Fertilità
Ecco le ovaia artificiali
Un nuovo capitolo si apre nella corsa a sostituire la riproduzione umana con quella totalmente artificiale.
Come sempre, la scusa offerta dalla scienza è quella di curare malanni – o fenomeni naturali supposti tali..
Durante la menopausa le ovaie di una donna smettono di funzionare – causando vampate di calore, disturbi del sonno, aumento ponderale, deterioramento osseo.
Oggi gli scienziati stanno studiando se trapiantare ovaie costruite in laboratorio possa fermare questi sintomi. In uno dei primi sforzi per studiare il potenziale di questo tipo di tecnica, i ricercatori affermano di aver usato un tessuto realizzato per costruire ovaie artificiali per cavie in grado di produrre ormoni femminili come l’estrogeno e il progesterone.
I ricercatori affermano di aver usato un tessuto realizzato per costruire ovaie artificiali per cavie in grado di produrre ormoni femminili come l’estrogeno e il progesterone
Lo studio, condotto dal Wake Forest Baptist Medical Center, suggerisce una potenziale alternativa agli ormoni sintetici che milioni di donne assumono dopo aver raggiungo la mezza età. Un documento che descrive le scoperte a riguardo è stato pubblicato su Nature Communications.
Quando sono stati testati sulle cavie, i pezzi di tessuto, conosciuti come organoidi, hanno dato migliori risultati rispetto ai tradizionali medicinali che sostituiscono gli ormoni nel migliorare la salute delle ossa e prevenire l’aumento ponderale. Il trattamento dava effetti positivi esattamente come i medicinali a base di ormoni nel mantenere il tessuto dell’utero sano.
Non è ancora noto da dove le cellule necessarie per costruire gli organoidi possano provenire
Gli studi clinici di ovaie artificiali probabilmente non si effettueranno così presto. Per una questione: non è ancora noto da dove le cellule necessarie per costruire gli organoidi possano provenire. Emmanuel Opara, professore al Wake Forest che ha condotto la ricerca, afferma che le donne più giovani potrebbero donare il tessuto
Le donne che stanno per entrare in menopausa, così come quelle che si sono sottoposte a trattamenti antitumorali o a cui sono state asportare le ovaie per motivi medici, perdono l’abilità di produrre importanti ormoni, tra cui l’estrogeno e il progesterone. I livelli più bassi di questi ormoni possono alterare una serie di diverse funzioni del corpo.
Per contrastare i sintomi indesiderati, molte donne si rivolgono a combinazioni di medicinali che sostituiscano questi ormoni – estrogeni e progestinici sintetici. Ma la sostituzione di ormoni porta a un aumento del rischio di malattie cardiache e tumore al seno e per questo è sconsigliato un uso prolungato di questi farmaci. Opara pensa che le ovaie artificiali possano essere più sicure e più efficaci.
L’artificializzazione totale degli apparati di riproduzione umana procede senza sosta
Per creare gli organoidi, Opara e i suoi colleghi hanno messo insieme due tipi di cellule – le cellule granulosa e quelle theca. I ricercatori anno raccolto campioni di queste cellule dalle cavie femmine a cui sono state estratte le ovaie e le hanno fatte crescere in laboratorio in modo che alla fine hanno formato un tessuto tridimensionale.
Una settimana dopo l’impianto, le ovaie artificiali hanno iniziato a produrre estrogeno, progesteroni e due altri degli ormoni naturali non presenti negli attuali medicinali ormonali.
L’artificializzazione totale degli apparati di riproduzione umana procede senza sosta.
Fertilità
Un nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite
Un nuovo studio pubblicato dal docente norvegese Jarle Aarstad dell’Institute of Economics and Business, Inland Norway University of Applied Sciences collega la somministrazione dei vaccini anti-COVID-19 a un calo significativo delle nascite negli Stati Uniti.
Secondo l’analisi, condotta su dati del CDC relativi a vaccinazioni e nati vivi in 566 contee (circa 260 milioni di abitanti), nel 2023 si sono registrati negli USA quasi 70.000 nati vivi in meno rispetto a quanto atteso in assenza di vaccinazione di massa. Estrapolando il risultato all’intera popolazione, il ricercatore attribuisce alla campagna vaccinale una riduzione di circa del 2% dei nati vivi e un corrispondente calo di 0,03 punti nel tasso di fertilità totale (TFR), passato da 1,65 nel 2022 a 1,62 nel 2023.
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Lo studio conclude che la flessione osservata tra il 2022 e il 2023 è imputabile in misura preponderante all’effetto dei vaccini, mentre fattori strutturali tradizionali (inflazione, costo degli alloggi, partecipazione femminile al lavoro, carenza di servizi per l’infanzia, età media al primo figlio) non mostrano variazioni sufficienti a giustificare da soli un anno all’altro un calo di tale entità.
Il meccanismo biologico responsabile non è ancora chiarito: l’autore lascia aperta l’ipotesi di un aumento di infertilità temporanea o permanente nelle donne vaccinate oppure di un incremento di aborti spontanei e nati morti. Durante il biennio 2021-2022 numerosi reparti ostetrici statunitensi avevano segnalato un anomalo incremento di feti morti in utero.
Nel 2024 il TFR americano è ulteriormente sceso al minimo storico di 1,60, alimentando il timore che parte dei danni alla fertilità femminile possa rivelarsi irreversibile.
Lo studio sottolinea che, a differenza di altri determinanti demografici (livello di istruzione, età al matrimonio, scelta di non avere figli) che rientrano nella sfera della libera decisione individuale, la vaccinazione anti-COVID è stata in molti casi imposta o fortemente incentivata da datori di lavoro, enti pubblici e misure governative, limitando di fatto la libertà di scelta di decine di milioni di cittadini.
I dati completi della ricerca sono stati resi pubblici e sono attualmente in fase di revisione paritaria.
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Fertilità
Un ingrediente comune presente in shampoo e lozioni può compromettere la fertilità femminile per generazioni
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- Meno follicoli ovarici, che contengono cellule uovo immature.
- Aumento dell’atresia follicolare, ovvero più follicoli muoiono o si rompono prima di poter rilasciare un ovulo maturo.
- Cellule uovo di qualità inferiore, che non sono sane o non funzionano come dovrebbero per maturare e promuovere la normale crescita dell’embrione.
- Livelli più bassi di ormone antimulleriano, un indicatore chiave della fertilità femminile e della riserva ovarica.
- Una maggiore morte delle cellule ovariche specializzate (cellule della granulosa) è essenziale per lo sviluppo degli ovuli, contribuendo a ridurre i livelli dell’ormone antimulleriano e a ridurre la quantità di ovuli sani.
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Fertilità
I leggings stanno facendo diventare le donne sterili?
Da anni i leggings – che un tempo si chiamavano fuseaux, o «fusò» nei cartelli delle bancarelle nei mercati cittadini – dominano il guardaroba occidentale da decenni. Indossati al supermercato, nei locali o durante la messa domenicale, sono diventati il simbolo della moda «athleisure»: pratica, comoda e onnipresente. Tuttavia, ciò che per molte donne rappresenta una scelta di libertà e comfort, potrebbe nascondere un lato meno noto e potenzialmente preoccupante.
Molti dei modelli dei marchi più venduti sono realizzati in tessuti sintetici come poliestere, nylon o elastan (spandex). Materiali che offrono elasticità e resistenza, ma che, secondo alcuni studi, potrebbero interferire con il sistema ormonale e la fertilità.
Uno dei riferimenti più citati è una ricerca condotta alcuni decenni fa su animali: a un gruppo di cagne furono fatti indossare «pantaloni» in tessuti diversi – 100% poliestere, 100% cotone, lana e miscele poliestere-cotone. I risultati mostrarono che circa il 75% delle femmine vestite con indumenti in poliestere non rimase incinta, mentre quelle in cotone o lana registrarono un tasso di gravidanza del 100%.
Secondo i ricercatori, il poliestere e le sue miscele avrebbero generato un campo elettrostatico in grado di interferire con la comunicazione ormonale, effetto però reversibile dopo la rimozione del tessuto.
Un esperimento simile, condotto su cani maschi, ha evidenziato una riduzione della conta spermatica nei soggetti che indossavano biancheria in poliestere. In alcuni casi, i valori si sono normalizzati nel tempo; in altri, le alterazioni sono risultate più persistenti.
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Da qui il dubbio: se i tessuti sintetici possono influire sulla fertilità animale, è possibile che abbiano effetti analoghi sull’essere umano?
Il nylon, altro materiale comune nei leggings e nell’abbigliamento sportivo, è noto per rilasciare microplastiche che possono penetrare nell’organismo attraverso la pelle. Studi recenti suggeriscono che tali particelle possano alterare gli ormoni e danneggiare la qualità degli ovuli e dello sperma.
Inoltre, molti tessuti sintetici vengono trattati con ftalati, PFAS e coloranti — sostanze chimiche classificate come interferenti endocrini. «Alti livelli di questi composti sono stati associati a tempi più lunghi per concepire, scarsa qualità degli ovuli e dello sperma e rischio di aborto spontaneo», spiega la dottoressa Lora Shahine, esperta di fertilità.
In un contesto in cui la fertilità è già messa alla prova da fattori come lo stress, l’età sempre più avanzata della maternità, l’obesità o le infezioni sessualmente trasmissibili, l’iniezione mRNA COVID, anche l’abbigliamento potrebbe giocare un ruolo minore ma non trascurabile.
Chi desidera «vestirsi bene anche per la salute», dunque, potrebbe valutare un ritorno ai materiali naturali: cotone, lino o lana. Forse meno elastici, ma – secondo alcune ricerche – decisamente più amici della fertilità.
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