Politica
Deputata AfD attaccata con feci di cane. Aveva denunciato la «piovra verde» dei finanziamenti del grande capitale all’attivismo climatico
La deputata del partito Alternativa per la Germania (AfD), Beatrix von Storch, è stata attaccato da un uomo, che l’ha imbrattata di escrementi di cane durante un evento nel land della Renania-Palatinato.
L’incidente è avvenuto venerdì sera in un forum nella cittadina di Daun. Un uomo di 35 anni è entrato nel locale, si è avvicinato alla von Storch e «l’ha sporcata con feci di cane con il pretesto di voler fare una foto con l’oratrice», secondo una dichiarazione della polizia locale. L’aggressore non identificato è stato immediatamente preso in custodia dagli agenti pur avendo «resistito brevemente» all’arresto.
La Von Storch, vicepresidente dell’AfD, ha condannato l’attacco sabato in un videomessaggio pubblicato su Twitter. «Ieri c’è stato un altro disgustoso attacco contro di me e contro l’AfD in Renania-Palatinato», ha detto. «Discutiamo con argomenti. Gli odiatori dell’AfD combattono con attacchi fecali. Non importa a quali mezzi spregevoli ricorrono, combatteremo incrollabilmente e ora con maggiore decisione per il rinnovamento spirituale e morale della nostra nazione».
Mein Statement zu der Fäkal-Attacke: Ihr richtet Euch damit nur selbst. #Hass #Liebe pic.twitter.com/0dnq6joReA
— Beatrix von Storch (@Beatrix_vStorch) August 26, 2023
AfD, oltre che dagli attivisti goscisti, è sotto mira dello stesso Stato tedesco da lungo tempo. All’inizio di questo mese il presidente Frank-Walter Steinmeier avrebbe lasciato intendere che il Paese potrebbe aver bisogno di bandire il partito nativista per proteggere la democrazia tedesca. L’Istituto tedesco per i Diritti Umani, finanziato dallo Stato, ha sostenuto il mese scorso che l’AfD è ostile alla Grundgesetz, la Costituzione del Paese – quella tradita in ogni modo durante il biennio pandemico – e quindi potrebbe essere legalmente escluso dalle elezioni.
Steinmeier ha avvertito che tali «nemici» della democrazia potrebbero presto avere abbastanza potere da erodere le libertà tedesche (?) e «brutalizzare» la società.
«Abbiamo nelle nostre mani il compito di rimettere al loro posto coloro che disprezzano la democrazia», ha detto il presidente germanico, alludendo apparentemente all’AfD.
Funzionari dell’Intelligence tedesca hanno suggerito che i membri dell’AfD si stanno dando all’«estremismo», concetto che in Germania sembra aver preso negli ultimi anni una nuova elasticità. Quattro mesi fa i servizi segreti avevano etichettato l’organizzazione giovanile di AfD come gruppo di «estrema destra», così da poterne sorvegliare i membri.
Come riportato da Renovatio 21, AfD due mesi ha vinto le elezioni a Sonnenberg, in Turingia, il land il cui ministro dell’interno Georg Maier l’anno scorso voleva confiscare le armi regolarmente detenute ai membri di Alternative fuer Deutschland.
Secondo gli ultimi sondaggi, il partito è attualmente sostenuto da più di un elettore tedesco su cinque, secondo solo alla coalizione di governo CDU/CSU.
All’evento di venerdì a Daun i manifestanti hanno superato in numero i partecipanti dell’AfD, con un massimo di 125 manifestanti e 85 sostenitori del partito, ha detto la polizia. Von Storch, 52 anni, ha detto di aver presentato una denuncia chiedendo che il suo aggressore sia perseguito.
La vicecapo dell’AfD è membro del Bundestag dal 2017. L’account Twitter di Von Storch è stato sospeso per un breve periodo nel gennaio 2018 dopo che aveva criticato la polizia di Colonia per aver postato gli auguri di Capodanno in arabo.
«Che diavolo sta succedendo in questo paese? Come mai un account ufficiale della polizia della NRW [Nord Reno-Westfalia] twitta in arabo? Intendi placare in questo modo queste barbariche orde di stupratori di gruppo di uomini musulmani?»
La memoria collettiva tedesca, davanti ad una notizia del genere, andava alle centinaia di donne sono state aggredite sessualmente, principalmente da gruppi di migranti nordafricani, durante i festeggiamenti di Capodanno a Colonia alla fine del 2015.
C’è da considerare perché proprio la Von Storch abbia attratto un attacco così disgustoso e così diretto.
Una risposta può troversi nel coraggioso discorso che la deputata AfD fece al Bundestag lo scorso 27 aprile, quando sferrò un feroce attacco contro i grandi interessi finanziari dietro i Verdi tedeschi spiegando le dinamiche occulte di tale «piovra verde».
In pratica, disse, a sostenere gli attivisti climatici dentro e fuori dalla politica vi sono grandi fondi internazionali e speculatori finanziari globali, di cui la Von Storch ha fatto nome e cognome.
«Non appena si gratta il rivestimento verde… miliardari, miliardari, miliardari» disse la deputata. «Nello stesso momento in cui il ministero [dell’Economia] di Habeck sta costringendo i tedeschi ad acquistare pompe di calore, l’industria finanziaria globale rileva la produzione tedesca di pompe di calore: una coincidenza incredibile».
«Grazie alla politica climatica dei Verdi, in questi circoli c’è una corsa all’oro politica (…) 75 trilioni di euro, questo è ciò che i tedeschi devono pagare per l’installazione di pompe di calore, e BlackRock, Vanguard e il capitale fanno soldi pazzamente».
I verdi sono, quindi, il «braccio politico di questi interessi finanziari globali, e le loro politiche climatiche rendono i super ricchi globali molto più ricchi, mentre i tedeschi normali stanno perdendo il tetto sopra la testa», ha accusato von Storch.
«La vostra politica climatica non è altro che l’attacco definitivo all’intera ricchezza nazionale tedesca, e posso assicurarvi che non vi permetteremo di avere successo», tuonò la Von Storch, annunciando resistenza contro la politica predatoria verde.
C’è da stupirsi, quindi, che attacchino proprio lei?
Immagine di Sandro Halank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».
All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.
La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.
Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».
Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.
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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.
La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.
Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.
Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.
Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.
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Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
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Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.
I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.
Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.
Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin |
🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».
«La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».
A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.
«Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.
Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.
Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.
Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.
Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.
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