Gender
Gran Bretagna, definizione legale di donna basata sul sesso biologico

Mercoledì 16 aprile 2025, la Corte Suprema del Regno Unito si è pronunciata in una controversia tra il governo scozzese e l’associazione For Women Scotland: i termini «donne» e «sesso» utilizzati nell’Equality Act 2010 si riferiscono a «una femmina biologica e un sesso biologico». Che esclude le donne «transgender».
Il caso è iniziato nel 2018, quando il Parlamento scozzese ha approvato un disegno di legge per garantire l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione del settore pubblico. Quest’ultima offre protezione contro le discriminazioni, in particolare quelle legate al «sesso» e al «cambiamento di sesso».
Il governo scozzese sostiene che le donne transgender, indipendentemente dal fatto che siano in possesso o meno di un Gender Recognition Certificate (GRC), hanno diritto alle tutele previste dal Women’s Equality Act, mentre For Women Scotland sostiene che tali tutele si applicano solo alle persone nate donne.
I cinque giudici hanno quindi dovuto decidere se le implicazioni di questa legge si estendano alle donne transgender titolari di un GRC e cosa la legge intenda per «sesso»: se si tratta di sesso biologico o di sesso legale e «certificato», come definito dal Gender Recognition Act del 2004.
Per il governo scozzese, la legislazione del 2004 affermava chiaramente che ottenere un GRC equivaleva a cambiare sesso «a tutti gli effetti pratici». Aidan O’Neill KC, rappresentante di For Women Scotland, ha sostenuto il significato «di buon senso» delle parole maschile e femminile, affermando alla corte che il sesso è uno «stato biologico immutabile».
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«La decisione unanime di questa corte è che i termini “donna” e “sesso” nell’Equality Act 2010 si riferiscono a una donna biologica e al sesso biologico», ha affermato Lord Patrick Hodge, vicepresidente della Corte Suprema, pronunciando il verdetto mercoledì 16 aprile.
Ciò potrebbe avere implicazioni significative.
For Women Scotland è un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel giugno 2018 «nel contesto di un crescente disagio» riguardo al modo in cui i diritti delle donne vengono influenzati dai «piani del governo scozzese», come si legge sul suo sito web. I membri dell’associazione si sono dichiarati indignati per il fatto che le persone transgender siano state incluse nelle quote previste dalla legge volta a garantire l’uguaglianza.
Il sistema di finanziamento dell’associazione è partecipativo e ha raccolto non meno di sterline 230.000, di cui 70.000 sterline da J.K. Rowling, creatrice della saga di Harry Potter. È stato con questi finanziamenti che vennero presentati diversi ricorsi legali, prima presso i tribunali scozzesi e poi, infine, presso la Corte Suprema di Londra per una decisione definitiva.
Questo verdetto potrebbe avere importanti implicazioni sul modo in cui i diritti di genere vengono applicati in Scozia, Inghilterra e Galles. Potrebbe avere ripercussioni su spazi e servizi riservati a un solo sesso, come reparti ospedalieri, carceri, rifugi e gruppi di supporto, nonché sulle richieste di parità di retribuzione o di pari opportunità negli eventi sportivi.
È comunque incoraggiante vedere il declino delle ideologie woke e transgender, anche se per il momento sembra limitato. Ma è un primo passo che potrebbe gradualmente ristabilire un po’ di ordine, soprattutto se alle persone transgender verrà concesso l’accesso a spazi e servizi non misti e se le persone transgender saranno escluse dagli eventi sportivi femminili, come deciso dal Consiglio mondiale di atletica leggera per gli eventi di sua competenza.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di David Iliff via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Gender
Papa Leone XIV e la questione omotransessualista: in passato ha attaccato i media il gender nelle scuole

Pope Leo XIV! pic.twitter.com/y9lFvPsNQe
— James Martin, SJ (@JamesMartinSJ) May 8, 2025
I know Pope Leo XIV to be a kind, open, humble, modest, decisive, hard-working, straightforward, trustworthy, and down-to-earth man. A brilliant choice. May God bless him.
— James Martin, SJ (@JamesMartinSJ) May 8, 2025
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Il gesuita Martin dice di averlo conosciuto al suo tavolo dell’ultimo sinodo. Il sito Infovaticana ha scritto che Prevost era il candidato di Martin. Non è chiaro se le sue posizioni siano cambiate. Come su molti altri temi, non si sa davvero pochissimo del nuovo papa. Va ricordato come Bergoglio avesse scaldato i cuori di conservatori, tradizionalisti ed oppositori generici del genderismo quando, all’elezione, fu ricordata la sua strenua opposizione, da arcivescovo di Buenos Aires, ai matrimoni omosessuali, accusandoli di «venire dal demonio». Poi da papa Bergoglio governò circondandosi di tanti omosessuali patenti e aprendo in maniera indiscriminata ai transessuali.Our Synod table from last year, including on the far right, the modest, reserved, and highly intelligent man now known as Pope Leo XIV. pic.twitter.com/vvAj14Pwk0
— James Martin, SJ (@JamesMartinSJ) May 8, 2025
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Gender
Veglia filo-omotransessualista alla Basilica di Lugano

Una veglia di «dialogo» tra la comunità LGBT e la Chiesa cattolica ticinese presso la Basilica del Sacro Cuore di Lugano è stata indetta per il prossimo 21 maggio. Lo riporta Tio.ch.
L’annucio è di un nuovo gruppo chiamato La Porta Aperta – Spazi di Inclusione, il cui promotore spiega che «la veglia sarà ecumenica e verrà celebrata da uno o due sacerdoti cattolici, dal pastore della Chiesa evangelica riformata nel Sottoceneri e dalla parroca della Chiesa cattolica cristiana della Svizzera».
«Le veglie per il superamento dell’omobitransfobia si tengono già da tanti anni in svariati Paesi sensibili a questa tematica», ha precisato al quotidiano ticinese, stupendo quanti non avevano ancora veduto l’aggiuta del bi nella parola progressivamente componibile con suffisso -fobia. «Sono delle veglie in cui ci si ritrova tutti insieme, con i rappresentanti di diverse chiese cristiane, e si prega per portare l’attenzione sul problema ancora molto attuale dell’omobitransfobia».
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«Si prega per tutte le persone che a livello mondiale vengono ancora discriminate, aggredite, torturate e uccise per quello che sono e le persone che amano. E anche in Svizzera le discriminazioni, nonostante i numerosi diritti di cui godiamo, esistono ancora. Tutt’oggi infatti molte persone hanno paura a fare coming out, e per quanto concerne la mentalità c’è ancora tantissima strada da fare».
«Per la prima volta in Ticino una veglia di questo genere si terrà all’interno di una chiesa cattolica e con la partecipazione di sacerdoti cattolici. Don Italo Molinari è infatti stato così gentile da offrirci ospitalità alla Basilica del Sacro Cuore» continua il virgolettato del sito di informazione elvetico italofono, raccontando che il promotore ritiene l’occasione «speciale» poiché» rappresenta l’apertura di un dialogo con la Chiesa cattolica ticinese».
«È un bisogno che abbiamo colto a partire da un incontro organizzato lo scorso novembre dall’associazione Azione Cattolica Ticinese», racconta il promotore dell’incontro catto-omofilo. «La serata si intitolava “Gay o cattolico? Chi sono io per giudicare?” e riprendeva la famosa frase detta da papa Francesco in una delle sue prime interviste, con la quale mise l’accento sul fatto che si può essere omosessuali, trans, intersex, queer e anche cattolici».
«Durante questa serata ho portato la mia esperienza in quanto credente omosessuale» (…) poi si è parlato, si è dibattuto, e abbiamo colto la necessità di creare uno spazio per le persone della comunità LGBTQIA+ che vogliono avvicinarsi, o, come spesso è il caso, riavvicinarsi, alla Chiesa cattolica». Uno spazio, questo, «in cui ci si può proiettare in maniera sicura, senza giudizi e discriminazioni, dove si è liberi di venire come si è e come ci si identifica, senza che nessuno dica “sei sbagliato” o “sei da curare”».
Il giornale ticinese afferma che il progetto «è stato presentato anche ad Alain De Raemy, amministratore apostolico della Diocesi di Lugano». «Gli abbiamo parlato e non ha avuto nessuna obiezione di sorta, si è dimostrato interessato all’iniziativa e ha detto che effettivamente sarebbe l’occasione di instaurare un dialogo» ha commentato l’organizzatore.
Come noto, gli incontri in chiesa degli LGBT, in una fumosa prospettiva di «dialogo» (parola di sapore sempre massonico) abbondano in moltissime diocesi. Progetti di questo tipo hanno scandalizzato i fedeli, anche in Italia.
Uno dei dertici di tali progetti è stato raggiunto con il pelligrinaggio giubilare LGBT approvato da Bergoglio, quando a settembre gli omotransessualisti si troveranno nella sontuosamente decorata chiesa del Gesùa Roma, la chiesa madre dell’ordine dei Gesuiti. Il suo utilizzo da parte del pellegrinaggio LGBT sarebbe dovuto al fatto che l’evento stesso è stato ideato da un sacerdote gesuita di Bologna, Padre Pino Piva, che ha portato l’idea al papa.
Secondo Il Messaggero, il papa gesuita ha approvato l’idea, che ha ricevuto anche il sostegno del cardinale Matteo Zuppi (ora nella lista ristretta dei papabili), presidente della conferenza episcopale italiana. Non solo, ma anche padre Arturo Sosa, superiore generale dei gesuiti, ha sostenuto il piano come «una buona cosa». Inoltre è scritto che sarebbero stati presi «accordi con l’arcivescovo Rino Fisichella, organizzatore dell’Anno Santo». Il Vaticano tuttavia in seguito ha rimosso l’evento dal calendario degli eventi giubilari.
Non è la prima volta che il giubileo viene accusato di essere sempre più tendente all’omotransessualismo. Osservatori criticarono il logo del Giubileo ancora nel 2022, mentre quest’anno alcuni hanno accusato il fatto che alcuni personaggi creati per l’evento sarebbero stati creati da un illustratore vicino ai Gay Pride.
Come riportato da Renovatio 21, danze e bandiere arcobaleno già si sono registrate nelle chiese dei gesuiti.
Al di là della serata arcobalenata in Basilica, colpisce lo slancio ecumenico, con, oltre a luterani a caso, una «parroca» invitata a mettere piede in uno dei luoghi più sacri del cattolicesimo ticinese. Come dire, ecumenismo e omotransessualismo hanno lo stesso contesto, la stessa radice, lo stesso progetto.
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Immagine di Amin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Autismo
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