Senza categoria
Bergoglio schierato con le forze delle tenebre. Prefazione al libro di mons. Viganò

Renovatio 21 pubblica l’introduzione scritta da Jerome R. Corsi al libro J’accuse di monsignor Carlo Maria Viganò. Il libro è da giorni disponibile per l’acquisto in rete.
Noi di Post Hill Press siamo onorati di pubblicare il libro dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò J’Accuse: Per fare luce sulla mia «scomunica».
Con questo titolo, Sua Eccellenza cita il breve saggio: J’accuse le Concile! che mons. Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X, scrisse nel 1976.
L’Arcivescovo francese scriveva: «è essenziale demistificare questo Concilio che i responsabili del Vaticano II volevano fosse pastorale, a causa del loro istintivo orrore per i dogmi, e per facilitare l’introduzione ufficiale di idee liberali in un testo della Chiesa. Ma una volta completata l’operazione, hanno dogmatizzato il Concilio, paragonandolo al Concilio di Nicea e sostenendo che era uguale agli altri, se non superiore».
Il giorno in cui è stato convocato in Vaticano per difendersi dalle accuse di scomunica, l’Arcivescovo Viganò ha reso pubblico il suo proclama «J’Accuse», accusando Jorge Mario Bergoglio «di eresia e scisma» e chiedendo che «venga giudicato come eretico e scismatico e rimosso dal Soglio che indegnamente occupa da oltre undici anni».
Il parallelo con l’arcivescovo Lefebvre è chiaro: in questo libro, mons. Viganò chiarisce di essere «colpevole» solo di difendere due millenni di teologia e liturgia cattolica contro la progressiva apostasia del Vaticano II e di Papa Francesco. In questo libro, Sua Eccellenza chiarisce che la sua non è «una difesa personale, ma piuttosto una difesa della Santa Chiesa di Cristo, nella quale sono stato costituito Vescovo e Successore degli Apostoli».
Fedele alla sua coscienza e al mandato ricevuto da Cristo, l’Arcivescovo Viganò proclama: «non posso e non voglio accettare di assistere alla sistematica demolizione della Santa Chiesa e alla dannazione di tante anime senza cercare con ogni mezzo di oppormi a tutto questo. Né posso considerare preferibile un vile silenzio per quieto vivere alla testimonianza del Vangelo e alla difesa della Verità cattolica».
Mons. Viganò spiega che ci troviamo in una battaglia spirituale con la sinistra progressista neo-marxista «woke», una battaglia in cui Bergoglio si è schierato con le forze delle tenebre.
«Il globalismo sostiene l’ideologia LGBTQ+: Bergoglio autorizza la benedizione delle coppie omosessuali e impone ai fedeli l’accettazione dell’omosessualismo, mentre copre gli scandali dei suoi protetti e li promuove ai più alti posti di responsabilità», scrive.
«Ovunque i governi al servizio del Word Economic Forum hanno introdotto o esteso l’aborto, promosso il vizio, legittimato le unioni omosessuali o la transizione di genere, incentivato l’eutanasia e tollerato la persecuzione dei Cattolici, non una parola è stata spesa in difesa della Fede o della Morale minacciate, a sostegno delle battaglie civili di tanti Cattolici abbandonati dal Vaticano e dai Vescovi».
E conclude: «La Chiesa Cattolica è stata occupata lentamente ma inesorabilmente e a Bergoglio è stato dato l’incarico di farla diventare un’agenzia filantropica, la “chiesa dell’umanità, dell’inclusione, dell’ambiente” al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Ma questa non è la Chiesa Cattolica: è la sua contraffazione».
L’arcivescovo Viganò obietta correttamente alla premessa fondamentale del Vaticano II, ossia che la Chiesa Cattolica avesse bisogno di una riforma progressiva per stare al passo con i tempi che cambiano. Ha chiesto da quale “Chiesa” si presume egli sia in stato di scisma «se quella che pretende di essere cattolica si distingue dalla vera Chiesa proprio nella sua predicazione di ciò che quella condannava e nella condanna di ciò che essa predicava?».
Ha spiegato:
«Gli adepti della “chiesa conciliare” risponderanno che ciò è dovuto all’evoluzione del corpo ecclesiale in un “necessario rinnovamento”; mentre il Magistero Cattolico ci insegna che la Verità è immutabile e che la dottrina dell’evoluzione dei dogmi è eretica. Due chiese, certamente: ciascuna con le sue dottrine e le sue liturgie e i suoi santi; ma per il Cattolico la Chiesa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica, per Bergoglio la chiesa è conciliare, ecumenica, sinodale, inclusiva, immigrazionista, ecosostenibile, gay-friendly».
Conclude che «l’unica risposta teologicamente possibile è che la Gerarchia conciliare, che si proclama cattolica ma abbraccia una fede diversa da quella insegnata costantemente per duemila anni dalla Chiesa Cattolica, appartiene ad un’altra entità e per questo non rappresenta la vera Chiesa di Cristo».
L’arcivescovo Viganò caratterizza la Chiesa creata da Bergoglio come «la deep church, cioè la sua contraffazione, la contro-chiesa, l’anti-chiesa dell’Anticristo». Prendendo spunto dal Vaticano II, lo scopo di questa deep church «è di far accettare non tanto e non solo questo o quel cambiamento di dottrina, di morale, di liturgia, ma il cambiamento in sé, ossia l’idea di una rivoluzione permanente secondo cui l’insegnamento della Chiesa deve mutare e addirittura contraddirsi a seconda delle epoche e dei contesti culturali».
In un brillante saggio finale sul «Great Reset», Monsignor Viganò richiama gli scopi satanici dell’élite globalista del Governo Unico Mondiale, un’élite che «ha come scopo la distruzione e l’asservimento dell’Occidente cristiano all’Anticristo, dopo averlo sottratto a Cristo; come fine l’eterna dannazione delle anime, anziché la loro salvezza eterna; e come mezzo l’usurpazione del potere temporale e spirituale, così che le masse abbiano un’autorità perversa in grado di usare la forza per comandarle e farsi obbedire».
In J’Accuse, l’arcivescovo Viganò non solo ha fatto luce sulla sua scomunica, ma ci ha anche donato un testo teologico profondo che sonda la natura del male. Penetrando nel cuore di tenebra che è la follia del Nuovo Ordine Mondiale «woke», Sua Eccellenza ci ha permesso di vedere nella sua scomunica fino a che punto coloro che sono posseduti da intenti malvagi si spingono per mettere a tacere la verità. Ogni pagina di questo libro richiede un’attenta rilettura e una ponderata considerazione.
In J’Accuse, monsignore ci ha lasciato una dichiarazione duratura che si affiancherà alle dichiarazioni teologiche di maggior impatto mai fatte, perché sostiene l’idea che solo Dio può donare la vita e solo attraverso Cristo possiamo trovare la Redenzione. Alla fine, Dio vince sempre. Dio non ha creato questa esperienza di vita sulla Terra perché Satana ne esca vincitore. Ma non possiamo presumere di essere dalla parte di Dio se non comprendiamo veramente il male insito nel neo-marxismo che oggi ha steso la sua ombra oscura su di noi.
Quando Cristo disse a San Pietro che le porte degli inferi non avrebbero prevalso contro la Chiesa apostolica (Mt 16, 18), aveva in mente uomini come l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò. Scrive il Profeta Geremia: Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile (Ger 20, 11).
In questo spirito, Jorge Mario Bergoglio dovrebbe vergognarsi molto. La confusione eterna profetizzata in Geremia non ricade sull’Arcivescovo Viganò, ma sulla mostruosità conciliare e sinodale che Bergoglio ha portato avanti nella sua apostasia.
Ironicamente, se l’odio di Bergoglio per la vera Chiesa Cattolica non fosse così grande, non avrebbe mai scomunicato l’Arcivescovo Viganò. Con le parole scritte qui, Dio fa sempre miracoli nelle vicende umane, come dimostra il fatto che l’arcivescovo Viganò ci ha regalato questo magnifico libro illuminato dalla saggezza dello Spirito Santo solo perché Bergoglio lo ha scomunicato. Monsignor Viganò è già passato attraverso le fiamme dell’inferno, per poi uscirne trionfante.
Se il cuore di Bergoglio non fosse stato indurito contro mons. Viganò dall’odio di Satana verso Dio, non avremmo mai avuto l’opportunità di beneficiare della profondità di pensiero di Sua Eccellenza espressa in queste pagine.
Chi legge questo libro può ora ricevere la guida spirituale necessaria per avanzare con fiducia verso la vittoria in questi giorni bui. Chi disprezza il messaggio di questo libro lo farà a proprio rischio e pericolo.
La realtà è che l’Arcivescovo Viganò ci ha donato un libro che illuminerà per sempre la vera Chiesa Cattolica.
Jerome R. Corsi
Il libro di monsignor Viganò è disponibile all’acquisto.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Trump pianifica il ritiro dalla Siria

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Senza categoria
Il Vaticano inaugura il bonus nascita

Papa Francesco ha deciso di prevedere incentivi economici per i dipendenti del Vaticano che hanno più di due figli. Una misura che non sempre ha dato i frutti attesi altrove in Europa, perché è vero che la crisi delle nascite va oltre l’aspetto puramente finanziario, anche se quest’ultimo è tutt’altro che trascurabile.
«Gli europei si suicidano a causa dei bassi tassi di natalità», ha scritto Raymond Aron nelle sue Memorie. In un comunicato stampa pubblicato il 15 gennaio 2025 sul proprio sito web, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha annunciato che le famiglie dei dipendenti del più piccolo Stato del mondo con almeno tre figli riceveranno d’ora in poi un bonus di 300 euro al mese.
Un sostegno economico che verrà concesso fino al raggiungimento della maggiore età dei figli a carico – fissata a diciotto anni dalla legge ecclesiastica – o fino alla fine degli studi, a condizione che i loro tutori legali forniscano documenti che certifichino l’iscrizione del figlio a un ciclo universitario o equivalente. iniziati alla fine degli studi secondari.
In ogni caso, precisa il Vaticano, il pagamento del bonus cesserà dal momento in cui i figli a carico compiranno ventiquattro anni. Inoltre, mentre fino ad ora il congedo di paternità dava diritto a tre giorni di permesso retribuito, Papa Francesco ha deciso di estenderlo a cinque giorni in caso di arrivo di un nuovo figlio in famiglia.
Secondo il comunicato romano, queste modifiche sono frutto di una «iniziativa personale del Santo Padre» e sono state trasmesse al presidente del governatorato, il cardinale Fernando Vergez Alzaga, durante un’udienza privata il 19 dicembre. Il pontefice argentino ha poi precisato che desiderava che questo bonus fosse immediatamente applicato a tutti i dipendenti interessati.
Il bonus ideato e attuato da papa Francesco ha trovato una risonanza particolarmente forte in Francia, in un momento in cui un rapporto dell’INSEE ha appena messo in guardia l’opinione pubblica su un preoccupante calo del tasso di natalità. In Italia la situazione non è migliore, anzi…
Perché nella Penisola, tra il 2008 e il 2022, le nascite sono diminuite del 68%. Nel 2022, il Paese ha registrato 719.000 decessi per 393.000 nascite, ovvero 1,81 decessi per 1 nascita. Se il calo delle natalità in Italia continua, presto ci saranno due decessi per ogni nascita in Italia, un Paese che in dieci anni ha perso 1,5 milioni di abitanti.
È più facile capire perché papa Francesco abbia applaudito il numero di giovani incontrati durante il suo tour in Asia lo scorso settembre, elogiando in particolare Timor Est, uno Stato giovane in tutti i sensi del termine, dove i minori di 18 anni rappresentano quasi la metà della popolazione.
Stesso entusiasmo durante la sua recente visita in Corsica: «vorrei sottolineare una cosa: avete visto quanti bambini ci sono? Pensate ad altri viaggi in cui non li avete visti», ha detto papa Francesco, anche se la Corsica – a differenza di Timor Est – è comunque la regione della Francia con il tasso di natalità più basso.
La misura finanziaria decretata dall’inquilino di Santa Marta convincerà i dipendenti del Vaticano ad avere più figli? Non sono sicuro se prendiamo l’esempio dell’Ungheria che, nonostante un reale volontarismo in questo ambito, sta lottando per aumentare il suo tasso di fertilità oltre l’1,5%.
Uno studio pubblicato dal Financial Times il 10 gennaio 2025 collega il calo della natalità al fallimento del modello familiare tradizionale che ha sofferto – cosa che il quotidiano britannico non dice – delle politiche progressiste degli ultimi decenni e della rivoluzione digitale che tende a distruggere le nozioni fondamentali della carità coniugale, dell’impegno e della donazione di sé.
In ogni caso, oltretevere, c’è chi si chiede se la riduzione, attuata lo scorso anno, degli importi degli stipendi corrisposti ai cardinali e ai superiori della Curia romana, sarà sufficiente a finanziare questo bonus, mentre il deficit annuale del Vaticano è in media di 50 milioni di euro.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Marek.69 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Senza categoria
La Colombia rifiuta i cargo di immigrati dagli USA. Poi si arrende a Trump nel giro di poche ore

Più tardi ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha rilasciato una dichiarazione affermando che la Colombia «ha accettato tutte le richieste del presidente Trump, inclusa l’accettazione senza restrizioni di tutti gli immigrati clandestini provenienti dalla Colombia rimpatriati dagli Stati Uniti, anche su aerei militari statunitensi, senza limitazioni o ritardi». La Leavitt ha aggiunto che le tariffe bozzate «saranno tenute di riserva e non firmate, a meno che la Colombia non rispetti questo accordo». Le restrizioni sui visti e i controlli rafforzati alla frontiera e alla dogana rimarranno in vigore «finché il primo aereo carico di deportati colombiani non sarà rimpatriato con successo», ha affermato la nuova portavoce presidenziale. Trump, che ha prestato giuramento il 20 gennaio, ha fatto della lotta all’immigrazione illegale uno dei temi chiave della sua campagna elettorale. Poco dopo l’insediamento, ha dichiarato lo stato di emergenza al confine e ha schierato altri soldati in servizio attivo per assistere gli agenti di frontiera. Il programma di remigrazione promesso in campagna elettorale sembra già completamente partito. Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il presidente argentino Javier Milei aveva definito il presidente colombiano Petro «assassino terrorista», provocando così l’espulsione di tutti i diplomatici argentini da Bogotá.Trump, a mi no me gusta mucho viajar a los EEUU, es un poco aburridor, pero confieso que hay cosas meritorias, me gusta ir a los barrios negros de Washington, allí ví una lucha entera en la capital de los EEUU entre negros y latinos con barricadas, que me pareció una pendejada,…
— Gustavo Petro (@petrogustavo) January 26, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Scuola7 giorni fa
Del bruco e della farfalla. La scuola verso algoritmi mostruosi
-
Politica2 settimane fa
Esorcista pubblica una preghiera per Donald Trump
-
Spirito2 settimane fa
Perù: un cardinale chiama la polizia contro i fedeli che pregano il rosario
-
Sanità1 settimana fa
I malori della 5ª settimana 2025
-
Armi biologiche2 settimane fa
La CIA ora crede al virus fuggito dal laboratorio di Wuhano
-
Pensiero2 settimane fa
La giornata della memoria selettiva
-
Pensiero5 giorni fa
Controrivoluzione di Trump contro la tirannide del Nuovo Ordine Mondiale: mons. Viganò, lettera ai cattolici degli USA
-
Spirito1 settimana fa
A Dio monsignor Williamson. Un ricordo personale