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Epidemie

Diffida sui tamponi per il ritorno a scuola: il documento del CIATDM

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Renovatio 21 pubblica questo documento del Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Minori (CIATDM) riguardo al progetto di tamponi settimanali agli studenti per il rientro a scuola dopo la Pasqua.

 

 

 

Alla attenzione di

 

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale – 00187 Roma
Fax 06.46993125
protocollo.centrale@pec.quirinale.it

 

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Mario Draghi
Palazzo Chigi – Piazza Colonna 370 – 00187 Roma
presidente@pec.governo.it
uscm@palazzochigi.it

 

MINISTRO DELLA SALUTE
Roberto Speranza
Lungotevere Ripa, 1 – 00153 – Roma
seggen@postacert.sanita.it
segretariato.generale@sanita.it

 

MINISTRO DELL’ISTRUZIONE
Patrizio Bianchi
Viale Trastevere, 76/a – 00153 ROMA
uffgabinetto@postacert.istruzione.it
urp@istruzione.it
dott. Agostino Miozzo
agostino.miozzo@protezionecivile.it

 

 

Pordenone, 25 marzo 2021

 

 

A seguito delle recenti notizie di stampa, secondo cui sarebbe all’esame un protocollo di rientro a scuola, dopo le festività pasquali, che prevede l’effettuazione di tamponi rapidi agli studenti ogni settimana, si rende urgente quanto necessaria una ferma presa di posizione a tutela della salute fisica e psicologica della popolazione scolastica e, di rimbalzo, a tutela della libertà della popolazione tout court.

 

La prima e dirimente obiezione a suddetto protocollo riguarda l’attendibilità dello strumento diagnostico: la AUSSL Pedemontana ha in questi giorni dato riscontro a una richiesta di informazioni avanzata dal C.I.A.T.D.M. confermando che i cicli di amplificazione cui vengono sottoposti i tamponi per la ricerca del virus Sars-Cov 2 sono «inferiori a 40».

 

È dato notorio che cicli superiori a 35/38 equivalgono, sostanzialmente, a dei falsi positivi, come confermato dal Direttore dell’Istituto Mario Negri, prof. Giuseppe Remuzzi che a proposito di questi risultati ha dichiarato: «la positività di questi tamponi emergeva solo con cicli di amplificazione molto alti, tra 34 e 38 cicli, che corrispondono a 35.000-38.000 copie di Rna virale (…) sono casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone»

 

https://www.corriere.it/cronache/20_giugno_19/coronavirus-remuzzi-nuovi-positivi-non-sono-contagiosi-stop-paura-bf24c59c-b199-11ea-842e-6a88f68d3e0a.shtml

 

Emerge ictu oculi la abnormità di un protocollo che subordini il rientro in classe, e conseguentemente la vita di famiglie e di lavoratori, a riscontri che appaiono con altissima probabilità del tutto inattendibili, con il risultato di segregare in casa persone sane e per giunta non contagiose.

 

Va inoltre evidenziato come la frequenza della scuola non possa in alcun modo essere subordinata alla effettuazione di trattamenti o atti sanitari e qualunque discriminazione che impedisse l’accesso agli studenti che non dovessero accettare di sottoporsi a uno screening sanitario sarebbe illegittima e contraria alla Costituzione.

 

Va precisato che non vi sono, ad oggi, protocolli che scongiurino danni alla salute di uno screening di questa intensità, non potendosi dimenticare che il tampone non è pratica priva di rischi e, tanto più, una simile frequenza di esecuzione può evidentemente comportare conseguenze pregiudizievoli per la salute, fisica ma anche psicologica, dei minori.

 

Non va dimenticato poi che tale monitoraggio indiscriminato andrebbe solo ad aggiungersi alle già pesantissime condizioni previste per la scuola in presenza: mascherine per sei/otto ore, distanziamento, obbligo di continua igienizzazione delle mani, divieto di scambiarsi materiale, obbligo di ricreazione seduti e così via, e ciò a più di un anno dall’esordio dell’emergenza, periodo che doveva servire alle Istituzioni preposte per ideare strategie di alleggerimento, e non di aggravamento, della pressione sulle categorie più fragili.

 

È evidente, inoltre, come lo svolgimento settimanale di tamponi comporti il rischio concreto che un sempre più ampio numero di persone asintomatiche – ben oltre il limite dei cosiddetti «contatti stretti» – sia sottoposto a reiterate quarantene, con la duplice conseguenza di una continua chiusura e riapertura delle scuole, e del ricorso parossistico alla didattica a distanza.

 

Ciò equivarrebbe a deporre una pietra tombale sulla attività educativa e didattica che sia degna di questo nome, con conseguenze devastanti per la popolazione pediatrica, tra le più duramente colpite dalla gestione dell’emergenza pur essendo la categoria meno colpita dal virus.

 

Risale infatti a tre giorni fa la pubblicazione di uno studio condotto dallo IEO di Milano secondo cui le scuole sono il luogo più sicuro e meno interessato dai contagi:

 

https://www.corriere.it/politica/21_marzo_22/scuola-ricerca-dati-73-milioni-studenti-stare-classe-non-spinge-curva-pandemia-6d57776e-8a9c-11eb-82d5-215578033673.shtml

 

L’estensione indiscriminata del monitoraggio presenta inoltre palmari incongruenze: ad esempio non viene considerato il caso dei minori già colpiti dal virus e già guariti, per i quali (e per le famiglie dei quali) non ha alcun senso l’imposizione di ulteriori screening, con il rischio di subire ulteriori quarantene senza alcuna motivazione sanitaria.

 

Si evidenziano a tal proposito le dichiarazioni del 3 marzo scorso del dott. dottor Andrea Campana, primario del reparto di Pediatria Multispecialistica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il quale ha confermato che non esiste ad oggi nessun caso di bambino che abbia contratto il COVID due volte.

 

Questa parte di popolazione verrebbe quindi inutilmente vessata da pratiche sanitarie che non stentiamo a definire persecutorie, senza che ciò determini, per la popolazione scolastica, alcun reale beneficio.

 

Qui il link: https://www.interris.it/cop…/varianti-bambini-covid-fake/

 

A ulteriore conferma della pericolosità di un siffatto protocollo richiamiamo all’attenzione delle Istituzioni il verbale del Comitato tecnico Scientifico del 24/02/2020 nel quale si precisava che l’effettuazione di tamponi, in assenza di sintomi, «non è giustificata in quanto non fornisce un’informazione indicativa a fini clinici ai sensi delle definizioni di “caso”».

 

È evidente quindi che adottare simili misure costituirebbe un enorme dispendio per la sanità ed un potenziale danno alla salute psicofisica dei bambini e delle loro famiglie, senza che a ciò corrisponda alcun apprezzabile beneficio per la collettività.

 

Il C.I.A.T.D.M. si oppone quindi fermamente alla adozione di simili protocolli, inficiati da svariati profili di illegittimità e forieri di gravi abusi, ed anticipa azioni legali, anche a verifica del danno erariale, nei confronti di tutte le Istituzioni che dovessero approvarli e/o farli propri.

 

Si invita chiunque condivida la presente diffida ad inviarla via posta ordinaria, mail o pec agli indirizzi dei destinatari dandone comunicazione al C.I.A.T.D.M. ai recapiti in calce.

 

 

La presidente del C.I.A.T.D.M.

Aurelia Passaseo

 

 

 

Sede Presidenza: Via Col Di Lana 3 – 33170 Pordenone – Italy

Cell. 347 . 4528246  –  373 . 8418139

E-mail: ciatdm.presidenza@virgilio.it      aurelia.passaseo@gmail.com

Sezione F.V.G. : ciatdm.fvg@gmail.com

http://ciatdmcoordinamento.altervista.org/

 

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Epidemie

Salgono i casi di malattia «mangia carne» in Giappone

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I casi di sindrome da shock tossico streptococcico (STSS), una condizione causata da una malattia potenzialmente mortale «mangia carne», si stanno diffondendo a un ritmo record in Giappone. Lo riporta l’emittente pubblica nipponica NHK.

 

L’Istituto nazionale giapponese per le malattie infettive ha registrato quest’anno circa 801 casi di STSS, al 5 maggio. La cifra è quasi tre volte superiore a quella delle infezioni registrate nello stesso periodo dell’anno scorso. Secondo i dati, solo nei primi tre mesi di quest’anno il Giappone ha segnalato oltre 500 casi di STSS.

 

La sindrome, che ha un tasso di mortalità fino al 30%, si verifica quando l’infezione si diffonde in tutto il corpo. Il batterio è stato soprannominato «carnivoro» perché provoca necrosi degli arti e collassi multipli di organi, dicono gli esperti. I sintomi causati dalla STSS comprendono mal di gola, febbre, diarrea, vomito e letargia. I medici avvertono che le infezioni possono verificarsi attraverso ferite aperte.

 

Il virus colpisce soprattutto le persone sui trent’anni o più. Secondo i medici, in alcuni casi la malattia può diventare mortale, soprattutto tra gli anziani.

 

I casi in Giappone sono collegati a un particolare ceppo di streptococco di gruppo A chiamato M1UK, dicono gli esperti medici. Questo ceppo è considerato altamente trasmissibile ed è in aumento in tutto il mondo negli ultimi anni, secondo i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

 

In Giappone i casi di malattia stanno aumentando a un ritmo più rapido rispetto all’anno scorso, quando il numero di pazienti infetti ha raggiunto 941, la cifra più alta mai registrata nel paese, riferisce NHK.

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A marzo, secondo quanto riferito da Reuters, l’aumento dei casi di STSS ha portato la squadra di calcio nordcoreana a cancellare improvvisamente una partita di qualificazione alla Coppa del Mondo in Giappone.

 

La malattia non è una malattia respiratoria come la polmonite o il COVID-19, quindi è improbabile che porti a una situazione pandemica, ha detto allo sbocco a marzo Hitoshi Honda, professore di malattie infettive alla Fujita Health University.

 

«Si tratta di un’infezione da goccioline», ha detto Honda. «L’igiene delle mani è estremamente importante per prevenire le infezioni streptococciche invasive».

 

La ragione della diffusione vertiginosa dell’infezione non è chiara, dicono le autorità mediche giapponesi. Ma gli esperti notano che il numero di casi di mal di gola è aumentato in Giappone da quando le misure anti-COVID sono state allentate.

 

Come riportato da Renovatio 21, batteri carnivori erano stati trovati nel 2023 sulle spiagge della Florida alghe sargassum accumulate sulle rive sabbiose. Si tratta in quel caso del batterio vibrio vulnificus, organismo noto per divorare la carne delle infezioni.

 

Come riportato da Renovatio 21, gli USA sono stati teatro in questi anni di altri microrganismi assassini, come l’ameba mangia cervello, segnalata nei fiumi del Nebraska e in Missouri.

 

Prioni sarebbero invece stati alla base anche di un’epidemia del 2019 di cervi-zombie: ai poveri ungulati, già martoriati dalle zecche portatrici di Lyme che ritengono il loro manto peloso il luogo migliore per accoppiarsi, viene «mangiato» il cervello da proteine infette, ingenerando così nelle tenere bestie cornute comportamenti di zomberia pura.

 

Come riportato da Renovatio 21, una malattia mangia-cervello aveva preso a diffondersi in Giappone quattro anni fa.

 

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Immagine di Piotr Smuszkiewicz, Iwona Trojanowska and Hanna Tomczak via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Epidemie

Gli USA stanno finanziando la creazione di ceppi di influenza aviaria più letali e contagiosi

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Con il pretesto di creare vaccini contro l’influenza aviaria, le agenzie governative statunitensi e i finanziatori privati ​​come la Fondazione Bill & Melinda Gates stanno finanziando la ricerca con guadagno di funzione per rendere i virus dell’influenza aviaria più letali e trasmissibili tra i mammiferi.   I funzionari sanitari statunitensi hanno ammesso solo di recente di aver finanziato la ricerca sul guadagno di funzione presso l’Istituto di virologia di Wuhan in Cina, ma per decenni il governo degli Stati Uniti ha finanziato lo stesso tipo di ricerca pericolosa sull’influenza aviaria negli Stati Uniti.   E quella ricerca continua ancora oggi.   I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), l’Autorità per la ricerca e lo sviluppo avanzato biomedico (BARDA), l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (NIAID), il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) – persino la Fondazione Bill & Melinda Gates — hanno finanziato o stanno finanziando la ricerca per rendere l’influenza aviaria più patogena e/o più trasmissibile tra i mammiferi.   Intervenendo al «Kim Iversen Show» del 16 maggio, Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico della Children’s Health Defense, ha affermato di essere preoccupato che gli Stati Uniti stiano «creando agenti di… distruzione biologica» che potrebbero «portarci in un’altra pandemia».   Hooker ha fatto eco agli avvertimenti dell’ex direttore del CDC Robert Redfield, che ha suggerito che la prossima pandemia sarebbe stata scatenata da una fuga da un laboratorio che lavorava per umanizzare i virus dell’influenza aviaria.     Hooker ha detto a Iversen che la Divisione Influenza del CDC ha infettato i furetti con il ceppo di influenza aviaria H5N1 attualmente circolante, quindi ha infettato cellule polmonari umane, per rendere il virus più infettivo per gli esseri umani.   La loro giustificazione, ha detto, è quella di essere preparati a un’epidemia zoonotica, in cui un virus proveniente da un uccello o da un altro animale si trasmette all’uomo.   «La linea di partito che si sente continuamente è: “bene, dobbiamo sviluppare questi agenti patogeni perché poi possiamo sviluppare le contromisure”: i vaccini, gli anticorpi monoclonali, le terapie», ha detto.

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Il lungo elenco degli studi sul guadagno di funzione sull’influenza aviaria

Il CDC, il BARDA, il NIAID e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno condotto o finanziato studi pericolosi sull’influenza aviaria.   Jessica Belser, ricercatrice capo del CDC, è stata coinvolta in numerosi studi che esplorano la patogenicità e la trasmissibilità dei virus dell’influenza aviaria. È coautrice di uno studio del marzo 2024 sul ceppo H5N1 che causa malattie mortali e si trasmette tra furetti co-ospitati.   Nel 2020, Belser ha studiato come diversi ceppi del virus dell’influenza H9N2, che presentano differenze genetiche e antigeniche, mostrano diversi modelli di replicazione e trasmissione nei modelli animali di mammiferi. Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha collaborato.   Nel 2016, Belser ha studiato come diversi ceppi di influenza aviaria, tra cui H5N1, H7N9 e H9N2, potrebbero infettare le cellule endoteliali polmonari umane.   Richard Webby, Ph.D.ricercatore associato al BARDA e direttore del Centro collaboratore dell’OMS per gli studi sull’ecologia dell’influenza negli animali e negli uccelli, è coautore di un articolo del maggio 2024 che studia la suscettibilità e la trasmissibilità nella popolazione suina dell’influenza aviaria ad alta patogenicità derivata da visone.   In uno studio del 2017 finanziato dal NIAID, Webby ha testato i vaccini contro l’influenza aviaria sui furetti, infettandoli con il virus selvaggio per determinare l’efficacia dei vaccini.   Hooker ha detto a The Defender che questa ricerca è pericolosa perché i furetti «sono immunologicamente molto vicini agli esseri umani… Non è un grande passo avanti per loro entrare improvvisamente nella popolazione umana e iniziare la trasmissione da uomo a uomo».   Christine Oshansky, capo del reparto Pandemic Vaccines and Adjuvants presso BARDA, è stata coautrice di uno studio del 2021 sull’influenza H7N9 ad alta patogenicità e di una formulazione di vaccino.   Nel 2018, Oshansky ha testato i vaccini H5N1 conservati nelle scorte nazionali di vaccini antinfluenzali per un massimo di 12 anni per determinare se potevano essere efficaci contro i virus influenzali A (H5) divergenti.   L’OMS ha finanziato lo studio del maggio 2020, «Potenziale pandemico dei virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità clade 2.3.4.4 A(H5)». Tra i collaboratori figurano il CDC, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e altre organizzazioni. Webby e Yoshihiro Kawaoka, DVM, Ph.D. dell’Università del Wisconsin sono tra gli autori elencati.   «Questo è l’enorme pericolo di fare questo lavoro», ha detto Hooker. «Che si tratti di un rilascio accidentale o intenzionale, stai giocando con questi agenti patogeni in modo che fondamentalmente creino varianti infettive per gli esseri umani».  

La vacca da mungere del vaccino

Hooker ha detto a Iversen che esistono «una miriade di brevetti associati ai vaccini contro l’influenza aviaria [e] agli agenti patogeni dell’influenza aviaria».   Kawaoka, il ricercatore finanziato da tempo dal NIAID per condurre ricerche sull’influenza aviaria, ha 78 brevetti nel suo portafoglio, molti dei quali relativi alla vaccinazione contro l’influenza aviaria.   Nel 2023, Kawaoka ha depositato brevetti su:  
  • Mutazioni che conferiscono stabilità genetica a geni aggiuntivi nei virus dell’influenza (US-11802273-B2).
  • Virus influenzali ricombinanti con HA stabilizzato per la replicazione nelle uova (US-11807872 – B2).
  • Una linea cellulare umanizzata (US-11851648-B2).
  Nel 2022, Kawaoka ha depositato un brevetto per la replicazione del virus dell’influenza per lo sviluppo di un vaccino (US-113906-B2).   Richard Bright, ex direttore del BARDA e ricercatore sull’influenza aviaria presso il CDC dal 1998 al 2006, ha un «ampio portafoglio di brevetti su – avete indovinato – vaccini contro l’influenza aviaria», ha detto Hooker. «E così questi profeti di sventura colpiscono le onde radio e spaventano tutti».     Hooker ha inoltre osservato che Moderna sta sviluppando un vaccino contro l’influenza aviaria basato su mRNA.

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Questo mese gli Stati Uniti hanno allentato le normative sull’influenza aviaria H5N1

Il 6 maggio il governo degli Stati Uniti ha varato una nuova politica per rafforzare il controllo della ricerca finanziata a livello federale sugli agenti patogeni potenzialmente pericolosi, che non entrerà in vigore fino a maggio 2025.   La politica classifica la ricerca ad alto rischio in due gruppi, richiedendo valutazioni del rapporto rischio-beneficio e piani di mitigazione per entrambi, con un ulteriore livello di revisione per la ricerca che coinvolge agenti patogeni con un maggiore potenziale pandemico.   Secondo Nature, la mossa mira ad affrontare le preoccupazioni relative a una supervisione lassista e a linee guida ambigue, garantendo al tempo stesso che la ricerca critica sulla preparazione alla pandemia e sui progressi medici possa continuare.   Con una mossa apparentemente contraddittoria, secondo la Reuters, il 14 maggio i funzionari del governo americano hanno temporaneamente allentato le norme sul modo in cui i laboratori di sanità pubblica e le strutture sanitarie gestiscono, conservano e trasportano i campioni di influenza aviaria H5N1.   Questo cambiamento di 180 giorni arriva in risposta alla recente diffusione del virus ai bovini da latte in nove stati degli Stati Uniti.   La guida rivista, richiesta dall’Associazione dei laboratori di sanità pubblica, mira a ridurre gli oneri burocratici e consentire al personale di laboratorio di concentrarsi sui test, preparandosi alla possibilità che il virus possa acquisire la capacità di trasmettersi facilmente tra gli esseri umani.   John-Michael Dumais   © 20 maggio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.  

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Epidemie

Morto l’attivista gay che si scontrò con Fauci per le cure all’AIDS

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

«John [Lauritsen] era divertente, freddamente intelligente, distaccato e allo stesso tempo appassionato, uno scrittore e giornalista brillante che ha saputo superare le illusioni che ruotavano intorno all’epidemia di AIDS fin dall’inizio». Lauritsen, autore di Poison by Prescription: The AZT Story, è morto il 5 marzo a Dorchester, Massachusetts.

 

John Lauritsen – autore, studioso, storico gay e critico dell’impero HIV/AIDS del dottor Anthony Fauci – è morto. Si ritiene che sia morto il giorno del suo compleanno, il 5 marzo, nella sua casa di Dorchester, nel Massachusetts, all’età di 83 anni.

 

Era in buona salute e la sua morte è stata inaspettata.

 

«Ai miei tempi sono stato un attivista contro la guerra, un liberazionista gay, un dissidente contro l’AIDS, un editore e un libero pensatore a tutto tondo», ha scritto Lauritsen alla Pagan Press, la casa editrice da lui fondata nel 1982.

 

«Ho parlato apertamente quando le persone dotate di buon senso tenevano la bocca chiusa. Ho smascherato frodi, smascherato le fantasie di gruppo e fatto il blasfemo contro le superstizioni prevalenti».

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Sebbene abbia scritto libri su una vasta gamma di argomenti esoterici, Lauritsen era meglio conosciuto per le sue opere che demolivano il farmaco contro l’AIDS azidotimidina (AZT), tra cui «Veleno su prescrizione».

 

I collegamenti a molti articoli e documenti dell’AZT di John possono essere trovati qui.

 

Dirigente di ricerche di mercato, analista e membro di Mensa, laureato ad Harvard, Lauritsen è cresciuto nel Nebraska. Suo padre, un avvocato, gli aveva instillato una profonda avversione alla frode che sarebbe andata contro la narrativa dell’HIV/AIDS, sulla quale non si dovevano fare domande.

 

Lauritsen ha detto riguardo ai suoi libri sull’HIV/AIDS:

 

«Voglio che difendano la verità, in modo che nessuno, quando la verità alla fine prevarrà, possa fingere che non ci siano stati critici dell’AIDS, o che non abbiamo parlato apertamente».

 

«La terribile sofferenza, la perdita di vite umane, la propaganda, la censura, le voci, l’isteria, il profitto, lo spionaggio e il sabotaggio…. Io sostengo che i reporter sull’AIDS dovrebbero essere considerati corrispondenti di guerra… e che le caratteristiche salienti della copertura della guerra sono anche quelle della copertura dell’AIDS».

 

Lauritsen ha dedicato la sua borsa di studio ad aspetti della storia gay, ma non ha mai seguito i dettami rivoluzionari introdotti da ACT UP di Larry Kramer negli anni ’80, a cominciare dalla richiesta di Kramer che la Food and Drug Administration (FDA) statunitense approvasse un farmaco per curare rapidamente l’AIDS, senza alcuna preoccupazione per gli studi sulla sicurezza o sull’efficacia.

 

Lauritsen ha documentato, meticolosamente e con una voce ironica e distintiva, il fondamento della frode che ha dato origine alla fulminea ascesa dell’AZT alla fine degli anni ’80. Non ha usato mezzi termini.

 

«Non penso che “omicidio” sia una parola troppo forte da usare quando si ha un farmaco come l’AZT, approvato sulla base di ricerche fraudolente», aveva detto in un’intervista.

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Riguardo all’ACT UP di Kramer, diceva semplicemente: «il gruppo nel suo insieme era un complice di Big Pharma».

 

Le brucianti denunce di Lauritsen sull’HIV/AIDS e sull’AZT apparvero spesso come storie di copertina su The New York Native, un periodico gay bisettimanale fondato da Charles Ortleb nel 1980 che pubblicò più di 50 dei suoi articoli.

 

Il New York Native fu il primo periodico al mondo a riferire sull’allora nuova malattia chiamata AIDS, nel 1981, mesi prima del New York Times.

 

Fu anche il primo a pubblicare un’intervista (di Lauritsen) del virologo Peter Duesberg, Ph.D., dell’Università della California, a Berkeley, già nel luglio del 1987 – lo stesso anno in cui il controverso articolo di Duesberg venne pubblicato su Cancer Research sull’HIV come causa dell’AIDS e i retrovirus come causa del cancro.

 

Il New York Native fu anche il primo a pubblicare la storica invettiva di Larry Kramer del 1983, 1,112 and Counting , nello stesso periodo in cui Lauritsen pubblicava i suoi primi avvertimenti alla comunità gay sulla tossicità potenzialmente letale dei nitriti di amile, o «popper».

 

Lauritsen ha documentato in modo convincente il ruolo chiave svolto dai popper nell’eziologia del sarcoma di Kaposi e del collasso immunitario tra gli uomini gay, e il ruolo nefasto svolto da Fauci nel minimizzare questa associazione.

 

Il principale produttore di popper era il distributore AZT Burroughs Wellcome, la società che, con l’aiuto di Fauci, divenne uno dei principali beneficiari della crisi dell’AIDS.

 

Lauritsen e Kramer avrebbero assunto posizioni diametralmente opposte sulla mappa politica gay post-AIDS.

 

Lauritsen era molto più attrezzato per analizzare e valutare il campo crescente e assolutamente disfunzionale della ricerca e delle terapie sull’HIV, tuttavia Kramer fu colui che, nonostante il suo carattere estremo, si guadagnò un’immensa e iconica reputazione, portando alla formazione del Gay Men’s Health Crisis e ACT UP.

 

La comunità gay dominante, con fiocco rosso e adesione all’AZT, divenne sempre più furiosa con il New York Native, soprattutto per la «negazione dell’HIV» di Lauritsen e le critiche all’AZT.

 

Sollecitarono un boicottaggio del giornale a livello comunitario, che portò alla sua chiusura il 13 gennaio 1997.

 

La crociata dell’AZT divenne così la collina su cui morirono Ortleb, Lauritsen e il New York Native, molti anni prima che fosse chiamata «cancel culture».

 

«”Cultura dell’annullamento” è un termine troppo blando», ha detto Lauritsen in un’intervista. «Questi selvaggi ipocriti sono distruttori di culture».

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La tragica ironia è questa: in tutto ciò che Lauritsen ha scritto sull’AZT, è stato confermato e dimostrato che aveva ragione, come documentato in The Real Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health, di Robert F. Kennedy Jr.

 

Si stima che circa 300.000 uomini gay siano morti direttamente a causa dell’esposizione ad alte dosi di AZT alle dosi iniziali elevate somministrate, ovunque tra 1200 mg e 1800 mg.

 

In un’intervista con Tony Brown su PBS, Lauritsen ha detto:

 

«Ciò che fanno questi farmaci – ACT, DDI e d4T – è davvero terribile. Prendono quella che viene chiamata sintesi del DNA, che è un processo che il corpo attraversa ogni volta che si forma una nuova cellula o quando le cellule crescono».

 

«È fondamentalmente il processo della vita. E questi farmaci lo interrompono. In altre parole, credono che interrompendo il processo vitale si impedirà all’HIV di replicarsi. E infatti l’HIV non si replica, no. Quindi la teoria alla base è folle e le tossicità sono mortali».

 

Definiva l’AIDS stesso come un «costrutto fasullo» e disperava dell’uso della parola «queer» per descrivere gli uomini gay.

 

«John era divertente, freddamente intelligente, distaccato e allo stesso tempo appassionato, uno scrittore e giornalista brillante che ha visto attraverso le illusioni che ruotavano attorno all’epidemia di AIDS fin dall’inizio», Neville Hodgkinson, ex redattore scientifico del Sunday Times di Londra e veterano critico della scienza dell’HIV, ha detto a The Defender.

 

Oggi è impossibile descrivere l’atto di coraggio e nervi d’acciaio necessari a Lauritsen per pubblicare critiche così dure all’AZT durante quegli anni febbrili in cui veniva pubblicizzato e inteso come un farmaco salvavita – un farmaco che conferiva santità su ACT UP e il ruolo che ha svolto nella rapidissima approvazione della FDA.

 

Il team di documentari britannico Meditel, sotto gli auspici di Joan Shenton, ha intervistato Lauritsen molte volte nel corso degli anni, in diversi Paesi. Tali interviste possono essere viste presso la Immunity Resource Foundation.

 

Ed ecco un recente video tributo realizzato da Jamie Dlux, poche settimane prima della morte di Lauritsen:


Lauritsen ha recentemente riflettuto, su Facebook, sulla storia che si ripete:

 

«Rileggendo la copia digitale di The AIDS War, sono rimasto colpito dagli orrori dell’era dell’AIDS che abbiamo vissuto – la spietatezza e la disonestà dell’establishment dell’AIDS – i paragoni con gli orrori del COVID-19 che stiamo vivendo fino ad ora. Possa la verità finalmente prevalere!»

 

Celia Farber

 

© 26 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

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Immagine screenshot da Rumble

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