Economia
Gli interessi del debito pubblico tedesco raddoppieranno nel 2023
Il governo tedesco dovrà pagare quasi il doppio di quanto attualmente paga per onorare il proprio debito pubblico nel 2023.
Questo è quanto riportato il 15 luglio dal gruppo mediatico tedesco Redaktionsnetzwerk Deutschland (RND), citando documenti del ministero delle Finanze del Paese.
Il pagamento degli interessi passerà da 16 miliardi di euro a quasi 30 miliardi di euro, in gran parte a causa dei titoli di Stato indicizzati all’inflazione che ora dovranno pagare per coprire l’impennata dei tassi di interesse.
Attualmente ci sono circa 65 miliardi di euro in tali obbligazioni, che rappresentano poco meno del 5% del debito pubblico totale del paese di 1,5 trilioni di euro.
Tuttavia, la quota di questi prestiti nel pagamento degli interessi è altamente sproporzionata e ammonta a circa il 25%. Banche, compagnie di assicurazione o fondi che hanno fornito prestiti al governo tedesco trarranno vantaggio principalmente dalla situazione, dal momento che riceveranno più soldi in pagamenti di interessi.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania, Paese ritenuto assai avverso al debito e pronto a bacchettare chiunque la pensi diversamente, ha stabilito che prenderà in prestito quasi 40 miliardi di euro per attutire il contraccolpo della sua economia causato dalla guerra in Ucraina.
La crisi economica in Germania spinge le autorità a prevedere per questo inverno «luoghi di riscaldamento» per chi non avrà più termosifoni funzionanti in casa nonché rivolte civili a seguito dell’interruzione del gas russo e del conseguente collasso economico ed energetico.
Come riportato da Renovatio 21, il vicecancelliere dei Verdi Robert Habeck ha dichiarato la scorsa settimana che un eventuale «triage energetico» in cui si decide la priorità di consumo di energia in un regime di scarsità potrebbe vedere dare la precedenza alle industrie invece che alle famiglie tedesche.
In questa situazione, la Germania ha appena modificato la sua Costituzione per aumentare i fondi alla Bundeswehr, l’esercito tedesco. I militari quindi riceveranno 100 miliardi di investimenti aggiuntivi nei prossimi anni.
Economia
Il fondo sovrano norvegese disinveste dalla grande compagnia di telecomunicazioni israeliana
Il fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo con 1,8 trilioni di dollari di asset, ha appena venduto tutte le sue azioni nella principale compagnia di telecomunicazioni israeliana Bezeq. Lo riporta il sito The Cradle.
Il consiglio etico del fondo ha citato come motivo della sua azione la presenza fisica di Bezeq e la fornitura di servizi di telecomunicazione agli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania che, ha affermato, «sta aiutando a facilitare il mantenimento e l’espansione di questi insediamenti».
Così facendo, ha continuato il fondo, «la società sta essa stessa contribuendo alla violazione del diritto internazionale». Il fondo norvegese possiede l’1,5% delle azioni quotate al mondo in 8.700 società.
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A fine giugno, possedeva lo 0,76% delle azioni di Bezeq, per un valore di 22,8 milioni di dollari, in calo rispetto al 2,2% posseduto a gennaio.
Lo scorso maggio, la Norvegia ha riconosciuto ufficialmente la Palestina come stato indipendente, a cui Israele ha risposto revocando i permessi di otto diplomatici norvegesi che erano di stanza a Tel Aviv. Storicamente, la Norvegia ha difeso con forza l’esistenza di uno Stato palestinese.
Come riportato da Renovatio 21, la Norvegia farebbe parte di un gruppo di 9 Paesi guidato dalla Malesia che starebbe redigendo una risoluzione per espellere Israele dall’ONU. Gli altri coinvolti sarebbero Egitto, Guyana, Indonesia, Giordania, Norvegia, Qatar, Arabia Saudita e Slovenia.
La guerra non fa sempre male agli affari di Oslo. L’anno passato era emerso che la Norvegia ha registrato entrate record da petrolio e gas lo scorso anno dopo che il conflitto in Ucraina ha fatto lievitare i prezzi dell’energia.
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Immagine di Mediaphotos.org via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Economia
Il colosso finanziario Vanguard avverte: rischio bolla di borsa sull’Intelligenza Artificiale
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Economia
Il Bitcoin schizza oltre i 100.000 dollari
Il prezzo del Bitcoin ha infranto la tanto attesa soglia dei 100.000 dollari, nell’ambito di un rally alimentato dalle aspettative degli investitori circa le politiche favorevoli alle criptovalute da parte dell’amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
La criptovaluta di punta è salita fino a 103.844 dollari a bitcoin mercoledì sera. Giovedì era scambiata a 103.173 dollari, in rialzo di oltre il 7% alle 14:54 ora del meridiano di Greenwhich.
Il valore di Bitcoin è aumentato di oltre il 140% nel 2024, e una parte significativa di questi guadagni è dovuta al rally post-elettorale.
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Con oltre 2 trilioni di dollari, Bitcoin è ora il settimo asset finanziario per capitalizzazione di mercato, superando il gigante dell’energia Saudi Aramco e avvicinandosi ai giganti della tecnologia Amazon e Google. Nel complesso, la capitalizzazione di mercato totale di tutte le criptovalute si è attestata a circa 3,8 trilioni di dollari giovedì, in aumento di oltre il 131% in termini annuali.
L’ultimo traguardo arriva quando Trump ha annunciato i piani di nominare Paul Atkins come presidente della Securities and Exchange Commission (SEC), che regola il settore delle criptovalute.
Sostenitore delle criptovalute ed ex commissario della SEC, l’Atkins sostituirà Gary Gensler, che ha a lungo guidato una repressione del settore. Durante la sua campagna, Trump ha promesso di spodestare Gensler.
Un tempo scettico delle criptovalute, Trump ha cambiato posizione, affermando che avrebbe reso gli Stati Uniti la «superpotenza delle criptovalute del pianeta» e insistendo sul fatto che tutti i Bitcoin dovrebbero essere estratti nel Paese. The Donald persino usato Bitcoin per comprare cheeseburger e birra per i suoi sostenitori in un bar di New York City.
Il mese scorso è emersa la notizia che la società di social media di Trump stava tenendo delle trattative per acquistare la società di trading di criptovalute Bakkt.
Molti analisti hanno previsto da tempo che Bitcoin potrebbe superare la pietra miliare storica. Tuttavia, alcuni di loro hanno avuto reazioni contrastanti all’ultimo rally.
«Gli investitori individuali devono essere entusiasti di vedere il prezzo del BTC superare i 100.000 dollari dopo la notizia della nomina di Paul Atkins a presidente della SEC», ha detto all’agenzia Reuters Shoki Omori, capo stratega del Japan desk presso Mizuho Securities a Tokyo.
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«Certo, questo non significa che il BTC continuerà a crescere per sempre, poiché ci saranno mosse per trarre profitto», ha affermato.
Secondo Jeff Mei, direttore operativo di BTSE a Hong Kong, Bitcoin potrebbe raggiungere «vette ancora più elevate» man mano che più istituzioni inizieranno a percepirlo come una valida riserva di valore e ad allocare fondi agli ETF Bitcoin.
Negli scorsi mesi, il candidato ha reiterato la sua volontà di dare la grazia a Ross Ulbricht, gestore del marketplace del Dark Web Ross Ulbricht in carcere da oramai più di una decade.
Come riportato da Renovatio 21, un’iniziativa crypto della famiglia Trump è stata hackerata il mese scorso.
Nel frattempo un progettista di software canadese ha negato di essere il creatore di Bitcoin dopo la pubblicazione di un documentario che afferma di aver risolto il mistero che circonda la criptovaluta più popolare al mondo, individuando nell’informatico Satoshi Nakamoto, l’autore del paper che ha dato inizio al Bitcoin.
Se Satoshi venisse identificato, potrebbe rischiare di essere arrestato per evasione fiscale, violazione di regolamenti finanziari e di altro tipo, data l’incriminazione di personaggi di alto profilo nel mondo delle criptovalute come Changpeng Zhao. Il fondatore del principale exchange di criptovalute al mondo, Binance, è stato condannato a quattro mesi di prigione ad aprile dopo essersi dichiarato colpevole di aver violato le leggi sul riciclaggio di denaro.
Gli analisti hanno avvertito che se l’identità di Satoshi venisse rivelata, potrebbe vendere i suoi oltre un milione di Bitcoin e far crollare il prezzo del token dall’attuale livello di 57.766 dollari.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa l’FBI aveva risposto a una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA) da parte di un giornalista, insinuando che il creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto può essere un «individuo terzo» di cui non l’agenzia né conferma né nega di avere dei file.
L’investitore miliardario Peter Thiel, creatore con Elon Musk di PayPal e fiancheggiatore diretto del vicepresidente eletto JD Vance, ha rivelato di ritenere di aver conosciuto una persona che protebbe essere Satoshi ad un evento sulle valute digitali precedente al lancio del Bitcoin «sulla spiaggia di Anguilla nel febbraio del 2000». Thiel aveva investito in Bitcoin dopo aver dichiarato che «potrebbe essere un’arma finanziaria cinese contro gli USA».
Un ospite della trasmissione web di Tucker Carlson, l’impreditore informato Ajmad Masad, ha ipotizzato che Satoshi potrebbe essere invece il programmatore rodesiano Paul Leroux, creatore nel 1999 dei software di criptaggio E4M («Encryption for the Masses») e TrueCrypt, poi arrestato negli USA per narcotraffico. Il Leroux sta ora scontando una condanna ad un quarto di secolo nelle prigioni statunitensi. Un articolo si Wired nota che l’arresto di Le Roux e gli ultimi post di Satoshi Nakamoto sul repository originale di Bitcoin sono avvenuti più o meno nello stesso periodo.
Carlson ad un recente evento sulle critpovalute, al quale ha partecipato anche Trump, ha dichiarato che il Bitcoin potrebbe essere stato creato dalla CIA.
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