Bizzarria
Donna rischia anni di galera per aver tossito su un autista di Uber

Arna Kimiai, una donna che in un alterco all’inizio di questo mese aveva tossito su un autista Uber dopo che questi aveva chiesto di indossare la mascherina, è ora sotto la custodia della polizia.
La donna aveva tossito su un autista Uber dopo che questi aveva chiesto di indossare la mascherina
Kimiai si è presentata alla polizia di San Francisco giovedì scorso, riferisce il sito della polizia della città. Ora che è lì, rischia fino a 20 anni di carcere per una serie di accuse tra cui l’aver picchiato un lavoratore dei trasporti, rapina di primo grado, cospirazione per commettere un crimine e violazione dell’obbligo di mascherina della California e vari protocolli anticoronavirus.
24-year-old Arna Kimiai, an Iranian Harmful, coughed into the face of Nepali Subhakar Khadka when the Uber driver asked her to wear a mask. The incident took place this month in San Francisco. She also attacked him and snatched his phone. The bio jehadi faces 20 years in prison. pic.twitter.com/6zb9DyT0aT
— Rakesh Thiyya (@ByRakeshSimha) March 16, 2021
Per questi tremendi crimini, nel 2021 si può rischiare di passare più anni in carcere che dopo aver perpetrato uno stupro o un omicidio.
Oltre a urlare insulti razzisti all’autista Subhakar Khadka, Kimiai e le sue due compagne di viaggio si sono rifiutati di indossare mascherine, hanno afferrato il telefono di Khadka e gli hanno strappato la maschera dal viso prima di tossirgli addosso in modo drammatico.
Per questi tremendi crimini, nel 2021 si può rischiare di passare più anni in carcere che dopo aver perpetrato uno stupro o un omicidio.
Rammentiamo che la California mantiene e commina la pena di morte dalla sua reintroduzione (1992), e da allora l’ha applicata appena 13 volte, con l’ultima sentenza capitale eseguita nel 2006.
Che sia il caso di mandare la ragazza al patibolo? La sedia elettrica per un colpo di tosse: benenuti negli anni ’20 del XXI secolo.
Che sia il caso di mandare la ragazza al patibolo? La sedia elettrica per un colpo di tosse: benenuti negli anni ’20 del XXI secolo.
Bizzarria
Pornhub comprata da un fondo chiamato «Ethical Capital»: i grandi risultati della finanza ESG

Il colosso della pornografia online Pornhub è stato acquistato da un fondo di investimento canadese chiamato Ethical Capital partners, che significa «Capitale Etico e soci».
Il private equity Ethical Capital, sorto l’anno scorso, ha acquisito la società che controlla il sito pornografico, Mindgeek, comprando quindi anche l’altro grande sito per adulti Youporn. Assieme ad altri siti del genere, la società raggiunge più di 140 milioni di visitatori unici al giorno. Nel 2013, i siti di Mindgeek contenevano più dell’80% della pornografia in rete, fornendo quindi un fatturato che andava oltre il miliardo di dollari.
Si tratta del primo investimento di Ethical Capital, costituito da avvocati e investitori nel ramo della cannabis legale, un filone di business molto finanziato negli ultimi dieci anni. Tra i nomi conosciuti quello di un finanziere italo-canadese, di un rabbino e professore di diritto (che avrebbe seguito da avvocato casi di «lavoratori del sesso», nuova espressione orwelliana per il meretricio) e di un capo in pensione della polizia a cavallo canadese.
Nel sito di Ethical Capital Partners leggiamo del proposito dell’Ethics-first investing, cioè l’investire che mette l’etica al primo posto «cerchiamo opportunità di investimento in settori che richiedono una leadership etica basata su principi. Non evitiamo la complessità legale e normativa. Forniamo valore agli investitori dando priorità alla fiducia, alla sicurezza e alla conformità».
Il nuovo padrone del sito porno dichiara di voler migliorare la reputazione di Pornhub.
Pornhub era stato accusato per la possibile presenza di video che coinvolgevano minori, per la possibile pubblicazione di revenge porn sulla piattaforma, per la possibilità che alcuni video ritraessero violenze. Su tutto, il tema dell’autorizzazione delle persone riprese, che potrebbe mancare.
Dopo un editoriale del New York Times del 2020 intitolato «I bambini di Pornhub», la pressione sul sito aumentò al punto che Visa e Mastercard, sistemi di pagamento presumibilmente maggioritari per gli abbonamenti al sito, sospesero le transazioni verso la società.
La notizia ha fatto scalpore, ma si pone perfettamente nel solco degli ESG, i nuovi standard ecologici, sociali e di governance che l’ONU ora chiede a Nazioni e società private tramite cui vengono pure «classificate» le aziende.
Le politiche ESG sono state attaccate dal CEO di Saudi ARAMCO e da Elon Musk, padrone della Tesla, auto non inquinante par excellence, che ha definito gli ESG come «il diavolo incarnato». Nella classifica ESG Tesla sta molte posizioni dietro ai principali produttori di armamenti USA.
Dirty clothes are ESG. https://t.co/I8DzQ4utwT
— Marc Andreessen (@pmarca) April 3, 2022
Una recente copertina di The Economist pure si scagliava contro gli ESG, definiti come «le tre lettere che non salveranno il mondo». Tuttavia, pare possibile, a questo punto, che gli ESG possano passare tranquillamente per la pornografia.
Come riportato da Renovatio 21, è stato ipotizzato, a partire da fughe di notizie sul famoso laptop del figlio del presidente USA, Hunter Biden, che quest’ultimo caricasse filmati su Pornhub.
Ha colpito, come, a inizio conflitto ucraino, quando Pornhub già prendeva decisioni «etiche» come quella di lasciare la Russia, ci fossero laggiù persone in festa, come questo sacerdote ortodosso, che racconta di aver tanto pregato perché ciò avvenisse.
«Pornhub ha chiuso. Gesù, quanto abbiamo avuto bisogno di pregare perché fosse chiuso!»
Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Bizzarria
Il caccia russo ha «orinato» sul drone americano

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha pubblicato un breve video di un jet da combattimento russo che esegue una manovra pericolosa mentre intercetta un drone MQ-9 «Reaper» dell’aeronautica americana che si è schiantato nel Mar Nero lo scorso martedì.
I funzionari americani avevano criticato Mosca per il modo di volare «non sicuro e poco professionale» dei piloti russi.
Ora grazie al video possiamo comprendere consa intendessero.
Nella clip di 42 secondi, si può vedere il Su-27 russo avvicinarsi alla parte posteriore del drone MQ-9 mentre inizia a rilasciare carburante. Questa azione, sostengono alcuni, avrebbe probabilmente lo scopo di scoraggiare la presenza del drone di sorveglianza nello spazio aereo internazionale sopra il Mar Nero e, forse ostacolare i suoi sensori avanzati.
BREAKING: U.S. military releases dramatic declassified video taken by MQ-9 Reaper drone that shows the moment that a Russian Su-27 fighter jet collided with it after attempting to spray the drone with jet fuel. https://t.co/XGoVQN7ppJ pic.twitter.com/X9vH6qtFGf
— ABC News (@ABC) March 16, 2023
L’USAF, l’aviazione degli Stati Uniti, ha scritto in una dichiarazione che il jet da combattimento russo «ha scaricato carburante e ha colpito l’elica dell’MQ-9, costringendo le forze statunitensi a far cadere l’MQ-9 in acque internazionali».
La Federazione Russa ha negato che i suoi piloti abbiano agito in modo non professionale o abbiano colpito l’elica del drone.
Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale YSA John Kirby ha affermato che il drone non rappresentava una minaccia per nessuno e operava nello spazio aereo internazionale.
«Gli Stati Uniti continueranno a volare e ad operare ovunque il diritto internazionale lo consenta, e spetta alla Russia far funzionare i suoi aerei militari in modo sicuro e professionale», ha detto mercoledì ai giornalisti il segretario alla Difesa Lloyd Austin.
Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver parlato con il segretario Austin dell’incidente, affermando che il drone ha ignorato le restrizioni di volo nell’area poste dal Cremlino.
Ci sarebbero anche informazioni secondo cui il drone stava volando senza transponder di trasmissione e si stava dirigendo verso il confine russo.
Mosca ha sottolineato che l’incidente è dovuto «all’intensificazione delle attività di Intelligence contro gli interessi della Federazione Russa».
Il drone, c’è da ricordare, è dotato di missili Hellfire, con i quali sono stati sterminati tanti afghani negli anni di Bush e Obama – e pure Biden.
In rete nel frattempo gli utenti sostengono che il video sembra un atto di minzione del caccia russo sul drone americano.
«Che diavolo, quanto dev’essere abile uno per fare pipì su un drone alla velocità di Mach… Questo tizio merita una medaglia» dice un utente Twitter. «Il tizio sta chiaramente trollando a livelli globali».
What the hell, how skilled must one be to pee on a drone at Mach speed👀
If this guy gets a medal for this…. The disrespect😂 https://t.co/WlIgT3nylW— oti (@Oti09280470) March 16, 2023
«Il pilota meritava tutto ciò che è speciale… abbattere un drone da 60 milioni di dollari con la sola pipì. Stile».
The pilot deserved everythings special..shootdown a $60 million drone with just pee style🤣
— Debora123 (@Deboraleeeeee) March 17, 2023
La dinamica dell’incidente è stata ricostruita in grafica 3D dal canale televisivo statunitense CBS.
CBS simulated the fall of the American MQ-9 Reaper drone in the Black Sea#Reaper pic.twitter.com/DOiVtQ7S4k
— Arthur Morgan (@ArthurM40330824) March 15, 2023
Sul Telegram russo, intanto, impazza la teoria secondo cui il drone contenesse tecnologia sensoristica avanzata di cui non dispongono né la Russia né la Cina. Secondo voci, la marina russa nel Mar Nero sarebbe quindi attiva nelle ricerche dei resti del drone, che potrebbe rivelarsi un tesoro di retroingegneria per Mosca e non solo.
La volontà di non danneggiare il drone, e di colpirlo solo con getti di carburante a mo’ inediti getti di urina aerospaziale, potrebbe proprio essere legata all’intento di recupero della preziosa tecnologia.
Giorno davvero umiliante per gli USA di Joe Biden, trattati con grande cinismo (dal greco kynos, il cane: appunto «cinici» erano definiti i filosofi che perdevano la pudicizia e cominciavano a fare la pipì davanti a tutti come canidi) dal suo avversario geopolitico.
Bizzarria
Sirene finte a favore di telecamera per la visita di Biden a Kiev. Gli attori della farsa vi ritengono scemi

È una delle cose più brutte viste questa settimana.
Durante la visita-lampo del presidente americano Joe Biden a Kiev, le sirene per raid aerei hanno suonato nonostante non ci fossero notizie di attacchi missilistici.
La motivazione, quindi, è un’altra: creare il maggior effetto drammatico possibile per le inquadrature TV del Biden ricevuto con lo Zelens’kyj.
L’effetto, tuttavia, più che drammatico, sta tra il surreale e il grottesco.
👴🇺🇦🇺🇸Biden and Zelensky calmly walk around Kiev during the alarm,Holywood style. pic.twitter.com/OzRdum6iXW
— AZ 🛰🌏🌍🌎 (@AZgeopolitics) February 20, 2023
La stranezza è stata notata anche da Reuters: «le sirene dei raid aerei hanno suonato a tutto volume nella capitale ucraina mentre Biden visitava Kiev, sebbene non ci fossero notizie di attacchi missilistici o aerei russi».
U.S. President Joe Biden made an unannounced visit to Kyiv in a show of support ahead of the one-year anniversary of Russia's invasion, promising President Volodymyr Zelenskiy that Washington would stand with Ukraine as long as it takes https://t.co/YqgnZL9HxW pic.twitter.com/xuvBJBhDkj
— Reuters (@Reuters) February 20, 2023
Nel mare di notizie tragiche da cui siamo assaliti in questi giorni di guerra, diciamo che la cosa è particolarmente brutta perché prova quanto poco rispetto i vertici della politica internazionale abbiano per il comune cittadino spettatore, che deve bersi senza fiatare le farse più stupide, improvvisate, poco credibili. È come se il potere non avesse più alcun bisogno di aderire alla realtà. È come se la menzogna più patente può esservi servita senza più alcun pudore.
La stessa CNN, di certo non contraria ai regimi di Biden e Zelens’kyj, hanno sottolineato il fatto che negli ultimi giorni si sono sentite le sirene antiaeree in azione.
«Sono stato qui negli ultimi cinque giorni. Non ho sentito esplosioni. Non ho sentito alcuna sirena d’aria, fino a circa mezz’ora fa, proprio quando il presidente Biden era nel centro di Kiev», ha riferito l’inviato CNN Alex Marquardt in diretta TV.
CNN's Alex Marquardt: "I've been here for the past five days. I have not heard any explosions. I have not heard any air sirens, until about half an hour ago, right when President Biden was in the center of Kyiv." pic.twitter.com/hPKmXSjgpr
— Kevin Tober (@KevinTober94) February 20, 2023
Uno show, che davvero ritiene lo spettatore come un ebete da gabbare senza pietà.
Kiev, come sempre, è dolce per i spudorati traffici internazionali di Biden e del suo clan.
Non sono così lontani i tempi in cui il Biden volava di frequente nella capitale Ucraina, magari ricattando l’allora presidente e primo ministro: o licenziavano il procuratore generale Viktor Shokin (che, per coincidenza, indagava dalle parti dell’azienda del gas che aveva preso nel board il figlio drogato e perverso di Biden, Hunter) oppure non avrebbe dato il miliardo di dollari in aiuti promesso.
Era il dicembre 2015.
«Così, [Poroshenko e Yatsenjuk] uscivano dalla conferenza stampa, e gli ho detto: io non vi darò… noi non vi daremo il miliardo di dollari. Loro hanno detto: tu non hai l’autorità. Tu non sei il presidente (…) Il presidente [Obama], ho detto, sì, dovrei chiamarlo (…) Ho detto: ve lo dico, non prenderete il miliardo di dollari. Ho detto: guardate, noi ce ne andiamo in 6 ore. Se il pubblico ministero [Shokin] non sarà licenziato, non avrete i soldi (…) Oh… figlio di puttana… è stato licenziato».
Il tutto dichiarato ad un evento pubblico, pure filmato del Council fo Foreign Relations, tra le risatine del pubblico.
Come riportato da Renovatio 21, il figlio Hunter pare coinvolto anche riguardo ai biolaboratori ucraini finanziati dagli USA, accusati dalla Federazione Russa di produrre armi biologiche.
I parlamentari repubblicani americani avevano fatto sapere di voler indagare sulla relazione tra Hunter Biden e la società gasiera ucraina Burisma, che lo pagava 80 mila dollari al mese senza un motivo vero.
Nessuna vera indagine è invece partita sui rapporti tra Hunter Biden e le società legate ai molto controversi laboratori biologici di Kiev.
Immagine screenshot da YouTube
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