Geopolitica
Hanno ucciso l’ambasciatore italiano in Congo
L’ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio è rimasto ucciso durante un attacco ad un convoglio diplomatico. Con lui è morto un carabiniere, e forse una terza persona.
Il convoglio diplomatico della MONUSCO, la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, si stava muovendo tra Goma e Bukavu, sulle rive del Lago Kivu, nella parte orientale del Paese, non lontano dai confini con Uganda, Ruanda e Burundi.
L’auto su cui viaggiava il nostro diplomatico, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata assaltata da un commando terroristico che avrebbe utilizzato armi leggere, anche se «Sulla dinamica e il movente sono ancora in corso accertamenti» scrive l’ANSA. Tuttavia, secondo i ranger del parco nazionale Virunga, l’attacco sarebbe stato un tentativo di rapimento – informazione rilanciata anche in Israele da Jerusalem Post.
Quando, verrà riesaminata la politica per i rapimenti internazionali? Se si fosse trattato di un tentativo di rapimento, sarebbe possibile considerare i precedenti – il pagamento di riscatti e le relative passerelle di governo – come uno stimolo a questa barbara violenza?
La notizia mi colpisce con forza, perché conoscevo Luca Attanasio. Lo avevo incontrato forse una quindicina di anni fa, tramite amici comuni, ad un evento a Milano, credo ci fossimo poi scritti qualche volta, poi su Facebook – dove anche lui era iscritto fin da subito – seguivo la sua carriera. Prima di divenire ambasciatore, aveva lavorato all’ufficio commerciale dell’ambasciata di Berna e fatto il console a Casablanca. Il ricordo che ho di lui è quella di un bravo ragazzo, un lombardo lavoratore, genuino.
Faceva parte di quella leva di diplomatici, arruolati giovanissimi con i concorsi degli anni Novanta, che hanno davvero reso migliore la nostra diplomazia: se c’è una cosa che l’Italia può vantare, è avere, specie nei Paesi non centralissimi, ambasciatori acuti e operosi.
Questo per dire il livello di danno che un assassinio come questo infligge al nostro Paese.
Quand’è che qualcuno finalmente avrà il coraggio di proporre al mondo una nuova idea di Africa? Quand’è che saremo pronti ad ascoltare la verità sul Continente Nero, e adottare le politiche necessarie per fermare i suoi mali?
Sono dispiaciuto e sconvolto, e davanti a questa morte voglio porre comunque un paio domande concrete:
1) Quando, verrà riesaminata la politica per i rapimenti internazionali? Se si fosse trattato di un tentativo di rapimento, sarebbe possibile considerare i precedenti – il pagamento di riscatti e le relative passerelle di governo – come uno stimolo a questa barbara violenza?
2) Quand’è che qualcuno finalmente avrà il coraggio di proporre al mondo una nuova idea di Africa? Quand’è che saremo pronti ad ascoltare la verità sul Continente Nero, e adottare le politiche necessarie per fermare i suoi mali?
Roberto Dal Bosco
Geopolitica
Truppe israeliane subiscono perdite in un’incursione in Siria
Venerdì Israele ha sferrato un ulteriore assalto ingiustificato e su vasta scala contro il territorio siriano, mietendo almeno 13 vittime – tra cui bambini – e causando il ferimento di una ventina di persone.
L’incursione ha riguardato il centro abitato di Beit Jinn, nel meridione siriano, e ha rappresentato un’insolita operazione di penetrazione via terra da parte delle truppe israeliane, verosimilmente coadiuvata da copertura aerea e colpi di cannone.
«L’esercito israeliano ha reso noto che sei suoi militari hanno subito lesioni, tre delle quali di entità grave, a seguito di sparatorie con miliziani durante l’operazione nel borgo di Beit Jinn», ha riferito Reuters citando fonti ufficiali. Non è dato sapere se l’IDF abbia registrato caduti, ma in caso affermativo è plausibile che Tel Aviv mantenga il silenzio.
Sostieni Renovatio 21
L’irruzione e i bombardamenti israeliani all’alba hanno indotto decine di nuclei familiari a evacuare il sito in direzione di aree meno esposte. La diplomazia siriana ha immediatamente stigmatizzato «l’attacco criminale compiuto da una pattuglia dell’esercito di occupazione israeliano a Beit Jinn».
Nel comunicato si legge: «Il fatto che le forze di occupazione abbiano preso di mira la città di Beit Jinn con bombardamenti brutali e deliberati, in seguito al fallimento della loro incursione, costituisce un vero e proprio crimine di guerra».
Diverse fonti indicano che l’offensiva israeliana ha compreso pure tiri di obici, elemento che potrebbe spiegare l’elevato numero di perdite civili.
Stando alla Syrian Arab News Agency (SANA), i cadaveri di almeno cinque siriani, inclusi due minori, sono stati trasferiti all’ospedale nazionale del Golan nella località di al-Salam a Quneitra.
Anche droni israeliani hanno operato nella regione. Nella Siria post-Assad, le IDF hanno progressivamente intensificato le intrusioni nel suolo siriano, dilatando in misura cospicua l’occupazione delle alture del Golan.
Le forze armate israeliane hanno motivato l’operazione ad alto rischio con l’intento di catturare sospetti legati a Jama’a Islamiya, formazione islamista sunnita libanese accusata di aver lanciato missili contro Israele dal Libano nel corso della guerra di Gaza, e di aver ordito «comploti terroristici».
Tale episodio configura un caso eccezionale in cui le IDF hanno patito perdite così consistenti nelle loro missioni siriane, secondo Reuters.
In un avviso su X, l’esercito israeliano ha precisato che sei suoi effettivi sono rimasti colpiti, tre in modo serio, in uno scontro a fuoco.
🚨 IDF releases footage of counterterror raid in southern Syria that ended in arrests and a fierce firefight
The IDF has published video showing the arrest of two members of the al-Jama’a al-Islamiyya terror organization in the village of Beit Jinn overnight, along with a clash… pic.twitter.com/eoh20Xsn41
— Israel War Room (@IsraelWarRoom) November 28, 2025
Aiuta Renovatio 21
L’esercito ha proseguito affermando che, pur essendosi l’operazione «conclusa» con l’arresto o l’eliminazione di tutti i ricercati, le sue unità permangono sul terreno «e proseguiranno contro qualsivoglia pericolo» per Israele.
Non sfugge l’ironia nell’improvviso zelo israeliano per debellare gli islamisti sunniti al proprio confine, dal momento che, per anni durante il conflitto per il rovesciamento di Assad, Israele ha tollerato – e in taluni frangenti persino favorito – alcuni di questi medesimi jihadisti.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Trump «molto soddisfatto» della nuova leadership siriana
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Papa Leone dice che l’unica soluzione è uno Stato palestinese
Il Pontefice Leone XIV ha ribadito che l’unica via per assicurare equità a israeliani e palestinesi resta la soluzione dei due Stati.
Le parole sono state pronunciate domenica a bordo dell’aereo papale, durante il volo dalla Turchia al Libano, seconda tappa del suo primo periplo estero da Sommo Pontefice.
La Santa Sede ha sancito il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese nel 2015 e ha più volte caldeggiato l’ipotesi di due entità sovrane.
Tuttavia, le sue osservazioni in volo rappresentano l’esortazione più decisa a un pieno avallo internazionale, nel bel mezzo del conflitto nella Striscia di Gaza.
«Santa Sede, già da diversi anni, appoggia pubblicamente la proposta di una soluzione di due Stati. Sappiamo tutti che in questo momento Israele non accetta ancora quella soluzione, ma la vediamo come l’unica strada che potrebbe offrire una soluzione al conflitto che continuamente vivono, ha dichiarato Leone XIV ai cronisti». «Noi siamo anche amici di Israele, e cerchiamo di essere con le due parti una voce, diciamo, mediatrice che possa aiutare ad avvicinarci ad una soluzione con giustizia per tutti».
Aiuta Renovatio 21
Rispondendo a domande sui colloqui riservati con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Ankara – in cui si è discusso dei teatri di guerra a Gaza e in Ucraina –, il papa ha confermato l’argomento, sottolineando il «ruolo cruciale» che Ankara può svolgere per dirimere entrambe le crisi. Sul fronte dei negoziati russo-ucraini, ha elogiato Erdogan per aver «fatto tanto per convocare le parti», pur lamentando l’assenza di una soluzione concreta.
«Oggi, però, circolano iniziative tangibili per la pace, e confidiamo che il presidente Erdogan, grazie ai suoi legami con i leader di Ucraina, Russia e Stati Uniti, possa favorire un dialogo, un armistizio e una via d’uscita da questa guerra in Ucraina».
Su Gaza, Leone XIV ha riaffermato il sostegno ventennale della Santa Sede alla formula dei due Stati. La nascita di una Palestina sovrana è da lustri indicata dalla comunità internazionale come l’unica strada per chiudere il contenzioso decennale.
All’inizio di questo mese, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che l’avversione di Gerusalemme a uno Stato palestinese «non ha subito variazioni minime» e non è scalfita da sollecitazioni interne o esterne. «Non ho bisogno di proclami, cinguettii o sermoni da chicchessia», ha chiosato.
La tregua del 10 ottobre, orchestrata dagli Stati Uniti, contemplava il disimpegno israeliano dalla Striscia in cambio del rilascio di 20 ostaggi ebraici a fronte di circa 2.000 detenuti palestinesi. Nondimeno, le offensive di Tel Aviv persistono, gli aiuti umanitari ristagnano e le condizioni restano catastrofiche, come denunciano agenzie ONU e mediatori regionali.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
-



Eutanasia2 settimane faIl vero volto del suicidio Kessler
-



Spirito2 settimane faLangone e le ceneri delle gemelle suicide Kessler «brave post-cristiane»
-



Scuola1 settimana faScuola: puerocentrismo, tecnocentrismo verso la «società senza contatto». Intervento di Elisabetta Frezza al convegno di Asimmetrie.
-



Spirito1 settimana faGiovane convertita esorta papa Leone a non andare all’inferno
-



Eutanasia2 settimane faGemelle Kessler, Necrocultura Dadaumpa
-



Geopolitica1 settimana faCandace Owens afferma che il governo francese ha dato il «via libera» al suo assassinio
-



Salute1 settimana faIl malori della 47ª settimana 2025
-



Ambiente2 settimane faViganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»












