Droni
Come Hamas ha reso inutile il sistema di sorveglianza del confine israeliano: la versione del New York Times

Hamas avrebbe individuato delle vulnerabilità chiave nell’infrastruttura di sorveglianza del confine di Gaza che avrebbe sfruttato per lanciare gli attacchi. È quanto riporta il New York Times.
Il giornale ha parlato con alti funzionari della sicurezza israeliana delle conclusioni preliminari che le loro agenzie hanno tratto sull’incursione di sabato scorso dei combattenti di Hamas nel sud di Israele. I militanti palestinesi hanno fatto irruzione in più di 20 città e basi militari, uccidendo centinaia di soldati e civili e catturando dozzine di ostaggi.
Prima dell’attacco, Israele aveva considerato vi fosse con Hamas un deterrente efficace dopo gli scontri del maggio 2021. Le chiamate intercettate tra i militanti sembravano confermare la valutazione secondo cui l’organizzazione non rappresentava una minaccia imminente, hanno detto fonti al NYT. Sarebbe quindi in corso un’analisi per verificare se tali conversazioni siano state inscenate: la capacità di inganno sarebbe qui davvero altissima.
Israele faceva eccessivo affidamento sul sofisticato muro costruito lungo il confine di Gaza, dotato di molteplici tipi di sensori e mitragliatrici azionate a distanza. I funzionari ritenevano che fosse praticamente impenetrabile e mantenevano una forza militare relativamente piccola nelle vicinanze, dando priorità ad altre aree di dispiegamento, afferma il rapporto.
Hamas ha distrutto almeno quattro torri di comunicazione utilizzando munizioni lanciate da droni nella fase iniziale del suo attacco, rendendo il sistema «inutile», scrive il quotidiano neoeboraceno. Gli israeliani non hanno potuto vedere la conseguente violazione della barriera fisica, che si è rivelata un compito più facile di quanto si aspettassero. Hamas ha utilizzato esplosivi e bulldozer per creare quasi 30 varchi attraverso i quali potevano riversarsi circa 1.500 combattenti.
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Un errore operativo da parte di Israele ha portato al raggruppamento dei suoi comandanti senior nell’area in un’unica base, che è stata invasa dai militanti con un’offensiva lampo. Con la leadership per lo più uccisa o presa in ostaggio, la risposta israeliana all’emergenza è stata disorganizzata e lenta, hanno detto fonti.
Le persone più in alto nella catena di comando inizialmente non si rendevano conto della portata dell’incursione in mezzo al caos. Gli aerei da guerra israeliani hanno impiegato ore per fornire supporto aereo alle forze che hanno risposto, nonostante fossero basati a pochi minuti di volo dall’area.
Si attende un’indagine approfondita sui fallimenti israeliani, poiché le sue forze sono attualmente concentrate su un’azione militare di ritorsione a Gaza. Il giornale sostiene che il raid di Hamas ha distrutto il senso di sicurezza della Nazione e minato la sua reputazione internazionale come partner affidabile per la sicurezza.
La versione del New York Times cementerebbe la narrativa del «grande fallimento» dell’Intelligence di Tel Aviv. In rete e non solo, tuttavia, continuano le voci, soprattutto israeliane, che non si capacitano della possibilità che una cosa del genere possa accadere conoscendo i molteplici sistemi di sorveglianza piazzati ai confini dallo Stato Ebraico e dal suo esercito.
Circola anche sulla stampa la voce secondo cui l’Intelligence egiziana avrebbe avvertito anzitempo Israele del fatto che Hamas stesse preparando qualcosa di grosso.
Il mistero del nuovo Kippur è di là da essere risolto. Restano, però, le centinaia di morti, cui ora si aggiungeranno le migliaia da parte palestinese.
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Droni
Le accuse alla Russia dell’Occidente sui droni sono infondate, dice il Cremlino

I funzionari dell’Europa occidentale dovrebbero «ampliare i propri orizzonti» riguardo agli avvistamenti di droni e smettere di attribuire ogni responsabilità alla Russia, ha dichiarato lunedì ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.
Le affermazioni del Peskov arrivano in un contesto di ripetuti avvistamenti di droni in Europa occidentale nelle ultime settimane, che hanno portato alla chiusura temporanea di diversi aeroporti. In Belgio, le autorità hanno confermato la presenza di 15 droni sopra la base militare di Elsenborn, nella provincia di Liegi. La Danimarca è arrivata a mobilitare i riservisti per l’allarme dei droni.
Peskov, tuttavia, ha ribadito che non ci sono «assolutamente motivi per incolpare la Russia per questo», citando un recente rapporto secondo cui un «appassionato di aviazione» locale, «senza alcun legame con la Russia», sarebbe stato arrestato in una città europea mentre testava il suo drone.
«Questo è un esempio specifico, piccolo e isolato, ma forse gli europei hanno bisogno di ampliare i propri orizzonti», ha commentato Peskov.
Il portavoce del Cremlino non ha chiarito a quale incidente specifico si riferisse. Sabato, il quotidiano tabloide Bild ha riportato che un cittadino croato di 41 anni è stato fermato vicino all’aeroporto di Francoforte sul Meno per aver utilizzato un drone.
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La settimana precedente, lo stesso quotidiano aveva riferito che diversi cittadini tedeschi sono stati arrestati per aver fatto volare droni nei pressi di un aeroporto norvegese. Inoltre, un cittadino cinese sarebbe stato espulso dalle autorità norvegesi per aver pilotato un drone vicino all’aeroporto di Svolvaer, nel nord del Paese.
«La storia di questi droni è a dir poco strana, ma non ha senso dare la colpa alla Russia», ha affermato Peskov. «Ci sono molti politici in Europa che ora sono inclini a dare la colpa di tutto alla Russia senza alcuna base, senza alcun fondamento», ha aggiunto.
Mosca ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento negli incidenti con droni negli aeroporti europei. I funzionari russi hanno descritto tali accuse come forme di allarmismo occidentale, utilizzate per alimentare l’isteria anti-russa e giustificare l’aumento dei budget militari, contribuendo così ad accrescere le tensioni.
Intervenendo giovedì al Forum di Valdai, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia non possiede droni in grado di raggiungere i Paesi coinvolti e ha sottolineato l’assenza di obiettivi militari per Mosca in Europa, descrivendo le accuse come un ulteriore tentativo dell’Occidente di esacerbare la situazione legata al conflitto in Ucraina.
Anche il Servizio di Intelligence estero russo (SVR) ha avvertito che Kiev potrebbe organizzare provocazioni con droni come operazioni sotto falsa bandiera, allo scopo di incolpare Mosca e trascinare la NATO in un conflitto diretto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, l’Europa sta discutendo di stanziare 6 miliardi di euro per approntare un «muro di droni», che tuttavia, secondo indiscrezioni raccolte dal solito Politico presso funzionarie UE, sarebbe solo una «trovata pubblicitaria».
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Droni
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