Geopolitica
Gli Stati Uniti negano il coinvolgimento nell’uccisione del leader di Hamas
Washington «non era a conoscenza né coinvolta» nell’assassinio del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, ha dichiarato il segretario di Stato americano alla rete di informazione CNA.
Ieri, durante la sua visita ufficiale nel Paese, Antony Blinken ha rilasciato un’intervista esclusiva alla testata giornalistica di Singapore.
Alla domanda se l’uccisione di Haniyeh potrebbe cambiare il corso della guerra a Gaza, Blinken ha messo in guardia dalle speculazioni e ha sottolineato che negoziare un cessate il fuoco è «imperativo».
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Haniyeh è stato ucciso nella sua residenza nella capitale iraniana Teheran in mattinata. Il movimento palestinese ha incolpato Israele per l’attacco, ma lo stato ebraico non ha ancora rilasciato dichiarazioni.
Il ministero degli Esteri iraniano ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di ritenere il governo degli Stati Uniti responsabile dell’assassinio, che ha descritto come un «atto atroce di terrorismo», definendo Washington un «sostenitore e complice del regime sionista» nell’«occupazione e nel genocidio dei palestinesi».
Fin dalla sua fondazione nel 1948, Israele è stato il principale beneficiario degli aiuti economici e militari degli Stati Uniti.
Pur rifiutandosi di confermare o negare l’assassinio, Israele aveva in precedenza giurato di eliminare i leader di Hamas.
Il primo ministro Beniamino Netanyahu ha ripetutamente promesso di distruggere il gruppo come rappresaglia per la sua mortale incursione in Israele il 7 ottobre dell’anno scorso, che ha innescato la guerra a Gaza. Il premier dello Stato dei giudei aveva dichiarato di aver incaricato il Mossad di «agire contro i leader di Hamas ovunque si trovino».
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa era emerso che la CIA fornisce informazioni sui leader di Hamas ad Israele.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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