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Che cos’è il missile ipersonico Oreshnik?

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Il nuovo missile ipersonico svelato negli scorsi giorni da Mosca– chiamato Oreshnik, cioè, in lingua russa, «nocciola» – è rapidamente diventato il centro dell’attenzione internazionale.

 

Annunciato dal presidente Vladimir Putin con un discorso televisivo alla nazione, questa arma ipersonica a medio raggio è vista come un significativo progresso nelle capacità missilistiche del Paese. Uno che potrebbe avere conseguenze di vasta portata sia per il conflitto in Ucraina che per la più ampia sicurezza internazionale.

 

Grazie alla sua velocità e precisione apparentemente ineguagliabili e alla prospettiva di una produzione di massa imminente, questo missile potrebbe rappresentare un punto di svolta per le operazioni militari di Mosca.

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Vari commentatori e analisti hanno sottolineato che, a giudicare da quanto si è visto, gli USA più che sottovalutare la portata della nuova arma, non ne hanno proprio capito il ruolo di trasformatore del paradigma bellico.

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente Putin ha paragonato l’azione dell’Oreshnik a quella di un meteorite, che colpisce con violenza estrema dal cielo senza possibilità di prevederlo.

 

 

La stampa russa riassume i punti salienti del nuovo sistema offensivo ipersonico, che è detto non aver al momento eguali sul pianeta.

 

Si tratta, innanzitutto, di una nuova arma, non un potenziamento di una arma precedente.

 

Contrariamente ad alcune affermazioni, l’Oreshnik non è un aggiornamento dei sistemi missilistici dell’era sovietica, secondo Putin. Invece, è uno sviluppo completamente nuovo basato sulla moderna tecnologia russa. Il presidente ha sottolineato che il missile rappresenta il culmine degli sforzi all’interno della «Nuova Russia», riferendosi agli sviluppi successivi al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. «È stato creato sulla base di sviluppi moderni e più recenti», ha affermato il presidente russo.

 

Secondariamente, il nuovo missile ha capacità e precisione ipersoniche avanzate.

 


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Il missile Oreshnik è descritto come un’arma ad alta precisione e medio raggio, con velocità ipersonica. Putin ha chiarito che, sebbene non sia considerata un’arma «strategica», le sue capacità sono comunque formidabili. «Grazie alla sua potenza d’impatto, specialmente con un uso massiccio e collettivo, e persino in combinazione con altri sistemi ad alta precisione e lungo raggio, l’uso di Oreshnik sarà paragonabile in potenza alle armi strategiche», ha affermato il presidente russo.

 

Questo missile è progettato per volare a velocità fino a Mach 10 (circa12.200 km all’ora), che è circa dieci volte la velocità del suono. L’elevata velocità rende estremamente difficile l’intercettazione utilizzando gli attuali sistemi di difesa missilistica. «Non ci sono mezzi per contrastare i sistemi di tipo Oreshnik nel mondo», ha affermato Putin, spiegando che i sistemi di difesa missilistica occidentali, compresi quelli dispiegati nell’Europa occidentale, non possono intercettare proiettili così rapidi.

 

 

Un terzo punto da rilevare, è che il nuovo sistema d’arma ha già ricevuto il suo battesimo del fuoco, con un primo utilizzo in combattimento e risposta all’Ucraina.

 

L’Oreshnik è stato utilizzato per la prima volta in combattimento il 21 novembre 2024, quando ha colpito una struttura di difesa ucraina nella città di Dnepropetrovsk (Dnipro per gli ucraini).

 

L’obiettivo era il complesso industriale Yuzhmash, un importante sito di difesa ucraino ereditato dall’URSS che produce equipaggiamento missilistico. Putin ha giustificato l’attacco come una risposta all’uso da parte di Kiev di missili a lungo raggio, come i sistemi ATACMS americani e Storm Shadow britannici, contro il territorio russo. «Il conflitto regionale in Ucraina ha acquisito elementi di carattere globale», ha affermato Putin, evidenziando le implicazioni più ampie del coinvolgimento occidentale.

 


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In quarto luogo, Putin ha già reso pubblico che sono state avviate produzione e distribuzione di massa.

 

Dopo il test di successo e il primo utilizzo della nuova arma, la Russia si è impegnata a produrre in serie il sistema. «La produzione in serie di Oreshnik è praticamente organizzata», ha confermato Putin, con i missili destinati a essere inclusi nelle Forze missilistiche strategiche della Russia (RSVS). Ciò suggerisce che diventeranno una parte fondamentale della strategia militare a lungo termine della Russia, con il potenziale per un dispiegamento diffuso nei prossimi mesi.

 

Putin ha osservato che il processo di sviluppo del missile è stato rapido ed efficiente, con tecnologie nazionali che hanno garantito che Mosca abbia «risolto i problemi di sostituzione delle importazioni». Ciò suggerisce che la Russia è riuscita a sviluppare l’Oreshnik interamente con le proprie risorse, riducendo al minimo la dipendenza da componenti straniere.

 

Va notato che l”Oreshnik è destinato a spiegare tutto il suo impatto a livello di significato strategico globale.

 

Il missile Oreshnik ha il potenziale per cambiare le dinamiche del conflitto ucraino. Secondo il generale Sergej Karakaev, capo delle Forze missilistiche strategiche russe, l’Oreshnik «può colpire obiettivi in ​​tutta Europa». Ciò rende il missile non solo un’arma potente nel contesto dell’Ucraina, ma anche una che potrebbe avere implicazioni geopolitiche più ampie se le tensioni dovessero aumentare ulteriormente.

 

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Sebbene la Russia non abbia descritto esplicitamente il missile come un’arma di distruzione di massa, la sua precisione e il suo potere distruttivo implicano che potrebbe essere utilizzato per colpire infrastrutture critiche in stati nemici. Secondo Putin, fornisce alla Russia un vantaggio tecnologico che al momento non può essere eguagliato da nessun altro paese.

 

Il missile Oreshnik ha suscitato allarme in Occidente. L’uso di questa nuova arma, unito al conflitto in Ucraina, ha spinto a chiedere di rafforzare le difese aeree. I funzionari ucraini si sono già rivolti agli Stati Uniti per discutere di ricevere sistemi avanzati, che potrebbero includere Patriot modernizzati o persino piattaforme di difesa missilistica Aegis. Tuttavia, non ci sono prove che suggeriscano che sarebbero efficaci contro l’Oreshnik.

 

Come riportato da Renovatio 21, le dichiarazioni ucraine ed americane secondo cui un missile ipersonico Kinzhal sarebbe stato intercettato dall’antiaerea di Kiev (cioè, da armi occidentali) sono state oggetto di polemiche e controversie, con i russi a spiegare come ciò non è possibile, e successivamente ad attaccare batterie di Patriot presenti sul territorio ucraino.

 

Secondo alcuni il significato del disvelamento dell’Oreshnik risiede nella volontà, da parte di Mosca, di evitare il conflitto atomico: i Paesi NATO ora possono comprendere che la Russia più distruggere qualsiasi punto in Europa con armi in grado di colpire in anche meno di 15 minuti di volo dal pulsante premuto. Non essendo intercettabile, si tratta di fatto di un coltello al collo – un avvertimento a non andare oltre.

 

Tuttavia, non è detto che i centri di comando USA, britannici e NATO recepiscano la minaccia, perché accecati nel loro odio paranoico contro Mosca. A discapito dell’interessa – o meglio, della vita – degli stessi popoli che dovrebbero difendere, che potrebbero essere annichiliti dal fuoco atomico qualora la guerra dovesse escalare ancor di più.

 

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Immagine screenshot da Twitter; modificata

 

 

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La Polonia invoca l’Articolo 4 della NATO

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La Polonia ha attivato l’articolo 4 del trattato NATO, che consente consultazioni quando un membro ritiene la propria sicurezza minacciata, in risposta a quello che ha definito un «atto di aggressione» russo.   Il primo ministro Donald Tusk ha annunciato la richiesta dopo aver informato i legislatori delle presunte violazioni dello spazio aereo.  Tusk ha riferito che l’esercito polacco ha rilevato 19 violazioni dello spazio aereo in sette ore, con tre o quattro droni abbattuti, provenienti dalla Bielorussia e non dall’Ucraina, definendo l’incidente una «provocazione» russa.   In precedenza, l’esercito bielorusso aveva comunicato di aver avvisato la Polonia riguardo a droni russi e ucraini, disorientati da contromisure elettroniche, permettendo una risposta rapida. Il generale Pavel Muraveiko, capo di stato maggiore bielorusso, ha confermato che le difese aeree di Minsk hanno intercettato alcuni droni e che tali comunicazioni con la Polonia sono parte di scambi regolari sulle minacce aeree.

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Diversi leader dell’UE hanno espresso solidarietà alla Polonia, attribuendo la responsabilità alla Russia. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha citato l’incidente nel suo discorso sullo «stato dell’Unione», chiedendo di continuare il supporto militare all’Ucraina.   Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, ha definito l’episodio «la più grave violazione dello spazio aereo europeo» da parte russa dal 2022, suggerendo un’azione intenzionale.   Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa, l’ex presidente polacco Andrzej Duda ha richiamato un episodio del novembre 2022, quando un missile ucraino ha colpito il territorio polacco, causando una vittima.  Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva allora sostenuto che fosse un attacco russo, spingendo per una risposta NATO. Duda ha sottolineato che l’Ucraina cercava “chiaramente” di coinvolgere la NATO in un conflitto diretto con la Russia, uno scenario considerato un «sogno» per Kiev, ma inaccettabile per la Polonia.   Come riportato da Renovatio 21, il missile ucraino caduto in territorio polacco oramai un anno fa uccise due agricoltori e scatenò l’ira di politici locali, che arrivarono a chiedersi cosa davvero stesse facendo Kiev.   Come riportato da Renovatio 21, ancora a marzo 2022, agli albori della guerra ucraina, si parlò in consultazioni NATO della possibilità di far scattare l’articolo 4. Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia avevano allora avviato la consultazione dell’articolo 4 in seguito all’incursione russa in Ucraina.   «In primo luogo, invocando l’articolo 4, la NATO si stava posizionando per una potenziale azione militare offensiva; i suoi precedenti interventi militari contro la Serbia nel 1999, l’Afghanistan nel 2001, l’Iraq nel 2004 e la Libia nel 2011 sono stati tutti effettuati ai sensi dell’articolo 4 della Carta della NATO» aveva commentato l’esperto in armamenti Scott Ritter. «Vista in questa luce, la premessa che la NATO sia un’organizzazione esclusivamente difensiva, impegnata nella promessa di un’autodifesa collettiva, è infondata».   «In secondo luogo, mentre le protezioni dell’articolo 5 (difesa collettiva) si estendono solo ai membri effettivi della NATO, cosa che l’Ucraina non è, l’articolo 4 consente di estendere l’ombrello della protezione della NATO a quei membri non NATO che l’alleanza considera un alleato», una categoria dove l’allora segretario NATO Jens Stoltenberg aveva «chiaramente inserito l’Ucraina».  

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Immagine NATO North Atlantic Treaty Organisation via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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Attacco russo danneggia la sede del governo ucraino

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Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, ha annunciato domenica che un drone russo ha colpito la sede del governo ucraino nella capitale. Al momento, il Ministero della Difesa russo non ha commentato l’accaduto.

 

Le autorità ucraine hanno riferito che ci sono stati attacchi anche in altre zone di Kiev e in diverse città, tra cui Odessa, Krivoy Rog, Dnipro e Kremenchuk. Klitschko ha comunicato su Telegram che «un edificio governativo ha preso fuoco in seguito all’apparente abbattimento di un drone».

 

Nel frattempo, l’agenzia di stampa ucraina UNIAN ha diffuso un video che mostra del fumo alzarsi da un edificio situato nei pressi di Piazza Indipendenza.

 

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Il primo ministro ucraino, Yulia Sviridenko, ha poi confermato che l’edificio governativo è stato danneggiato, sottolineando che si tratta del primo episodio simile. Secondo quanto riferito, le parti colpite sono il tetto e i piani superiori. «I soccorritori stanno spegnendo l’incendio», ha dichiarato, pubblicando una foto di un elicottero impegnato nello spegnimento dell’incendio, insieme a immagini che mostrano gravi danni all’interno della struttura.

 

Il deputato Yaroslav Zheleznyak ha dichiarato che l’ufficio del primo ministro si trovava non lontano dal punto colpito, precisando che nella stessa area erano presenti anche alcune strutture tecniche.

 

Stando alle autorità locali, l’attacco su Kiev ha provocato la morte di almeno due persone e il ferimento di altre quindici.

 

Negli ultimi mesi, la Russia ha effettuato numerosi attacchi a lungo raggio con missili e droni contro l’Ucraina, prendendo di mira installazioni militari e impianti industriali legati al settore della difesa.

 

Le autorità russe affermano di non aver mai intenzionalmente colpito civili.

 

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Immagine screenshot da Youtube

 

 

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F-16 venezuelani sorvolano nave da guerra USA

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Giovedì due caccia F-16 venezuelani hanno sorvolato una nave da guerra statunitense nei Caraibi, scatenando l’allarme degli Stati Uniti contro l’interferenza del regime di Maduro nelle operazioni statunitensi nella regione.   Il sorvolo è avvenuto due giorni dopo che un attacco statunitense ha ucciso 11 presunti narcoterroristi a bordo di un’imbarcazione venezuelana in acque internazionali.   «Oggi, due aerei militari del regime di Maduro hanno sorvolato una nave della Marina statunitense in acque internazionali», ha affermato il Pentagono in una nota, definendo l’accaduto «una mossa altamente provocatoria».    

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«Si consiglia vivamente al cartello che gestisce il Venezuela di non intraprendere ulteriori azioni volte a ostacolare, scoraggiare o interferire con le operazioni antidroga e antiterrorismo condotte dall’esercito statunitense».   Un funzionario statunitense, parlando con Reuters in condizione di anonimato, ha affermato che gli aerei erano F-16 e che hanno sorvolato la USS Jason Dunham.   La Dunham è una delle almeno sette navi da guerra statunitensi dispiegate nei Caraibi, con a bordo oltre 4.500 marinai e marines, in un rafforzamento militare che ha suscitato preoccupazione a Caracas.   Anche i marines statunitensi e i marinai della 22nd Marine Expeditionary Unit hanno svolto addestramento anfibio e operazioni di volo nel sud di Porto Rico.   Il presidente Trump ha confermato l’attacco di martedì contro l’imbarcazione venezuelana poco dopo che è avvenuto.   «Stamattina presto, su mio ordine, le forze armate statunitensi hanno condotto un attacco cinetico contro i narcoterroristi del Tren de Aragua, identificati con certezza, nell’area di responsabilità del SOUTHCOM. Il TDA è un’organizzazione terroristica straniera designata, che opera sotto il controllo di Nicolas Maduro, responsabile di omicidi di massa, traffico di droga, traffico sessuale e atti di violenza e terrorismo negli Stati Uniti e nell’emisfero occidentale”, ha dichiarato il Presidente».   «L’attacco è avvenuto mentre i terroristi si trovavano in mare in acque internazionali, impegnati a trasportare stupefacenti illegali diretti negli Stati Uniti. L’attacco ha causato la morte di 11 terroristi. Nessun membro delle forze armate statunitensi è rimasto ferito durante l’attacco. Vi preghiamo di far sì che questo serva da avviso a chiunque pensi anche solo di introdurre droga negli Stati Uniti d’America. ATTENZIONE!»   Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha difeso lo sciopero nei commenti ai giornalisti e ha promesso che tali attività continueranno, citando la minaccia che gli stupefacenti illegali rappresentano per la salute pubblica negli Stati Uniti.   «L’avvelenamento del popolo americano è finito», ha affermato Hegseth.   Il mese scorso, il presidente Trump aveva deciso di inviare altri 4.000 marines statunitensi nelle acque latinoamericane per combattere i cartelli della droga.   Secondo due funzionari della difesa che hanno parlato con la CNN, la mossa fa parte di una strategia più ampia per preparare l’esercito a colpire i cartelli, ed era in preparazione da settimane.   Una terza fonte ha affermato che lo spiegamento era «mirato a far fronte alle minacce alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti provenienti da organizzazioni narco-terroristiche appositamente designate nella regione».   Il dispiegamento comprende il Jima Amphibious Ready Group (ARG) e la 22nd Marine Expeditionary Unit, che rispondono al Comando meridionale degli Stati Uniti.   Uno dei funzionari che ha parlato con la CNN ha affermato che l’intenzione era quella di dimostrare la propria forza, ma che ciò consentirà anche agli Stati Uniti di avere più opzioni se il presidente Trump decidesse di colpire i cartelli.   Il New York Times ha rivelato che il presidente Trump ha autorizzato segretamente l’esercito statunitense a prendere di mira i cartelli.   «L’ordine fornisce una base ufficiale per la possibilità di operazioni militari dirette in mare e su suolo straniero contro i cartelli», ha spiegato il NYT.

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«I funzionari militari statunitensi hanno iniziato a elaborare opzioni su come l’esercito potrebbe perseguire i gruppi», hanno affermato persone a conoscenza delle conversazioni, che hanno voluto mantenere l’anonimato per discutere delle delicate deliberazioni interne.   Gli sviluppi recenti si inseriscono nel contesto delle annunciate operazioni cinetiche programmate dal presidente americano contro il narcotraffico. Ad inizio mandato era trapelata l’ipotesi di un utilizzo delle forze speciali contro i narcocartelli messicani. La prospettiva, respinta dal presidente messicano Claudia Sheinbaum, ha scatenato una rissa al Senato di Città del Messico la scorsa settimana.   Le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela sono in aumento. Secondo quanto riferito, sette navi da guerra statunitensi e un sottomarino d’attacco rapido a propulsione nucleare stanno già pattugliando i Caraibi meridionali o lo faranno presto, insieme a più di 4.500 marinai e marine. Maduro ha risposto visitando un grande spiegamento militare ritratto in video e mandato in rete nelle scorse ore.   La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma.

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  Immagine di Rob Schleiffert via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic   
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