Spirito
Chi sono io per giudicare lo IOR?
È notizia fresca che Bergoglio ha dato ordine di concentrare presso l’Istituto Opere di Religione tutti gli asset finanziari vaticani. Torna così in scena da protagonista il mitico IOR, tre lettere su cui per anni e anni hanno si sono scatenati i cultori della retroscena, quelli che all’epoca venivano chiamati con benevolenza «pistaroli» e oggi sono diventati esecrabili «complottisti».
In teoria, lo IOR era la banca per i soldi che dovevano andare alle missioni. Gestiva quindi una quantità di capitale piuttosto esigua. Ora, con quest’ultima mossa dell’argentino, le cose cambiano.
Tuttavia il nostro intento non è tanto quello di elucubrare di finanza e intrighi vaticani, quanto quello di porre una semplice, laica, domanda in qualità di lettori dei giornali che, per qualche motivo, hanno conservato memoria di certi eventi quantomeno singolari.
La domanda è: che fine ha fatto monsignor Battista Ricca?
Ricordiamo come il papato di Bergoglio si sia aperto col botto proprio con lo scandalo che lo riguardava. La penna di Sandro Magister – ovvero la Rolls Royce del giornalismo vaticanista – scrisse un articolo finito in copertina su L’Espresso. Titolo: «Il prelato della Lobby gay». Svolgimento: storie degli scandali di monsigor Ricca durante la sua carriera diplomatica, per esempio quando era alla nunziatura apostolica in Uruguay.
Il pezzo, pieno di immagini dettagliate, esplose come una bomba. Tanto più che, poco prima, incontrando dei religiosi sudamericani, il neoletto papa aveva ammesso la presenza di una lobby gay all’interno del Sacro Palazzo.
Ma fu durante il volo di ritorno dal trionfale viaggio in Brasile di Bergoglio che una giornalista carioca, Ilze Scamparini, ebbe il coraggio di chiedergliene direttamente conto, porgendogli una domanda molto precisa, nome e cognome incluso.
«Vorrei chiedere il permesso di fare una domanda un po’ delicata: anche un’altra immagine ha girato un po’ il mondo, che è stata quella di mons. Ricca e delle notizie sulla sua intimità. Vorrei sapere, Santità, cosa intende fare su questa questione? Come affrontare questa questione e come Sua Santità intende affrontare tutta la questione della lobby gay?».
Il mondo intero ignora questa domanda, ma conosce perfettamente la risposta: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?».
Come noto, questa frase guadagnò a Bergoglio la simpatia universale e il premio di uomo dell’anno da parte della rinomata rivista gay The Advocate.
La verità è che l’inchiesta di Magister era partita dalla fresca nomina di Ricca, da parte di Bergoglio, alla carica di «prelato» dello IOR.
«Con questa nomina, resa pubblica il 15 giugno – scrive Magister – Francesco intendeva collocare all’interno dello IOR una persona di sua fiducia in un ruolo chiave. Col potere di accedere a tutti gli atti e documenti e di assistere a tutte le riunioni sia della commissione cardinalizia di vigilanza, sia del consiglio di sovrintendenza, cioè del board della disastrata “banca” vaticana. Insomma, col compito di farvi pulizia».
Magister quindi riteneva che «l’hanno tenuto all’oscuro delle rilevanti informazioni che, se da lui conosciute per tempo, l’avrebbero trattenuto dal nominare monsignor Battista Ricca “prelato” dell’Istituto per le Opere di Religione».
Vista la risposta data in aereo alla Scamparini, forse non era esattamente così.
Manca poi un altro elemento per bene inquadrare la bizzarra faccenda: Ricca era il direttore della Casa Santa Marta, l’edificio alberghiero dove il nuovo pontefice aveva scelto di vivere, preferendolo agli appartamenti papali.
Ad ogni modo, noi volevamo solo ricordare che nel frattempo, riguardo alle finanze vaticane, è successo di tutto.
Investimenti da palazzinari a Londra. Soldi al film biografico su Elton John. Soldi a Lapo Elkann.
E poi la controversia del cardinale Becciu, di cui qualcuno assicurava l’imminente sberrettamento, ma che invece è ancora lì, anzi è proprio tornato, tanto che quattro giorni fa era in prima fila al Concistoro su invito di Bergoglio: «accolto con gioia».
Poi, uscendo dai confini continentali, ci si addentra nella fantascienza pura: il Prefetto della Segreteria per l’economia, Cardinale George Pell, viene messo in galera in Australia nel corso di un incredibile processo per pedofilia. La Corte Suprema australiana lo libera.
In tutto questo intrigo, spuntano fuori, anche qui, dei danari: dalla Città del Vaticano all’Australia vengono bonificati 2,3 miliardi di dollari australiani (oltre 1,4 miliardi di euro), attraverso più di 400 mila transazioni. La polizia australiana, dopo un’indagine, chiude il caso. «I trasferimenti finanziari avevano generato il sospetto di un tentativo di pilotare il processo per pedofilia a carico del cardinale George Pell. Ma la polizia di Canberra non ha rivelato nessuna condotta criminale» riassume Repubblica. Niente da vedere, circolare.
Ancora oggi non è chiaro dove sia finito quell’oceano di danaro.
Insomma, ne abbiamo viste davvero di ogni.
In tutto questo, Ricca è rimasto allo IOR, tranquillo tranquillo. Non ci sembra che, dopo lo scoop di Magister, qualcuno lo abbia più disturbato.
E niente, volevamo solo sapere se era ancora lì. Dal sito dello IOR pare proprio di sì, messo nella pagina della governance tra cardinali sorridenti, che, abbiamo imparato, vanno e vengono in continuazione, mentre le cose fondamentali invece restano fisse.
Pare che nemmeno in occasione di questa nuova manovra, che accresce enormemente il potere dello IOR, nessuno abbia voluto sentirlo, o anche solo ricordare le vicende emerse in quel lontano 2013.
Chi sono io per giudicare Ricca? – aveva detto Bergoglio in mondovisione.
Visto che lo ha promosso allo IOR, e lasciato là per una decade, andando pure a vivere nel suo albergo, forse un po’ lo ha giudicato.
E lo ha giudicato non male.
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
Immagine di Heiko Merkelbach via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0); immagine modificata
Ambiente
Viganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato al social X una riflessione su Chiesa e cambiamento climatico.
«Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli della Santa Sede vi sia una qualche buona intenzione.
«Ma non vi è alcuna emergenza climatica: gli allarmi dei globalisti sono pretestuosi – come sappiamo dalle ammissioni degli stessi fautori di questa frode – e servono a creare un pretesto per legittimare politiche di dissoluzione del tessuto sociale e di distruzione dell’economia delle Nazioni, volte a consentire il controllo della popolazione mondiale» dichiara Sua Eccellenza.
«Per questo motivo gli appelli di Prevost costituiscono una forma di scandalosa complicità con gli artefici del golpe globalista, perché ratificano una menzogna colossale, invece di denunciare il loro crimine contro Dio e contro l’umanità».
Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli… pic.twitter.com/thIv4fsrKa
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 18, 2025
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«E nel frattempo migliaia di piccole imprese e milioni di famiglie si trovano condotte al fallimento o distrutte, a tutto vantaggio delle multinazionali facenti capo a BlackRock, Vanguard, StateStreet… La menzogna è il marchio distintivo di tutto ciò che fa e dice l’élite globalista».
«Prevost si pone come profeta del globalismo massonico e prosegue la linea di totale asservimento tracciata dal predecessore Bergoglio. La Chiesa di Roma è divenuta ostaggio dei suoi nemici e le viene lasciata libertà solo nella misura in cui essa ratifica i crimini e le menzogne del globalismo: transizione green, sostituzione etnica, politiche vaccinali, parità di genere, agenda LGBTQ+».
Negli scorsi anni monsignor Viganò ha attaccato con veemenza la «frode climatica, religiosa, pastorale» di Bergoglio, accusando l’«ideologia ambientalista e neomalthusiano del Vaticano», scagliandosi contro il green deal il cui programma è «decimare la popolazione, rendere schiavi i superstiti».
Nelle scorse settimane il prelato lombardo aveva dichiarato che «Leone ambisce al ruolo di presidente del Pantheon ecumenico della Nuova Religione Glonale di matrice massonica».
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Spirito
Langone e le ceneri delle gemelle suicide Kessler «brave post-cristiane»
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Spirito
La nota Mater Populi Fidelis è un documento diabolico
Il testo seguente è stato scritto da un sacerdote americano, membro della Fraternità Sacerdotale San Pio X. La sua confutazione è molto accurata e di facile comprensione per i fedeli, per i quali è stata scritta. FSSPX Attualità è lieta di pubblicare questo documento, per l’onore della Beata Vergine Maria e a beneficio dei suoi lettori.
Mi è stato chiesto di esprimere la mia opinione sul documento pubblicato dal Vaticano, che stabilisce che i cattolici non dovrebbero più usare i titoli di «Corredentrice» o «Mediatrice di tutte le Grazie» in riferimento alla Madonna. La mia opinione è che questo documento sia pessimo, persino diabolico. Mi sembra addirittura peggiore dell’approvazione della benedizione delle coppie omosessuali in Fiducia supplicans, perché Mater Populi Fidelis è un attacco alla dottrina, e gli attacchi alla dottrina sono sempre peggiori degli attacchi alla morale.
Se la Madonna non è Corredentrice, allora la dottrina dell’Assunzione è priva di significato, la Madonna non schiaccia la testa del serpente e non dovremmo venerarla con iperdulia. Inoltre, è illogico per noi fare una consacrazione totale alla Madonna, perché la dottrina di San Luigi Maria di Montfort su cui si basa questa consacrazione è pericolosa, persino erronea.
Queste sono le implicazioni di Mater Populi Fidelis, che evita accuratamente di insegnare un’eresia aperta, ma semina dubbi sulle dottrine mariane tradizionali ed è intrisa di veleno. Guardiamo Mater Populi Fidelis per spiegare i gravi problemi che presenta: in primo luogo, il problema del suo spirito, e poi il problema del suo insegnamento.
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1. Lo spirito del testo
a) Prospettiva protestante
Questo documento presenta una prospettiva protestante sul rapporto tra Nostro Signore e la Madonna. Da questa prospettiva, Nostro Signore e la Madonna sono in competizione. Tutto ciò che viene dato alla Madonna viene tolto a Nostro Signore. Se la Madonna ha un ruolo nella nostra redenzione, allora si aggiunge all’opera di Nostro Signore. Pertanto, dobbiamo sempre essere molto attenti quando onoriamo la Madonna, per non mancare di rispetto a Nostro Signore. Né dovremmo attribuirle un ruolo a fianco di Nostro Signore nella nostra redenzione.
La prospettiva cattolica è opposta. Crediamo che ogni onore reso alla Madonna contribuisca all’onore reso a Nostro Signore. La ragione di ciò è che la Madonna è la più grande creazione di Nostro Signore; rende più evidente la Sua grandezza e ci avvicina sempre di più a Nostro Signore. San Luigi lo esprime così: «Maria è stata finora fraintesa, e questa è una delle ragioni per cui Gesù Cristo non è conosciuto come dovrebbe essere», Trattato della vera devozione alla Beata Vergine, § 13 (VD).
Inoltre, riteniamo che Nostro Signore e la Madonna operino insieme in ogni cosa, e non separatamente. La Madonna è stata scelta da Nostro Signore per assisterLo nell’opera della Redenzione, e non per competere con Lui per onore e gloria. E proprio come avere un assistente che aiuti a preparare un pasto non sminuisce la gloria dello chef, soprattutto quando l’assistente ha imparato tutto dallo chef, così chiedere alla Madonna di unirsi a Lui nella Sua opera di redenzione dell’umanità, quando è la Sua creatura più grande, non sminuisce la gloria di Nostro Signore.
Considerando questo, consideriamo i passaggi della Mater Populi Fidelis, che esprimono la preoccupazione che chiamare la Madonna «Corredentrice» o «Mediatrice di tutte le Grazie» implichi che ella aggiunga qualcosa all’opera di Nostro Signore: «Né la Chiesa né Maria possono sostituire o perfezionare l’opera redentrice del Figlio di Dio incarnato, che è stata perfetta e non ha bisogno di aggiunte» (n. 21). «È inevitabile che [il termine mediazione] venga applicato a Maria in senso subordinato, e in nessun modo si intende aggiungere efficacia o potenza all’unica mediazione di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo», mentre chiamarla Mediatrice di tutte le Grazie aggiungerebbe qualcosa (n. 25).
«Maria non sostituisce il Signore in nulla che Egli non faccia (deroga) [cioè, non gli toglie nulla] o lo completi (aggiunta). Se, nella comunicazione della grazia, non aggiunge nulla alla mediazione salvifica di Cristo, Maria non dovrebbe essere considerata uno strumento primario di questo dono» (65c).
Pertanto, il documento considera la Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie da una prospettiva protestante, e poi afferma che non possiamo usare questi titoli.
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b) Prospettiva giansenista
Durante la sua vita, San Luigi Maria di Montfort affrontò gli attacchi dei giansenisti. Erano come dei protestanti all’interno della Chiesa cattolica, in quanto avevano sempre paura di tributare troppo onore alla Madonna, per timore di sminuire l’onore dovuto a Nostro Signore.
San Luigi li definì «scrupolosi devoti della Madonna». Ecco le sue parole: «I devoti scrupolosi sono coloro che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre, di abbassare l’uno esaltando l’altra. Non sopportano di vedere la Beata Vergine lodata con la stessa giustizia dei Santi Padri; difficilmente tollerano che ci siano più persone inginocchiate davanti a un altare di Maria che davanti al Santissimo Sacramento, come se l’una fosse contraria all’altra; come se coloro che pregano la Beata Vergine non pregassero Gesù Cristo attraverso di lei! Non vogliono che si parli così spesso della Beata Vergine, né che ci si rivolga così frequentemente».
«[Questi devoti dicono]: Dobbiamo ricorrere a Gesù Cristo; egli è il nostro unico mediatore, dobbiamo predicare Gesù Cristo, ecco il centro!» Ciò che dicono è vero in un certo senso, ma in relazione all’applicazione che ne fanno, per impedire la devozione alla Santissima Vergine, è molto pericoloso e una sottile trappola del maligno, con il pretesto di un bene maggiore, poiché mai Gesù Cristo è onorato più di quando la Santissima Vergine è onorata di più, poiché ella è onorata solo per onorare Gesù Cristo più perfettamente, poiché ci si rivolge a lei solo per trovare il fine a cui si tende, che è Gesù. (VD, § 94)
Il documento Mater Populi Fidelis condivide gli stessi scrupoli dei giansenisti, temendo che i titoli di Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie, applicati alla Madonna, possano minare l’unica mediazione di Nostro Signore.
Corredentrice: «Questo titolo rischia di oscurare l’unica mediazione salvifica di Cristo e, pertanto, può generare confusione e squilibrio nell’armonia delle verità della fede cristiana, perché ‘in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati’ (At 4,12)… [l’espressione corredentrice] non aiuta ad esaltare Maria come prima e massima collaboratrice dell’opera della Redenzione e della grazia, perché il pericolo di oscurare il ruolo esclusivo di Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza, l’unico capace di offrire al Padre un sacrificio di infinito valore, non costituirebbe un vero onore alla Madre.» (n. 22)
Mediatrice: «Come insegna il Concilio Vaticano II, ‘ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini […] favorisce e non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo’. Per tale motivo, si deve evitare qualsiasi descrizione che faccia pensare, in modo neoplatonico, a una sorta di effusione della grazia per gradi, come se la grazia di Dio discendesse attraverso distinti intermediari – come Maria – mentre la sua fonte ultima (Dio) rimanesse scollegata dal nostro cuore. Queste interpretazioni incidono negativamente sulla corretta comprensione dell’incontro intimo, diretto e immediato, che la grazia realizza tra il Signore e il cuore del credente (…) Non si fa onore a Maria attribuendole una qualsiasi mediazione nel compimento di quest’opera esclusivamente divina». (n. 55)
È necessario sottolineare una certa ipocrisia da parte dell’autore, il Cardinale Victor Fernández. Egli è tormentato dalla preoccupazione che i titoli di Corredentrice e Mediatrice di Tutte le Grazie possano seminare confusione tra i fedeli e costituire ostacoli alla loro unione con Dio, che possano fuorviarli quando è facile comprenderli nel loro corretto significato. Ma non sembrava preoccupato che la sua approvazione della benedizione delle coppie omosessuali nella Fiducia Supplicans potesse inviare loro un messaggio sbagliato o fuorviarli! Possiamo solo chiederci quale senso pastorale abbiano questi prelati quando da un lato si preoccupano dell’eccessiva devozione alla Madonna, mentre dall’altro benedicono contemporaneamente un vizio innaturale. Questi sono uomini che purtroppo sono confusi riguardo al bene delle anime, condannando ciò che è bene e approvando ciò che è male. Sono veri e propri falsi profeti che sviano le anime.
In breve: la Madonna non è un ostacolo all’unione con Nostro Signore. Al contrario, è il mezzo più perfetto per unire noi a Nostro Signore. Dio l’ha resa il mezzo più perfetto scegliendola per cooperare con Lui nell’opera della nostra Redenzione e salvezza. Quando diventiamo freddi verso la Madonna e neghiamo i ruoli che Dio le ha affidato, ci separiamo da suo Figlio!
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2. Un insegnamento pericoloso
a) Problema principale
Il pericoloso insegnamento della Mater Populi Fidelis e la sua eccessiva cautela riguardo all’onore accordato alla Madonna rivelano che il suo problema centrale è questo: pone la Madonna sullo stesso livello di noi, sebbene dovrebbe essere la più alta di questo rango, invece di essere collocata in un rango diverso nel regno soprannaturale.
Vale la pena ricordare che i cattolici riconoscono ai santi un onore chiamato «dulia», un onore accordato ai servi di Dio, mentre noi riconosciamo alla Madonna un onore chiamato «iperdulia». Questo onore accordato alla Madonna è di un ordine diverso e superiore a quello accordato agli altri santi. La ragione di questa differenza è che solo la Madonna è inclusa nell’ordine stesso della nostra redenzione, mentre gli altri santi non lo sono: Dio chiese alla Madonna di unirsi a Nostro Signore nell’atto stesso della Redenzione. Le diede il potere di farlo; lei cooperò con questa grazia, ed era quindi una vera Corredentrice.
Nessun altro è incluso nell’ordine della Redenzione; noi veniamo dopo e non possiamo esservi inclusi.
Consideriamo le parole di San Pio X nell’enciclica Ad Diem Illum, che spiega come la Madonna sia corredentrice e mediatrice di tutte le grazie:
«È quindi lungi da noi attribuire alla Madre di Dio un potere di produrre grazie, un potere che appartiene solo a Dio. Tuttavia, poiché Maria supera tutti gli altri in santità e in unione con Gesù Cristo, e poiché è stata associata da Gesù Cristo all’opera della redenzione, Ella merita per noi de congruo, come dicono i teologi, ciò che Gesù Cristo ha meritato per noi de condigno, ed Ella è la suprema ministra della dispensazione delle grazie». (§ 14)
San Pio X afferma che la Madonna ha meritato tutte le grazie della nostra redenzione, come Nostro Signore, ma le ha meritate in modo diverso. Nostro Signore le ha meritate in tutta giustizia (de condigno), cosa che la Madonna non poteva fare, perché non è Dio. Li ha meritati in modo proporzionato (de congruo): Dio le ha concesso questo merito come congrua ricompensa per il suo atto. Poiché ha meritato le grazie, ha anche il diritto di distribuirle.
Ecco le parole di Papa Benedetto XV: «Maria, con il Figlio sofferente e morente, ha sopportato la sofferenza e quasi la morte. Ha rinunciato ai suoi diritti materni sul Figlio per procurare la salvezza dell’umanità e, per placare la giustizia divina, ha sacrificato il Figlio, nella misura in cui le è stato possibile, così da poter affermare con verità che insieme a Cristo ha redento l’umanità» (Breve Inter Sodalicia).
Affermare che «con Cristo ha redento l’umanità» significa affermare che fa parte dell’ordine della nostra redenzione in quanto Corredentrice.
Chi legge la Mater Populi Fidelis, tuttavia, ha chiaramente l’impressione che la Madonna non occupi un posto all’interno dell’ordine stesso della nostra redenzione e salvezza, ma piuttosto che sia allo stesso livello di noi in queste questioni, ma al livello più alto. Il documento procede in tre modi:
- riferendosi sistematicamente alla Madonna solo come Madre e mai come Regina, Corredentrice o Mediatrice di tutte le grazie; al contrario, ci viene detto che non dovremmo usare questi ultimi due titoli per la Madonna;
- paragonando frequentemente la Madonna ad altri credenti;
- non attribuendo mai alla Madonna un ruolo universale.
Questo è molto chiaro nella sezione dedicata alla Madonna come «prima discepola» di Nostro Signore (73-75), che cita papa Francesco che afferma: «è più per Maria essere discepola di Cristo che essere stata sua Madre». Lo scopo evidente di questo insolito titolo della Madonna è quello di metterla sullo stesso piano di noi nell’ordine della redenzione. La Madonna non è con Nostro Signore; è con noi, i discepoli di Nostro Signore.
L’introduzione al documento ci dice che il suo scopo è parlarci del posto della Madonna: «questo testo, mentre chiarisce in che senso sono accettabili o meno alcuni titoli ed espressioni riferiti a Maria, allo stesso tempo si propone di approfondire i corretti fondamenti della devozione mariana, precisando il posto di Maria nella sua relazione con i fedeli». La lettura del testo chiarisce qual è questo posto: Ella è una discepola al nostro stesso livello, e non una Corredentrice e Mediatrice associata a Nostro Signore in tutto ciò che Egli fa per la nostra redenzione e salvezza.
Il documento ribadisce costantemente che Nostro Signore è il nostro unico Mediatore e sottolinea che tutti i credenti hanno un ruolo da svolgere nel Suo piano per la nostra salvezza (vedi in particolare i paragrafi 28-33). La Madonna è collocata nella categoria di questi credenti, sottolineando al contempo che è la più elevata in questa categoria.
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b) Conseguenze
Quali sono le conseguenze del collocare la Madonna sullo stesso livello di tutti gli altri, privandola dei titoli di Corredentrice e Mediatrice di Tutte le Grazie? Queste conseguenze non sono esplicitamente dichiarate nel documento, il che è molto intelligente, ma sono numerose e devastanti.
La venerazione della Madonna attraverso l’iperdulia e il titolo di «Mediatrice di tutte le Grazie» non sono dottrine de fide, ma piuttosto qualificate come sententia communis (vedi Ludwig Ott, Fundamentals of Catholic Dogma, pp. 212-216). Una dottrina di «insegnamento comune» «appartiene di per sé all’ambito delle libere opinioni, ma è generalmente accettata dai teologi» (Ott, p. 10).
Ma il rifiuto di queste dottrine mina l’autorità del magistero preconciliare che le ha insegnate, seppur informalmente, e, altrettanto gravemente, mina ciò che crediamo riguardo alla Madonna e quindi anche la nostra devozione nei suoi confronti.
Come affermato sopra, è illogico venerare la Madonna con iperdulia se non appartiene, di fatto, a un ordine diverso dal nostro. Ci si potrebbe anche chiedere perché sia stata assunta in cielo (che è un dogma di fede), poiché una delle ragioni principali dell’Assunzione è che sarebbe stata ricompensata con i frutti della Redenzione alla sua morte, avendo meritato questi frutti con Nostro Signore come Corredentrice. Sarebbe anche difficile comprendere come abbia schiacciato la testa del serpente se non fosse stata Corredentrice, poiché è stato attraverso l’atto della Redenzione che il dominio di Satana è stato sconfitto.
Inoltre, non ci sarebbe motivo per noi di consacrarci interamente alla Madonna, poiché questa consacrazione si basa sul fatto che lei è Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie; l’intera prospettiva di San Luigi sulla consacrazione deriva dalla sua convinzione che la Madonna sia stata scelta dalla Santissima Trinità per svolgere un ruolo universale nella salvezza delle anime. Se Dio non le ha dato questo potere, perché consacrarci a lei?
Poiché gli insegnamenti cattolici riguardanti la Madonna sono tutti interconnessi, indebolirne o eliminarne uno indebolisce anche gli altri. Se affermiamo che la Madonna non è Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie, concludiamo logicamente che non abbiamo bisogno di concederle iperdulia, che non abbiamo bisogno di lei per la nostra salvezza e che i suoi altri privilegi potrebbero essere infondati. In breve, scivoliamo rapidamente in una mentalità protestante. Questo è un terreno pericoloso che ci fa tremare di sacro timore per la nostra salvezza!
Il Cardinale Fernandez afferma che comprendere il ruolo di Maria richiede «un particolare sforzo ecumenico». Ma qualsiasi sforzo volto a rendere la nostra fede più accettabile ai protestanti, e che ci porta a sminuire la dignità che Dio ci ha donato, è un falso ecumenismo e una grave infedeltà a Dio. Piuttosto che cercare di diluire l’insegnamento della Chiesa sulla Madonna in questi tempi di crisi di fede, dobbiamo invece ancorarci a lei consacrando noi stessi, le nostre famiglie e tutto ciò che possediamo a lei. Nella misura in cui le sue prerogative sono sotto attacco, dobbiamo donarci a lei in modo più completo, come suoi servi e come sua proprietà.
In conclusione, teniamo presenti queste parole di San Luigi Maria de Montfort:
«Ciò che Lucifero perse per orgoglio, Maria lo guadagnò per umiltà; ciò che Eva danneggiò e perse per disobbedienza, Maria lo salvò per obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, perse tutti i suoi figli con sé e glieli affidò; Maria, essendosi resa perfettamente fedele a Dio, salvò tutti i suoi figli e servi con sé e li consacrò alla Sua Maestà».
«Non solo Dio ha posto inimicizia, ma inimicizie, non solo tra Maria e il diavolo, ma tra la stirpe della Beata Vergine e la stirpe del diavolo; vale a dire, Dio ha stabilito inimicizie, antipatie e odi segreti tra i veri figli e servi della Beata Vergine e i figli e schiavi del diavolo; non si amano, non hanno alcuna corrispondenza interiore tra loro. I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo (perché è la stessa cosa), hanno sempre perseguitato, e perseguiteranno più che mai, coloro che appartengono alla Beatissima Vergine. (…) Ma l’umile Maria avrà sempre la vittoria su questo orgoglioso, e così grande, che arriverà fino a schiacciargli la testa là dove risiede il suo orgoglio; smaschererà sempre la sua malizia serpentina; smaschererà le sue miniere infernali, dissiperà i suoi intrighi diabolici e proteggerà i suoi fedeli servi dalla sua mano crudele fino alla fine dei tempi». (VD, §§ 53-54)
Nei cuori di Gesù e Maria,
Don Paul Robinson
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine: Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato (1609–1685), Madonna con bambino e angeli (1674), Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini, Roma
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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