Geopolitica
Elon Musk incluso nella telefonata Trump-Zelens’kyj
Elon Musk si è unito alla telefonata tra il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, il giorno dopo la vittoria di Trump alle elezioni statunitensi. Lo riporta Axios.
Secondo fonti vicine alla conversazione, il presidente eletto ha rassicurato lo Zelens’kyj sul sostegno degli Stati Uniti, sebbene abbia evitato impegni specifici sugli aiuti. Allo stesso tempo, Musk ha aggiunto che avrebbe continuato a supportare l’Ucraina con i satelliti Starlink, che sono stati un collegamento fondamentale per la comunicazione e la difesa dell’Ucraina.
Entrambi gli uomini in passato hanno criticato il sostegno finanziario e militare all’Ucraina, affermando che Kiev non può vincere il conflitto.
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Il quotidiano ha descritto la mossa come una sorpresa che ha aggiunto un tocco di intrigo alla chiamata tra il presidente eletto e il leader in difficoltà a Kiev.
Il coinvolgimento di Musk sottolinea la sua influenza su Trump e la sua posizione complessa sulla guerra, ha aggiunto Axios.
All’inizio di quest’anno, Musk avrebbe detto ai senatori repubblicani degli Stati Uniti durante una conversazione su X Spaces che l’Ucraina non avrebbe realisticamente potuto vincere contro la Russia.
«Non c’è modo all’inferno che Putin possa perdere», avrebbe detto ai senatori Ron Johnson e Mike Lee, tra gli altri. «Questa spesa non aiuta l’Ucraina; prolungare la guerra non aiuta l’Ucraina. Far morire questi ragazzi per niente è sbagliato e deve finire».
Novus Ordo Seclorum pic.twitter.com/RKTU7pATXl
— Elon Musk (@elonmusk) November 7, 2024
Musk ha anche esortato i cittadini a contattare i propri rappresentanti e ad opporsi alla continuazione degli aiuti, commenti che hanno generato reazioni negative per il suo presunto cinismo nei confronti della causa ucraina.
L’amministrazione Biden punta ad accelerare l’assistenza militare all’Ucraina prima del trasferimento dei poteri previsto per il 20 gennaio, nel timore che Trump possa ridurre gli aiuti.
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Tuttavia, la telefonata di Trump con Zelens’kyj ha apparentemente trasmesso un messaggio diverso: in seguito il presidente ucraino ha descritto la conversazione come «positiva» e ha affermato che l’impegno di Trump subito dopo la sua vittoria è stato incoraggiante.
Parlando a un evento stampa a Budapest giovedì, Zelens’kyj ha sottolineato che, pur apprezzando la chiamata tempestiva, «non può ancora sapere” quali saranno in definitiva le azioni di Trump. Zelens’kyj ha aggiunto: «se è solo veloce, significa perdite per l’Ucraina. Semplicemente non capisco ancora come potrebbe essere in un altro modo».
Durante la campagna elettorale, Trump ha più volte promesso di porre fine al conflitto in tempi rapidi, ma ha evitato di spiegare in che modo.
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Immagine da Twitter
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Orban: l’UE annega nella corruzione
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Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
Gli Stati Uniti hanno indicato il rilancio dei rapporti normali con la Russia e l’interruzione rapida della guerra in Ucraina come priorità assolute nella loro nuova Strategia per la sicurezza nazionale, diffusa venerdì dalla Casa Bianca, ponendoli tra gli obiettivi cardine per gli interessi americani.
Il documento di 33 pagine delinea la prospettiva di politica estera delineata dal presidente Donald Trump, affermando che «è un interesse essenziale degli Stati Uniti negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina», al fine di «stabilizzare le economie europee, scongiurare un’escalation o un allargamento imprevisto del conflitto e ricostruire la stabilità strategica con la Russia».
Si evidenzia come il conflitto ucraino abbia «profondamente indebolito le relazioni europee con la Russia», minando l’equilibrio regionale.
Il testo rimprovera i dirigenti europei per le «aspettative irrealistiche» sull’evoluzione della guerra, precisando che «la maggioranza degli europei anela alla pace, ma tale aspirazione non si riflette nelle politiche adottate».
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Washington, prosegue il rapporto, è disposta a un «impegno diplomatico sostanziale» per «supportare l’Europa nel correggere la sua rotta attuale», reinstaurare l’equilibrio e «ridurre il pericolo di scontri tra la Russia e gli Stati europei».
A differenza della strategia del primo mandato di Trump, che accentuava la rivalità con Russia e Cina, la versione attuale sposta l’asse sull’emisfero occidentale e sulla tutela del suolo patrio, dei confini e delle priorità regionali. Esorta a riallocare le risorse dai fronti remoti verso minacce più immediate e invita la NATO e i Paesi europei a farsi carico in prima persona della propria sicurezza.
Il documento invoca inoltre l’arresto dell’espansione della NATO, una pretesa a lungo avanzata da Mosca, che la indica come una delle ragioni principali del conflitto ucraino, interpretato come una guerra per interposta persona orchestrata dall’Occidente.
In sintesi, la strategia segna un passaggio dall’interventismo universale a un approccio estero più pragmatico e contrattuale, sostenendo che gli Stati Uniti debbano intervenire oltre i propri confini solo quando gli interessi nazionali sono direttamente coinvolti.
Si tratta del primo di una sequenza di rilevanti atti su difesa e politica estera che l’amministrazione Trump si accinge a emanare, tra cui una Strategia di Difesa Nazionale rivista, la Revisione della Difesa Missilistica e la Revisione della Postura Nucleare, tutti attesi in linea con l’impostazione del documento.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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