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Salute

I malori della 2ª settimana 2025

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Chiusdino, provincia di Siena: «Muore per un malore durante una battuta di caccia». Lo riporta La Nazione.

 

Bolzano Vicentino, provincia di Vicenza: «Muore in autogrill per un malore. Un anziano è stato trovato senza vita nella sua vettura nel parcheggio dell’area di servizio. Inutili i soccorsi«. Lo riporta Il Giornale di Vicenza.

 

Empoli, città metropolitana di Firenze: «Malore fatale a 66 anni, addio al “mago dei capelli”». Lo riporta La Nazione.

 

Tassignano di Capannori, provincia di Lucca: «Muore in casa a 31 anni tra le braccia della mamma». Lo riporta Il Tirreno.

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Madonna di Campiglio, provincia autonoma di Trento: «Malore in pista e finisce privo di sensi contro le reti di protezione, è morto a 73 anni». Lo riporta Il Dolomiti.

 

Marsa Alam, Egitto: «Il malore, poi il coma. Mattia muore a 9 anni in vacanza a Marsa Alam. Il padre: “Perso tempo”». Lo riporta Il Giornale.

 

San Donà di Piave, città metropolitana di Venezia: «Tragedia in autostrada: infarto fatale per un 20enne triestino». Lo riporta TriestePrima.

 

Correggio, provincia di Reggio Emilia: «Muore stroncato da un malore a 33 anni». Lo riporta la Gazzetta di Reggio.

 

San Michele al Tagliamento, città metropolitana di Venezia: «Ospitano in casa il pastore-pellegrino, il giorno dopo lo trovano senza vita. Muore a 58 anni per un malore». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Torino: «Malore improvviso per l’autista GTT a Torino: muore mentre è al capolinea dei bus». Lo riporta TorinoToday.

 

Brescia: «Trovato esanime nell’auto in sosta: muore in ospedale». Lo riporta BresciaToday.

 

Mantova: «Malore in auto, muore nel vialetto di casa. L’auto del 59enne di Formigosa aveva ancora il motore acceso». Lo riporta Gazzetta di Mantova.

 

Montebelluna, provincia di Treviso: «Malore in culla, morta la bimba ricoverata a Padova». Lo riporta TrevisoToday.

 

Roseto degli Abruzzi, provincia di Teramo: «Morto per un malore improvviso: il commerciante di Roseto Degli Abruzzi aveva 62 anni». Lo riporta Il Messaggero.

 

Macerata: «Meccanico stroncato da un malore, disposta l’autopsia. Il 47enne si era sentito male in casa a Villa Potenza. Oggi l’esame medico legale». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Cerredolo di Toano, provincia di Reggio Emilia: «Malore a lavoro: muore operaio di 57 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

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Cupello, provincia di Chieti: «Accusa un malore e muore a Cupello 70enne vastese, ex titolare di un panificio». Lo riporta Vastoweb.com.

 

Trecastelli, provincia di Ancona: «Esce da un’abitazione e viene stroncato da un malore: morto 45enne idraulico». Lo riporta AnconaToday.

 

Barcellona: «Tragedia in vacanza, aretina muore per un malore. La donna si trovava in crociera con alcuni familiari». Lo riporta ArezzoNotizie.

 

Vittoria, provincia di Ragusa: «Malore improvviso, così muore: aveva solo 27 anni». Lo riporta NoveTV.

 

Genova: «Sampierdarena, sessantenne stroncato da un malore per strada». Lo riporta La voce di Genova.

 

Villa Ottone di Gais, provincia autonoma di Bolzano: «Alto Adige, muore a 7 anni dopo un malore a scuola». Lo riporta La Repubblica.

 

Trisungo di Arquata del Tronto, provincia di Ascoli Piceno: «Muore al volante: malore fatale per automobilista«. Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Cavazzale di Monticello Conte Otto, provincia di Vicenza: «Malore fatale in casa a soli 56 anni. Responsabile commerciale in un’azienda e papà di 2 figli». Lo riporta Il Giornale di Vicenza.

 

Pattaya, Thailandia: «Malore in motocicletta, svizzero muore a Pattaya. Il 57enne è deceduto dopo il ricovero in ospedale«. Lo riporta Ticinonline.

 

Rocca Susella, provincia di Pavia: «È morto a causa di un improvviso malore l’ex sindaco di Rocca Susella: aveva 59 anni». Lo riporta Oltrepò Lombardo.

 

Borgone Susa, città metropolitana di Torino: «Dramma a Borgone: anziano muore dopo un malore in strada». Lo riporta Luna nuova.

 

Marina di Carrara, provincia di Massa-Carrara: «Malore fatale per un operaio: i colleghi lo trovano a terra privo di vita nel bagno del cantiere navale di The Italian Sea Group». Lo riporta La Voce Apuana.

 

Caselette, città metropolitana di Torino: «Finisce con l’auto in un canale dopo un malore: muore l’84enne«. Lo riporta Quotidiano Piemontese.

 

Novegro di Segrate, città metropolitana di Milano: «Malore sul lavoro, morto un uomo di 56 anni a Segrate«. Lo riporta Prima Lamartesana.

 

Pescia, provincia di Pistoia: «Malore fatale mentre si trova in banca: si accascia e muore». Lo riporta MSN.

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Fivizzano, provincia di Massa-Carrara: «Infarto dopo l’incidente in ambulanza: muore il volontario della Pubblica assistenza era sopravvissuto allo schianto». Lo riporta La Nazione.

 

Forcoli di Palaia, provincia di Pisa: «Accusa un malore in strada a Forcoli». Lo riporta VTrend.

 

Poggio Lavarino, provincia di Terni: «Terni, trovato morto pensionato di 81 anni. Ucciso da malore improvviso mentre stava potando gli ulivi». Lo riporta Corriere dell’Umbria

 

Padova: «Stroncata da un malore a 91 anni: era l’anima della panetteria di via Vescovado. A trovarla priva di vita è stato il figlio». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Portacomaro, provincia di Asti: «Portacomaro, forse un malore la causa dell’incidente in cui è morto un 80enne». Lo riporta La Nuova Provincia.

 

Poggio Rusco, provincia di Mantova: «Malore in strada a Poggio Rusco, muore 65enne». Lo riporta la Gazzetta di Mantova.

 

Castellammare di Stabia, città metropolitana di Napoli: «Ha un malore in strada, salvato da un medico di passaggio. L’episodio questa mattina a piazza Spartaco». Lo riporta Lo Strillone TV.

 

Genova: «donna colpita da malore in via Archimede: intervento di Vigili del Fuoco e soccorsi. La signora 64è stata prontamente trasportata in ospedale». Lo riporta TeleNord.

 

Castelbellino, provincia di Ancona: «Accusa un malore, automobilista soccorso sulla Superstrada». Lo riporta il Quotidiano delle Marche.

 

Lipari, città metropolitana di Messina: «Elicottero bloccato dal maltempo, catamarano “diventa ambulanza” e trasporta in ospedale una donna colpita da grave malore». Lo riporta MessinaToday.

 

Castano Primo, città metropolitana di Milano: «Ha un malore in strada: interviene l’assessore per salvarlo» Lo riporta Prima Milano Ovest.

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Torino: «Malore in aeroporto, due poliziotti salvano la vita a un uomo». Lo riporta La Stampa.

 

Fondi, provincia di Latina: «L’impatto e il “volo” del SUV forse causati da un malore della donna in gravidanza». Lo riporta Il Messaggero.

 

Saluzzo, provincia di Cuneo: «Uomo colto da malore in strada». Lo riporta il Corriere di Saluzzo.

 

Rubiana, città metropolitana di Torino: «Rubiana, anziana ha un malore in casa: salvata dai vicini». Lo riporta La Valsusa.

 

Merate, provincia di Lecco: «Sartirana: 24enne colta da malore nella riserva lago». Lo riporta Merate online

 

Calusco d’Adda, provincia di Bergamo: «Malore per strada, soccorso un giovane«. Lo riporta Prima Merate.

 

Farra di Soligo, provincia di Treviso: «Cade dalle scale per un malore, impresario edile grave al Ca’ Foncello». Lo riporta TrevisoToday.

 

Sulmona, provincia di L’Aquila: «Sgrida gli studenti a ricreazione e accusa malore. Collaboratrice scolastica in ospedale». Lo riporta OndaTV.

 

Uboldo, provincia di Varese: «Uboldo e Origgio in apprensione per coordinatore della Protezione civile colpito da un malore». Lo riporta Saronno news.

 

Alghero, provincia di Sassari: «Alghero, malore alla guida per una donna: l’auto finisce contro un palo». Lo riporta L’Unione sarda.

 

Monte Revellone, provincia di Ancona: «Malore in altura, giovane scout recuperato dal Soccorso Alpino sul Monte Revellone». Lo riporta AnconaToday.

 

Roscigno, provincia di Salerno: «Roscigno, ha un malore. Necessario elisoccorso: “Intervento tempestivo”». Lo riporta Il Mattino.

 

Paradiso di Pioraco, provincia di Macerata: «Incidente sulla SS361 nelle Marche: la 65enne eugubina ferita gravemente è stata colta da malore». Lo riporta Cronaca Eugubina.

 

Osnago, provincia di Lecco: «Malore in centro, soccorso un uomo. Un uomo di 43 anni si è sentito male». Lo riporta Prima Merate.

 

Venezia: «Tangenziale A57 di Mestre: soccorso e salvato automobilista colto da malore». Lo riporta il sito della Questura di Venezia.

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Cadorago, provincia di Como: «Malore improvviso sul treno a Cadorago: soccorsi in codice rosso per un 58enne». Lo riporta QuiComo.

 

Campodarsego, provincia di Padova: «Malore al volante nella notte, resta esanime per ore nell’auto dentro al fosso prima di essere soccorso: 63enne gravissimo». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Borgo Val di Taro, provincia di Parma: «Incidente in A15: a causa di un malore finisce contro il guardrail». Lo riporta ParmaToday.

 

Lodi: «Prognosi sciolta dopo il grave malore, trasferito in cardiologia. Dimesso dalla terapia intensiva il 59enne santangiolino segretario della Fondazione Banca popolare di Lodi». Lo riporta Il Cittadino.

 

Casale Marittimo, provincia di Pisa: «Oliviero Toscani ricoverato in ospedale per un malore. Il fotografo soffre di amiloidosi». Lo riporta La Gazzetta dello Sport.

 

Mugnano del Cardinale, provincia di Avellino: «Mugnano del Cardinale, malore per neonata: la corsa in ospedale dei sanitari». Lo riporta Il Mattino.

 

Modica, provincia di Ragusa: «Scomparso improvvisamente per un malore il ristoratore modicano». Lo riporta Il Domani Ibleo.

 

Monte Pratello, provincia dell’Aquila: «Colta da malore sulle piste di Monte Pratello: giovane trasferita in ospedale». Lo riporta L’Aquilablog.

 

Gussago, provincia di Brescia: «Malore improvviso mentre è in piscina: paura per un 57enne«. Lo riporta Prima Brescia.

 

Selva di Cadore, provincia di Belluno: «Malore in montagna, soccorsi tempestivi salvano la vita a una turista». Lo riporta News in quota.

 

Nepi, provincia di Viterbo: «Malore alla guida, uomo soccorso d’urgenza con l’eliambulanza«. Lo riporta ViterboToday.

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Villareia di Cepagatti, provincia di Pescara: «Finisce con l’auto contro un trattore: morto, forse per malore». Lo riporta Il Messaggero.

 

Valmorea, provincia di Como: «Valmorea, malore alla guida. In gravi condizioni uomo di 53 anni». Lo riporta La Provincia di Como.

 

Paola, provincia di Cosenza: «due cittadini colti da malore aspettano 48 ore prima di un trasferimento». Lo riporta Cosenza channel.

 

Pesaro: «Pescatore si sente male: salvataggio in alto mare a Pesaro». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Adelaide, Australia: «Anna Kalinskaya, malore al WTA di Adelaide: entra il medico, poi il ritiro». Lo riporta Sky sport.

 

Londra, Gran Bretagna: «Bentancur, il messaggio dopo il malore: “Sto bene, grazie a tutti”». Lo riporta Adnkronos.

 

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Cina

Pechino dichiara guerra al fumo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   La Cina è il primo produttore e consumatore di tabacco, con 300 milioni di fumatori e oltre un milione di morti l’anno. Decine di divisioni provinciali hanno già stretto le norme e il piano «Healthy China 2030» punta a ridurre al 20% i fumatori adulti. Shanghai da mesi sta sperimentano i divieti anche all’aperto in aree sensibili. Intanto cresce l’attivismo civico e anche gli studenti spingono per campus liberi da fumatori.   In Cina è guerra aperta contro il vizio del fumo. Si tratta di un problema molto serio per un Paese considerato il maggiore produttore e consumatore di tabacco al mondo, con oltre 300 milioni di fumatori e più di un milione di persone che muoiono ogni anno per malattie legate ad esso.   Già nella prima metà dello scorso anno, 24 divisioni provinciali avevano introdotto normative locali per contrastare il consumo di tabacco. Mentre da tempo è in vigore l’iniziativa nazionale «Healthy China 2030», che mira a ridurre al 20% la percentuale dei fumatori dai 15 anni in su entro il 2030.

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Pioniera nel controllo del tabacco in Cina è stata la città di Shanghai, avendo istituito per prima il divieto di fumo nei locali pubblici al chiuso nel 2010. Da allora chiunque venga sorpreso accendersi una sigaretta all’interno di ambienti come scuole, ospedali, mezzi pubblici e ristoranti, riceverà prima un avvertimento e poi una multa da 50 a 200 yuan (da 6 a 24 euro circa), in caso di resistenza.   Nel tentativo di compiere un ulteriore sforzo per ridurre la dipendenza da tabacco, a marzo di quest’anno la città ha lanciato un programma pilota per combattere il fumo anche negli spazi pubblici all’aperto. Secondo le linee guida pubblicate dalle autorità locali, siti turistici, scuole, ristoranti e bar in tutta la città sono tenuti ad apporre cartelli antifumo nelle aree di attesa e a formare il personale per scoraggiare il vizio. I cittadini possono segnalare le violazioni chiamando un numero verde governativo. I trasgressori individuali rischiano multe fino a 200 yuan (circa 24 euro), mentre i locali possono essere multati fino a 30.000 yuan (circa 3.600 euro).   L’iniziativa sembra essere stata molto apprezzata dai residenti. Rispondendo a un sondaggio condotto dagli enti di regolamentazione sanitaria della città, oltre il 90% degli intervistati ha ammesso di non tollerare di essere costantemente esposto al fumo passivo mentre cammina per strada.   Tra di loro vi è anche Zhang Yu, impiegato finanziario di professione e fervente influencer antifumo. Alcuni video apparsi sui social media cinesi mostrano Zhang mentre affronta con modi gentili ma decisi coloro che violano il divieto di fumo nei centri commerciali, nei condomini, negli ospedali e in altri spazi pubblici di Shanghai, esortandoli a «spegnere la sigaretta o andarsene».   «Fumare è una questione molto personale, ma quando danneggia gli altri, diventa una cosa davvero brutta», ha dichiarato a Sixth Tone. Ha aggiunto, inoltre, che la maggior parte dei suoi interventi si risolve senza grossi intoppi e che solo in rari casi, trovandosi di fronte a dei fumatori ostinati, è stato costretto a chiamare la polizia. Sui social il sostegno a Zhang è pressoché unanime: in molti dichiarano di aver iniziato a seguire il suo esempio e lo incoraggiano a «continuare così».   Tra le fila dei paladini antifumo vi è anche Xu Lihong, operatrice sanitaria 26enne di Chengdu con oltre 5.600 follower su Xiaohongshu. «Non chiediamo ai fumatori di smettere definitivamente, ma crediamo che la libertà di fumare non debba andare a discapito del diritto altrui a evitare il fumo passivo», ha affermato Xu, autoproclamandosi «ambasciatrice del controllo del tabacco».   Per rendere più efficaci le misure antifumo nella sua città, l’attivista suggerisce di distinguere in modo inequivocabile le aree dove è consentito fumare da quelle dove invece non lo è. Ha notato infatti che quando i cartelli che indicano il divieto sono chiaramente visibili, le persone sono molto più propense ad accondiscendere ai suoi richiami.   Secondo Xu, inoltre, le sanzioni previste per chi viola la normativa sono troppo blande e per questo inefficaci. Nonostante le difficoltà, la giovane è ferma nel suo impegno e ha costruito una rete con altri attivisti antifumo per condividere esperienze e offrire supporto. «Spero in un futuro in cui tutti gli spazi pubblici siano liberi dal fumo passivo», ha affermato.   Zhang Ruicong, studentessa universitaria della provincia dello Zhejiang, ha raccontato di essere stata aggredita verbalmente dopo aver chiesto a una persona di smettere di fumare su una scala mobile della stazione ferroviaria. Le è capitato anche di vedere diversi uomini in un ristorante che continuavano a fumare accanto a dei bambini, nonostante i ripetuti solleciti a smettere.«Molte persone considerano il fumo una cosa normale o temono di causare problemi parlandone», ha affermato, sottolineando i radicati atteggiamenti sociali in Cina nei confronti di questa abitudine. Ha aggiunto che persino sua madre considera la sua posizione «estrema».   Nonostante tutto la giovane resta ottimista. Crede che a guidare il cambiamento su questo tema siano soprattutto le giovani generazioni e, citando la campagna «campus senza fumo» della sua università, ha ribadito come secondo lei «gli studenti siano catalizzatori del progresso sociale».

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Il cambiamento di atteggiamento nei confronti del fumo si riflette anche nella cultura popolare. Recentemente, diversi comici hanno incorporato una sorta di «propaganda antifumo» nei loro spettacoli, incontrando il favore del pubblico a livello nazionale.   Particolarmente indicativa è una vicenda accaduta lo scorso agosto a Shaoxing, città natale di Lu Xun (1881-1936), uno dei principali intellettuali della Cina moderna. Un murale raffigurante il famoso scrittore che fuma, situato presso il memoriale a lui dedicato, è stato al centro di un acceso dibattito dopo la denuncia di un visitatore, preoccupato per l’influenza negativa che l’immagine avrebbe potuto avere sui giovani. L’uomo, un certo Sun, non ha esitato a presentare un reclamo tramite la piattaforma governativa della provincia di Zhejiang, ritenendo che l’opera rischiava di rendere il fumo un’abitudine affascinante per gli adolescenti.   L’opinione pubblica si è quindi divisa tra i sostenitori di Sun, convinti che gli spazi pubblici dovrebbero evitare immagini che tendono a normalizzare il fumo, e i suoi oppositori, secondo cui rimuovere o apportare modifiche all’iconico ritratto avrebbe causato solo uno spreco di risorse pubbliche. Per questi ultimi, inoltre, agire in tal senso avrebbe significato compiere una distorsione storica, dal momento che all’epoca di Lu Xun il fumo non era considerato un vizio, né era condannato come un pericolo per la salute pubblica. Alla fine ha prevalso il secondo fronte: le autorità culturali locali hanno deciso di preservare il murale, in quanto ritenuto parte dell’immagine storica di Lu Xun.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Autismo

Tutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?

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Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha difeso le sue affermazioni espresse venerdì durante una riunione di gabinetto, dopo che alcuni critici lo avevano accusato di suggerire un legame tra circoncisione e autismo. Successivamente ha precisato che si riferiva al paracetamolo (Tylenol) somministrato ai neonati dopo la circoncisione, non alla procedura stessa.

 

In precedenza, il presidente Donald Trump aveva sostenuto parti di questa teoria, invitando le donne in gravidanza a evitare il Tylenol e sottolineando la necessità di valutarne la sicurezza.

 

«Due studi indicano che i bambini circoncisi precocemente presentano un tasso di autismo doppio», ha dichiarato Kennedy durante la riunione. «Non è una prova definitiva. Stiamo conducendo studi per verificarla», ha aggiunto Kennedy.

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Le sue parole hanno scatenato reazioni immediate. Il deputato Jerrold Nadler ha scritto su X che «l’ossessione di Kennedy per le teorie del complotto ha nuovamente superato il limite, sconfinando in un territorio pericoloso e antisemita». Il dottor Peter Hotez, dottore ultravaccinista che rifiuta i confronti e chiede l’esercito contro gli antivaccinisti definiti come «grande forza omicida», ha definito la teoria «assurda». La ricercatrice sull’autismo Helen Tager-Flusberg ha dichiarato: «Niente di tutto ciò ha senso». A settembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito che non esistono prove scientifiche conclusive che colleghino il paracetamolo in gravidanza all’autismo.

 

Kennedy ha poi risposto su X, citando uno studio danese del 2015 che mostrava tassi di autismo più alti nei ragazzi circoncisi. Ha sostenuto che lo studio indica il paracetamolo come probabile causa, sottolineando che può provocare danni neurologici se combinato con lo stress ossidativo, definendo le prove «schiaccianti».

 

Kennedy ha accusato i media di distorsione: «USA Today ha riportato in modo parziale le mie parole, usando un’inquadratura fuorviante. Il New York Post ha completamente travisato il mio discorso con il suo titolo, insinuando che avessi detto che la circoncisione causa l’autismo».

 

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Travisato o no, lo studio danese, intitolato «Ritual circumcision and risk of autism spectrum disorder in 0- to 9-year-old boys: national cohort study in Denmark» («Circoncisione rituale e rischio di disturbo dello spettro autistico nei bambini da 0 a 9 anni: studio di coorte nazionale in Danimarca») esiste.

 

«Abbiamo confermato la nostra ipotesi secondo cui i ragazzi sottoposti a circoncisione rituale potrebbero correre un rischio maggiore di sviluppare ASD», cioè il disturbo dello spettro autistico, scrive lo studio dei ricercatori Morten Frisch e Jacob Simonsen. «Questa scoperta, e l’inaspettata osservazione di un aumento del rischio di disturbo da iperattività tra i ragazzi circoncisi in famiglie non musulmane, meritano attenzione, soprattutto perché i limiti dei dati hanno molto probabilmente reso le nostre stime di rischio per attività fisica conservative. Considerata la diffusa pratica della circoncisione non terapeutica nell’infanzia e nella prima infanzia in tutto il mondo, gli studi di conferma dovrebbero essere considerati prioritari».

 

Un altro studio del 2013, «Prenatal and perinatal analgesic exposure and autism: an ecological link» («Esposizione prenatale e perinatale ad analgesici e autismo: un legame ecologico») esplorava «larelazione tra l’esposizione precoce neonatale al paracetamolo e l’autismo/ASD, i tassi di prevalenza media ponderata della popolazione maschile per tutti i paesi disponibili e gli stati degli Stati Uniti sono stati confrontati con i tassi di circoncisione maschile, una procedura per la quale il paracetamolo è stato ampiamente prescritto dalla metà degli anni Novanta», concludendo che «l’analisi ha identificato correlazioni a livello nazionale tra indicatori di esposizione prenatale e perinatale al paracetamolo e autismo/ASD. È stata inoltre identificata una correlazione a livello statale per l’indicatore di esposizione perinatale al paracetamolo e autismo/ASD.

 

La questione va molto al di là del problema dell’autismo, e riguarda la civiltà occidentale stessa, che ha rifiutato la circoncisione sin dai primissimi anni della cristianità. Scrive la lettera di San Paolo ai Romani: «La circoncisione è utile se tu segui la Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. Se dunque l’incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata come circoncisione? e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. Non è adunque quello che apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; ma il Giudeo è quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la cui lode non è dagli uomini ma da Dio» (Rm, 2, 25-29).

 

Strano che il mondo «laico», che ritiene il battesimo dei bambini come una forzatura religiosa su di una persona che non può decidere in autonomia, non abbia niente da dire contro questa oscena mutilazione genitale infantile – e dobbiamo ancora trovare qualcuno che ci convinca del fatto che la circoncisione sia diversa dall’infibulazione, quella sì, per qualche motivo, invisa alla società.

 

«Il taglio genitale non terapeutico priva il bambino, quando diventerà l’adulto, dell’opportunità di rimanere geneticamente immodificato (o intatto)» hanno scritto due bioeticisti oxoniani i due bioeticisti Lauren Notini e Brian D. Earp «Plausibilmente, la persona le cui “parti private” saranno permanentemente influenzate dal taglio dovrebbe avere la possibilità di valutare se è ciò che desidera, alla luce delle loro preferenze e valori a lungo termine»

 

Di fatto, l’individuo circonciso perde per sempre la sua integrità, vedendosi amputata una parte del corpo straordinariamente ricca di terminazione nervose, che sono quelle che danno il piacere durante l’atto sessuale.

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C’è poi la questione della sicurezza dell’operazione mutilativa: i casi di bambini morti per circoncisione abbondano, anche in Italia, Nel 2023 bambino nigeriano è morto pochi giorni fa in zona Castelli Romani dopo una circoncisione fatta in casa. A Tivoli, nel 2018, morì un altro bambino nigeriano di appena due anni: aveva subito la circoncisione da parte di un sedicente medico; in quel caso, almeno, si salvò il gemello, portato d’urgenza in ospedale. Reggio Emilia, marzo 2019: neonato di famiglia ghanese, cinque mesi, morto dopo «diverse ore di agonia». Monterotondo, provincia di Roma, tre mesi prima: bimbo nigeriano di due anni morto per lo stesso motivo. Genova, aprile 2019, neonato morto nel quartiere Quezzi, e condannato a otto anni di carcere il nigeriano 34enne che aveva eseguito il taglio del prepuzio. Torino, giugno 2016: bebè di genitori ghanesi, circonciso in casa, morto in ospedale. Treviso, ottobre 2008: bimbo di due mesi morto per emorragia. Bari, luglio 2008: bambino deceduto per grave emorragia, «causata probabilmente da circoncisione fatta a domicilio».

 

Secondo dati ripetuti in questi giorni da tutti i giornali, le circoncisioni clandestine in Italia costituirebbero il 40% del totale. Su più di 15.000 circoncisioni richieste all’anno solo 8.500 vengono eseguite su territorio nazionale, mentre 6.500 operazioni di taglio del prepuzio sono effettuate nei Paesi d’origine dove gli immigrati tornano per «turismo etnico» (talvolta, come si è appreso, anche quando si dichiarano «rifugiati» e stanno facendo il percorso burocratico per essere riconosciuti tali totalmente a spese del contribuente italiano).

 

Secondo una sigla di medici stranieri operanti in Italia, il 99% delle famiglie musulmane circoncide il bambino quando ha ancora pochi mesi. La realtà è che tuttavia la circoncisione è di fatto istituzionalizzata grazie agli accordi tra lo Stato italiano e la minoranza ebraica.

 

Come riportato in passato da Renovatio 21, grazie alla legge 101 del 1989 che ratifica l’intesa tra l’Italia e le comunità ebraiche italiane, i maschi di religione ebraica e musulmana possono usufruire di alcuni progetti «clinico-culturali» ed essere circoncisi per 400 euro da un medico in regime di attività libero professionale. La prestazione è da considerarsi al di fuori dei LEA (Livelli essenziali assistenziali). Tra i sottoscrittori il Policlinico Umberto I di Roma, l’Associazione internazionale Karol Wojtyla, la Comunità ebraica di Roma e il Centro islamico culturale d’Italia.

 

La pressione ebraica si dice abbia fatto cambiare rotta anche all’Islanda, che aveva tentato di liberarsi della pratica barbara. Si tratta della stessa procedura per cui ora, per aver parlato della circoncisione, Kennedy è definito «antisemita».

 

«Ogni individuo, non importa di che sesso o di quanti anni dovrebbe essere in grado di dare il consenso informato per una procedura che è inutile, irreversibile e può essere dannosa», aveva dichiarato nel 2018 la deputata Silja Dögg Gunnarsdóttir, 44 anni, del Partito progressista dell’Althing, il Parlamento islandese. «Il suo corpo, la sua scelta». «Autonomia» corporale: è lo slogan delle femministe e dell’aborto. È un dogma inscalfibile del mondo moderno.

 

Il disegno di legge non passò, perché le microcomunità ebraiche e musulmane alzarono un polverone: «l’impatto di questa legge sarebbe sentito molto al di là dei confini dell’Islanda», scriveva una lettera dello spaventatissimo Comitato degli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, spiegando che la «mossa renderebbe l’Islanda la prima e unica nazione europea a mettere fuori legge la circoncisione. Mentre le popolazioni ebraiche e musulmane in Islanda possono essere poco numerose, il divieto di questo paese sarebbe sfruttato da coloro che alimentano la xenofobia e l’antisemitismo in Paesi con popolazioni più diversificate».

 

La circoncisione nel mondo è tollerata, forse, anche per la sua straordinaria diffusione presso la popolazione americana. Contrariamente a ciò che possono pensare beceramente alcuni, la questione in nessun modo è legata ai rapporti tra l’ebraismo e gli USA. La fonte della pratica è la stessa dei cereali che con probabilità il lettore consuma il mattino: John Harvey Kellogg (1852-1943).

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Il Kellogg era un dottore nutrizionista, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica. Tuttavia, un pensiero lo ossessionava: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile.

 

Ecco quindi che raccomandò la circoncisione come rimedio: si taglia subito il prepuzio al bambino e lui non si toccherà crescendo. La cosa ancora più allucinante è che anche i cereali da lui commerciati (da qualche mese di proprietà della Ferrero) avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.

 

Kellogg, che come si è visto godeva di una certa influenza, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. Il Kelloggo, inoltre, scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai allo Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.

 

L’America odierna, e il mondo tutto, si trova quindi ancora alle prese con l’eredità di questo tizio: circoncisione e colazione con cereali tostati. L’eugenetica, nel frattempo, la si fa con le provette.

 

Menzogne, follie, droghe, violenze, aberrazioni: ci spaventiamo se un mondo del genere affoga ogni giorno di più nello tsunami dell’autismo?

 

Roberto Dal Bosco

 

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

 

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Big Pharma

Bayer punta sulla cura del Parkinson dopo decenni di vendita di prodotti come il glifosato legati alla malattia

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Bayer sta avviando una sperimentazione clinica di Fase 3 per un trattamento del Parkinson a base di cellule staminali attraverso la sua controllata BlueRock, nonostante l’azienda stia affrontando migliaia di cause legali relative ai pesticidi collegati alla malattia. Questa mossa evidenzia il duplice ruolo di Bayer nel contribuire al Parkinson e nel cercare di trarne profitto.   Bayer sta lanciando un nuovo trattamento sperimentale per il morbo di Parkinson, nonostante il colosso farmaceutico e chimico continui a trarre profitto dalla vendita di pesticidi collegati alla malattia.   La società ha annunciato la scorsa settimana che la sua sussidiaria BlueRock Therapeutics LP ha avviato una sperimentazione clinica di fase 3 per il bemdaneprocel, un farmaco progettato per sostituire le cellule cerebrali produttrici di dopamina uccise dalla malattia neurodegenerativa.   Il farmaco deriva da cellule staminali impiantate chirurgicamente nel cervello di una persona affetta dal morbo di Parkinson. Una volta impiantate, le cellule staminali possono svilupparsi in neuroni dopaminergici maturi, contribuendo a riformare le reti neurali colpite dal Parkinson.   Ripristinano «potenzialmente» la funzionalità motoria e non motoria dei pazienti. Il farmaco è stato approvato dalla Food and Drug Administration statunitense nel 2021.   Bemdaneprocel sarà probabilmente disponibile sul mercato tra anni, eppure Bayer sta investendo molto nelle infrastrutture produttive per i futuri prodotti di terapia cellulare e genica. Parte di questo sforzo include la costruzione di uno stabilimento da 250 milioni di dollari in California, secondo Reuters.   Le tecnologie di terapia cellulare e genica contro il cancro stanno già generando profitti per altre aziende, ma BlueRock è la prima azienda a portare una terapia cellulare per il Parkinson alla fase 3 degli studi clinici.   Le difficoltà finanziarie della Bayer derivano in parte dai brevetti scaduti su due dei suoi farmaci di successo: l’anticoagulante Xarelto e il medicinale per gli occhi Eylea.   Ma i maggiori problemi finanziari di Bayer sono radicati nell’acquisizione di Monsanto nel 2018, secondo Reuters. Il glifosato, un diserbante di Monsanto, è collegato al cancro e al Parkinson, le stesse malattie da cui Bayer potrebbe trarre profitto con un nuovo trattamento.   Finora, Bayer ha pagato circa 11 miliardi di dollari per risolvere le cause legali relative al glifosato e si stima che siano ancora pendenti 67.000 cause legali nei suoi confronti.

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Molti dei pesticidi della Bayer sono collegati al Parkinson

Il morbo di Parkinson è il disturbo neurologico in più rapida crescita al mondo, caratterizzato dalla perdita di neuroni nella parte del cervello che produce dopamina e che è responsabile del controllo motorio.   Sebbene non esista una cura nota per il Parkinson, esistono alcune cause note. Studi dimostrano che l’esposizione a diversi pesticidi è fortemente correlata allo sviluppo della malattia.   I collegamenti più ampiamente segnalati tra pesticidi e morbo di Parkinson riguardano l’erbicida paraquat della Syngenta.   Attraverso un’indagine sui documenti interni di Syngenta, il giornalista Carey Gillam ha rivelato che l’azienda era consapevole che il suo pesticida causava cambiamenti neurologici che sono il segno distintivo della malattia, ma lavorava segretamente per insabbiare le prove scientifiche del collegamento.   Tuttavia, studi recenti collegano anche l’esposizione ad altri pesticidi alla malattia.   Numerosi studi di casi, uno studio epidemiologicostudi sugli animali e recenti studi che esaminano molteplici esposizioni a pesticidi dimostrano che il glifosato, una nota neurotossina, probabilmente gioca un ruolo nel Parkinson.   Tuttavia, gli scienziati che scrivono sulle più importanti riviste mediche affermano che sono necessarie ulteriori ricerche e una migliore regolamentazione, citando il legame poco studiato tra glifosato e Parkinson come esempio paradigmatico del problema.   Parte del problema, affermano, è che sono le aziende produttrici di pesticidi a condurre la maggior parte delle ricerche, e la maggior parte di queste riguarda singoli pesticidi in modo isolato.   Nuove prove dimostrano che il Parkinson è anche – e forse più frequentemente – collegato all’esposizione a «cocktail» di pesticidi. Questi causano «una neurotossicità maggiore per i neuroni dopaminergici rispetto a qualsiasi singolo pesticida», perché i diversi pesticidi hanno meccanismi d’azione diversi. Se combinati, possono causare danni neurologici maggiori.   Una ricerca pubblicata su Nature Communications ha esaminato la storia dell’esposizione chimica dei pazienti affetti da Parkinson e ha identificato 53 pesticidi implicati nella malattia.   Tra le 10 sostanze chimiche identificate come direttamente tossiche per i neuroni collegate al Parkinson figurano pesticidi, erbicidi e fungicidi prodotti dalla Bayer.   Tra questi ci sono l’endosulfan, prodotto dall’azienda ma gradualmente eliminato in risposta alle pressioni internazionali; il diquat, un ingrediente chiave utilizzato dalla Bayer per sostituire il glifosato nel Roundup e vietato nell’UE, nel Regno Unito e in Cina; e i fungicidi contenenti solfato di rame e folpet.   Un altro studio ha identificato l’esposizione a lungo termine a 14 pesticidi con un aumento del rischio di morbo di Parkinson nelle persone che vivono nella regione delle Montagne Rocciose e delle Grandi Pianure.   I tre pesticidi con l’effetto più forte sono stati simazina, atrazina e lindano. Bayer produce diversi pesticidi contenenti simazina e atrazinaBayer in precedenza utilizzava il lindano nei suoi prodotti, ma ne ha gradualmente eliminato l’uso come pesticida agricolo negli Stati Uniti.   Bayer è una delle quattro aziende, insieme a Syngenta, Corteva e BASF, che controllano da anni il mercato mondiale dei pesticidi.   Negli Stati Uniti, l’azienda ha tentato di proteggersi da ulteriori contenziosi sui rischi per la salute causati dai suoi prodotti chimici, sostenendo una legislazione a livello federale e statale che renderebbe più difficile per gli stati regolamentare i pesticidi o per le persone danneggiate dai prodotti agrochimici fare causa ai produttori.   Brenda Baletti Ph.D.   © 1 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Immagine di Mister F. via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0
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