Immigrazione
Eletta miss Giappone: è ucraina
Scandalo in Giappone, dove hanno eletto con Miss più bella del Paese, Karolina Shiino una ragazza di origini ucraine.
Il titolo ha portato una grande dose di controversie in un Paese di naturale tendenza conservatrice dove la caratteristica etnica nipponica riveste ancora molta importanza.
La 26enne Karolina Shiino è nata in Ucraina ma vive nel paese da quando aveva cinque anni in seguito al matrimonio di sua madre con un uomo giapponese. Karolina parla correntemente il giapponese ed è diventata cittadina naturalizzata nel 2022, motivo per cui si identifica come giapponese anziché ucraina.
Ukrainian-born Miss Japan has triggered a debate on what it means to be Japanese. Karolina Shiino, who was born in Ukraine and looks Caucasian, has lived in Japan for more than 20 years and is a naturalized citizen https://t.co/3EH8QfO0JE pic.twitter.com/MGt7TqwIbN
— Reuters (@Reuters) January 26, 2024
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«Volevo essere riconosciuta come giapponese. Dopotutto, viviamo in un’era di diversità, dove la diversità è necessaria. Ci sono molte persone come me che sono preoccupate per il divario tra il loro aspetto e (chi sono). Continuavo a sentirmi dire che non sono giapponese, ma sono assolutamente giapponese, quindi ho partecipato a Miss Giappone credendo sinceramente in me stessa. Sono stato davvero felice di essere riconosciuta così».
La BBC, parlando del caso, ha scritto che solo perché si identifica come giapponese ed è legalmente considerata tale non significa che sia riconosciuta come tale dalla società. La sua incoronazione a «Miss Giappone» ha riacceso un feroce dibattito sull’identità in un Paese etnicamente omogeneo, dove i nati all’estero sono circa il 2,5% del totale, per la grande maggioranza cinesi, vietnamiti, coreani.
Miss Ukraine and Miss Japan are both from Ukraine ????
Ha! pic.twitter.com/0zMbr1NQjx— omatsu (@omatsu_o02) January 25, 2024
Tuttavia c’è anche un coté geopolitico da tener presente. Il contesto in cui Karolina è stata appena incoronata «Miss Giappone» è quello dell’armamento indiretto dell’Ucraina da parte di Tokyo con sistemi di difesa aerea attraverso gli Stati Uniti e un’apertura da parte della politica riguardo immigrazione.
«Il numero di stranieri è aumentato dell’11% rispetto all’anno precedente fino a comprendere il 2,4% della popolazione totale, ovvero poco meno di 3 milioni di persone» scrive Bloomberg. «Spesso passa inosservato che il numero di lavoratori provenienti dall’estero è più che raddoppiato solo nell’ultimo decennio, mentre la comunità straniera nel suo insieme (compresi studenti e famiglie) è aumentata del 50%. Sulla base delle proiezioni demografiche, il discorso si sta già spostando verso un futuro in cui gli stranieri costituiranno più del 10% della popolazione nel paese tra 50 anni».
Come riportato da Renovatio 21, il Giappone affronta una crisi demografica spaventosa alla quale il governo non sa mettere freno.
Alcuni osservatori sostengono che l’incoronazione della miss nata in Ucraina costituisce una pietra miliare nel piano per produrre artificialmente una nozione di identità «progressista» in una società storicamente conservatrice-nazionalista, forse il preludio ad altri esempi di «terapia shock» politicamente guidata in arrivo nel Sol Levante.
Rimane lo straniamento per il giapponese medio di vedere eletta ad icona di bellezza una ragazza non conforme alle fattezze delle locali.
Casi del genere si erano veduti anche nell’edizione di miss Finlandia 2017, dove fu coronata reginetta una ragazza di colore, un’immigrata nigeriana che secondo alcuni non era particolarmente avvenente.
In Italia nel 1996 si ebbe il caso di Denny Andreina Mendez, che però avvenente lo era oggettivamente. L’elezione della ragazza domenicana a più bella d’Italia fu immortalata in una memorabile canzone del gruppo ska veneziano venetofono Pitura Freska, che profetizzò: «un papa nero / dopo miss Italia nera, un papa nero / no me par vero».
Circa un ventennio più tardi sarebbe arrivato un papa nero sul serio, cioè un papa gesuita.
Anche a noi, ancora oggi, non ci par vero.
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Immagine screenshot da YouTube
Immigrazione
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Immigrazione
«Allahu akbar» e investe i pedoni nell’isola francese
Cinque persone sono rimaste ferite, due in modo grave, dopo che mercoledì un uomo ha travolto con la propria auto pedoni e ciclisti sull’isola francese di Oléron, hanno comunicato le autorità locali. L’autista avrebbe urlato «Allahu Akbar» al momento dell’arresto.
L’aggressione, protrattasi per 35 minuti, si è consumata lungo le strade che uniscono i comuni di Dolus-d’Oléron e Saint-Pierre-d’Oléron, capoluogo dell’isola atlantica. Il ministro dell’Interno Laurent Nunez ha confermato che cinque pedoni e ciclisti sono stati investiti prima che il conducente venisse fermato.
La polizia ha neutralizzato il sospettato con un taser dopo che questi aveva dato fuoco al veicolo. All’interno dell’auto sono state rinvenute diverse bombole di gas, ha reso noto la procura di La Rochelle, precisando che l’uomo aveva ripetutamente gridato «Allahu Akbar» durante l’arresto.
La procura antiterrorismo francese non è coinvolta nell’indagine per tentato omicidio. Stando a quanto riportato dal quotidiano Le Parisien, il sospettato è un 35enne del villaggio di pescatori di La Cotinière, con precedenti per reati minori e legati alla droga, ma privo di collegamenti noti a gruppi terroristici organizzati. Avrebbe riferito agli inquirenti di essersi «auto-radicalizzato online» circa un mese fa – dichiarazione che gli investigatori stanno al momento verificando.
Secondo recenti notizie trapelate, sarebbe un francese europeo anarchico convertitosi all’islam
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Negli ultimi anni la Francia è stata teatro di numerosi attacchi con veicoli a motore. Il più letale risale al 2016, quando un estremista islamista ha falciato con un camion la folla in festa per la Bastiglia a Nizza, causando 86 morti e oltre 450 feriti prima di essere abbattuto dalla polizia.
Gli attacchi a base di grida «Allahu Akbar» sono oramai una costante in Europa e oltre.
Come riportato da Renovatio 21, solo tre mesi fa a Dublino si è avuto un accoltellatore allahukbarista. L’anno scorso un uomo ha fatto irruzione con machete in una stazione di polizia di Linz am Rhein, in Germania, col il trito grido islamista. Tre anni fa in Francia un marocchino ha decapitato il padre urlando «Allahu Akbar». Sempre in Francia, sempre tre anni fa, un allahuakbarista ha abbattuto un albero di natale.
Il grido allahuakbarico è stato udito, ovviamente, anche durante la rivolta delle banlieue del 2023.
Più significativo quando l’anno passato masse di immigrati siriani invasero i mercatini di Natale tedeschi gridando «Allahu akbar», in celebrazione della presa di Damasco da parte degli islamisti anti-Assad. Non è chiaro perché, se sono felici di questo esito politico, non tornino nel loro Paese (scherziamo, è a noi chiarissimo)
Al contempo, non è chiaro come gli europei riescano a farsi sputare in faccia in questo modo, persino a Natale. Scherziamo anche qui: sappiamo benissimo perché.
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Immagine di Cobber17 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Immigrazione
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