Politica
Gli israeliani non vaccinati mettono la stella gialla: loro possono, voi no. Giusto?

Il ministro dell’Interno in persona, per condannare le manifestazioni anti-green pass, aveva tirato fuori l’argomento: «sono stati utilizzati simboli ormai passati che non hanno nulla a che vedere con i provvedimenti del governo, adottati solo per la tutela della salute, penso alla stella di David».
Cioè: non puoi andare in piazza a dire che ti senti come un ebreo durante le leggi razziali, quando per la tua genetica ti impedivano di entrare nei negozi o di insegnare a scuola. La similitudine, anche se lampante, è proibita. La psicopolizia orwelliana all’opera vorrebbe dirci cosa dobbia dire e perfino pensare.
Non puoi andare in piazza a dire che ti senti come un ebreo durante le leggi razziali, quando per la tua genetica ti impedivano di entrare nei negozi o di insegnare a scuola. La similitudine, anche se lampante, è proibita. La psicopolizia orwelliana all’opera vorrebbe dirci cosa dobbia dire e perfino pensare
La stella gialla comparsa alle manifestazioni hanno irritato anche la senatrice a vita Liliana Segre, che prima di lavoro (a differenza di altri senatori a vita della storia repubblicana come Renzo Piano, archistar, o Mario Monti, uomo vincente, o Gianni Agnelli, industriale transilvano) non ricordiamo bene cosa facesse, ma Wikipedia ci dà una mano: «è un’attivista e politica italiana, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah italiana» scrive la prima riga.
L’enciclopedia online ci ricorda pure un’altra cosa che era emersa qualche tempo fa, che i giornali non tirano fuori spesso, e cioè che il marito, «antifascista conservatore, aderì in seguito alla lista del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, partito neofascista e nazionalista guidato dall’ex funzionario della RSI Giorgio Almirante, candidandosi per la Camera dei Deputati nelle elezioni politiche del 1979». Ma tranquilli, perché è subito specificato che «ciò causò un’incrinatura del matrimonio, che si ricucì quando l’uomo abbandonò la politica su richiesta di Liliana».
«Se l’unica arma per combattere questa malattia è il vaccino, non ne conosciamo altre, e facciamo il vaccino allora. Io non ci ho pensato due minuti a farlo, anzi ero molto contenta. E così si sono vaccinati tutti nella mia famiglia. Non sono un medico, ma credo a quello che mi si dice» ha dichiarato ad una pubblicazione ebraica rimbalzando poi ovunque.
Con scorno di ministri a senatori, a tirar fuori la stella gialla di recente sono stati proprio… gli ebrei
Questa cosa del «credo a quello che mi si dice» da qualche parte dobbiamo averla già sentita, assieme ad un’altra un po’ simile: «eseguivo degli ordini».
Quindi, la condanna che arriva tonante dalla sua autorità: i richiami alle sofferenze degli ebrei sotto i totalitarismi neri visti alle manifestazioni sono «follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza».
Cari no-vax, no-green-pass, siete dei pazzi ignoranti e pure di cattivo gusto. Schizofrenici e burini, giù le mani da quei simboli, che fino a ieri bene raccontavano cosa succede quando il mondo impazzisce, le minoranze divengono oggetto di sacrificio da parte delle maggioranze. (Questo forse la senatrice ad vitam lo capisce: «Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza», si augura nell’intervista).
E ora come la mettiamo, quando sono gli stessi cittadini dello Stato ebraico, a far emergere, durante le manifestazioni per la libertà a Tel Aviv lo scorso febbraio, la stella gialla per manifestare la loro contrarietà al lasciapassare?
Tuttavia, con scorno di ministri a senatori, a tirar fuori la stella gialla di recente sono stati proprio… gli ebrei.
In Israele, tecnicamente il Paese più vaccinato del mondo, non manca, come riportato varie volte da Renovatio 21, una fronda di persone contrarie, completamente sconvolte da questo attacco alla libertà personale. Anche a loro, a quanto sembra, il sistema dei lasciapassare (ebbasta chiamarlo green pass! Chiamiamolo così, come sotto il nazifascismo e come in Fracchia la Belva Umana) ricorda esattamente quella roba là: la svasticona e il baffetto, e i tanti «volenterosi carnefici» (citiamo il titolo di un saggio storico contestato per le pesanti accuse all’intero popolo tedesco) che gli andarono dietro berciando raus! alla minoranza presa di mira.
Gridare all’antisemitismo è una tecnica riconosciuta: se riesci a dare a qualcuno dell’antisemita è fatto, è marchiato a vita, tipo che questa stella gialla te la tatuano addosso con il fuoco, magari anche solo per aver criticato la politica militare di Israele. Puoi far fuori chiunque se riesci a dimostrare che abbia detto anche mezza parola, magari da ubriaco, riconducibile ad un pensiero antisemita: perfino il divo più amato di Hollywood – e forse il più grande artista vivente – Mel Gibson.
Dal green-pass all’Ahnenpass, il passaporto genealogico introdotto dal regima nazista come documento per separare gli «ariani» dai giudei, quanta distanza c’è?
E ora come la mettiamo, quando sono gli stessi cittadini dello Stato ebraico, a far emergere, durante le manifestazioni per la libertà a Tel Aviv lo scorso febbraio, la stella gialla per manifestare la loro contrarietà al lasciapassare?
Huge anti-green passport, pro-freedom protest in Tel Aviv, #Israel pic.twitter.com/sd0Gb2Xoi4
— Freedom Israel ???? (@FreedomIsrael_) February 24, 2021
Green-pass e Ahnenpass non si discostano di moltissimo: dalla genealogia (provare di avere geni «puri») alla genetica molecolare (il documento lo puoi avere definitivamente solo se ha introdotto nel nucleo delle tue cellule mRNA) c’è solo uno scarto di tempo che si è preso la tecnologia
Dal green-pass all’Ahnenpass, il passaporto genealogico introdotto dal regima nazista come documento per separare gli «ariani» dai giudei, quanta distanza c’è?
Green-pass e Ahnenpass non si discostano di moltissimo: dalla genealogia (provare di avere geni «puri») alla genetica molecolare (il documento lo puoi avere definitivamente solo se ha introdotto nel nucleo delle tue cellule mRNA) c’è solo uno scarto di tempo che si è preso la tecnologia,
Renovatio 21 lo scrive da sempre: Hitler è uno dei grandi padri del mondo moderno. L’hitlerismo ha perso la guerra militare, ma ha vinto la guerra bioetica. E questo ben prima del COVID: chiedete alle coppie LGBT che in Ucraina si fabbricano in provetta il bambino biondo dolicocefalo occhioceruleo. Vi sono esempi famosi, che tralasciamo.
Sì, Adolf, con i suoi maestri e finanziatori, hasegretamente vinto la guerra per il dominio biologico del pianeta: quando lo riconosceremo sarà troppo tardi.
Sì, Hitler, con i suoi maestri e finanziatori, ha segretamente vinto la guerra per il dominio biologico del pianeta: quando lo riconosceremo sarà troppo tardi
Il numero di embrioni sacrificati per avere i figli in provetta, per esempio, possono superare senza problemi il numero delle vittime della seconda guerra mondiale, ebree o no che siano.
Poi, se sulla stella gialla volete mettere un copyright, allora vuol dire che c’è un brand marketing bello attivo. Sulla cosa Rizzoli anni fa pubblicò un contestatissimo libro intitolato L’industria dell’Olocausto. Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei.
Non dobbiamo tanta fatica per capire che le industrie che portano avanti i nuovi olocausti hanno già un nome.
Anzi, hanno un marchio registrato.
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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