Economia
I colossi tecnologici USA valgono più dell’intero mercato azionario della maggior parte dei Paesi del mondo: studio Deutsche Bank
Le sette più grandi aziende tecnologiche americane hanno capitalizzazioni di mercato maggiori rispetto alle aziende di quasi tutte le altre principali economie del mondo, ha riferito lunedì la CNBC, citando una nota di ricerca di Deutsche Bank.
Secondo gli analisti della banca, la capitalizzazione di mercato combinata e i profitti in ascesa dei cosiddetti Magnifici 7 – Apple, Meta, Amazon, Alphabet, Tesla, Microsoft e Nvidia – superano quelli delle aziende quotate in borsa in quasi tutti gli altri Paesi del G20. Solo la Cina e il Giappone realizzano profitti maggiori quando si tratta delle loro società quotate, dicono gli analisti.
Inoltre, la sola capitalizzazione di mercato combinata delle aziende le renderebbe la seconda borsa valori più grande del mondo. Microsoft e Apple, ad esempio, hanno ciascuna capitalizzazioni di mercato che quasi eguagliano il valore combinato delle società quotate in Francia, Arabia Saudita e Regno Unito.
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Gli analisti hanno basato il loro studio sulle valutazioni di 36 società che dagli anni ’60 figurano tra le prime cinque dell’indice S&P 500.
Anche se negli ultimi mesi non tutte le aziende con i maggiori guadagni hanno ottenuto risultati altrettanto positivi sul mercato azionario – il prezzo delle azioni di Tesla è sceso di circa il 20% dall’inizio del 2024, mentre quello di Nvidia è aumentato di quasi il 47% nello stesso periodo – «il nucleo del gruppo sono da molti anni le aziende più grandi e di maggior successo negli Stati Uniti e con loro nel mondo», secondo Jim Reid, responsabile dell’economia globale e della ricerca tematica di Deutsche Bank.
Lo scorso anno i rendimenti del mercato azionario sull’S&P 500 erano fortemente concentrati tra i Magnifici 7, mentre molti altri titoli dell’indice hanno dovuto affrontare difficoltà. Tuttavia, Deutsche Bank ha avvertito che se gli investitori continueranno a sostenere i titoli tecnologici, potrebbero correre il rischio di perdere altre opportunità di investimento redditizie.
In particolare, questa settimana ha fatto scalpore la performance economica di Nvidia, colosso dei microprocessori per grafica digitale e Intelligenza Artificiale.
Nvidia ha raggiunto numeri senza precedenti, con una capitalizzazione di oltre 2 trilioni di dollari a Wall Street, trainata dalla sua trimestrale pubblicata ieri. L’azienda californiana di semiconduttori dedicati all’AI conta tra i suoi principali clienti OpenAi e Google.
Nel corso della sessione di trading di quattro giorni fa, Nvidia ha registrato il suo guadagno più significativo mai ottenuto in una singola giornata alla Borsa di New York, grazie alle prospettive di aumento del fatturato derivanti dai risultati finanziari.
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Nvidia ha prodotto un notevole aumento nella sua capitalizzazione, passando da mille a 2mila miliardi di dollari nel corso di nove mesi. Tale performance si è rivelata superiore a quella di aziende leader come Apple e Microsoft, posizionandosi al vertice della classifica e superando in capitalizzazione Amazon e Alphabet.
Nella sola giornata di venerdì 23 febbraio, le azioni hanno registrato un aumento superiore al 4%, raggiungendo un valore che ha superato il massimo storico di 818 dollari. Nel corso del 2024, il titolo ha segnato complessivamente un incremento del 60%, evidenziando uno sprint significativo.
Nel 2023, le azioni avevano addirittura triplicato il proprio valore, mostrando un notevole rendimento nel periodo considerato.
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Cina
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Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
Netflix avrebbe raggiunto un accordo per acquisire Warner Bros., inclusi i suoi studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max, attraverso una transazione mista in contanti e azioni che valuta Warner Bros. Discovery a un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari (valore azionario di 72 miliardi di dollari), pari a 27,75 dollari per azione.
L’intesa dovrebbe essere finalizzata nel terzo trimestre del 2026, dopo lo scorporo programmato da parte di WBD della sua divisione Global Networks in una società quotata autonoma («Discovery Global»). Questa operazione giunge a pochi mesi dalla proposta avanzata da Paramount-Skydance per rilevare WBD.
L’accordo tra Netflix e WBD fonderà la piattaforma di streaming con un catalogo secolare e con franchise iconici come i supereroi della DC Comics, Harry Potter, Game of Thrones, I Soprano e The Big Bang Theory.
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In una nota ufficiale, Netflix ha dichiarato che l’operazione espanderà la sua library di contenuti, potenzierà le capacità produttive e favorirà una crescita sostenibile nel lungo periodo: «fornendo agli utenti una gamma più vasta di serie e film di alto livello, Netflix si attende di conquistare e trattenere un maggior numero di abbonati, incrementare l’engagement e generare entrate e profitti operativi aggiuntivi. L’azienda prevede inoltre di conseguire risparmi sui costi per almeno 2-3 miliardi di dollari annui entro il terzo anno e che la fusione avrà un effetto positivo sull’utile per azione GAAP già a partire dal secondo anno».
Secondo i termini dell’accordo, ogni azione WBD sarà convertita in 23,25 dollari in contanti più 4,50 dollari in azioni Netflix. I board di entrambe le società hanno approvato l’operazione all’unanimità.
La chiusura è attesa tra 12 e 18 mesi, subordinata all’esame regolatorio e all’ok degli azionisti di WBD. All’inizio dell’anno, Netflix ha superato le controfferte, tra cui quelle di Paramount-Skydance e Comcast.
Bloomberg ha rilevato che Hollywood non accoglie con entusiasmo questo nuovo connubio tra Netflix e WBD.
Warner Bros. Discovery ha avviato negoziati esclusivi per cedere i suoi studi cinematografici e televisivi insieme a HBO Max a Netflix, stando a fonti interne alla major – un’indicazione che il colosso dello streaming ha avuto la meglio su Paramount-Skydance e Comcast. Un’intesa del genere ridisegnerebbe il settore dell’intrattenimento e rappresenterebbe un turning point strategico per Netflix, già leader per capitalizzazione a Hollywood. Paramount ha bollato il processo di cessione come «contaminato», mentre l’attrice Jane Fonda, due volte premio Oscar, ha descritto il suo potenziale effetto sull’industria con un aggettivo più severo: «catastrofico».
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Nata come servizio di noleggio DVD via posta, Netflix ha prima annientato la catena Blockbuster e ora sta replicando il colpo con Hollywood, snobbando in larga misura le uscite cinematografiche in sala. L’accordo catapulterebbe Netflix al rango di superpotenza negli studi hollywoodiani. Tuttavia, il tutto resta appeso all’approvazione dei regolatori, con il repubblicano californiano Darrell Issa che ha già espresso opposizione a qualsivoglia acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix.
L’industria cinematografica è minacciata dall’avvento dell’IA, che potrebbe presto consentire a chiunque di produrre contenuti di livello cinematografico in un click, disintegrando un’intera filiera di lavoratori che vanno dagli attori ai cineoperatori, agli addetti al casting, agli elettricisti, registi, etc.
Si spiega così la corsa di Netflix verso le IP, cioè le proprietà intellettuali: avere un personaggio conosciuto e diffuso come, ad esempio Harry Potter, anche nell’era del cinema generato dall’AI potrebbe avere un valore strategico ed economico.
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Immagine di Fourbyfourblazer via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Economia
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