Geopolitica
Crosetto contro il summit per la guerra a Berlino: «un errore»
Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha reagito all’incontro del 15 marzo a Berlino tra Francia, Germania e Polonia, in un’intervista a La Repubblica, in cui ha affermato che l’incontro è stato «un errore di metodo» e ha inviato «il segnale sbagliato».
Crosetto, pur essendo favorevole all’invio di quante più armi possibile a Kiev per evitare un’occupazione russa «dell’intero Paese», ha affermato che i membri della NATO dovrebbero smettere di chiedere l’invio di truppe in Ucraina.
«Intanto dovrebbe evitare dichiarazioni a effetto – come quella di mandare la Nato in Ucraina cercando di fare più bella figura. O evitare di dividersi in incontri a due o tre quando in Europa siamo in 27. Dovrebbero evitare affermazioni come quella di Macron due giorni fa o quella del ministro degli Esteri polacco». Secondo il ministro, «evitare dichiarazioni come quella fatta da Macron due giorni fa o quella del ministro degli Esteri polacco». Il capo del dicastero degli Esteri di Varsavia Radoslavo Sikorski il 10 marzo aveva detto che i militari della NATO sono già presenti in Ucraina.
«Ritengo che la contrapposizione con un monolite come quello russo, in cui c’è un uomo solo al comando, presupporrebbe da questa parte una strategia chiara, non contraddittoria, e magari costruita tutti insieme come coalizione» ha chiosato il Crosetto.
«Continuare in un momento così difficile a suddividere le coalizioni che hanno aiutato l’Ucraina in tanti pezzetti mi pare poco pratico (…) se vuoi costringere la Russia al tavolo del negoziato, non la pieghi sicuramente attraverso una disunità, in cui ognuno cerca di fare la sua accelerazione magari solo per motivi politici interni».
Sostieni Renovatio 21
Il ministro ha chiarito che ciò secondo lui andrebbe fatto «aiutando l’Ucraina a difendersi e avendo un blocco politico chiaro, fermo, netto, che si allarga magari ad altre nazioni che non fanno parte dell’Occidente. Che la obblighi a interrompere gli attacchi e a sedersi al tavolo. Bisogna che l’Ucraina non solo si possa difendere ma sia deterrente nei confronti della Russia. Perché, il giorno in cui smetterà di far paura, i russi cercheranno nuovamente di arrivare a Kiev».
«Siamo tutti preoccupati e molti sono spaventati. Siamo solo 60 milioni e di questi 60 milioni quelli che sarebbero pronti a combattere sono pochissimi, diciamocelo. Proprio per questo il nostro interesse è quello di ristabilire un ordine mondiale in cui il diritto internazionale viene rispettato e nessuno debba temere di essere attaccato e invaso brutalmente. In ogni caso posso assicurare che truppe italiane non andranno mai in Ucraina».
Il ministro ha toccato anche la questione della Transnistria, l’énclave russo in Moldavia dove le tensioni starebbero crescendo in queste ore.
«Il ministro della Difesa deve prevedere gli scenari peggiori. Io quando arrivo al ministero la mattina non posso sperare che tutto finirà bene. Devo tenere conto che possa finire domani la guerra e tutti siamo contenti, oppure che la guerra possa andare avanti e persino peggiorare. Oppure che Putin possa fare altri passi e creare problemi in altre nazioni. Noi questi scenari li analizziamo tutti i giorni e ci prepariamo».
Germania, Francia e Polonia sono determinate ad aumentare il loro sostegno all’Ucraina, ma ciò non significa che questi paesi siano in uno stato di guerra con la Russia, ha dichiarato il 15 marzo il cancelliere tedesco Olaf Scholz in una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro polacco Donald Tusk, dopo l’incontro dei tre leader a Berlino.
«Sosteniamo l’Ucraina, ma non siamo in uno stato di guerra con la Russia (…) Abbiamo discusso di come possiamo aiutare maggiormente l’Ucraina», aveva detto lo Scholz. I tre capi europei hanno concordato di procurare armi all’Ucraina sui mercati internazionali e di aumentare le forniture di artiglieria, ha detto.
«Vogliamo anche trarre vantaggio dalle entrate derivanti dai beni russi congelati nell’UE, utilizzandole per acquistare armi per aiutare l’Ucraina», ha continuato lo Scholzo, mentre il Macron ha annunciato nella stessa conferenza stampa che le aziende francesi e tedesche lavoreranno con Kiev per accelerare la produzione di armi in Ucraina «ancora più velocemente».
«Vorrei ringraziare il Cancelliere, che ha assunto una responsabilità speciale per la produzione congiunta di armi sul territorio ucraino. Ora vogliamo metterci al lavoro».
L’8 marzo, il ministro delle Forze armate francesi Sébastien Lecornu aveva dichiarato che KNDS, il principale produttore franco-tedesco di carri armati, è tra le aziende che intendono produrre attrezzature militari in Ucraina, secondo Bloomberg.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di U.S. Secretary of Defense via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Le truppe americane lasceranno il Ciad
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Missili Hezbollah contro basi israeliane
Hezbollah ha preso di mira diverse installazioni militari israeliane, inclusa una base critica di sorveglianza aerea sul Monte Meron, con una raffica di razzi e droni sabato, dopo che una serie di attacchi aerei israeliani avevano colpito il Libano meridionale all’inizio della giornata.
Decine di missili hanno colpito il Monte Meron, la vetta più alta del territorio israeliano al di fuori delle alture di Golan, nella tarda notte di sabato, secondo i video che circolano online. I quotidiani Times of Israel e Jerusalem Post scrivono tuttavia che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno affermato che tutti i razzi sono stati «intercettati o caduti in aree aperte», senza che siano stati segnalati danni o vittime.
Il gruppo militante sciita libanese ha rivendicato l’attacco, affermando in una dichiarazione all’inizio di domenica che «in risposta agli attacchi del nemico israeliano contro i villaggi meridionali e le case civili» ha preso di mira «l’insediamento di Meron e gli insediamenti circostanti con dozzine di razzi Katyusha».
Il gruppo paramilitare islamico ha affermato di aver anche «lanciato un attacco complesso utilizzando droni esplosivi e missili guidati contro il quartier generale del comando militare di Al Manara e un raduno di forze del 51° battaglione della Brigata Golani», sabato scorso. L’IDF ha affermato di aver intercettato i proiettili in arrivo e di «aver colpito le fonti di fuoco» nell’area di confine libanese.
⚡️⭕️#LEBANON, Hezbollah :
The Israeli Meron air base and its surroundings are being subjected to the strongest targeting operation so far.
Iron dome seems to be absent, rockets are landing and there are reports of precise targeting on the base (probably ATGMS). pic.twitter.com/EvnavJ6BZP
— Middle East Observer (@ME_Observer_) April 27, 2024
⚡️ #Hezbollah statement :
In response to the #Israeli enemy’s attacks on the steadfast southern villages and civilian homes, especially the towns of Al-Qozah, Markaba, and Serbin, the Mujahideen of the Islamic Resistance bombed the Meron settlement and the surrounding… pic.twitter.com/om5HpMkXPQ
— Middle East Observer (@ME_Observer_) April 27, 2024
🔴 And then Hezbollah rockets hit Israel pic.twitter.com/bm0Fsrna6A
— S p r i n t e r F a c t o r y (@Sprinterfactory) April 27, 2024
Ieri l’aeronautica israeliana ha condotto una serie di attacchi aerei nei villaggi di Al-Quzah, Markaba e Sarbin, nel Libano meridionale, presumibilmente prendendo di mira le «infrastrutture terroristiche e militari» di Hezbollah. Venerdì l’IDF ha colpito anche diverse strutture a Kfarkela e Kfarchouba.
Secondo quanto riferito, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno tre persone, tra cui due combattenti di Hezbollah. I media libanesi hanno riferito che altre 11 persone, tra cui cittadini siriani, sono rimaste ferite negli attacchi.
Il gruppo armato sciita ha ripetutamente bombardato il suo vicino meridionale da quando è scoppiato il conflitto militare tra Israele e Hamas lo scorso ottobre. Anche la fondamentale base israeliana di sorveglianza aerea sul Monte Meron è stata attaccata in diverse occasioni. Hezbollah aveva precedentemente descritto la base come «l’unico centro amministrativo, di monitoraggio e di controllo aereo nel nord dell’entità usurpatrice [Israele]», senza il quale Israele non ha «alcuna alternativa praticabile».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Hamas deporrà le armi se uno Stato di Palestina verrà riconosciuto in una soluzione a due Stati
Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Cervello2 settimane fa
«La proteina spike è un’arma biologica contro il cervello». Il COVID come guerra alla mente umana, riprogrammata in «modalità zombie»
-
Salute1 settimana fa
I malori della 16ª settimana 2024
-
Pensiero1 settimana fa
Foreign Fighter USA dal fronte ucraino trovato armato in Piazza San Pietro. Perché?
-
Autismo2 settimane fa
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»
-
Vaccini7 giorni fa
Lanciati i vaccini RNA monodose contro COVID e influenza per i bambini. I critici: «livelli di follia senza precedenti»
-
Vaccini2 settimane fa
Vaccino mRNA sviluppato in 100 giorni, professore di medicina avverte: «possibile solo ignorando i diritti umani»
-
Cina1 settimana fa
TongTong, la «ragazzina» creata con l’Intelligenza Artificiale per la Cina senza figli
-
Cancro1 settimana fa
Vaccino mRNA, «aumenti significativi» delle morti per cancro dopo la terza dose: studio giapponese