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Spirito

«Chiesa oscurata da eretici e corrotti, Gerarchia prostituita al mondo: ma Satana sa di aver già perso». Omelia di mons. Viganò dell’8 settembre

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Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò nella festa dell’8 settembre, giorno in cui si festeggia la nascita della Beata Vergine Maria.

GENUISTI QUI TE FECIT

Omelia nella Natività di Maria Santissima

 

 

Permettetemi di formulare il mio saluto ai cari genitori, ai parenti e agli amici di Claudio e Fabrizio, che oggi si consacrano al servizio dell’Altissimo: non nel giorno della Presentazione al Tempio, come usualmente avviene, ma in un’altra ricorrenza mariana non meno importante. Tu es qui restitues hereditatem meam mihi. Tu sei Colui che mi rende l’eredità che mi spetta (Sal 15, 5). Sono le parole che accompagnano il rito della Sacra Tonsura, a significare che l’abbandono del mondo rappresentato dal taglio dei capelli comporta una perdita di cose transeunti e mutevoli, per appropriarsi di quelle eterne e immutabili.

 

Come nella festa dell’Assunzione, così anche nella Natività di Maria Santissima troviamo confermato il parallelo tra la Vergine Madre e la Santa Chiesa: Ella ne è Regina e Signora come il Suo divin Figlio ne è Re e Pontefice. La Liturgia di questo giorno benedetto è incentrata sul Mistero dell’Incarnazione, in vista del quale la Santissima Trinità ha creato ab æterno (Prov 8, 23) Colei che – assimilata alla divina Sapienza – sarebbe stata l’Arca dell’Alleanza, la Torre di Davide, il Tabernacolo vivente dell’Altissimo.

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Sin dal primo istante della Sua Concezione, Nostro Signore ha consacrato l’integrità della Madre di Dio preservandoLa dal peccato originale e conservandoLa sempre Vergine: quæ et Unigenitum tuum Sancti Spiritus obumbratione concepit; et Virginitatis gloria permanente, lumen æternum mundo effudit, Jesum Christum Dominum nostrum. Ella concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore (Prefazio della B.V.M.).

 

San Bernardo chiama Maria Santissima acquedotto della Grazia, perché per mezzo di Lei tutte le grazie e le benedizioni di Cristo, divina Sorgente, giungono a noi. Anche la Santa Chiesa è canale della Grazia mediante i Sacramenti. Nel suo seno è formato misticamente il Corpo del Signore nel Santissimo Sacramento dell’Altare; grazie al Sacerdozio, il Sacrificio della Messa perpetua la presenza dell’Emmanuele, il Dio con noi.

 

La Vestizione clericale e la Sacra Tonsura che mi appresto a conferire in questa solenne celebrazione a Claudio e Fabrizio segnano il momento in cui essi liberamente scelgono di dedicarsi al Signore e di rinunciare al mondo. Il rito del Pontificale mostra questa separazione con i segni esteriori: la veste talare nera, il taglio dei capelli, la cotta che simboleggia l’uomo nuovo di cui rivestirsi in justitia, et sanctitate veritatis.

 

Il chierico smette di vivere secondo le usanze mondane, pur lecite, per seguire l’esempio del divin Maestro: nel mondo, ma non del mondo. Infatti, ciò che è del mondo è profano, e come tale deve rimanere fuori dal tempio, che è appunto sacro e santo, ossia separato e inviolabile perché riservato al culto di Dio (sacer) e da Dio ratificato come Suo (sanctus).

 

Il chierico, con la sua veste austera che richiama silenziosamente ma eloquentemente la Croce di Cristo, la penitenza, la rinuncia, la mortificazione, è e deve essere «fuori dal mondo». Per questo il mondo odia tutto ciò che richiama le realtà celesti, i segni esteriori della Religione, la Croce, le reliquie dei Santi, le immagini sacre e anche la talare che oggi voi indosserete per sempre, e di cui significativamente si spogliano proprio coloro che, pur essendo insigniti dell’Ordine Sacro, continuano ad appartenere al mondo.

 

Questa cerimonia costituisce il primo passo dell’itinerarium verso il Sacerdozio. Nella Liturgia della Natività di Maria Santissima, e in particolare nell’Epistola tratta dal Libro della Sapienza, troviamo uno spunto di meditazione spirituale: Dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che camminano nelle mie vie. Udite l’insegnamento, siate saggi e non rigettatelo: Beato l’uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno all’ingresso della mia casa, e sta attento sul limitare della mia porta. Chi troverà me, troverà la vita e riceverà la salvezza dal Signore (Prov 8, 32-35).

 

Cari Claudio e Fabrizio, voi vi apprestate a camminare verso una meta, seguendo un ben preciso percorso.

 

Siete chiamati a vegliare ogni giorno nella dimora del Signore, sul limitare del Santo dei Santi, per essere un giorno degni di offrire alla divina Maestà la Vittima pura, santa e immacolata, nata da Vergine pura, santa e immacolata. E per questo la vostra vita e tutto il vostro essere devono avere come modello Cristo, Vittima e Sacerdote, e la Sua Santissima Madre, che è Madre nostra e che nella Corredenzione si è unita alla Passione del Signore.

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Entrambi – la divina Sapienza e la Vergine Maria – parlano al cuore di ciascuno di voi: le mie delizie sono lo stare con i figli dell’uomo (Prov 8, 31). Anche la Chiesa ripete a voi queste parole, e voi stessi dovrete coniugare i vostri doveri verso Dio con la carità verso il prossimo, perché chi da oggi vi vedrà, vi ascolterà, si rivolgerà a voi, possa vedere in voi un Ministro di Cristo e ascoltare la Sua voce, la voce della Chiesa, stabilita da Dio in initio viarum suarum.

 

Il mondo vi è ostile, come fu ostile a Nostro Signore e come è ostile a tutto ciò che viene da Dio: se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15, 20), ci ammonisce il divin Maestro.

 

Se il mondo non vi deridesse, non vi emarginasse, non vi combattesse, vedrebbe in voi qualcosa di suo e saprebbe che non rappresentate minaccia. Voi siete invece come quei medici coscienziosi radiati durante la farsa pandemica perché curavano i pazienti anziché ucciderli con protocolli sciagurati; siete come quegli insegnanti sospesi perché non disposti a corrompere i bambini e i giovani con le perversioni del gender e dell’ideologia woke; siete come quei i magistrati allontanati perché amministrano la Giustizia invece di lasciar liberi i delinquenti.

 

Siete estranei al mondo, e il mondo lo sa e vi teme per la forza del Vangelo di Cristo che predicate.

 

Oggi la Chiesa di Cristo è oscurata ed eclissata da eretici e corrotti che l’hanno occupata: la Gerarchia si è prostituita al mondo e ha fatto proprie le sue massime. Essa non riconosce più la Signoria di Nostro Signore, e proclama con il Sinedrio: Non abbiamo altro re che Cesare (Gv 19, 15). Sul Soglio di Pietro non siede il Vicario di Cristo, ma un usurpatore votato alla demolizione della Chiesa.

 

L’ostracismo che subiscono i fedeli e i chierici per la loro fedeltà al Signore non è dunque voce della Chiesa, ma della sua contraffazione: ecco perché i falsi pastori temono e combattono chi denuncia il loro tradimento.

 

Vi diranno che siete una minoranza in via di estinzione; che volete distinguervi dagli altri per orgoglio; che la vostra rigidità e il vostro indietrismo sono contro il Vangelo; che la Fede che proclamate è obsoleta e intollerante; che la Liturgia che celebrate è incomprensibile e lontana.

 

Vi diranno che siete pochi e soli, come sono pochi i buoni medici, i buoni maestri, i buoni giudici: pusillus grex.

 

E mentre costoro si riempiono la bocca di inclusività e accoglienza, di tolleranza e di dialogo, sarà solo nei vostri confronti che si scatenerà la loro furia, solo contro di voi che si apriranno le loro prigioni.

 

Le scomuniche per gli eretici e gli scismatici sono scagliate contro chi combatte l’errore e lo scisma, nel rovesciamento di ogni principio e nell’abuso dell’autorità civile e religiosa. Esattamente come le porte delle carceri si aprono per i criminali, in modo da rinchiudervi le persone oneste.

 

Satana non è bipolare: la sua azione corruttrice – mentitore e omicida sin dal principio (Gv 8, 44) – rivela la lucidità nell’inganno e la coerenza perversa, proprie di una mente angelica ancorché decaduta, cioè diabolica. Ed è per questo che oggi la Chiesa attraversa la propria passio per mano dei suoi stessi vertici, come un tempo fu il Sinedrio a sobillare il popolo e a ricattare Pilato per mandare a morte Nostro Signore.

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Eppure, nonostante l’efficienza dell’organizzazione delle forze del male e la disorganizzazione dei buoni, Satana sa di aver già perso, per questo fa di tutto per trascinare con sé nella dannazione quante più anime possibile, così da vanificare la Redenzione. Per questo vuole un mondo senza fede, senza speranza, senza amore. Per questo vuole un mondo senza sacerdoti, senza frati e monache, senza anime espiatrici

 

E per questo – come vediamo accadere – vuole che ogni Vocazione sia corrotta, pervertita o resa inutile.

 

Per questo Satana pretende che la sua menzogna arrogante non sia solo tollerata, ma che venga accettata in quanto tale e che sia la Verità ad essere condannata. La sua impostura esige l’adesione consapevole e ostentata all’errore, assieme al rifiuto ostinato del Bene. Solo così si spiega l’abominazione della desolazione nel luogo santo: un uomo che usurpa il Soglio di Pietro e l’autorità sacra di Nostro Signore per imporre l’apostasia e distruggere la Chiesa.

 

Cari Claudio e Fabrizio, non lasciatevi scoraggiare! La Chiesa è da sempre considerata estranea dal mondo, come lo è Nostra Signora, Maria Santissima. Siamo exsules filii Hevæ, figli della vecchia Eva nel peccato, figli della nuova Eva nella Grazia.

 

Il nostro esilio costituisce il tempo della prova e del combattimento per meritare la cittadinanza della Gerusalemme celeste. La Sua Natività fa di Lei la più pura e santa di tutte le creature, associando la nostra povera umanità alle Sue perfezioni. E con l’Assunzione al Cielo in anima e corpo, Ella ci mostra la nostra patria celeste.

 

Le Sue virtù – prime fra tutte l’umiltà e la purezza – siano il cardine della vostra vita spirituale, perché tutti i mali che oggi affliggono il corpo ecclesiale derivano dall’orgoglio e dalla fornicazione: ne abbiamo un desolante esempio negli scandali della setta bergogliana.

 

Siate umili nell’accogliere il tesoro che la Santa Chiesa custodisce, consegnandolo ai posteri senza aggiungervi né togliergli alcunché. Siate puri nell’immolazione quotidiana del vostro corpo e della vostra anima, sapendo di trovarvi sempre alla presenza di Dio e della Vergine Maria.

 

Rendiamoci dunque degni, con la Grazia di Dio e con il patrocino di Maria Santissima, di raggiungere la meta additata dalla Stella matutina che annuncia il Sole della Giustizia, ripetendo con filiale fiducia l’antifona mariana: Et Jesum, benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exilium, ostende.

 

E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

8 Settembre MMXXIV a. D.ñi
In Nativitate B.M.V.

 

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Immagine: Pietro Cavallini (1240 circa – 1330 circa), Storie della Vergine commissionate da Bernardo Stefaneschi, Natività di Maria (1291), mosaico a Santa Maria in Trastevere.

Immagine di Sailko via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported;i mmagine tagliata

Cina

Partita autunnale tra Santa Sede e Pechino

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Mentre il Partito Comunista Cinese aumenta la pressione sulla Chiesa cattolica in Cina, la consacrazione episcopale del nuovo vescovo ausiliare di Shanghai, il 15 ottobre 2025, riaccende le tensioni e illustra tutta la complessità del dossier avvelenato ora sulla scrivania di Papa Leone XIV.   L’ordinazione episcopale del vescovo Wu Jianlin si è svolta il 15 ottobre con misure di sicurezza degne di quelle imposte durante l’epidemia di COVID-19 nel Regno di Mezzo. Al punto che alcuni testimoni l’hanno descritta come una «cerimonia gremita»: circa seicento fedeli, tra sacerdoti, religiosi e laici, selezionati con cura, hanno partecipato all’evento, ma sono stati sottoposti a rigorosi controlli.   Consegna obbligatoria dei cellulari all’ingresso, controlli di accesso e una laconica dichiarazione ufficiale dell’Associazione patriottica dei cattolici cinesi, che ignora le varie parole – peraltro molto consensuali – pronunciate dai prelati sul posto.   La cerimonia non ha mancato di lasciare un retrogusto: il prelato che ha presieduto la cerimonia non era altri che mons. Joseph Shen Bin, vescovo di Shanghai e presidente del Consiglio dei vescovi cinesi, non riconosciuto da Roma e strettamente soggetto al Partito Comunista Cinese (PCC).

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Il vescovo Shen Bin, la cui nomina nell’aprile 2023 è stata imposta unilateralmente da Pechino, prima di essere ratificata retroattivamente da papa Francesco il 15 luglio, era circondato da tre vescovi riconosciuti in base all’accordo provvisorio concluso tra la Santa Sede e il Vaticano nel 2018: il vescovo Yang Yongqiang di Hangzhou, il vescovo Li Suguang di Nanchang e il vescovo Xu Honggen di Suzhou.   La situazione non è migliore per il vescovo ordinato il 15 ottobre: ​​l’elezione del vescovo Wu Jianlin, 55 anni e originario del distretto di Chongming, risale al 28 aprile 2025, periodo in cui la sede papale è vacante. Non si tratta di una circostanza di poco conto: ha permesso al regime cinese di aggirare i fragili meccanismi di consultazione previsti dall’accordo provvisorio del 2018.   Il nuovo prelato, che ha assunto l’incarico di amministratore diocesano dopo la morte del precedente vescovo nel 2013, incarna la fedeltà alla linea del presidente Xi Jinping. La sua approvazione da parte di Papa Leone XIV, datata 11 agosto 2025, è stata rivelata dalla Sala Stampa vaticana il giorno stesso dell’ordinazione: un modo per dimostrare che la Santa Sede si è trovata ancora una volta di fronte al fatto compiuto.   La consacrazione del 15 ottobre risuona come un gesto di fragile unità, illustrato dal messaggio inviato dal vescovo Thaddée Ma Daqin, l’altro vescovo ausiliare di Shanghai, confinato nel seminario di Sheshan per tredici anni per essersi dimesso dall’Associazione patriottica dei cattolici cinesi, dimostrando così la sua distanza dal PCC.   Assente alla cerimonia, il vescovo Ma Daqin, ordinato nel 2012 con l’accordo del Vaticano, ha espresso il suo auspicio per l’armonia sulla rete WeChat controllata da Pechino: «sono lieto di apprendere che il vescovo Shen Bin ha ordinato stamattina padre Wu Jianlin come vescovo ausiliare. Credo fermamente che, con questo collaboratore, il vescovo Shen potrà guidare le opere della Chiesa cattolica a Shanghai verso uno sviluppo sempre maggiore, per la maggior gloria del Signore».   Eppure, lungi dal suscitare una gioia unanime, questa ordinazione provoca una lacerazione personale tra i cattolici di Shanghai, come testimonia una voce anonima raccolta da AsiaNews il 16 ottobre 2025: «a Shanghai, dovremmo gioire o dovremmo piangere?», si chiede questo fedele locale.   L’incoronazione del vescovo Wu Jianlin avviene in un contesto di relazioni sino-vaticane erose nel tempo: Sandro Magister interpreta questa sequenza come una manifestazione dell’arroganza di Pechino, amplificata dalla «sinizzazione» delle religioni voluta da Xi Jinping. L’accordo del 2018, che affida alle autorità cinesi la proposta iniziale dei candidati episcopali prima dell’approvazione papale, verrebbe così «disprezzato», nelle parole dell’esperto vaticano.   E il Vaticano, dopo aver protestato nel 2023 contro l’insediamento del vescovo Shen Bin, si accontenterebbe di una conferma silenziosa, ratificando peraltro altre tre nomine cinesi dall’elezione di papa Leone XIV. «Se ignoriamo la verità dei fatti; se non interveniamo nella reclusione di un vescovo già legittimamente consacrato (…), è ancora questa la comunione voluta da Cristo?», si chiede il vaticanista italiano, che parla di uno «schiaffo in faccia» dato al nuovo sovrano pontefice.   Più che uno schiaffo in faccia per un papa – Xi Jinping non è certo Filippo il Bello – potrebbe trattarsi di una prova? Da bravi giocatori di Go, gli inventori del gioco più antico del mondo elogiano l’efficacia delle famose «mosse sentite», che costringono l’avversario a rispondere per mantenere l’iniziativa. La sfida per Roma sarebbe ora quella di riconquistare il vantaggio perso, probabilmente durante il precedente pontificato.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Spirito

Due nuovi «santi» venezuelani riaccendono le tensioni tra Chiesa e Stato

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Tralasciando il dubbio valore delle nuove procedure di canonizzazione, una doppia canonizzazione in Venezuela è diventata rapidamente una questione di Stato, rivelando le profonde fratture tra una Chiesa cattolica fortemente coinvolta nell’arena politica, a rischio di apparire come una forza di opposizione, e il potere chavista detenuto dal presidente Nicolas Maduro.

 

Per comprendere la storia, dobbiamo fare un passo indietro. Il 19 ottobre 2025, papa Leone XIV proclamò «santi» i primi due venezuelani nella storia del Paese: José Gregorio Hernández Cisneros, il «medico dei poveri», e María del Carmen Rendiles Martínez, fondatrice della comunità delle Serve di Gesù. L’evento divenne rapidamente un affare politico.

 

Nicolás Maduro, al potere dal 2013, non ha perso tempo a sfruttare la canonizzazione. Dopo la cerimonia nella casa-museo di José Gregorio Hernández, circondato da fedeli e autorità governative, il capo dello Stato ha rilasciato una serie di dichiarazioni sui social media: «Siamo felici per i nostri santi. Sono entrambi grandi! Il papa ha agito giustamente!», ha dichiarato, esprimendo «immensa, eterna gratitudine» al pontefice, che ha definito un «amico» e un «fratello».

 

E presentare l’evento come un gesto provvidenziale di fronte alle «minacce» che la «più grande potenza militare della storia» rappresenterebbe nei Caraibi, vale a dire gli Stati Uniti, che da diversi anni cercano invano di far cadere il regime chavista.

 

Il chavismo ha una lunga storia con la religione: Hugo Chavez ha invocato la cosiddetta Teologia della Liberazione per la sua «Rivoluzione Bolivariana». Il processo di canonizzazione, guidato con grande entusiasmo dal defunto Papa Francesco, è visto da Nicolas Maduro come una forma di benedizione per il regime.

 

Ma l’opposizione non è rimasta indietro. Maria Corina Machado, vincitrice del premio Nobel per la Pace 2025, un premio altamente politico, ed Edmundo Gonzalez, il candidato presidenziale fallito, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui José Hernández e Carmen Rendiles vengono descritti come «due santi per 30 milioni di ostaggi venezuelani», riferendosi al destino di 800.000 prigionieri «politici» e migliaia di esuli.

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«Questi santi esemplari, che hanno dedicato la loro vita al servizio degli altri, offrono speranza e consolazione in mezzo all’oscurità», scrivono, invocando un «miracolo imminente»: la caduta del regime chavista.

 

Temendo che la messa papale del 19 ottobre potesse suggerire una forma di approvazione per Maduro, il giorno seguente, durante una messa di ringraziamento a San Pietro, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede ed ex nunzio in Venezuela dal 2009 al 2013, ha pronunciato un’omelia in cui ha chiesto «di aprire le prigioni ingiuste, di spezzare le catene dell’oppressione, di liberare gli oppressi, di spezzare tutte le catene».

 

Il caso torna di attualità a Caracas: la «Festa della Santità», prevista per il 25 ottobre 2025 allo stadio Monumental Simon Bolívar , davanti a 50.000 fedeli e alla presenza di tutti i vescovi venezuelani, è stata annullata il 22 ottobre, ufficialmente per «problemi di sicurezza e capienza» – erano state registrate più di 80.000 iscrizioni mentre la capienza non supera i 40.000 posti: «È una questione di sicurezza, sarebbero stati necessari circa tre stadi», spiega uno dei portavoce dell’arcidiocesi.

 

Nell’arcidiocesi di Caracas si vociferava addirittura che il regime chavista intendesse noleggiare autobus per migliaia di sostenitori, trasformando l’evento in una dimostrazione di forza pro-Maduro. Il cardinale Baltazar Porras, arcivescovo emerito di Caracas, ha denunciato il 17 ottobre una situazione «moralmente inaccettabile»: «crescente povertà, militarizzazione come forma di governo, corruzione, mancanza di rispetto per la volontà popolare» e ha chiesto il rilascio dei prigionieri.

 

Nicolas Maduro rispose quattro giorni dopo: «Baltazar Porras ha dedicato la sua vita a cospirare contro José Gregorio Hernández (uno dei neo-canonizzati). È stato sconfitto da Dio, dal popolo». L’accesa discussione tra Chiesa e Stato – in un Paese in cui l’80% della popolazione è cattolica – arriva mentre gli Stati Uniti intensificano la pressione contro il regime chavista.

 

Lo schieramento di una grande flotta al largo delle coste del Paese, accompagnata da un sottomarino nucleare d’attacco, da caccia F-35 e dalla CIA ufficialmente autorizzata da Donald Trump a operare sul territorio venezuelano: si intensifica la pressione su un Paese economicamente rovinato dal bolivarianismo e che – per fortuna o per sfortuna? – è uno dei più dotati in termini di risorse petrolifere. Abbastanza da suscitare cupidigia.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

 

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Immagine di Guillermo Ramos Flamerich via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Spirito

Omelia relativista di Papa Leone XIII: «nessuno possiede tutta la verità»

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Papa Leone XIV ha dichiarato che «nessuno possiede la verità assoluta» e che «nessuno è escluso» dalla Chiesa, durante la sua omelia domenicale del 26 ottobre, pronunciata in occasione della messa giubilare per i gruppi sinodali e gli organismi partecipativi.   Le sue parole, che potrebbero essere interpretate come relativistiche rispetto alla proclamazione della fede unica della Chiesa cattolica, hanno sconvolto moltissimi.   L’amore è la «regola suprema della Chiesa». «Nessuno è chiamato a comandare», ma «tutti sono chiamati a servire»; nessuno deve «imporre le proprie idee», tutti sono invitati all’ascolto reciproco; e «nessuno è escluso» poiché «tutti siamo chiamati a partecipare».   «Nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme»: un’affermazione scioccante per chi è il vicario di colui che è la Via, la Verità e la Vita..   Essere Chiesa sinodale significa riconoscere che la verità non si possiede, ma si cerca insieme, lasciandosi guidare da un cuore inquieto e innamorato dell’Amore.   Leone ha enfatizzato il concetto di Chiesa «sinodale», termine spesso usato dal suo predecessore, Papa Francesco, pur rimanendo vago nel significato. «Le équipe sinodali e gli organi di partecipazione sono immagine di questa Chiesa che vive nella comunione», ha aggiunto oscuramente il romano pontefice.

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«Dobbiamo sognare e costruire una Chiesa umile. Una Chiesa che non sta dritta in piedi come il fariseo, trionfante e gonfia di sé stessa, ma si abbassa per lavare i piedi dell’umanità; una Chiesa che non giudica come fa il fariseo col pubblicano, ma si fa luogo ospitale per tutti e per ciascuno; una Chiesa che non si chiude in sé stessa, ma resta in ascolto di Dio per poter allo stesso modo ascoltare tutti».   «Impegniamoci a costruire una Chiesa tutta sinodale, tutta ministeriale, tutta attratta da Cristo e perciò protesa al servizio del mondo» ha esortato il sommo pontefice con linguaggio sempre più tecnico e cervellotico.   Sebbene nessun individuo possegga la pienezza della verità, la Chiesa cattolica, in quanto Corpo mistico di Cristo guidato dallo Spirito Santo, ha sempre sostenuto di essere la custode del deposito della fede, ossia la verità rivelata da Dio.   I commenti di papa Leone appaiono ambigui e potenzialmente relativistici, poiché non ha chiarito la distinzione tra i membri fallibili della Chiesa, che possono errare nella comprensione della verità, e la Chiesa stessa, che custodisce e proclama l’unica vera fede.   Le parole di Prevost sembrano andare contro il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell’autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un’irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione» (CCC, I dogmi della fede, 88).   La Sacra Scrittura parla della «casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e base della verità» (1Tim 3,15).  

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Immagine di Edgar Beltrán via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 
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