Pamela Ferdinand è una giornalista pluripremiata ed ex borsista del Massachusetts Institute of Technology Knight Science Journalism, che si occupa dei determinanti commerciali della salute pubblica.
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Le personalità dei genitori potrebbero giocare un ruolo decisivo nell’improvvisa ascesa dei bambini transgender nelle società occidentali.
Alcuni esperti hanno coniato il termine «transhausen per procura», mutuandolo dalla sindrome di Munchausen, il disturbo psichiatrico dove il paziente simula una malattia o un trauma per attrarre verso di sé l’attenzione. La «sindrome di Münchausen per procura» (in inglese «Munchausen Sybdrome by Proxy», o MSBOP è definita come la condizione psichiatrica dove i soggetti colpiti provocano o inventono sintomi a carico delle persone dipendenti dalle loro cure – il tutto sempre con l’obiettivo di attirare l’attenzione.
Il termine «transhausen per procura» è stato coniato quindi da alcuni esperti per quei genitori narcisisti che spingono la cosiddetta «transizione di genere».
Le celebrità sono sempre più sotto i riflettori con annunci sui loro figli che si dichiarano transgenderri o «non binari». Gli individui non binari si identificano né come maschi né come femmine. I siti gay esaltano attrici e cantanti come Cher, Sade, Jennifer Lopez e Charlize Theron per aver sostenuto i loro figli che rifiutano il loro sesso biologico.
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La sindrome di «transhausen per procura» ha effetti molto reali sulla società, scrive un articolo di Epoch Times che ha intervistato vari esperti.
Viene poi indicato il caso della famiglia Grant. La madre è una cantante e insegnante di canto, il padre faceva parte della band degli anni ’80 Linx e ha lavoratocon gruppi come le Spice Girls. Attualmente stanno lanciando il loro libro, A Very Modern Family, sul tema della «comprensione dei bambini queer e neurodivergenti».
Tuttavia, la promozione del transgenderismo infantile non avviene solo tramite le celebrità, ma anche tramite il grande flagello del nostro tempo: i social media.
Molti genitori pubblicano abitualmente sui social media applaudendo la transizione dei loro figli o sostenendo i «diritti dei transgender». In America, alcuni genitori sono stati incensati in articoli di giornale per essere fuggiti dagli Stati repubblicani che bloccano le procedure transgender per i bambini e per essersi trasferiti negli Stati retti dal Partito Democratico dove è consentita la “cura che affermi il genere”.
L’aumento dei casi di disforia di genere e delle famiglie con più bambini transgender hanno portato alcuni professionisti medici e di salute mentale a sospettare che siano coinvolte malattie psicologiche, come il disturbo narcisistico della personalità.
Fino a poco tempo fa, la disforia di genere era rara e si verificava principalmente nei giovani maschi. Se non trattata, la condizione spesso si risolve naturalmente dopo la pubertà. Secondo gli studi, in alcuni casi, i bambini affetti da disforia di genere si rivelavano omosessuali
Tuttavia negli ultimi anni, molti a favore delle «cure che affermano il genere» sostengono che gli interventi medici salvano vite umane riducendo le tendenze suicide nei giovani. Affermano che è un diritto umano per le persone potersi identificare come il sesso opposto e che la società deve accettare.
Il narcisismo, che ha somiglianze con il MSBP, può contribuire alla proliferazione delle affermazioni sulla disforia di genere e non dovrebbe essere ignorato, ha affermato Erica Li, una dottoressa dello Stato di Washington sentita da ET: «Il narcisismo di alcune di queste madri deve essere smascherato». Le madri, in particolare, possono sfruttare l’attenzione derivante dalla nascita di un figlio transgender per scalare la gerarchia sociale.
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La MSBP nei genitori è stata descritta da addetti ai lavori che lavorano in cliniche di genere negli Stati Uniti e all’estero, ha detto il dottor Li al giornale statunitense. La condizione è associata a ciò che è noto nella ricerca sulla personalità come la «Triade Oscura».
Coloro che esibiscono la Triade Oscura esprimono machiavellismo, che usa l’inganno per conquistare il potere. Esprimono anche una psicopatia sottostante, come il comportamento amorale. Ed esprimono narcisismo, ovvero il bisogno di ammirazione unito all’assenza di empatia per gli altri.
Secondo la teoria psicologica della Triade Oscura, lanciate nel 2002 dagli psicologi Delroy L. Paulhus e Kevin M. Williams, chi ne è affetto può porre problemi alla società: è stato scoperto che punteggi elevati in questi tratti aumentano statisticamente la probabilità di una persona di commettere crimini, causare disagio sociale e creare gravi problemi per le organizzazioni, soprattutto se occupano posizioni di leadership.
La Triade Oscura è stata diagnosticata in casi di ferali serial killer come Ted Bundy.
La domanda è: la genitorialità per molti può divenire una piattaforma per la propria psicopatia?
A tal punto è arrivata la reificazione del figlio, il bambino-suppellettile che completa il quadretto borghese?
A tal punto è arrivata la mercificazione del bambino, che è ucciso prima di nascere se imperfetto, oppure prodotto in laboratorio con il giusto programma, e poi igienizzato a dovere con vaccini e psicofarmaci?
E ancora: il mondo intero sta davvero divenendo psicopatico al punto da pervertire anche la genitorialità?
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I nitrati, che entrano nell’acqua potabile principalmente attraverso il deflusso di fertilizzanti chimici e il letame animale proveniente dagli allevamenti, sono invisibili, inodori e insapori. Anche a una concentrazione pari a solo l’1% della soglia di sicurezza stabilita dal governo federale, i nitrati possono aumentare significativamente il rischio di parto prematuro e basso peso alla nascita, secondo un nuovo studio condotto su 350.000 certificati di nascita.
Secondo un nuovo studio, anche livelli molto bassi di nitrati nell’acqua potabile, ben al di sotto della soglia di sicurezza stabilita dal governo federale, possono aumentare significativamente il rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita.
Il nitrato, una sostanza chimica diffusa che entra nell’acqua potabile principalmente attraverso il deflusso dei fertilizzanti chimici e il letame animale proveniente dalle fattorie, è invisibile, inodore e insapore, il che fa sì che molte persone non si accorgano di assumerlo.
I ricercatori hanno analizzato più di 350.000 certificati di nascita in Iowa dal 1970 al 1988 e hanno scoperto che anche 0,1 milligrammi di nitrato per litro (mg/L), ovvero appena l’1% del livello che l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) degli Stati Uniti considera attualmente «sicuro», era collegato a rischi più elevati di nascita prematura o di bambini troppo piccoli.
La prematurità e il basso peso alla nascita sono le principali cause di morte nei neonati e nei bambini sotto i 5 anni. Aumentano inoltre il rischio di disturbi dello sviluppo come la paralisi cerebrale e le probabilità di malattie croniche come l’obesità e il diabete in età adulta.
«La posta in gioco è chiara. Nessun livello di nitrato nell’acqua potabile sembra sicuro durante la gravidanza», ha affermato Jason Semprini, professore associato di economia della salute pubblica presso la Des Moines University e autore principale dello studio, pubblicato il 25 giugno su PLOS Water.
«Per decenni, abbiamo conosciuto i meccanismi biologici che suggeriscono potenziali danni derivanti dall’esposizione ai nitrati in utero. Ora, abbiamo prove coerenti derivanti da rigorose ricerche condotte in diversi studi che dimostrano questo potenziale danno nei nati vivi».
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I risultati dello studio giungono mentre l’Iowa si trova ad affrontare una crisi idrica senza precedenti a causa della contaminazione da nitrati.
Contribuiscono inoltre alle crescenti preoccupazioni circa gli effetti sulla salute dell’inquinamento agricolo causato dall’industria, nelle regioni rurali e agricole di stati come Kansas, Nebraska, Minnesota, California e Pennsylvania, e persino in grandi città come Los Angeles e Chicago.
L’EPA ha fissato il limite attuale per i nitrati nell’acqua potabile a 10 mg/L, ovvero 10 parti per milione, per prevenire la metaemoglobinemia o «sindrome del bambino blu», una malattia del sangue potenzialmente fatale che priva il corpo di ossigeno.
Semprini e altri sostengono che lo standard, stabilito nel 1992, non rispecchia la scienza attuale e non tiene conto degli esiti delle nascite e di altri potenziali rischi per la salute.
Sebbene la tanto attesa valutazione dell’EPA sia ancora in stallo, il nitrato è stato collegato al cancro del colon-retto , alle malattie della tiroide e a gravi difetti congeniti del cervello e del midollo spinale.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro classifica i nitrati presenti negli alimenti e nell’acqua come «probabilmente cancerogeni» per l’uomo, mentre un rapporto pubblicato l’anno scorso suggerisce che il rischio di morte è più alto del 73% rispetto all’acqua priva di nitrati, anche a bassi livelli.
L’Iowa, dove è stato condotto il nuovo studio, presenta alcune delle più alte concentrazioni di nitrati nelle falde acquifere degli Stati Uniti, come dimostra lo studio. È inoltre al secondo posto a livello nazionale per nuove diagnosi di cancro.
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Per stimare l’esposizione ai nitrati, Semprini ha confrontato i dati relativi all’acqua potabile con i dati relativi alle nascite entro 30 giorni dal concepimento, periodo in cui il feto è particolarmente vulnerabile. Ha inoltre testato l’esposizione oltre 90 giorni prima del concepimento e non ha riscontrato alcun collegamento con esiti negativi, suggerendo che l’esposizione precoce alla gravidanza è ciò che conta di più.
Lo studio ha rilevato che i livelli di nitrati nell’acqua potabile pubblica dello Stato sono aumentati dell’8% ogni anno durante il periodo di studio, attestandosi in media a 4,2 mg/L per tutte le nascite.
Oltre l’80% dei neonati studiati è stato esposto a una certa quantità di nitrati e 1 su 10 è stato esposto a livelli superiori al limite federale. Complessivamente, il 5% è nato sottopeso e il 7,5% è nato pretermine.
I risultati principali includono:
Lo studio invita l’agenzia ad agire e sollecita l’aggiornamento del limite federale per i nitrati. Raccomanda inoltre agli stati di adottare una supervisione più rigorosa, che includa test frequenti, rendicontazioni pubbliche trasparenti e politiche volte a ridurre il deflusso di nitrati attraverso la riforma agricola.
«Non si tratta solo di normative ambientali, ma anche della salute dei bambini e delle madri», ha affermato Semprini. «Se non aggiorniamo i nostri standard per adeguarli alla scienza attuale, potremmo danneggiare silenziosamente migliaia di gravidanze ogni anno».
Pamela Ferdinand
Pamela Ferdinand è una giornalista pluripremiata ed ex borsista del Massachusetts Institute of Technology Knight Science Journalism, che si occupa dei determinanti commerciali della salute pubblica.
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