Spirito
Ecumenismo: il papa vuole la stessa data di Pasqua per tutti

Papa Francesco ha ricevuto in udienza, il 19 settembre 2024, i membri del gruppo di lavoro interreligioso Pasqua Together 2025 (Pasqua insieme 2025). Ha chiesto loro di continuare i loro sforzi nella ricerca di una data comune in cui tutti i cristiani possano celebrare la Pasqua, dopo il 2025.
Infatti, quest’Anno Santo 2025 – oltre al 1700° anniversario del Concilio di Nicea – cattolici e ortodossi celebreranno la Pasqua nello stesso giorno, il 20 aprile, per concordanza del calendario giuliano (ortodosso) e gregoriano (cattolico e altre confessioni cristiane).
Accompagnati all’udienza dal cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per l’unità dei cristiani, i partecipanti rappresentavano l’Assemblea interparlamentare sull’Ortodossia, il Centro Uno dei Focolari, Insieme per l’Europa, il Centro di studi ecumenici, missiologici e ambientali Metropolitan Panteleimon Papageorgiou (CEMES), JC 2033 e l’Accademia ortodossa di Creta.
Davanti ai suoi ospiti, papa Francesco ha ricordato che «il prossimo anno, che è un anno giubilare ordinario per la Chiesa cattolica, la celebrazione della Pasqua coinciderà nei calendari di tutti i cristiani».
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Ha proseguito sottolineando che «questo importante segno» sarà accompagnato dal 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea. E questo fu l’occasione per promulgare il simbolo della fede, il Credo niceno, «questo concilio considerò anche la questione della data della Pasqua, perché già allora erano emerse tradizioni diverse», ha indicato.
Afferma: «più di una volta mi è stato chiesto di cercare una soluzione a questa situazione, affinché la celebrazione comune del giorno della risurrezione non sia più un’eccezione, ma diventi la norma».
Incoraggiandoli a «fare ogni sforzo possibile nella ricerca dell’eventuale comunione», Francesco ha affermato che «la Pasqua non arriva per nostra iniziativa o secondo un calendario o un altro», ma per volontà di Dio.
Inoltre, «non chiudiamoci nei nostri schemi, nei nostri progetti, nei nostri calendari, nella “nostra” Pasqua. La Pasqua è quella di Cristo!», ha insistito. E conclude: «Bisogna camminare insieme», – chiara allusione all’approccio sinodale (sun-odos: camminare insieme) con cui il Papa vuole rendere ecumenicamente «sinodale» la Chiesa stessa.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Dicastery for Evangelization – Section for Fundamental Questions via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Gender
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Misteri
Candace Owens pubblica i presunti messaggi di Charlie Kirk: «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore»

Candace Owens ha pubblicato presunti messaggi personali del defunto Charlie Kirk che dimostrano un crescente interesse per la Chiesa cattolica. Lo riporta LifeSite.
In uno dei messaggi, Kirk affermava che «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore». Owens ha affermato che Kirk le ha inviato il messaggio nel febbraio 2024 durante conversazioni private sulla teologia e sull’uso politico del termine «giudeo-cristiano».
Candace ha descritto l’osservazione come parte di uno scambio continuo tra amici, aggiungendo di non aver mai affermato che Kirk si fosse convertito o si stesse preparando a farlo. «Charlie stava attraversando alcuni cambiamenti spirituali verso la fine», ha detto l’attivista, affermando che Kirk «non frequentava la chiesa del pastore Rob McCoy», ma piuttosto andava a messa ogni settimana e a volte anche più spesso.
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Owens ha anche attirato l’attenzione sul ciondolo di San Michele che Kirk indossava al momento della morte, aggiungendo che la sua vedova, Erika, aveva portato un vescovo a pregare sul suo corpo in seguito, e in precedenza aveva portato un prete a casa loro per pregare dopo una «fattura» comminatagli pubblicamente da giornalisti di sinistra.
Aveva anche parlato positivamente dell’importanza della Madonna, presentandola come la «soluzione al femminismo tossico» e invitando gli evangelici a venerarla di più.
.@charliekirk11: Mary is the SOLUTION to radical feminism in America! pic.twitter.com/75KsdXtS2s
— LifeSiteNews (@LifeSite) July 17, 2025
Tuttavia, pur notando che i cattolici «speravano che avrebbe fatto il passo successivo perché stava pregando il Rosario», Owens ha insistito sul fatto che Kirk non aveva deciso di convertirsi e che lei non aveva mai affermato il contrario.
La rivelazione arriva nel mezzo di controversie in corso sulla vita spirituale e l’eredità di Kirk, seguite al suo assassinio a settembre. Alex Clark e Andrew Kolvette della TPUSA avevano recentemente discusso dell’interesse di Kirk per il cattolicesimo, definendolo più estetico che teologico.
«Stava diventando cattolico? No», ha detto Kolvet, produttore e caro amico di Kirk. «Ma amava molto la Messa cattolica. Amava il suo rituale. Amava la bellezza delle antiche chiese cattoliche e le vetrate. E lui ed Erika ci andavano ogni tanto».
«Mi è sembrata una specie di insabbiamento», ha detto la Owens a proposito di questa conversazione, chiedendosi perché personaggi vicini a Kirk si fossero affrettati ad affermare che non si stava avvicinando al cattolicesimo.
«Sono rimasto un po’ stupita», ha detto Candace, definendo il modo in cui hanno parlato dell’argomento un «tentativo inautentico di dissuadere l’idea che Charlie si stesse ammorbidendo nei confronti del cattolicesimo».
Le opinioni religiose di Kirk sono diventate un punto focale nella più ampia lotta sulla sua eredità, con personalità interne a Turning Point, e commentatori come la Owens che offrono resoconti divergenti delle sue posizioni private su questioni di fede.
Il giornalista della testata d’inchista di sinistra Grayzone Max Bluementhal ha sottolineato che un’eventuale conversione al cattolicesimo di Charlie lo avrebbe reso forse più distante dall’influenza israeliana, che abbonda tra gli evangelici americani da cui il ragazzo proveniva.
Bluementhal aveva pubblicato uno scoop che raccontava come Kirk avesse rifiutato 160 milioni offerti dal primo ministro israeliano Netanyahu a Turning Point USA (per portarlo «al prossimo livello») e come fosse stato invitato ad un ritrovo nella prestigiosa magione del miliardario hedge fund sionista Bill Ackman, dove gli sarebbe stata fatta pressione al punto che una lobbista israeliana britannica gli avrebbe pure urlato.
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Parimenti, è stato detto che amici avessero rivelato come Charlie avesse «paura» delle forze di Israele, di cui pure era stato un accanito sostenitore. L’insofferenza di Kirk per le pressioni che gli stavano mettendo – specie dopo che aveva fatto parlare ad un evento estivo il giornalista Tucker Carlson e il comico Dave Smith, considerati ora come anti-Israele – erano state rese pubbliche durante una trasmissione con la celebre giornalista Megyn Kelly.
Tutti coloro che si sono interessati del caso ci tengono a ricordare, tuttavia che non vi sono prove che Israele sia implicato nell’omicidio di Kirk.
Come riportato da Renovatio 21, a ribadire l’estraneità dello Stato Ebraico è stato più volte, alla TV americana e in videomessaggi pubblici sui social, il premier israeliano Beniamino Netanyahu, il quale per qualche ragione ha negato simultaneamente anche le accuse sugli assassinii rituali ebraici medievali con vittime i bambini cristiani, come San Simonino.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Economia
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