yakuza (i cosiddetti oyabun o boss) soffrono spesso di problemi epatici gravi, come cirrosi o insufficienza epatica, e i tatuaggi tradizionali (irezumi) sono considerati un fattore contributivo importante   I tatuaggi Yakuza sono estesi (coprono spesso schiena, braccia, petto e gambe in un «body suit» completo) e realizzati con tecniche tradizionali manuali (tebori), usando aghi di bambù o metallo e inchiostri a base di carbone (sumi). Ciò può portare al blocco delle ghiandole sudoripare, con la densità dell’inchiostro e le cicatrici multiple impediscono al sudore di evaporare normalmente dalla pelle. Il sudore aiuta a eliminare tossine (come alcol e metaboliti), quindi il fegato deve «lavorare di più» per processarle, accelerando il danno epatico. Questo è un problema comune tra i boss anziani, che hanno tatuaggi completati in anni di sessioni dolorose.

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Vi sarebbe inoltre il rischio di infezioni e epatite C: gli aghi non sterilizzati (comuni nelle sessioni tradizionali) trasmettono facilmente virus come l’epatite C, che attacca direttamente il fegato causando infiammazione cronica e cirrosi. Molti boss hanno contratto l’epatite proprio durante i tatuaggi, e questo è un fattore dominante nei casi documentati.   Infine, la tossicità dell’inchiostro: i pigmenti tradizionali possono causare febbri sistemiche e accumulo di metalli pesanti (come piombo o cromo), che sovraccaricano il fegato nel tempo, specialmente con un abuso di alcol (comune nella Yakuza per «festeggiamenti» e rimedio allo stress).   L’esempio più noto è quello di Tadamasa Goto (ex-boss del clan Goto-gumi, noto come «il John Gotti del Giappone»): nel 2001, a 59 anni, ha dovuto volare negli USA per un trapianto di fegato al UCLA Medical Center, saltando una lista d’attesa di 80 persone – secondo quanto scrissero i media, pagando 1 milione di dollari e fornendo info all’FBI. La sua cirrosi era dovuta a epatite C da tatuaggi non sterili, alcolismo e stile di vita.  

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