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Salute

I malori della 27ª settimana 2025

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Poirino, città metropolitana di Torino: «Malore fatale nella palestra senza aria condizionata, aneurisma cerebrale a 22 anni mentre si allena». Lo riporta il Corriere Torino.

 

Morsano al Tagliamento, provincia di Pordenone: «Fa caldo e si rinfresca con l’acqua gelata: anziano trovato morto dopo due giorni». Lo riporta il Messaggero Veneto.

 

Andezeno, città metropolitana di Torino: «Malore fatale all’Arcoplastica». Lo riporta il Corriere di Chieri.

 

Padova: «Il rugbista stroncato da un infarto a 52 anni». Lo riporta Il Mattino di Padova.

 

Bellaria, provincia di Rimini: «Muore sotto la morsa del caldo dopo un malore in spiaggia. Inutili i tentativi di salvare il turista». Lo riporta RiminiToday.

 

Riccione, provincia di Rimini: «Malore mentre nuota in mare, perde la vita turista milanese». Lo riporta Newsrimini.

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Vicenza: «Operaio muore due giorni dopo il ricovero: malore in cisterna». Lo riporta Sky TG24.

 

Canazei, provincia autonoma di Trento: «Tragedia in quota, escursionista ha un malore e crolla a terra fuori dal rifugio. Vani i tentativi di soccorso: un 70enne è morto». Lo riporta Il Dolomiti.

 

Marina di Manarola, provincia di La Spezia: «Colpito da malore dopo tuffo in mare. Grave un giovane». Lo riporta La Nazione.

 

San Teodoro, provincia di Sassari: «Malore per la calura mentre fa il bagno in Sardegna, l’imprenditore muore a 57 anni». Lo riporta il Corriere del Veneto.

 

Rende, provincia di Cosenza: «Tragedia a Rende, bimba di 8 anni annega nella piscina del Parco acquatico: stava giocando in acqua quando, forse, ha avuto un malore ed è annegata». Lo riporta la Gazzetta del Sud.

 

Noale, città metropolitana di Venezia: «Operaio accusa un malore al lavoro per il troppo caldo e torna a casa: la compagna lo trova morto nell’auto». Lo riporta Il Messaggero.

 

Palermo: «Malore mentre passeggia per strada: morta una donna di 53 anni a Bagheria». Lo riporta PalermoToday.

 

Vittorio Veneto, provincia di Treviso: «Don morto durante la preghiera, il sacerdote 49enne stroncato da un malore improvviso». Lo riporta Virgilio.

 

Versailles, Francia: «Bambina di 10 anni muore per infarto alla Reggia di Versailles. La bambina, arrivata con la famiglia dagli Stati Uniti, è crollata nel cortile della tenuta reale». Lo riporta Le Parisien.

 

San Lazzaro di Savena, città metropolitana di Bologna: «Morto nel cantiere: aperto un fascicolo sulla morte del 48enne marocchino per appurare le cause del malore fulminante». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Pianello di Ostra, provincia di Ancona: «Stroncata da un malore a 54 anni. Il gatto l’ha vegliata dopo la tragedia». Lo riporta Centro Pagina.

 

Poirino, città metropolitana di Torino: «Malore in palestra, morta a 22 anni». Lo riporta TorinoToday.

 

Peschiera del Garda, provincia di Verona: «Dramma in autostrada, malore fatale: camionista di 73 anni trovato morto sul mezzo pesante in una piazzola». Lo riporta Il Dolomiti.

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Giuliano di Roma, provincia di Frosinone: «Ucciso da un malore mentre sta per iniziare a lavorare: la tragica fine di un operaio davanti agli occhi dei colleghi». Lo riporta TuNews24.

 

Gonars, provincia di Udine: «Malore alla stazione di servizio, muore camionista di 44 anni». Lo riporta UdineToday.

 

San Teodoro, provincia di Sassari: «Malore fatale in Sardegna, muore imprenditore edile trevigiano. Il 57enne è svenuto mentre si trovava in acqua ed è morto sotto lo sguardo della moglie». Lo riporta TrevisoToday.

 

Budoni, provincia di Sassari: «Muore sulla spiaggia stroncato da un malore. La vittima è un uomo di 75 anni che si trovava a Budoni». Lo riporta TerniToday.

 

Bogliasco, città metropolitana di Genova: «Malore in acqua: muore infermiere del 118. Si trovava al mare con il figlio, quando si è improvvisamente sentito male». Lo riporta GenovaToday.

 

Civitanova Marche, provincia di Macerata: «Malore fatale sul lungomare: muore turista umbra». Lo riporta Picchio News.

 

Reggio Emilia: «Credem, morto il direttore generale: fatale un malore in ufficio». Lo riporta la Gazzetta di Modena.

 

Atina, provincia di Frosinone: «Malore mentre monta la fibra ottica. Morto a 58 anni». Lo riporta Ciociaria Oggi.

 

Lentini, provincia di Siracusa: «Agricoltore muore in campagna per un malore: forse stroncato dal caldo. La vittima è un 58enne». Lo riporta CataniaToday.

 

Pordenone: «Muore mentre cerca riparo dal caldo, l’amico del 91enne non lo vede arrivare e lancia l’allarme: fatale il contatto con l’acqua gelida». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Rimini: «Addio al prof dell’Alberti, scomparso a 64 anni per un malore». Lo riporta RiminiToday.

 

Bologna: «Malore in autogrill dell’A14, camionista morto. L’uomo è stato trovato senza vita dalla compagna che ha dato l’allarme». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Pescara: «Finisce fuori strada per un malore: morta una donna in via della Bonifica». Lo riporta IlPescara.

 

Dragoni, provincia di Caserta: «Malore mentre gioca a padel: rinomato commerciante di stoffe muore a 57 anni». Lo riporta CasertaCE.

 

Mira, città metropolitana di Venezia: «Malore mentre va al lavoro: muore dopo tre giorni a 42 anni». Lo riporta La Nuova di Venezia e Mestre.

 

Sanremo, provincia di Imperia: «Sanremo, anziano trovato morto in spiaggia: ipotesi malore». Lo riporta Primocanale.

 

San Martino Siccomario, provincia di Pavia: «Con l’auto nel canale. Morta donna di 61 anni. Ipotesi di un malore: nessun segno di frenata». Lo riporta Il Giorno.

 

Pescara: «Ha un malore improvviso alla guida: muore a 46 anni». Lo riporta 41esimoparallelo.

Cesanella di Senigallia, provincia di Ancona: «Malore, addio al geometra gentile. Aveva 59 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

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Arona, provincia di Novara: «Malore alla stazione di Arona, un uomo portato via con l’elisoccorso». Lo riporta La Stampa.

 

Ortona, provincia di Chieti: «Tragedia in mare a Ortona: donna muore dopo un malore nei pressi dello stabilimento Dea Venere». Lo riporta Videocittà.media.

 

Calco, provincia di Lecco: «Accusa un malore sul posto di lavoro, paura per un giovane»”. Lo riporta Prima Merate.

 

Pisogne, provincia di Brescia: «Perde l’equilibrio e cade sbattendo la testa: grave 68enne. L’ipotesi: malore causato dal caldo record». Lo riporta Il Giorno.

 

Firenze: «Detenuto morto in doccia a Sollicciano, ipotesi di malore». Lo riporta Firenze e dintorni.

 

Ventasso, provincia di Reggio Emilia: “Cerreto Laghi, malore al Lago Pranda: soccorso un 22enne”. Lo riporta Stampa Reggiana.

 

Ferrara: «Malore a colazione, spavento per una bimba». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Sondrio: «Malore in strada, 70enne soccorso dalla Guardia di finanza». Lo riporta La Provincia Unica Tv.

 

Poviglio, provincia di Reggio Emilia: «Malore in consiglio, ricoverata l’ex sindaca». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli: «San Benedetto, malore in mare. Anziano soccorso da tre bagnini». Lo riporta La Nuova Riviera.

 

Manfredonia, provincia di Foggia: «Anziano colto da malore in strada a Manfredonia: provvidenziale l’intervento di una Guardia Ambientale». Lo riporta statoquotidiano.

 

Malborghetto Valbruna, ente per il decentramento regionale di Udine: «Soffre un malore a 1500 metri, soccorso con l’elicottero». Lo riporta UdineToday.

 

Cesano di Senigallia, provincia di Ancona: «Malore in acqua. Anziano salvato dal baywatch». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Roseto Capo Spulico, provincia di Cosenza: «Carabinieri soccorrono un camionista colpito da malore sulla SS106». Lo riporta L’Eco dello Ionio.

 

Battipaglia, provincia di Salerno: «Incidente sulla A2, all’uscita di Battipaglia: malore alla guida per una donna». Lo riporta SalernoToday.

 

Porto Torres, provincia di Sassari: «Porto Torres, malore per un marittimo sulla Gnv Azzurra: lunghe code prima dell’imbarco». Lo riporta L’Unione Sarda.

 

Claut, provincia di Pordenone: «Stroncato da un malore mentre lavora nel bosco con il padre: muore un uomo di 38 anni». Lo riporta Friuli Oggi.

 

Reggio Calabria: «Paura sulla Jonio-Tirreno: donna colta da malore si accosta e viene soccorsa». Lo riporta Strettoweb.

 

Rieti: «Un malore alla base dello scontro auto-camion in via Ricci«. Lo riporta Il Messaggero.

 

Sanremo, provincia di Imperia: «Colpito da un malore in spiaggia a Sanremo, muore 90enne mantovano, quella mattina era uscito per una passeggiata». Lo riporta Prima Mantova.

 

Tarvisio, provincia di Udine: «Malore su un sentiero, soccorsa turista». Lo riporta UdineToday.

 

Sarzana, provincia di La Spezia: «Malore in casa, muore a 52 anni ex calciatore della Sarzanese». Lo riporta La Nazione.

 

Malborghetto Valbruna, provincia di Udine: «Escursionista soccorso dopo il malore sopra il rifugio Fratelli Greco: recuperato dal sentiero con il verricello e trasportato in ospedale». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Cervia, provincia di Ravenna: «Malore al mare per un bimbo di 6 mesi, salvato dal bagnino e da un medico». Lo riporta Ravenna e dintorni.

 

Follonica, provincia di Grosseto: «Malore per il caldo davanti al comune, donna sdraiata sull’asfalto bollente. La donna si è sentita male, forse per il gran caldo ed è caduta a terra dalla bici». Lo riporta Maremma Oggi.

 

Sondrio: «Malore in strada a Sondrio, 70enne soccorso dalla Guardia di finanza». Lo riporta La Provincia Unica.

 

Spresiano, provincia di Treviso: «35enne colto da malore in fabbrica. Soccorso anche un 67enne che lavorava in giardino. Boom di chiamate al Suem118 di Treviso. Interventi tra Spresiano, Monastier e Conegliano». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Genova: «Malore per il caldo estremo: donna salvata dagli agenti della polizia locale». Lo riporta GenovaToday.

 

Tezze sul Brenta, provincia di Vicenza: «Incidente sul lavoro. Troppo caldo, due operai in una buca hanno un malore: uno di loro è in coma». Lo riporta RaiNews.

 

Civitanova Marche, provincia di Macerata: «Malore in spiaggia, soccorso dai bagnini«. Lo riporta Cronache Maceratesi.

 

San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno: «Turista bresciana colta da malore in acqua: salvata in extremis dai bagnini». Lo riporta BresciaToday.

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Poviglio, provincia di Reggio Emilia: «Malore in consiglio, ricoverata l’ex sindaca«. Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Reggio Calabria: «Tragedia a Catona: uomo muore in mare colto da malore, inutili i soccorsi». Lo riporta ReggioTV.

 

Certaldo, città metropolitana di Firenze: «Ha un malore alla guida e travolge un operaio: grave incidente, arriva l’elisoccorso». Lo riporta La Nazione.

 

Castiglione della Pescaia, provincia di Grosseto: «Malore per un ottantenne, interviene l’elisoccorso Pegaso». Lo riporta Maremma Oggi.

 

Follonica, provincia di Grosseto: «Malore per il caldo davanti al Comune, donna sdraiata sull’asfalto bollente». Lo riporta Maremma Oggi.

 

Arona, provincia di Novara: «Malore alla stazione di Arona, un uomo portato via con l’elisoccorso». Lo riporta La Stampa.

 

Cervia, provincia di Ravenna: «Mirabilandia, a 14 anni ha un malore nel parco divertimenti dopo il giro sulle montagne russe: “Ricoverata in prognosi riservata”». Lo riporta il Corriere della Sera – Bologna.

 

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Alimentazione

Primo decesso registrato dovuto ad allergia alla carne trasmessa dalle zecche: programma eugenetico avviato?

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È stato documentato il primo caso mortale di allergia alla carne indotta da zecche. Un quarantasettenne, in precedenza in ottima forma fisica, è deceduto entro quattro ore dal consumo di un hamburger di manzo quest’estate. La causa del decesso è rimasta enigmatica finché gli studiosi della Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia non hanno riesaminato il fascicolo, individuando l’allergia.   Le allergie alla carne rossa possono scaturire dai morsi della zecca Lone Star, riconoscibile per la macchia a forma di stella sul dorso. Tale morso rende il sistema immunitario ipersensibile a uno zucchero presente nella carne rossa, denominato alfa-gal.   Nei soggetti affetti dalla sindrome alfa-gal, l’ingestione di manzo, maiale o agnello può scatenare reazioni allergiche, tra cui rash cutanei, nausea e vomito. Gli scienziati paventavano il rischio di anafilassi letale, una risposta allergica estrema, ma fino ad ora non erano stati registrati episodi fatali.

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La vittima, di cui non è stato ancora divulgato il nome, aveva trascorso l’estate in campeggio con la consorte e i figli. Una sera, durante il soggiorno, la famiglia consumò una bistecca e l’uomo accusò presto intensi dolori addominali, diarrea e conati. Sebbene si fosse ripreso, confidò ai familiari di aver temuto la morte.   A distanza di due settimane, dopo aver mangiato un hamburger a una grigliata, è spirato in meno di quattro ore.   L’autopsia non ha fornito indicazioni decisive, così la moglie si è rivolta alla Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia per assistenza. L’analisi dei campioni ematici della vittima rivelato la sensibilizzazione all’alfa-gal e confermò una violenta reazione allergica.   Interrogata dai ricercatori sulla cronologia di punture di zecche del marito, la donna ha riferito che questi aveva subito 12 o 13 morsi intorno alle caviglie durante l’estate. Molti dei presunti morsi di acari sono in realtà punture di zecche Lone Star (Amblyomma americanum) in fase larvale.   Negli ultimi decenni, l’habitat della zecca Lone Star si è espanso sensibilmente per effetto di climi più miti, mutamenti nell’uso del suolo e crescita delle popolazioni di ospiti, come tacchini selvatici e cervi dalla coda bianca.   Sono state accertate colonie riproduttive stabili in alcune zone del Nord-Est, inclusi New York e New Jersey, e nel Midwest.   Il portale del CDC evidenzia che «la distribuzione dell’Amblyomma americanum nel 1750 interessava gli Stati Uniti orientali. Successivamente, l’areale delle zecche si contrasse con la deforestazione e il calo delle popolazioni di cervi dalla coda bianca. Questi ultimi rappresentano un ospite primario per la zecca».   «A partire dagli anni Quaranta, politiche di conservazione e reintroduzione dei cervi hanno favorito l’incremento numerico e territoriale delle popolazioni di cervi dalla coda bianca negli Stati Uniti orientali. Parallelamente all’espansione di tali popolazioni, la zecca Lone Star ha ricolonizzato il proprio areale storico».   Un portavoce della Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia ha fornito i seguenti suggerimenti in merito a morsi di zecca Lone Star e allergie alla carne.   «Le informazioni cruciali per la popolazione sono: in primo luogo, un dolore addominale intenso che insorge 3-5 ore dopo l’assunzione di manzo, maiale o agnello deve essere indagato come possibile anafilassi; in secondo luogo, punture di zecca che provocano prurito per oltre una settimana o larve di zecca spesso confuse con “chigger” possono indurre o accentuare la sensibilizzazione alla carne di mammifero».   «D’altro canto, la maggior parte dei pazienti con episodi di orticaria da lievi a moderati può gestire i sintomi mediante una dieta mirata».   Come riportato da Renovatio 21, anni fa aveva destato scalpore la proposta di un bioeticista legato al WEF di bioingegnerizzare esseri umani con intolleranza alla carne in nome della lotta al cambiamento climatico.   Nella sua proposta il dottor Matthew Liao, direttore del Centro per la bioetica del College of Global Public Health presso la New York University, nominava specificatamente la zecca Lone Star.  

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«La gente mangia troppa carne. E se dovessero ridurre il loro consumo di carne, allora aiuterebbe davvero il pianeta», aveva dichiarato il professor Liao.   «Quindi ecco un pensiero. Quindi si scopre che ne sappiamo molto: abbiamo queste intolleranze», ha continuato il Liao. «Per esempio ho un’intolleranza al latte. E alcune persone sono intolleranti ai gamberi. Quindi forse possiamo usare l’ingegneria umana per dimostrare che siamo intolleranti a certi tipi di carne, a certi tipi di proteine ​​bovine».   «C’è questa cosa chiamata zecca Lone Star che se ti morde diventerai allergico alla carne. Quindi è qualcosa che possiamo fare attraverso l’ingegneria umana. Possiamo forse affrontare problemi mondiali davvero grandi attraverso l’ingegneria umana».   Le zecche insomma, come le zanzare, potrebbero rientrare in un vasto programma eugenetico mondiale.   Le inquietanti dichiarazioni del bioeticista legato al WEF sono da collegarsi con recenti rivelazioni, sempre più credibili, di programmi di guerra biologica tramite le zecche: secondo alcuni, la malattia di Lyme potrebbe quindi essere uscita da un laboratorio americano che utilizzava le zecche come vettore epidemico-militare.   Va notato come le zecche, e la malattia di Lyme, si stiano diffondendo ora in tutta Europa, Italia compresa, così come ossessivi programmi vaccinali portati innanzi dalla regioni – si tratta, tuttavia, dell’encefalopatia, non del Lyme, per cui la protezione offerta è quantomeno limitata.   Nelle scorse settimane, un po’ a scoppio ritardato, il governatore della Florida Ron DeSantis ha pubblicamente respinto l’idea che gli esseri umani possano essere modificati geneticamente per sviluppare un’allergia alla carne rossa come un modo per limitare il consumo di carne e proteggere l’ambiente.  

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Gravidanza

L’esposizione prenatale ai PFAS è legata a cambiamenti «misurabili» nel cervello dei bambini

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Anni dopo, ricercatori scandinavi hanno scoperto forti associazioni tra diverse esposizioni al PFAS nelle madri incinte e diversi aspetti della struttura cerebrale dei loro figli, ha dichiarato a The Defender Aaron Barron, Ph.D., autore principale di uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health.

 

Una nuova ricerca dimostra che l’esposizione della madre a «sostanze chimiche eterne» durante la gravidanza è collegata a cambiamenti misurabili nel cervello del bambino entro i 5 anni di età.

 

Lo studio, pubblicato su The Lancet Planetary Health, è il primo a esaminare in modo esaustivo il legame tra sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) materne e cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello dei bambini.

 

I ricercatori hanno scoperto forti associazioni tra diverse esposizioni al PFAS nelle madri incinte e diversi aspetti della struttura cerebrale dei loro figli anni dopo, ha dichiarato a The Defender l’autore principale Aaron Barron, Ph.D.

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I cambiamenti includevano volumi ridotti in diverse regioni del cervello e cambiamenti nei modelli di connettività funzionale in tutto il cervello.

 

Le tre principali regioni del cervello colpite sono state il corpo calloso, il più grande tratto di sostanza bianca del cervello, che collega i due emisferi cerebrali; la corteccia occipitale, responsabile della vista e dell’elaborazione visiva; e l’ ipotalamo, che regola i livelli ormonali e il metabolismo.

 

Hanno riscontrato effetti anche a bassi livelli di esposizione

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I PFAS sono sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino e che vengono comunemente utilizzate in un’ampia gamma di prodotti di consumo, dai prodotti per la pulizia ai cosmetici, fino alle pentole. Queste sostanze chimiche persistono nell’ambiente e possono accumularsi negli esseri umani e negli animali.

 

Le sostanze chimiche PFAS sono state collegate al cancroa difetti congeniti, a malattie del fegato, a malattie della tiroide, a un sistema immunitario indebolito, a squilibri ormonali e a una serie di altri gravi problemi di salute.

 

Secondo lo studio, la maggior parte delle persone è esposta cronicamente ai PFAS da anni.

 

«Questo studio descrive in modo doloroso come siamo costretti a vivere nell’ambiente tossico che creiamo», ha affermato Karl Jablonowski, ricercatore senior del Children’s Health Defense, che non ha preso parte allo studio.

 

«Interferire con lo sviluppo cerebrale è spesso irreversibile. I PFAS sono ovunque, ubiquitariamente presenti nelle gravidanze di tutto il mondo. Questo studio suggerisce che il nostro inquinamento sta avendo un effetto sullo sviluppo cerebrale in tutta la specie umana».

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I risultati sono «molto interessanti e potenzialmente allarmanti»

Jablonowski ha affermato che la tecnologia per identificare la contaminazione da PFAS è ancora agli inizi, motivo per cui gli studi più importanti che ne esaminano gli effetti sono recenti. Ricerche recenti hanno trovato collegamenti tra PFAS e problemi di sviluppo cerebrale, tra cui il disturbo dello spettro autistico e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).

 

Anche alcuni studi precedenti hanno riscontrato associazioni tra l’esposizione materna e la struttura del cervello esaminando porzioni limitate del cervello dei bambini.

 

Per testare ulteriormente questo collegamento, Barron e il suo team di ricercatori scandinavi hanno misurato i composti PFAS in campioni di sangue prelevati da un gruppo di oltre 50 donne incinte alla 24a settimana di gravidanza.

 

Hanno monitorato i loro figli cinque anni dopo, utilizzando tecniche di risonanza magnetica per misurare la struttura del cervello, i percorsi della materia bianca e la connettività tra le diverse regioni del cervello.

 

Barron ha definito i molteplici cambiamenti nella struttura cerebrale da loro identificati «molto interessanti e potenzialmente allarmanti».

 

Poiché la ricerca era uno studio di coorte basato sulla popolazione, le donne che hanno partecipato non erano casi anomali con livelli insolitamente elevati di esposizione ai PFAS. La loro esposizione era tipica della maggior parte delle persone.

 

«Ma anche a questi bassi livelli, i PFAS erano fortemente e linearmente associati alla struttura del cervello, il che significa che i potenziali effetti dei PFAS sullo sviluppo del cervello non sono rilevanti solo per la minoranza della popolazione con un’esposizione molto elevata ai PFAS, ma per tutti», ha affermato Barron.

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«Chiaro meccanismo attraverso il quale il PFAS materno può raggiungere il cervello fetale»

Barron ha avvertito che il suo studio non ha dimostrato la causalità. Per farlo, avrebbe richiesto esperimenti che non sono realmente possibili sugli esseri umani, ha affermato.

 

«Ma le associazioni sono convincenti», in particolare se combinate con altre ricerche che hanno dimostrato che il PFAS può passare attraverso la placenta fino al bambino, può attraversare la barriera emato-encefalica e accumularsi nel cervello, e influenzare direttamente il modo in cui i neuroni e le cellule staminali neurali possono crescere e maturare.

 

«Esiste quindi un chiaro meccanismo attraverso il quale il PFAS materno può raggiungere il cervello fetale e causare cambiamenti che portano al tipo di associazioni che osserviamo», ha affermato.

 

Non esiste un cambiamento immediato nello stile di vita che le donne incinte possano apportare per ridurre i livelli di PFAS nel sangue, ha affermato. Ma le donne incinte non dovrebbero preoccuparsi in questo momento, né trarre conclusioni affrettate, anche perché non c’è nulla che si possa fare durante la gravidanza per affrontare il problema.

 

«Con i PFAS, non è vero che alcune persone li hanno e altre no: sono presenti nel sangue di quasi tutti. Si accumulano molto lentamente nel corso degli anni e in genere vengono eliminati dall’organismo molto lentamente», ha affermato.

 

Ha aggiunto che è importante che le persone siano consapevoli degli effetti dannosi, «ma se preoccuparsi eccessivamente durante la gravidanza porta a livelli elevati di stress materno, allora questo può avere conseguenze negative anche per lo sviluppo del bambino».

 

Barron ha affermato che sarebbe scettico nel raccomandare cambiamenti radicali nello stile di vita o nelle politiche basandosi su un singolo studio.

 

«Ma dovremmo parlare dei PFAS: ci sono sempre più prove che dimostrano che sono dannosi per la nostra salute, e il nostro studio non fa che aggravare questa situazione», ha affermato.

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Quali composti PFAS comportano il rischio più elevato? Non lo sappiamo ancora.

Anche se alcuni PFAS hanno iniziato a essere regolamentati, «continueranno a persistere nell’ambiente e sono ancora presenti nel sangue di quasi tutti», ha affermato Barron. «Dovremmo continuare a informare le persone su queste sostanze chimiche e trovare modi per rimuoverle dall’ambiente».

 

Poiché queste sostanze chimiche sono presenti nel sangue di ogni madre, «ogni cervello si sviluppa in presenza di PFAS» e queste informazioni devono essere integrate nelle attuali conoscenze sullo sviluppo cerebrale normale, ha affermato.

 

Questo fatto potrebbe non rappresentare una catastrofe, avvertono i ricercatori.

 

«È importante ricordare che solo perché il cervello appare “diverso”, non significa necessariamente che sia peggiore, e si spera che nuove ricerche dimostrino se questi cambiamenti strutturali del cervello siano realmente dannosi o meno per un bambino», ha affermato Barron.

 

I ricercatori hanno sottolineato la necessità di un follow-up a lungo termine e di replicare i loro risultati in altre popolazioni. Hanno inoltre affermato che ulteriori ricerche dovrebbero verificare se questi primi cambiamenti cerebrali si traducano in impatti misurabili a livello educativo, sociale o comportamentale in età più avanzata.

 

Hanno chiesto un’indagine per individuare quali specifici composti PFAS comportino il rischio più elevato, quanto sia importante il momento dell’esposizione e quali strategie di mitigazione possano ridurre il trasferimento materno-fetale.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 14 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Alimentazione

I pesticidi «neonicotinoidi» collegati al collasso delle colonie di api potrebbero danneggiare anche la fertilità maschile

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   I pesticidi neonicotinoidi, la classe di insetticidi più utilizzata al mondo, sono collegati alla tossicità riproduttiva maschile negli animali da laboratorio, soprattutto a dosi elevate, secondo una nuova revisione scientifica di due decenni di prove. I risultati, pubblicati a dicembre su Environmental Research, si aggiungono alle crescenti prove che i «neonicotinoidi» possono danneggiare la fertilità umana.   Secondo una nuova revisione scientifica di due decenni di prove, i pesticidi neonicotinoidi, la classe di insetticidi più utilizzata al mondo, sono associati alla tossicità riproduttiva maschile negli animali da laboratorio, soprattutto a dosi più elevate.   I risultati, pubblicati a dicembre su Environmental Research, si aggiungono alle crescenti prove che questi insetticidi possono danneggiare la fertilità umana. Noti come «neonicotinoidi», i pesticidi neonicotinoidi sono vietati nell’Unione Europea (UE), ma ampiamente utilizzati negli Stati Uniti.   Gli scienziati hanno analizzato 21 studi di laboratorio tra il 2005 e il 2025. Nonostante le differenze di progettazione, specie e dosaggio, oltre due terzi hanno scoperto che l’esposizione ai neonicotinoidi danneggiava la funzione testicolare e gli spermatozoi: il numero di spermatozoi diminuiva. Gli spermatozoi si muovevano più lentamente . Le forme diventavano anomale e i livelli ormonali cambiavano.   Gli effetti peggioravano con dosi più elevate o con un’esposizione più prolungata ai neonicotinoidi, causando lesioni più gravi o permanenti.   «Questa revisione narrativa… ha stabilito che i neonicotinoidi presentano una tossicità riproduttiva nei ratti e nei topi maschi, compromettendo in particolare la funzione testicolare e la qualità dello sperma ad alti livelli di esposizione», hanno scritto i ricercatori.   «La convergenza dei dati sugli animali e la mancanza di studi epidemiologici sull’uomo fino ad oggi dimostrano la necessità critica di indagare i potenziali rischi per la salute riproduttiva derivanti dall’esposizione ai neonicotinoidi negli esseri umani».   Gli studi dimostrano che l’esposizione a questi pesticidi ha causato:  
  • Funzione genetica alterata e sviluppo precoce dell’embrione interrotto.
 
  • Disfunzione ormonale, stress ossidativo (uno squilibrio chimico che danneggia le cellule), disfunzione dei mitocondri (le parti delle cellule che producono energia) e lesioni al tessuto testicolare.
 
  • Problemi riproduttivi che possono essere trasmessi alla prole.

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Inoltre, la revisione ha rilevato che le miscele di pesticidi possono amplificarne la tossicità. Alcuni fungicidi, ad esempio, impediscono la degradazione dei neonicotinoidi, rendendoli centinaia di volte più potenti, affermano i ricercatori.   La revisione giunge in un momento in cui crescono gli interrogativi sui benefici economici derivanti dall’uso di semi trattati con neonicotinoidi e mentre diversi stati degli Stati Uniti, tra cui New York, stanno agendo per limitarne l’uso.   La revisione sottolinea inoltre la necessità di un esame più attento dell’esposizione cronica ai pesticidi e del suo potenziale ruolo nel declino della fertilità maschile in tutto il mondo, soprattutto perché il sistema riproduttivo di base funziona in modo simile in tutti i mammiferi, affermano i ricercatori.   L’infertilità maschile contribuisce a circa la metà di tutti i casi di infertilità e colpisce il 7% della popolazione maschile. Gli scienziati citano molteplici cause, tra cui genetica, stile di vita ed esposizione a fattori ambientali come pesticidi e sostanze chimiche che alterano il sistema ormonale.   La nuova revisione ha mostrato:  
  • L’imidacloprid , il neonicotinoide più studiato, ha causato danni diffusi ai testicoli, riduzione del numero di spermatozoi, scarsa motilità, forme anomale e diminuzione del testosterone. Diversi studi hanno riscontrato danni al DNA e degenerazione delle cellule che producono spermatozoi.
 
  • L’acetamiprid ha compromesso la qualità dello sperma e la regolazione ormonale, riducendo l’attività genica necessaria per la produzione di testosterone.
 
  • La clotianidina ha danneggiato la qualità dello sperma, ha causato il restringimento degli organi riproduttivi e ha indebolito le difese naturali dell’organismo contro i danni cellulari (antiossidanti). Ha inoltre causato una maggiore quantità di spermatozoi anomali e, a dosi elevate, una minore concentrazione di spermatozoi e un aumento della morte delle cellule testicolari. Lo stress ha aggravato il danno.

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I ricercatori hanno esaminato anche il thiacloprid, un neonicotinoide meno studiato, la cui vendita o il cui nuovo utilizzo non sono stati approvati negli Stati Uniti e sono soggetti a restrizioni nell’UE.   Gli studi dimostrano che il thiacloprid ha causato un calo sostanziale della conta spermatica e un’alterazione ormonale anche a dosi relativamente basse. Ha inoltre causato un netto calo della vitalità degli spermatozoi e un marcato danno agli spermatozoi e ai tessuti a dosi più elevate.   I pesticidi neonicotinoidi, introdotti per la prima volta negli anni ’90, uccidono gli insetti sovrastimolando i recettori nicotinici dell’acetilcolina, essenziali per la comunicazione tra le cellule nervose. Anche gli esseri umani possiedono questi recettori nervosi e gli scienziati suggeriscono che potrebbero essere interessati percorsi simili.   A differenza degli spray superficiali, i neonicotinoidi sono «sistemici». In altre parole, ricoprono i semi o vengono mescolati al terreno, per poi diffondersi in tutta la pianta, comprese radici, foglie, polline, nettare e frutti. Poiché diventano parte integrante della pianta, non possono essere lavati via.   I neonicotinoidi sono ormai così diffusi che vengono rilevati nelle colture, nell’acqua, nel cibo, nella fauna selvatica e nei tessuti umani, tra cui sangue, urina, latte materno, liquido cerebrospinale (intorno al cervello e al midollo spinale) e sangue del cordone ombelicale. Uno studio ha rilevato che circa la metà degli americani di età pari o superiore a tre anni presenta segni di esposizione.   Sebbene il rischio effettivo per l’uomo rimanga incerto, la coerenza delle prove sugli animali e dei primi dati sull’uomo che mostrano effetti ormonali e sullo sperma giustifica un esame più approfondito, affermano i ricercatori. Solo tre studi sull’uomo fino ad oggi hanno esplorato il legame diretto tra l’esposizione ai neonicotinoidi e la fertilità maschile.   In uno studio, una maggiore esposizione ai neonicotinoidi è stata collegata a una pubertà ritardata nei ragazzi. Un altro studio ha rilevato che un aumento di dieci volte dei livelli totali di neonicotinoidi corrispondeva a un calo del 38% del testosterone . Un terzo studio ha rilevato metaboliti dei neonicotinoidi nello sperma, correlati a una ridotta motilità degli spermatozoi.   Gli autori citano gravi lacune nei test e nelle normative sulla sicurezza dei pesticidi: ad esempio, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti non valuta attualmente gli effetti combinati di più sostanze chimiche, anche se le miscele possono aumentarne la tossicità.   Chiedono nuove ricerche che utilizzino livelli di esposizione reali, testando comuni miscele di pesticidi e monitorando gli individui dalla nascita fino all’età adulta.   «Dato che gli individui sono regolarmente esposti a più pesticidi contemporaneamente, è urgente studiare le interazioni additive o sinergiche, in particolare in combinazione con fungicidi ed erbicidi noti per aumentare la tossicità dei neonicotinoidi», hanno affermato.   Pamela Ferdinand   Per limitare l’esposizione, scegli semi e piante biologici per i tuoi orti domestici, acquista prodotti biologici quando possibile e sostieni politiche che promuovano un controllo più sicuro dei parassiti e proteggano il suolo, l’acqua e gli impollinatori.   Pubblicato originariamente da US Right to Know.   Pamela Ferdinand è una giornalista pluripremiata ed ex borsista del Massachusetts Institute of Technology Knight Science Journalism, che si occupa dei determinanti commerciali della salute pubblica.   © 14 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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