Politica
Elezioni europee, dissidenza «scatenata». O «incantenata»?
Arrivo tardi a parlare delle elezioni europee. In realtà, Renovatio 21 non ne ha trattato quasi per niente.
Ci sono una serie di motivi per cui disinteressarsi dell’Europa. Il primo è, come ha ricordato qualche giorno fa mirabilmente il filosofo Agamben, è che l’Europa non esiste: è un fantasma, un’entità senza costituzione e soprattutto senza costituente, un essere la cui evanescenza è stata sempre punita quando in Paesi come Francia o Portogallo si è votato per qualche ratifica dei trattati che dovrebbero darle corpo.
Il secondo motivo per cui non ci sentiamo coinvolti in questa campagna – a differenza di quella del 2019, che terminò con ogni singolo leader della destra di tutta Europa raccolto sotto il Duomo di Milano mentre Salvini invocava la Madonna – è che i giochi sembrano fatti, e le proposte politiche sono da narcosi. Tutti i partiti ripropongono gli stessi candidati, con poche variazioni – soprattutto, ogni formazione politica non ha fatto nemmeno lo sforzo di aggiornare i programmi, le idee etc.
Quindi, nonostante il fermento che stiamo vedendo in certe parti d’Europa – con AfD che attacca la melonisierung, la «melonizzazione» dei partiti populiti – ci teniamo alla larga. Forse facciamo male: nell’incontro con la stampa internazionale di ieri, Putin ha dimostrato di essere uno che segue da vicinissimo le questioni elettorali, con percentuali e tutto quanto, quantomeno nel caso della Germania.
In vari ci hanno ricordato, tuttavia, che una novità nel panorama ci sarebbe anche: la lista di Cateno De Luca.
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Il lettore potrebbe a questo punto già capire perché ci siamo tenuti distante dall’argomento europee: ebbene sì, la novità politica sarebbe il mega-listone agglutinante imbastito al volo dall’ex sindaco di Messina e attuale sindaco di Taormina.
Ammettiamo di aver realizzato tardi quello che stava succedendo: De Luca ce lo avevano fatto vedere, tempo fa, quando dava spettacolo durante in campagna elettorale in Sicilia nel 2022. Microfono auricolare stile call center (elemento che torna anche nel materiale dell’attuale campagna), parolacce a go-go e scontro frontale con il sindaco del comune «leghista in salsa sicula»: il video del comizio di Furci Siculo divenne virale, ed è ancora gustoso da riguardare.
#ElezioniPolitiche2022
A Furci Siculo lite e insulti durante un comizio tra il sindaco Matteo Francilia (Lega) e Cateno De Luca. MA COSA SONO QUESTE SCENEGGIATE?? pic.twitter.com/N7yypxXojy— Salvatore Nero (@BlackOutTotale) September 16, 2022
In rete c’era chi ridacchiava montando i suoi video-selfie fatti con il telefonino, accorpando i momenti un pochino aggressivi.
Il “Dolce Stil Drone” di Cateno De Luca candidato alla Presidenza della Regione Siciliana e noto per i droni su Messina con la sua voce durate i lockdown. pic.twitter.com/VWqPMFMmEu
— Gandolfo Dominici (@GandolfoDomini1) August 28, 2022
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Uno pensa che certe espressioni, certe posture, certe cifre «meridionali» non esistano, o non esistano più: del resto se è vero, come dicono i tedeschi, che negli ultimi decenni l’Italia ha preso a somigliare alla Germania e viceversa, è lampante che il Sud ha preso a somigliare al Nord Italia, e viceversa (chiunque abbia visto che i centri storici di Salerno e Trapani sono molto più puliti e ordinati di quelli di tante città padane). E invece….
Il personaggio, ad ogni modo, lo pensavamo relegato lì – una questione locale, un fenomeno zonale. Invece, con una certa sorpresa (non troppa, in realtà), la quasi totalità della «dissidenza» che si è intruppata con il listone del personaggio.
De Luca, sì. Lui. Rammentiamo un attimo i passaggi del suo curriculum che girano in rete.
De Luca era quello dei droni che insultavano la gente durante il lockdown. Si tratta di un’incredibile anticipazione del grande tragico lockdown di Shanghai del 2022, quando il Partito Comunista Cinese chiuse in casa 16 milioni di persone anche grazie a robocani in strada e droni volanti che ripetevano «contieni la sete di libertà del tuo spirito». Invece che tale frase drammatica quanto aulica, il drone cateniano prometteva, proprio con la voce del Cateno, di «prendere a calci in culo» il cittadino trovato per strada a non rispettare «l’ordine del sindaco».
Forse c’è bisogni di rinfrescarsi la memoria e vedere che di fatto era stata realizzata una distopia con accento siculo: Orwell incontra Franco Franchi.
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E allora, chi va con Cateno? Tanti. A marzo ha pure presentato il marchio con 17 simboli, di cui allora ancora 4 erano bianchi. Lavori in corso.
Non so se ricordate Sara Cunial: uscita dal catalogo grillino, divenuta nota ai più per i discorsi in Parlamento durante la pandemia dove leggeva scatenata, saltellando da un piede all’altro, discorsi che sembravano presi da canali Telegram del complottismo più disperato (ma i parlamentari, lo sapete, hanno più diritti di voi, quanto meno di parlare e non subire conseguenze). La ragazza aveva fatto una sua cosa, chiamata R2020, con tanto di lancio all’ex macello di Roma (per la gioia dei seguaci vegani) con spettacolino edificante, che immaginiamo dovesse raccogliere i dissidenti no-vax etc. Poi deve essere successo che il 2020 è passato, quindi l’intero progetto è probabilmente stato considerato scaduto, come lo yogurt. Pensavamo fosse sparita. E invece, eccotela che appare in foto «incatenata», cioè al fianco del Cateno.
Ci sono gli ex leghisti Castelli (l’ex ministro della Giustizia) e Vito Comencini, ex deputato che piace ai catto-tradizionalisti. Simboli dall’Alta Italia: Grande Nord, Partito Popolare del Nord, Popolo Veneto.
C’è Italexit, dal quale tuttavia sapevano era uscito il fondatore Paragone. E quindi, chi è rimasto?
C’è il Capitano Ultimo, il generale carabiniere che arrestò Riina, e che avevamo sempre visto mascherato, anche recentemente: facendo un veloce giro su Wikipedia lo vediamo ritratto in riva al mare nel 2020 con indosso una mascherina chirurgica.
C’è il Popolo della Famiglia, ovviamente: già avevamo visto quanto ci tenevano alla questione dei vaccini alle europee 2019, quando proposero agli elettori un candidato che era stato con il partito della Lorenzin.
Poi ci sono bollini UFO anche interessanti: Noi Agricoltori, Noi Ambulanti Liberi. Il Partito dei Pensionati. Civici in Movimento. Insieme Liberi Uscita. E via.
Tutti con De Luca.
Quantomeno per quanti ricordano il disastro pandemico, e non vogliono dimenticarlo mai, si tratta di una dissidenza cognitiva difficile da ricomporre.
De Luca si mostrò pubblicamente mentre si sottoponeva alla siringa mRNA.
L’operazione è fallita miseramente. Il suo pubblico gli ha rinfacciato in maniera piccata l’ennesima “sceneggiata”. Il “vaccino-party” è stata un’operazione riuscita malissimo, di propaganda politica.Cateno De Luca questa volta ha sbagliato, non lohttps://t.co/u3T6W4gRb6 pic.twitter.com/WiaG0CD5GM
— Messina Oggi (@messina_oggi) July 28, 2021
De Luca sosteneva Draghi, si dice. I video paiono mostrarlo mentre addirittura rivendica l’invenzione del green pass. Potrebbe perfino essere vero.
Cateno De Luca, candidato con la sua coalizione al parlamento europeo. Sentite cosa disse al tempo dell’oscurantista governo Draghi. Votate popolo belante, votate. Persistono nel prendervi per il cu*o e voi li votate e ri-votate. pic.twitter.com/IHxurQzrFw
— Niko IT (@DomenicoS62) May 13, 2024
Cosa diceva Cateno De Luca sul vaccino! pic.twitter.com/qUWrjnbdHE
— Alan Paccagnella (@AlanPaccagnella) May 5, 2024
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Ora lui sostiene che andrà a prendersela personalmente con quanti hanno messo in giro queste voci, utilizzando immagini decontestualizzate. Ascoltiamo, con impeto da teatro liceale, l’ira che diviene sussurro: «Non vi preoccupate, vi vengo a trovare a casa (…) vi verrò a citofonare in diretta, e ve ne do le spiegazione, in diretta»
L’interpretazione di Cateno De Luca fa impallidire persino quella magistrale di Al Pacino in “Scarface”
Dopo questo video i sondaggi hanno registrato un ulteriore picco di astensionisti per le Europee.
Grazie Cateno: good work.
???? In_Telegram_Veritas pic.twitter.com/068Z1gsONv
— Adriano Valente (@Adriano72197026) May 27, 2024
Tuttavia, c’è un video, che sembra proprio recente, in cui dice che vuole Draghi in Commissione Europea, perché lo Stato italiano «ha bisogno di essere messo sotto tutela».
Cateno De Luca: “Uno Stato come l’Italia che ha bisogno di essere messo sotto tutela ha bisogno di un Draghi.”
Un bell’esempio di autorazzismo europeista.
Eccolo, l’antisistema, il terrore dell’Unione Europea.
Quello che, secondo alcuni geni, non va nominato perché non c’entra… pic.twitter.com/18A3atydCn— Matteo Brandi (@MattBrandiReal) April 29, 2024
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Poi c’è stato quel comizio qualche settimana fa. «Un malore» dissero. Chissà cosa hanno pensato in tanti.
Malore durante un comizio per il sindaco Cateno De Luca.
De Luca è stato ricoverato al Policlinico di Messina.
A Gennaio 2022 disse:
Se ero al governo. Il vaccino è pronto? E’ sicuro? Bene, obbligo vaccinale per tutti e se ci sono problemi interviene lo Stato”#chicazzovotate? pic.twitter.com/PRxOXtF527— Anna ????⚡ (@___Anna22) April 30, 2024
Epperò, poco dopo va da Red Ronnie e racconta di essere vittima di effetti avversi.
Insomma, la base no-vax stia buona, e voti questa roba. De Luca è capolista in più regioni: qualora il simbolo prendesse le preferenze necessarie, potremmo immaginare che finirebbe lui a Bruxelles, e gli altri chissà, forse, o forse solo lui.
Noi siamo allucinati dalla velocità con la quale i fautori del blob hanno cercato di far digerire la cosa, ammantando l’operazione di realismo politico – ma al contempo spiegando, era inevitabile, che il personaggio va bene.
È evidente che nemmeno gli esponenti (autoproclamati) della dissidenza (sedicente) vi rispettano. È evidente che chi vi chiede i voti ha già archiviato quanto è successo – e che con probabilità potrebbe ricapitare a breve.
Noi, invece, no.
Non abbiamo dimenticato le piazze italiane strapiene di persone che chiedevano la libertà fine delle catene pandemiche.
Non abbiamo dimenticato la repressione dello Stato su quella stessa gente.
Non abbiamo dimenticato il razzismo biomolecolare contro i non vaccinati, l’apartheid vaccinale, la guerra civile biotica: ci ricordiamo quando non potevamo andare al bar, a teatro, a scuola – a lavoro, soprattutto.
Non abbiamo dimenticato quanti sono stati feriti, e davvero, dal siero genico sperimentale reso di fatto obbligatorio. Non possiamo farlo: perché stiamo vedendo gli amici morire davanti a noi anche ora, colpiti da acciacchi improvvisi, o, sempre più, da tumori velocissimi ed intrattabili che portano in breve tempo alla morte. Non parliamo per sentito dire.
In un articolo che precedeva le elezioni politiche 2022 procedevamo alla disamina dei partiti della «dissidenza» che erano arrivati, trafelati, a presentarsi alle elezioni. Dividevamo causticamente in due sottospecie: c’erano i gatekeeper (ossia, quelli messi lì dal potere per attrarre voti e non andare da nessuna parte, in pratica gli infiltrati che ordiscono un’opposizione sintetica funzionale al potere) e c’erano gli houserunner, neologismo da noi coniato a traduzione dell’espressione «scappati di casa»: formazioni improvvisate fino al comico, irte di personaggi grotteschi oltre ogni limite.
Ora, non è escluso che la dissidenza italiana, o quel che ne rimane, vada verso una fusione delle due tipologie: avremo dei gatekeeper scappati di casa, ed era pure una cosa prevedibile, inevitabile.
Ci teniamo lontani, grazie. Sempre ricordando, tuttavia, che vale la pena di votare per non permettere a Calenda e Bonino di superare la soglia.
Per quanto riguardo il mondo di chi si è opposto e si oppone al Nuovo Ordine – con le sue malattie, le sue guerre – per chi è seriamente intenzionato sarà necessario, passate queste elezioni, mettersi di buzzo buono e fare qualcosa con chiarezza, evitando quanti ci hanno fatto vedere anche questa.
Astieni perditempo.
Roberto Dal Bosco
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Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin | 🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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Politica
Studenti polacchi pestano i compagni di classe ucraini
Alcuni studenti polacchi di un istituto tecnico di Słupsk, nel nord della Polonia, hanno aggredito e picchiato diversi compagni ucraini dopo che un docente li aveva apostrofati come «feccia», ha riferito martedì il portale Onet.
L’episodio si è verificato in una scuola professionale dove sono iscritti numerosi adolescenti ucraini in corsi di formazione. L’avvocato Dawid Dehnert, contattato dai familiari delle vittime, ha citato una registrazione in cui l’insegnante avrebbe definito gli ucraini «feccia» e li avrebbe minacciati di farli bocciare «perché vi farò vedere cosa significa essere polacchi».
I genitori dei ragazzi aggrediti hanno raccontato ai media che uno studente polacco era solito riprodurre in aula il rumore di bombe e razzi, rivolgendosi ai compagni ucraini con frasi come «è ora di nascondervi», senza che il docente intervenisse. «L’atteggiamento del professore ha non solo danneggiato gli studenti ucraini, ma ha anche incoraggiato e tollerato atteggiamenti xenofobi negli altri», ha commentato Dehnert.
Brutalny atak na Ukraińców w Słupsku?
Świadkowie relacjonują, że 17.11.2025 r. w pobliżu szkoły „Budowlanka” kilku starszych chłopaków miało brutalnie pobić ukraińskich nastolatków, krzycząc w ich kierunku obraźliwe hasła. Atak przerwała dopiero kobieta wzywająca policję #słupsk pic.twitter.com/GigFwc4tYv
— Aktualny Spotted Słupsk (@ASpottedSlupsk) November 30, 2025
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La situazione è precipitata al termine delle lezioni, quando i giovani ucraini sono stati assaliti fuori dall’edificio da coetanei polacchi più grandi. «Uno degli aggressori ha prima sputato in faccia a un ragazzo ucraino gridando “in testa, puttana ucraina” e poi lo ha colpito con pugni», ha riferito l’avvocato.
A seguito del pestaggio, un sedicenne ucraino ha riportato la frattura della clavicola e un altro una sospetta commozione cerebrale. Un video circolato sui social riprende parzialmente la rissa, mostrando tre studenti che infieriscono su uno di loro fino a scaraventarlo a terra.
L’aggressione si è interrotta solo quando una passante ha minacciato di chiamare la polizia. Una madre ha dichiarato a Onet di essersi recata immediatamente alla stazione più vicina per denunciare i fatti, ma di essere stata respinta perché «non c’era nessun agente disponibile» e di aver potuto formalizzare la querela solo il giorno successivo.
L’episodio si colloca in un contesto in cui la Polonia resta una delle principali mete UE per gli ucraini in fuga dal conflitto: secondo Statista, quasi un milione di cittadini ucraini risultano registrati nel Paese sotto regime di protezione temporanea.
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Immagine screenshot da Twitter
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