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Che cos’è l’islamo-goscismo?

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Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

 

La Francia – in minor misura altri Paesi europei – è attraversata da un dibattito sull’islamo-gauchisme [islamo-sinistrismo, ndt]: esponenti della sinistra che sostengono l’islam politico, nonostante Daesh. Diversamente da quanto si potrebbe credere, non è tattica elettorale estemporanea, bensì risultato d’una strategia della guerra fredda, rafforzata dall’amministrazione Biden.

 

 

 

 

Nel XVI e XVII secolo gli europei distinguevano la sfera pubblica, visibile a tutti, dalla sfera privata, più intima. Tuttavia, nel XVIII secolo la Rivoluzione francese diede a queste locuzioni significati diversi: la «sfera privata» divenne l’ambito del lavoro, della famiglia e della religione; la «sfera pubblica» quello della politica e della nazione. Da allora, appare incongruo che militanti politici, pur traendo da una religione la forza della propria militanza, sostengano una religione particolare.

L’islam politico consiste, di fatto, nel mobilitare le folle in nome della religione mussulmana. I mezzi possono essere diversi e gli obiettivi persino opposti, dipende da come questa religione viene concepita

 

Un’ottica oggi però soppiantata dal sostegno di alcune personalità e gruppi politici a movimenti islamisti. Per islamismo non intendo qualcosa che è in relazione con la religione mussulmana, ma un’ideologia politica che la strumentalizza. Maometto è stato profeta, ma al tempo stesso leader politico e capo militare; il suo insegnamento può essere facilmente fuorviato.

 

 

L’islam politico

L’islam politico consiste, di fatto, nel mobilitare le folle in nome della religione mussulmana. I mezzi possono essere diversi e gli obiettivi persino opposti, dipende da come questa religione viene concepita. Il ricorrere a motivazioni religiose per fare politica consente di ottenere una disponibilità al sacrificio estremo, che presto può volgersi in fanatismo. La lingua araba, che attribuisce più valore alle emozioni che al raziocinio, probabilmente rende gli arabi molto più ricettivi di altri a una militanza di questo genere.

 

Il ricorrere a motivazioni religiose per fare politica consente di ottenere una disponibilità al sacrificio estremo, che presto può volgersi in fanatismo

Nel XX secolo, per contrastare la setta del Mahdi in Sudan, i britannici chiesero al muftì di al-Azhar di redigere un’unica versione del Corano, di cui all’epoca esistevano quaranta versioni. Inoltre, per disporre di un mezzo di pressione sul potere egiziano, chiesero a Hasan al-Banna di fondare una società segreta, sul modello della Grande Loggia Unita d’Inghilterra: la Fratellanza Mussulmana. Durante la guerra fredda, la CIA infiltrò nella società segreta sunnita due agenti, Sayyed Qutb e Saïd Ramadan, per teorizzare la jihad.

 

In epoca contemporanea si sono sviluppate altre scuole di pensiero dell’islam politico, dapprima all’interno del sufismo, in opposizione agli imperi russo e cinese, poi in seno allo sciismo – con Ruhollah Khomeini – contro l’impero britannico.

 

La scuola sufi si è alleata con la Fratellanza Mussulmana, attorno al presidente turco Recep Tayyp Erdoğan, entrambe hanno concluso con la scuola sciita un accordo di non-ingerenza reciproca. Nella guerra di Bosnia-Erzegovina hanno tuttavia combattuto insieme i russi, agli ordini della NATO. All’epoca credevano di condividere la stessa ideologia, oggi invece sono concordi nel ritenere che non era, e ancora non è, così.

Pensatori di sinistra attribuiscono ai mussulmani nel loro insieme la stessa funzione di avanguardia popolare che nel XIX secolo svolse il proletariato. Una stupidaggine

 

I francesi datano il sostegno dei pensatori di sinistra all’islamismo al periodo di esilio dell’ayatollah Khomeini in regione parigina (1978-79). Jean-Paul Sartre e Michel Foucault lo incontrarono e gli manifestarono il proprio appoggio: avevano pienamente compreso il significato della sua lotta all’imperialismo occidentale. Zbigniew Brzeziński (consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Jimmy Carter) lo giudicava invece, ingiustamente, superficiale.

 

Ciò di cui si discute oggi ha però tutt’altra natura: pensatori di sinistra attribuiscono ai mussulmani nel loro insieme la stessa funzione di avanguardia popolare che nel XIX secolo svolse il proletariato. Una stupidaggine:

 

  •  i mussulmani appartengono a tutte le classi sociali;

 

Il sostegno di personalità di sinistra alla Fratellanza Mussulmana e all’Ordine dei Naqshbandi è stato organizzato nel 1983 – nel contesto della guerra fredda – dalla National Endowment for Democracy (NED)

  • l’islam è totalmente compatibile con il più sfrenato capitalismo.

 

L’intellighenzia di sinistra ha in realtà sui mussulmani idee preconcette, a seconda che siano sunniti o sciiti: i primi sono progressisti, i secondi reazionari. In Egitto ha sostenuto il Fratello mussulmano filostatunitense Mohamed Morsi, ma in Iran ha denunciato il nazionalista Mahmoud Ahmadinejad.

 

Il presidente Morsi non ha mai cercato di migliorare le condizioni di vita dei più poveri, il presidente Ahmadinejad l’ha fatto invece con successo, fino al termine dei suoi mandati. Inoltre, Morsi è diventato presidente minacciando di morte i magistrati della commissione elettorale e le loro famiglie (1), Ahmadinejad invece è stato eletto democraticamente.

Aureolati del loro passato comunista, hanno convinto la sinistra europea che si trattava di guerra civile e non di attacco degli jihadisti internazionali. Sono persino riusciti a far credere che il Fronte al-Nusra (branca di Al Qaeda in Siria) è un’organizzazione rivoluzionaria siriana

 

Non si può non prendere atto che gli islamo-gauchisti non decidono la propria posizione in base alla politica interna dei politici che sostengono, bensì per la loro politica estera: approvano l’islam politico filostatunitense e denunciano l’islam politico antimperialista.

 

L’islamo-gauchisme esiste solo nei Paesi occidentali. Fa eccezione la Tunisia, dove l’oppositore in esilio Moncef Marzouki ha offerto sostegno alla Fratellanza Mussulmana ed è diventato il primo presidente della repubblica della Primavera araba. Servirà da paravento ai Fratelli di Ennahdha e verrà allontanato dal potere con le elezioni presidenziali del 2014.

 

 

La strategia del NED: alleanza di alcuni trotskisti con alcuni islamisti

Il sostegno di personalità di sinistra alla Fratellanza Mussulmana e all’Ordine dei Naqshbandi è stato organizzato nel 1983 – nel contesto della guerra fredda – dalla National Endowment for Democracy (NED).

 

Il presidente Ronald Reagan aveva raccolto attorno a sé un gruppo di trotskisti ebrei e newyorkesi per battersi contro l’URSS. In forza del conflitto tra il filo-britannico Trotskij (2) e Stalin, questi adepti si unirono ai servizi segreti dei cosiddetti Cinque Occhi (Australia, Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Regno Unito). Fondarono in particolare il NED: in un contesto di scandali che assediavano la CIA, pensarono di realizzarne parte delle operazioni per via legale. Per portare avanti la loro battaglia reclutarono personalità trotzkiste in tutto il mondo, in particolare nei teatri operativi del momento: Afghanistan e Libano.

Se inizialmente l’islamo-gauchisme è innanzitutto una pratica dei servizi segreti occidentali, nel 1994 è diventato una teoria politica raccolta attorno a Chris Harman, intellettuale trotskista britannico militante del Socialist Workers Party (Partito Socialista dei Lavoratori)

 

Per la guerra contro i sovietici in Afghanistan, la NED reclutò il french doctor (medico francese) Bernard Kouchner, ex membro dell’Unione degli Studenti Comunisti, che lasciò al momento della purga contro i trotzkisti. Il giovane Kouchner curerà in Pakistan gli anticomunisti afgani e i mudjahidin arabi di Osama Bin Laden, all’epoca applauditi in Occidente come «combattenti per la libertà».

 

Nello stesso periodo la NED incontra però difficoltà nel reclutamento per la guerra civile libanese. Alla fine, si rivolge agli scissionisti del partito comunista siriano, Riyad al-Turk, Georges Sabra e Michel Kilo, che firmano un manifesto in cui la Fratellanza Mussulmana è equiparata a un movimento del nuovo proletariato e in cui s’invoca un intervento militare statunitense in Medio Oriente.

 

Per quanto riguarda la Siria, sostengono apertamente il golpe della Fratellanza ad Hama. Il presidente Hafez al-Assad li farà arrestare e li terrà in carcere fino all’abiura del documento.

 

Nel 1994 Harman pubblicò su Socialism International un articolo dal titolo The prophet and the proletariat (Il profeta e il proletariato), in cui tentò di dimostrare che i mussulmani non sono né fascisti né progressisti, bensì il nuovo proletariato

La guerra di Bosnia-Erzegovina è l’occasione per la NED di reclutare il saggista Bernard-Henri Lévy, che diventerà consigliere mediatico del presidente Alija Izetbegović. Quest’ultimo prenderà contestualmente come consigliere politico il neoconservatore Richard Perle e come consigliere militare Osama Bin Laden.

 

Nel contesto della guerra fredda, tutte le personalità che abbiamo citato hanno probabilmente creduto in buona fede di agire per il meglio. Ma dopo il crollo dell’URSS, alcune hanno perseverato in questa ripugnante direzione.

 

Al-Turk, Sabra e Kilo sono così diventati portavoce del Pentagono in Siria. Aureolati del loro passato comunista, hanno convinto la sinistra europea che si trattava di guerra civile e non di attacco degli jihadisti internazionali. Sono persino riusciti a far credere che il Fronte al-Nusra (branca di Al Qaeda in Siria) è un’organizzazione rivoluzionaria siriana.

 

L’islamo-gauchisme non si spiega tanto come rincorsa ai voti dei mussulmani immigrati in Europa, quanto come inversione di valori dal crollo dell’Unione Sovietica

Quanto a Lévy, dopo aver fatto l’apologia di Guantánamo è diventato portavoce degli jihadisti libici. Ha presentato la Jamahiriya Araba Libica – regime che s’ispirava ai socialisti utopisti francesi del XIX secolo – come una dittatura. Ha sostenuto il bombardamento di Tripoli da parte della NATO e la nomina di un capo storico di Al Qaeda, Abdelhakim Belhadj, a governatore militare di Tripoli. Per finire, ha persino contribuito al ricevimento ufficiale di quest’ultimo al ministero degli Esteri francese, a Parigi.

 

 

La teorizzazione dell’islamo-gauchisme

Se inizialmente l’islamo-gauchisme è innanzitutto una pratica dei servizi segreti occidentali, nel 1994 è diventato una teoria politica raccolta attorno a Chris Harman, intellettuale trotskista britannico militante del Socialist Workers Party (Partito Socialista dei Lavoratori). Nel 1994 Harman pubblicò su Socialism International un articolo dal titolo The prophet and the proletariat (Il profeta e il proletariato), in cui tentò di dimostrare che i mussulmani non sono né fascisti né progressisti, bensì il nuovo proletariato.

La sparizione dei partiti comunisti ha lasciato libero campo a una sinistra atlantista, che ha spontaneamente scelto la direzione ideologica dei suoi alleati USA. L’ha abbracciata al punto di partecipare ai suoi atti deviati, in particolare alla strumentalizzazione dell’islam politico sunnita

 

I trotzkisti di Reagan come Chris Harman hanno tutti aderito alla teoria di Yigael Gluckstein (detto Tony Cliff) della «rivoluzione permanente deviata», secondo cui tutti i cosiddetti Stati comunisti (Cina, Corea del Nord, Cuba) sono in realtà stalinisti. Una visione che permette loro sia di militare per la rivoluzione mondiale sia di condannare gli avversari degli Stati Uniti. Sono stati esclusi dalla Quarta Internazionale. Dunque non si tratta di fare di ogni erba un fascio e di associare alla loro deriva l’insieme dei trotzkisti.

 

Alla luce di questi elementi, l’islamo-gauchisme non si spiega tanto come rincorsa ai voti dei mussulmani immigrati in Europa, quanto come inversione di valori dal crollo dell’Unione Sovietica. La sparizione dei partiti comunisti ha lasciato libero campo a una sinistra atlantista, che ha spontaneamente scelto la direzione ideologica dei suoi alleati USA. L’ha abbracciata al punto di partecipare ai suoi atti deviati, in particolare alla strumentalizzazione dell’islam politico sunnita.

 

Adesso la logica dei servizi segreti e la logica delle ideologie sono sovvertite dal risveglio (woke) del puritanesimo statunitense, che riconosce nella Fratellanza Mussulmana lo stesso anelito di Purezza che anima loro stessi.

 

Adesso la logica dei servizi segreti e la logica delle ideologie sono sovvertite dal risveglio (woke) del puritanesimo statunitense, che riconosce nella Fratellanza Mussulmana lo stesso anelito di Purezza che anima loro stessi

Il 13 giugno 2013 diversi membri dell’amministrazione Biden parteciparono alla riunione del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, cui fu invitato un delegato ufficiale della Fratellanza, sceicco Abdallah Bin Bayyah.

 

Esiste perciò un pericolo reale che l’islamo-gauchisme s’inserisca durevolmente nei partiti politici, tanto più che gli Occidentali non hanno ancora afferrato che tutti i capi di Al Qaeda e di Daesh sono o sono stati membri della Fratellanza Mussulmana.

 

 

Thierry Meyssan

 

 

NOTE

1) «La Commissione elettorale presidenziale egiziana cede al ricatto dei Fratelli Mussulmani», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 25 aprile 2016.

2) Non è mai stato dimostrato che Trotskij fosse un agente della Corona inglese, mentre è stato dimostrato che la sua segretaria lo era. Ciononostante Leon Trotskij decapitò la Marina russa, di cui fece assassinare quasi tutti gli ufficiali, per la grande gioia del Regno Unito

 

 

 

Articolo ripubblicato su licenza Creative Commons CC BY-NC-ND

 

 

Fonte: «Che cos’è l’islamo-gauchisme?», di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 9 marzo 2021.

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

 

 

 

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Geopolitica

L’Iran minaccia ancora una volta di spazzare via Israele

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Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha minacciato Israele di annientamento se tentasse di attaccare nuovamente l’Iran.

 

Raisi è arrivato in Pakistan lunedì per una visita di tre giorni. Martedì ha parlato delle recenti tensioni tra Teheran e Gerusalemme Ovest in un evento nel Punjab.

 

«Se il regime sionista commette ancora una volta un errore e attacca la terra sacra dell’Iran, la situazione sarà diversa, e non è chiaro se rimarrà qualcosa di questo regime», ha detto Raisi all’agenzia di stampa statale IRNA.

 

Israele non ha mai riconosciuto ufficialmente un attacco aereo del 1° aprile sul consolato iraniano a Damasco, in Siria, che ha ucciso sette alti ufficiali della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). Teheran ha tuttavia reagito il 13 aprile, lanciando decine di droni e missili contro diversi obiettivi in ​​Israele.

 

L’Iran si è scrollato di dosso una serie di esplosioni segnalate vicino alla città di Isfahan lo scorso venerdì, che si diceva fossero una risposta da parte di Israele. Lo Stato degli ebrei non ha riconosciuto l’attacco denunciato, pur criticando un ministro del governo che ne ha parlato a sproposito. Teheran ha scelto di ignorarlo piuttosto che attuare la rapida e severa rappresaglia promessa.

 

La Repubblica Islamica ha promesso in più occasioni di spazzare via, distruggere o annientare il «regime sionista», espressione con cui spesso chiama Israele.

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Martedì, parlando a Lahore, il Raisi ha promesso di continuare a «sostenere onorevolmente la resistenza palestinese», denunciando gli Stati Uniti e l’Occidente collettivo come «i più grandi violatori dei diritti umani», sottolineando il loro sostegno al «genocidio» israeliano a Gaza.

 

Nel suo viaggio diplomatico il Raisi ha promesso di incrementare il commercio iraniano con il Pakistan portandolo a 10 miliardi di dollari all’anno. Le relazioni tra i due vicini sono difficili da gennaio, quando Iran e Pakistan hanno scambiato attacchi aerei e droni mirati a “campi terroristici” nei rispettivi territori.

 

Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni Teheran ha dichiarato pubblicamente di sapere dove sono nascoste le atomiche israeliane. Nelle scorse settimane lo Stato Ebraico aveva dichiarato di essere pronto ad attaccare i siti nucleari iraniani.

 

Negli ultimi mesi l’Iran ha accusato Israele di aver fatto saltare i suoi gasdotti. Hacker legati ad Israele avrebbero rivendicato un ulteriore attacco informatico al sistema di distribuzione delle benzine in Iran.

 

Sei mesi fa l’Iran ha arrestato e giustiziato tre sospetti agenti del Mossad. All’ONU il ministro degli Esteri iraniano aveva dichiaato che gli USA «non saranno risparmiati» in caso di escalation.

 

Come riportato da Renovatio 21, anche da Israele a novembre 2023 erano partite minacce secondo le quali l’Iran potrebbe essere «cancellato dalla faccia della terra».

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Geopolitica

Fosse comuni negli ospedali di Gaza

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Il capo dei diritti delle Nazioni Unite Volker Turk ha dichiarato martedì di essere «inorridito» dalla distruzione delle strutture mediche di Nasser e Al-Shifa a Gaza da parte delle truppe israeliane e dalle notizie di fosse comuni scopertevi.   Le autorità palestinesi hanno riferito di aver trovato decine di corpi in fosse comuni presso l’ospedale Nasser di Khan Younis questa settimana, dopo che era stato abbandonato dall’IDF. Sono stati segnalati corpi anche nel sito di Al-Shifa a seguito di un’operazione delle forze speciali israeliane.   Secondo il servizio di emergenza civile di Gaza gestito da Hamas, citato dall’agenzia Reuters, finora sono stati trovati un totale di 310 corpi in una fossa comune presso l’ospedale Nasser, la principale struttura sanitaria nel sud di Gaza. Secondo quanto riferito, altre due fosse comuni sarebbero state identificate ma non ancora scavate.   «Sentiamo il bisogno di lanciare l’allarme perché chiaramente sono stati scoperti più corpi», ha detto Turk, rivolgendosi a un briefing delle Nazioni Unite tramite un portavoce.   «Alcuni di loro avevano le mani legate, il che ovviamente indica gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, e queste devono essere sottoposte a ulteriori indagini”, ha affermato il responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite.

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L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha detto che sta lavorando per corroborare i rapporti dei funzionari palestinesi, sostenendo che alcuni dei corpi erano sepolti sotto cumuli di rifiuti e includevano donne e anziani.   Israele afferma di essere stato costretto a combattere all’interno degli ospedali perché i militanti di Hamas usano le strutture come basi, un’affermazione che il personale medico e lo stesso gruppo militante negano. Il governo dello Stato Ebraico ha riferito che le sue forze hanno ucciso circa 200 militanti ad Al-Shifa e hanno evitato di danneggiare i civili.   Turk ha anche criticato gli attacchi israeliani su Gaza degli ultimi giorni, che secondo lui hanno ucciso soprattutto donne e bambini.   Il dirigente onusiano ha messo ancora una volta in guardia Israele da un’incursione su vasta scala nella città di Rafah, nel sud di Gaza, dove circa 1,4 milioni di sfollati palestinesi hanno cercato rifugio dall’inizio del conflitto Hamas-Israele. L’offensiva potrebbe portare a «ulteriori crimini atroci», ha avvertito il Turk.   Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sostiene che Israele non può raggiungere il suo obiettivo di «vittoria totale» senza lanciare un’offensiva su Rafah.   Come riportato da Renovatio 21, il Turko ha dichiarato il 18 marzo che «la portata delle continue restrizioni poste da Israele all’ingresso di aiuti a Gaza, insieme al modo in cui continua a condurre le ostilità, possono equivalere all’uso della fame come metodo di guerra, che è un crimine di guerra».   Il portavoce di Türk, Jeremy Laurence, ha sottolineato che «Israele, in quanto potenza occupante, ha l’obbligo di garantire la fornitura di cibo e assistenza medica alla popolazione in misura adeguata ai suoi bisogni e di facilitare il lavoro delle organizzazioni umanitarie per fornire tale assistenza».   Un mese fa l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani aveva affermato che gli insediamenti illegali di Israele in Cisgiordania sono aumentati a livelli record e rischiano di eliminare ogni possibilità pratica di uno Stato palestinese.  

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Immagine di IDF Spokeperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Pubblico Dominio CC0.
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«Slava Ukraini» e «morte ai MAGA» dice il politico democratico

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Un politico democratico di Nuova York ha risposto all’approvazione di sabato di un disegno di legge sugli aiuti all’Ucraina da parte della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti augurando la morte il movimento politico MAGA dell’ex presidente Donald Trump.

 

«Slava Ucraina», ha postato su X (ex Twitter) il candidato al Congresso Nate McMurray poco dopo che la Camera ha votato per approvare 61 miliardi di dollari di finanziamenti aggiuntivi per il conflitto di Kiev con la Russia. «Morite MAGA, morite. Avete perso» ha quindi aggiunto.

 

Alcuni alleati di Trump al Congresso si sono opposti all’invio di più armi e denaro in Ucraina, sostenendo che Washington sta semplicemente prolungando lo spargimento di sangue senza riuscire ad affrontare priorità più grandi in patria, come la crisi del confine. Sabato la maggior parte dei repubblicani USA ha votato contro la legislazione sulla spesa di emergenza, ma il presidente della Camera Mike Johnson ha avuto la meglio sul suo stesso partito facendo approvare la legge ucraina con il sostegno unanime dei democratici.

 

 

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McMurray ha dovuto affrontare una reazione online per la sua retorica incendiaria. Il suo post è stato razionato e gli utenti di X hanno suggerito che dovrebbe essere indagato per incitamento alla violenza.

 

Un osservatore ha chiesto: «Ti candidi al Congresso e chiedi che metà del paese venga assassinato? Strana flessibilità, fratello». Un altro ha detto: «Questo fascista ha letteralmente detto: “muori Make America Great Again, muori”».

 

McMurray, un avvocato che in precedenza ha lavorato come supervisore della città di Grand Island, New York, è in corsa per un seggio alla Camera nel distretto precedentemente rappresentato da Brian Higgins, un democratico che ha lasciato il Congresso a febbraio. Il candidato ha raddoppiato il suo attacco MAGA dopo il respingimento, dicendo: «non puoi semplicemente far morire di fame l’estremismo con il silenzio; devi parlare apertamente”».

 

«Non ferirò mai fisicamente un’anima, ma ferirò i tuoi sentimenti» ha quindi aggiunto oscuramente il candidato democratico.

 

Anche l’uso della frase «Slava Ukraini» ha sollevato alcune perplessità. L’espressione, che significa «Gloria all’Ucraina», ha una storia lunga e controversa nell’ex repubblica sovietica.

 

Lo slogan è stato originariamente utilizzato dai nazionalisti ucraini, compresi quelli che collaborarono con i nazisti durante la seconda guerra mondiale, ma è diventato un canto patriottico diffuso dopo il rovesciamento del governo eletto di Kiev nel 2014.

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Come riportato da Renovatio 21, contro la proliferazione dello slogan «Slava Ukraini» si era speso pubblicamente il presidente croato Zoran Milanovic, che aveva paragonato lo slogan allo ZDS («Za dom spremni»: Per la patria, pronti») degli ustascia, che guidavano il governo alleato dei nazisti in Croazia durante la seconda guerra mondiale. «Ho sofferto come Gesù per convincere la gente a smettere di usare lo ZDS», ha detto Milanovic ai giornalisti a Zagabria, riferendosi allo slogan ustascia «Za dom spremni» («Per la patria, pronti»). «Se lo non capite perché, non posso istruirvi».

 

«Non c’è differenza tra ZDS e Gloria all’Ucraina», ha affermato il presidente croato. «Questo è il canto degli sciovinisti più radicali dell’Ucraina occidentale, che hanno lavorato con i nazisti e ucciso migliaia di ebrei e polacchi. Non voglio sentirlo in Croazia. Non mi interessa che ad alcuni leader sembri piacere. Dovrebbero inventare uno slogan diverso».

 

Lo slogan «Slava Ukraini», talvolta seguito dalla risposta «geroyam slava» («gloria agli eroi») è stato udito ovunque, dai nazisti americani agli eurodeputati di Bruxelles, che hanno acclamato una visita di Zelens’kyj utilizzando proprio il saluto del collaborazionista nazista Stepan Bandera, gettando una luce tetra sul significato storico dell’Unione Europea stessa.

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