Bizzarria
Caso di surf urbano a Bassano del Grappa. Ricordando le «Turbigo Wars»

In rete circola il video di un signore che, durante i giorni di maltempo che hanno pesantemente colpito il vicentino, ha preso il surf per cavalcare un’onda fissa formatasi nelle acque ingrossate del Brenta presso Bassano del Grappa su un tratto del fiume a poca distanza dal famoso Ponte degli Alpini.
L’episodio di surfismo urbano è stato registrato dagli smartphone dei passanti martedì sera. Per un po’ è stata messa in discussione la veridicità delle immagini; poi, vista la quantità di testimoni oculari, i dubbi sono finiti: sì, surf da onda a Bassano centro, tutto vero.
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Sui vari social ora si sprecano le condivisioni del video, magari accompagnato da irritante musichetta dei Beach Boys.
Dopo la tempesta torna sempre il sereno e c’è chi ne approfitta… #Veneto #allertameteo #Bassano #pedemontanaveneta #surf#fiumebrenta #pontedeglialpini pic.twitter.com/PAS8JIzlmE
— Luca_72 ♓ (@fromvalley72) May 22, 2024
Il protagonista si chiama Sebastian, è un ragazzo austriaco di 31 anni che, ha detto, stava tornando a casa in macchina dopo un viaggio in Marocco. «Mi sono accorto che i fiumi erano piuttosto ingrossati» ha dichiarato a TVA Vicenza. «Quindi ho cercato su Google Maps un fiume surfabile. Questo è il primo punto che mi ha indicato. Sono stato veramente fortunato perché veramente bello».
Il giovane ha spiegato con entusiasmo da dove gli viene la voglia di tuffarsi in quelle acque marroni dove, a differenza di quanto avviene con le diaboliche lontre del Pacifico all’altezza di Santa Cruz, nessuna nutria gli ha rubato la tavola.
«Surfo da nove anni e da quando ho iniziato faccio solo quello. È l’unica cosa che voglio fare nella mia vita» ha detto il fortunato austriaco nell’intervista, che ha rivelato di essere lì solo con il suo cane Amor dopo un periodo di surf in Nordafrica. Ora sta tornando dalla famiglia a Graz.
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Il surfista della Stiria è tornato all’opera anche il giorno dopo il primo giro, raccogliendo l’attenzione di diecine di passanti.
Tra i presenti, anche un consigliere comunale che si è detto preoccupato per la possibilità che «Seby» (i giornali locali lo chiamano così) si fosse fatto del male. «Stavamo assistendo stupiti alla scena, vedere qualcuno surfare sul Brenta non succede tutti i giorni. Quando però, all’improvviso, lo abbiamo visto cadere dalla tavola senza più riemergere abbiamo temuto il peggio».
Secondo quanto riporta Il Corriere del Veneto, della faccenda sono stati avvisati i carabinieri di Bassano i quali, tuttavia, una volta visto che il giovine era incolume, avrebbero detto di non ravvisare infrazioni nel suo gesto.
Secondo quanto riportato dai giornali, il sindaco della cittadina Elena Pavan non ha invece preso benissimo l’idea del ragazzotto oltremontano.
«Non metto in dubbio che sia un atleta esperto e in grado di gestire la situazione, ma la sua iniziativa è stata quantomeno sconsiderata se si considera la portata del Brenta in queste ore» ha detto il sindaco. «Il giovane non ha messo in pericolo solo se stesso ma anche chi, se qualcosa fosse andato storto, avrebbe dovuto intervenire soccorrerlo. E poi trovo questa impresa irrispettosa nei confronti dei tanti cittadini che stanno pagando caro il conto di questa nuova ondata di maltempo. Ci sono strade chiuse, scantinati allagati e siamo stati costretti ad evacuare due famiglie dalle loro case per il rischio di frane. Immagino che essendo un turista di passaggio a Bassano dopo un viaggio all’estero non conoscesse la gravità della situazione che sta vivendo la nostra regione, ma temo che il suo possa essere stato percepito come un gesto irriverente da quanti sono ancora alle prese con i danni provocati dal maltempo».
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Nonostante lo stupore dei bassanesi e di tutti i vicentini, il surf fluviale in contesto urbano è un fenomeno esistente.
A Monaco di Baviera c’è la cosiddetta Eisbachwelle, considerata la migliore onda fluviale d’Europa, dove arrivano surfisti da tutto il vecchio continente, in genere parco – con l’esclusione del Portogallo – di spot per lo sport californiano, per quanti sforzi facciano Varazze e Punta Sabbioni.
L’onda è dovuta al fatto che il fiume Eisbach va sottoterra per poi riemergere all’altezza del quartiere monacense Lehel, dove un gradino di pietra genera l’onda alta circa mezzo metro.
Situata dentro l’Englischen Garten della città bavarese, votata nel 2024 tra le 100 spiagge più belle del mondo (piazzando una spiaggia tedesca sopra a quella di Ipanema!), la Eisbachwelle si fa surfare da oltre 40 anni, con tante stelle internazionali della tavola che sono state viste cavalcare l’onda tedesca – una vera Deutsche Welle.
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Il caso di surf da entroterra più intrigante resta tuttavia nei dipressi di Milano, quello dell’onda statica di Turbigo.
Turbigo non è un nome inventato dal marketing (mirabile crasi di «turbo» e «go»), ma il nome di una località dove è sita una centrale termoelettrica, da cui parte un canale di scolo con un «point break» adatto: un’onda fissa si genera infatti su uno scalino, per la gioia dei fan meneghini di Un mercoledì da Leoni.
«L’oceano Pacifico in un naviglio fognario: e poi dicono che Milano non è interessante» scriveva quasi tre lustri fa la rivista Zero.
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Esistono voci, non verificate, di tensioni sul luogo tra i surfisti e i canoisti, che vedono la californizzazione delle acque della centrale come una minaccia alle loro pagaiate.
Ecco quindi che alcuni sussurrano di veri e propri scontri tra le fazioni degli sportivi acquatici, chiamati anche «Turbigo Wars». Renovatio 21 non è in grado di verificare se si tratti di realtà o leggenda, in ispecie riguardo alle chiacchiere su eventuali sabotaggi dello spot.
C’è da dire ad ogni modo che la teppa canoista ha avuto buona sorte, perché il mondo raccontato dal capolavoro Top Secret! (1984) – dove si immagini la combo di surf e armi da fuoco, un vero tiro al piattello su onda – non sia purtroppo realtà.
Il nome del surfista protagonista della grande pellicola demenziale era, per l’appunto Nick Rivers, cioè Nicola Fiumi. Un prodromo della colonizzazione delle acque dolci da parte degli amanti della tavola?
Intanto, la domanda che si stanno ponendo in molti, vedendo le immagini del Sebastian che domina le acque marroni di Bassano, è: ma il ciuffetto biondo che spunta ai surfisti anche castani, come funziona?
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Immagine screenshot da YouTube
Bizzarria
Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»

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Animali
Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), i malati mentali in genere, i disabili, i depressi da lockdown, gli angosciati, i poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Bizzarria
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