Persecuzioni
Goa, cattolici minacciati dalla cultura della cancellazione
																								
												
												
											I cattolici nello stato di Goa (India) sono preoccupati da quando il loro primo ministro ha dichiarato di voler cancellare ogni traccia del passato portoghese nella regione. Un’impronta che va di pari passo con il cattolicesimo poiché lì si trova la tomba di San Francesco Saverio, moderno apostolo dell’India.
Se Goa rimane uno degli Stati dell’India dove la minoranza cattolica è più rappresentata – il 20% della popolazione – è proprio grazie all’opera di evangelizzazione svolta dalla Chiesa sotto l’egida del Portogallo che governò la regione dal 1510 al 1961. Probabilmente è per questo che l’Arcivescovo di Goa porta ancora il titolo di Patriarca delle Indie Orientali.
Per quattro secoli la Chiesa ha saputo imporsi alla maggioranza indù ispirando rispetto, permettendo così ai cattolici di vivere in una pace oggi minacciata dalla retorica nazionalista del Bharatiya Janata Party (BJP) che controlla Goa.
Il primo ministro della regione non ha esitato a dichiarare, all’inizio di giugno 2023, che «era giunto il momento di cancellare tutti i segni della presenza portoghese per ricominciare».
Per John Lobo, storico cattolico, le parole di Pramod Sawant non vanno prese alla leggera: «letteralmente, questo significa che bisogna distruggere tutte le realizzazioni architettoniche che abbiamo ereditato dai portoghesi, e quindi le chiese».
Non sarebbe una sorpresa: all’inizio dell’anno, a Daman, ex stazione commerciale portoghese, i nazionalisti indù hanno espresso il desiderio di radere al suolo una chiesa del XVI secolo, vestigia dell’evangelizzazione della regione, per costruire invece un campo da calcio …
A Goa le condizioni di vita dei cristiani fortunatamente non sono le stesse di quelle incontrate dai fedeli dello stato del Manipur, che affrontano violente persecuzioni, tuttavia l’aggressività comincia a farsi sentire: «stiamo cominciando ad assistere, qualcosa di nuovo, a incidenti tra indù e cattolici; e ora si dice che l’India sia fatta solo per gli indù», spiega John Lobo.
Per lo storico è necessario denunciare le menzogne di Pramod Sawant: «il Primo Ministro ha inventato una narrazione politica per portare la popolazione indù a votare per lui, sostenendo che i portoghesi, come tutti i coloni, sono stati dannosi. Ma questo non è vero: in altre parti dell’India gli inglesi trattavano gli indù come cittadini di seconda classe, ma non nelle colonie portoghesi dove tutti potevano accedere alla nazionalità portoghese con i relativi diritti».
Da parte sua, il Portogallo, allertato sulla situazione dei cattolici, è piuttosto discreto: «l’esecutivo portoghese non sta facendo abbastanza per aiutarci, è deludente», deplora John Lobo.
Una delusione che forse si spiega col fatto che l’India di Narendra Modi è diventata, nel 2022, la quinta potenza economica mondiale, e probabilmente non è finita: la finanza ha le sue ragioni che il cuore non conosce…
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine di Bikashrd via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)
Persecuzioni
La Nigeria respinge l’intervento militare «unilaterale» minacciato da Trump
														La Nigeria ha respinto qualsiasi intervento militare unilaterale degli Stati Uniti nella lotta contro gli insorti islamici, dichiarando che l’aiuto esterno deve avvenire nel pieno rispetto della sovranità del Paese dell’Africa occidentale.
Daniel Bwala, portavoce del presidente nigeriano, ha rilasciato queste dichiarazioni domenica dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di aver ordinato al Pentagono di prepararsi a potenziali schieramenti di truppe o attacchi aerei in Nigeria.
Sabato Trump ha parlato di «numeri record» di cristiani uccisi in Nigeria e ha definito il Paese «Paese di particolare preoccupazione», minacciando di tagliare tutti gli aiuti al Paese a meno che il governo nigeriano non intervenga. «Se attaccheremo, sarà rapido, violento e dolce, proprio come i terroristi attaccano i nostri AMATI cristiani!», ha scritto Trump sui social media.
In una dichiarazione rilasciata domenica, il portavoce del presidente nigeriano Bola Tinubu ha affermato che «non sarebbe diplomaticamente appropriato per gli Stati Uniti intraprendere un’azione unilaterale senza l’impegno e il consenso» di Abuja.
«La Nigeria rimane una nazione sovrana e, sebbene la collaborazione con i partner internazionali per affrontare l’insicurezza sia benvenuta, qualsiasi forma di intervento deve rispettare la nostra sovranità», ha aggiunto Bwala.
La nazione più popolosa dell’Africa è alle prese da anni con insurrezioni legate a gruppi come Boko Haram e lo Stato islamico della provincia dell’Africa occidentale.
Il mese scorso, il deputato statunitense Riley Moore ha scritto al Segretario di Stato Marco Rubio chiedendo «un’azione immediata per affrontare la persecuzione sistematica e il massacro dei cristiani in Nigeria». Ha chiesto a Washington di designare il Paese africano come «Paese di particolare preoccupazione», definendolo «il posto più mortale al mondo per essere cristiani».
Sostieni Renovatio 21
Moore ha affermato che solo quest’anno in Nigeria sono stati uccisi più di 7.000 cristiani, mentre centinaia di altri sono stati rapiti, torturati o sfollati da gruppi estremisti. Dal 2009, ha aggiunto, sono state attaccate oltre 19.000 chiese e uccise più di 50.000 persone.
La difesa dei cristiani nigeriani è un imperativo sentito in varie parti del mondo, come dimostrato dallo striscione degli ultras romeni esposto allo stadio due settimane fa.
Tuttavia, il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin ha grottescamente negato che in Nigeria sia in corso una persecuzione anticristiana, suscitando gli strali dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che in quel Paese era stato alla nunziatura apostolica.
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse.
Recentemente, attacchi nel Paese hanno incluso rapimenti e omicidi di sacerdoti e seminaristi cattolici. A luglio, la diocesi di Auchi, nello Stato di Edo, ha riferito che uomini armati hanno attaccato il Seminario Minore dell’Immacolata Concezione, uccidendo una guardia e rapendo tre seminaristi.
Come riportato da Renovatio 21, rapporto pubblicato quest’estate dalla Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF) ha evidenziato numerosi attacchi sponsorizzati dallo Stato contro i cristiani in Nigeria.
La situazione è deteriorata al punto che il rapporto 2025 della Lista Rossa di Global Christian Relief (GCR) ha indicato la Nigeria come uno dei luoghi più pericolosi per i cristiani. Nella primavera del 2023, la Società Internazionale per le Libertà Civili e lo Stato di Diritto ha riferito che oltre 50.000 persone sono state uccise nel Paese per la loro fede cristiana dal 2009.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Lula Oficial via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Persecuzioni
Trump minaccia un’azione militare in Nigeria per difendere i cristiani
														Yes sir.
The killing of innocent Christians in Nigeria — and anywhere — must end immediately. The Department of War is preparing for action. Either the Nigerian Government protects Christians, or we will kill the Islamic Terrorists who are committing these horrible atrocities. pic.twitter.com/C0v9RHGoS1 — Pete Hegseth (@PeteHegseth) November 1, 2025
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Persecuzioni
L’Ucraina riarresta il vescovo ortodosso rilasciato per motivi medici
														Un alto prelato della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC) è stato nuovamente arrestato dai Servizi di sicurezza ucraini (SBU) poche ore dopo il rilascio dalla custodia cautelare per motivi di salute. Lo riporta la stampa ucraina.
Il metropolita Arsenio, 57 anni, responsabile del monastero di Svjatogorsk Lavra – situato nella porzione controllata da Kiev della regione di Donetsk – era detenuto dall’aprile 2024 con l’accusa di aver diffuso informazioni militari riservate. Gli inquirenti sostengono che durante un sermone in chiesa il vescovo abbia rivelato dettagli sui posti di blocco ucraini.
Secondo il sito del monastero, Arsenio soffre di una patologia cardiaca che potrebbe richiedere un intervento chirurgico e durante la detenzione le sue condizioni sono peggiorate sensibilmente.
Sostieni Renovatio 21
All’inizio della settimana, un tribunale di Dnepr ha disposto il suo rilascio temporaneo dietro cauzione di 35.000 dollari per consentirgli cure mediche, ha riportato martedì sera l’Unione dei giornalisti ortodossi. Tuttavia, dopo un breve controllo ospedaliero, gli agenti dell’SBU lo avrebbero nuovamente fermato nell’ambito di un procedimento separato aperto diverse settimane prima. Il tribunale potrebbe pronunciarsi sulla prosecuzione della detenzione già mercoledì.
Il governo Zelens’kyj ha intensificato la repressione contro la Chiesa ortodossa ucraina, accusando i suoi membri di collaborazionismo con Mosca e di altri reati legati alla sicurezza. I rappresentanti della Chiesa hanno respinto ogni capo d’imputazione, definendo i procedimenti una persecuzione a sfondo politico.
La Chiesa Ortodossa Ucraina (in acronimo inglese, UOC), la principale confessione cristiana del Paese, conserva legami con la Chiesa ortodossa russa. Dal 2018 Kiev promuove la concorrente Chiesa Ortodossa dell’Ucraina (OCU), istituita sotto l’ex presidente Petro Poroshenko durante la sua infruttuosa campagna di rielezione.
Organizzazioni per i diritti umani hanno condannato le azioni del governo ucraino contro la UOC – inclusa l’approvazione di una legge che ne minaccia il bando totale – come violazione della libertà religiosa fondata su pretestuose motivazioni di sicurezza.
Come riportato da Renovatio 21, quattro mesi fa lo Zelens’kyj aveva revocato la cittadinanza al vescovo più anziano della UOC, l’ottantenne Metropolita Onofrio.
l regime Zelens’kyj a inizio 20233 aveva tolto la cittadinanza a sacerdoti della Chiesa Ortodossa d’Ucraina (UOC). Vi era stato quindi un ordine di cacciata dalla cattedrale della Dormizione dell’Abbazia delle Grotte di Kiev proprio per il Natale ortodosso. Una tregua di Natale sul campo di battaglia proposta da Putin era stata sdegnosamente rifiutata da Kiev.
La repressione religiosa, nel corso di questi mesi, si è presentata con nuove misure volte a vietare le istituzioni religiose ritenute avere legami con la Russia nel tentativo di salvaguardare «l’indipendenza spirituale» della nazione.
Dall’inizio del conflitto tra Mosca e Kiev, le autorità e gli attivisti ucraini hanno sequestrato i luoghi di culto della Chiesa Ortodossa Ucraina e li hanno consegnati alla «Chiesa ortodossa dell’Ucraina», sostenuta dal governo. L’esempio più doloroso è quello dei monaci della Chiesa ortodossa ucraina sono stati sfrattati dal luogo ortodosso più sacro del Paese, la Lavra di Kiev, teatro dell’eroica resistenza dei fedeli e dei religiosi dell’OCU.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
A fine 2023 il Patriarca di tutte le Russie Kirill aveva inviato un appello a papa Francesco, Tawadros II di Alessandria (leader della Chiesa copta ortodossa), all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby (leader della Comunione anglicana), all’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e ad altri rappresentanti di organizzazioni internazionali, per chiedere il loro aiuto e porre fine alla persecuzione del vicegerente della Lavra, il metropolita Pavel, poi liberato con una cauzione di circa 820 mila euro.
Nello stesso periodo il metropolita Gionata della diocesi di Tulchin è stato condannato a cinque anni di carcere e alla confisca dei beni da un tribunale di Vinnitsa (città centro-occidentale del Paese) per vari presunti reati contro lo Stato ucraino.
Il sindaco di Kiev Vitalij Klitschko, recentemente postosi come avversario di Zelens’kyj e forse candidato pure a sostituirlo, ha ordinato mesi fa la chiusura di 74 chiese appartenenti alla Chiesa Ortodossa Ucraina canonica.
Come riportato da Renovatio 21, il Parlamento ucraino ha approvato una legge che consentirebbe alle autorità di vietare la Chiesa ortodossa ucraina (UOC), che Kiev ha ripetutamente accusato di avere legami con la Russia.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Konstantin Brizhnichenko via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
- 
																	



Pensiero1 settimana faMiseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
 - 
																	



Necrocultura2 settimane fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
 - 
																	



Oligarcato2 settimane faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale
 - 
																	



Autismo5 giorni faIl più grande fattore di rischio per l’autismo? Bombardare i bambini piccoli con vaccini multipli
 - 
																	



Spirito2 settimane fa«Umiliazione della Chiesa dinanzi a un eretico concubinario globalista»: Mons. Viganò sulla preghiera congiunta del re britannico col papa
 - 
																	



Vaccini4 giorni faI gravi effetti avversi del vaccino nei tribunali tedeschi
 - 
																	



Spirito1 settimana faCristo Re, il cosmo divino contro il caos infernale. Omelia di Mons. Viganò
 - 
																	



Pensiero1 settimana faMons. Viganò: dissonanza cognitiva e rivelazione del metodo, il colpo da maestro di Satana
 

											











