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Cardinale Burke: il messaggio di Fatima mette in guardia dall’«apostasia pratica del nostro tempo»

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Il messaggio di Fatima è legato all’«apostasia pratica del nostro tempo», ha affermato questo fine settimana il cardinale Raymond Burke. Lo riporta LifeSite.

 

Celebrando la messa di domenica per commemorare il 108° anniversario della terza apparizione della Madonna di Fatima, il cardinale Burke ha tenuto un’omelia sull’importanza della devozione del primo sabato e sulla portata del messaggio di Fatima per i tempi attuali.

 

«Il messaggio parla dell’apostasia pratica del nostro tempo, che consiste nell’allontanamento da Cristo di così tante persone nella Chiesa e nella violenza e nella morte che ne sono il frutto», ha affermato.

 

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«Molti, anche se non sposano direttamente insegnamenti eretici, nella pratica rifiutano la verità e l’amore che fluiscono incessantemente e incommensurabilmente dal glorioso cuore trafitto di Gesù attraverso il Cuore Immacolato di Maria» ha aggiunto il porporato americano. «Invece, abbracciano la confusione, le menzogne e la violenza della cultura contemporanea. Le loro vite contraddicono le verità più fondamentali della fede».

 

La messa di Burke si è svolta presso la sede centrale della Blue Army di Nostra Signora di Fatima nel New Jersey, nell’ambito delle celebrazioni annuali organizzate dal movimento mariano per commemorare le apparizioni della Madonna ai tre giovani veggenti di Fatima nel 1917: i santi Francesco e Giacinta Marto e la venerabile Lucia dos Santos. La Blue Army («Armata blu»), fondata nel 1947, è un importante organismo internazionale dedito alla promozione del messaggio di Fatima e nel 2010 è stata riconosciuta dal Vaticano come Associazione Pubblica Internazionale di Fedeli.

 

 

La messa di domenica è servita a mettere in risalto in modo particolare l’apparizione della Madonna ai tre bambini, avvenuta il 13 luglio, durante la quale mostrò loro una visione dell’inferno e comunicò loro il triplice segreto.

 

Spiegando ai bambini la visione dell’inferno, la Madonna di Fatima disse:

 

«Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».

 

«Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace».

 

Anche Burke, che ora ha 77 anni, è da tempo un sostenitore delle apparizioni di Fatima, dei messaggi ivi trasmessi e della devozione dei primi sabati.

 

I temi del terzo segreto e della Consacrazione della Russia hanno segnato un particolare elemento di conflitto nella vita della Chiesa. Nel 2000, la Congregazione per la Dottrina della Fede dell’allora cardinale Joseph Ratzinger pubblicò quella che descrisse come la «totalità» del Terzo Segreto di Fatima, un punto fortemente contestato da numerosi studiosi e chierici di Fatima.

 

Più di recente, nel 2016, padre Ingo Dollinger, amico personale di Ratzinger, ha dichiarato a Maike Hickson di LifeSite che Ratzinger gli aveva detto nel 2000 che “c’è di più di quello che abbiamo pubblicato”.

 

Dollinger riferì di aver ricevuto da Ratzinger l’informazione che la parte pubblicata del Segreto era autentica e che la parte non pubblicata del Segreto parlava di «un cattivo concilio e di una cattiva Messa» che si sarebbero verificati nel prossimo futuro. Il Vaticano, in un raro intervento, rilasciò una dichiarazione , a quanto pare dell’allora papa emerito Benedetto, che contraddiceva l’affermazione di Padre Dollinger e dichiarava che «la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa».

 

Simili peculiari comportamenti del Vaticano si sono manifestati anche in merito alla consacrazione della Russia, che i papi hanno ripetutamente rifiutato di fare nonostante le ripetute richieste della Madonna di Fatima.

 

La richiesta fu fatta dalla Madonna nel 1917, poi ripetuta nel 1929. Nonostante ciò, i papi non la ascoltarono. Sebbene Papa Pio XII avesse consacrato la Chiesa e l’umanità al Cuore Immacolato, non esaudì la richiesta specifica, nonostante si trovasse di fronte alla catastrofe globale e allo spargimento di sangue della Seconda Guerra Mondiale.

 

Suor Lucia ricevette una rivelazione dal Signore nel 1943, in risposta a questo atto di Papa Pio XII: «a causa dell’atto di consacrazione compiuto da Sua Santità, Egli [Cristo] promette che la guerra finirà presto. Ma poiché è stata incompleta, la conversione della Russia è rinviata».

 

In particolare, la famosa consacrazione del 1984, difesa da molti come la definitiva adempimento della richiesta, in realtà non menzionava la Russia. Il cardinale Paul Josef Cordes ha confermato nel 2017 che nel 1984 Giovanni Paolo II «si trattenne dal menzionare esplicitamente la Russia perché i diplomatici vaticani gli avevano chiesto con insistenza di non menzionare questo Paese, altrimenti sarebbero potuti sorgere conflitti politici».

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Intervenendo a una conferenza a Fatima nel 2017, Burke commentò – come hanno sostenuto molti studiosi – che, pur non dubitando delle intenzioni di Giovanni Paolo II, «è evidente che la consacrazione non è stata eseguita nel modo richiesto dalla Madonna».

 

Bergoglio ha notoriamente consacrato Russia e Ucraina, una consacrazione che Burke ha difeso come conforme ai requisiti. Parlando dopo la consacrazione del 2022, Burke ha affermato:

 

«Ora, lui [Francesco] non ha mai fatto menzione di Fatima e non ha mai affermato di stare cercando di realizzare ciò che la Madonna ci ha chiesto a Fatima; ma ciononostante, credo che la preghiera sarà ascoltata e Nostro Signore risponderà».

 

Il dibattito, tuttavia, è continuato e altri prelati – come il vescovo Joseph Strickland e il vescovo della Fraternità San Pio X Bernard Fellay – hanno attestato che la consacrazione del 2022 non soddisfaceva i requisiti. Anche alcuni esperti di Fatima si sono uniti a questo numero, esortando Papa Leone XIV a compiere una consacrazione come richiesto.

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Turchia, scoperte pagnotte di 1.300 anni con l’immagine di Cristo Seminatore

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Nel sito di Topraktepe, nella Turchia meridionale, un gruppo di ricercatori ha scoperto cinque pani carbonizzati recanti iscrizioni e immagini religiose. Uno raffigura Cristo che semina il grano, accompagnato da una dedica in greco, mentre gli altri recano croci maltesi.   La scoperta è avvenuta a Topraktepe, un sito identificato come l’antica città bizantina di Irenopolis, situata nell’attuale provincia turca di Karaman, in Anatolia. Gli archeologi hanno rinvenuto cinque pagnotte carbonizzate che, secondo gli esperti, potrebbero essere state utilizzate durante le celebrazioni liturgiche da una comunità cristiana rurale dedita principalmente all’agricoltura, risalenti al VII o VIII secolo.   «Questi pani, risalenti a oltre 1.300 anni fa, gettano nuova luce su un affascinante capitolo della vita bizantina. Dimostrano che la fede andava oltre preghiere e cerimonie, manifestandosi in oggetti che davano un significato spirituale a un bisogno umano fondamentale: il pane», ha spiegato uno dei membri del team di scavo.   I ricercatori hanno affermato che i pani si sono conservati dopo che un incendio, probabilmente domestico, li ha improvvisamente carbonizzati, preservandone la forma e la decorazione. I funzionari provinciali hanno definito la scoperta «uno degli esempi meglio conservati finora identificati in Anatolia», secondo il quotidiano Posta .   Il sito di Topraktepe aveva già portato alla luce resti di necropoli, camere scavate nella roccia e fortificazioni, ma pochi oggetti riflettevano così direttamente la devozione quotidiana dei suoi abitanti. «Questa scoperta è interpretata come prova del valore simbolico dell’abbondanza e del lavoro nella spiritualità dell’epoca», ha aggiunto una dichiarazione ufficiale citata da Star .

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Come sottolinea Anatolian Archaeology, queste scoperte «forniscono prove materiali dirette di pratiche cristiane provinciali, raramente accessibili al di fuori di fonti scritte. Questo risultato conferisce al sito un interesse molto speciale per lo studio dell’espressione locale e provinciale del cristianesimo bizantino».   Gli studiosi hanno sottolineato che queste testimonianze rurali differiscono dalle forme di culto urbane di Costantinopoli, dimostrando come la religiosità contadina rimanesse strettamente legata al ciclo agricolo. Irenopoli, situata lungo una rotta commerciale, viveva di agricoltura e pastorizia; pertanto, la raffigurazione di Cristo come seminatore rifletteva fedelmente la vita e lo spirito di questa comunità cristiana.   Secondo La Vanguardia, i ricercatori collegano l’iscrizione al brano del Vangelo di San Giovanni (6,35): «Io sono il pane della vita». Questa scoperta, quindi, introduce un nuovo contesto archeologico a una delle metafore più profonde della fede cristiana.   Il team di archeologi prevede di condurre analisi chimiche e botaniche per determinare quali tipi di cereali e lieviti siano stati utilizzati nella preparazione del pane. Stanno anche cercando di stabilire se si trattasse di pane eucaristico, utilizzato nelle celebrazioni liturgiche, o di pane benedetto distribuito ai fedeli.   Va ricordato che il cristianesimo orientale utilizza, per la maggior parte delle chiese o dei riti, pane lievitato, non pane azzimo. Ma va anche notato che il pane antidoron, benedetto, ma non consacrato, veniva distribuito ai fedeli alla fine della messa, come talvolta avviene ancora con il pane benedetto.   Inoltre, sperano di individuare una cappella vicina che sarebbe stata utilizzata per conservare i pani prima dell’uso. «La conservazione del pane liturgico del VII o VIII secolo è estremamente rara. I pani di Topraktepe offrono quindi una finestra unica sul culto cristiano primitivo», ha concluso il team di ricerca.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News  

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Papa Leone ribadisce la condanna della Chiesa contro l’usura: «corruzione del cuore umano»

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Papa Leone XIV ha ribadito la condanna dell’usura da parte della Chiesa durante l’incontro con i membri della Consulta Nazionale Antiusura, tenutosi sabato.

 

Nel discorso del 18 ottobre al Consiglio anti-usura, il pontefice ha condannato fermamente la pratica dell’usura come un peccato «molto grave» che “«rimanda al tema della corruzione del cuore umano», sottolineando che in ultima analisi schiavizza i più vulnerabili della popolazione. L’usura, ovvero la pratica di applicare tassi di interesse eccessivi sui prestiti, è stata costantemente condannata dalla Chiesa.

 

«Il fenomeno dell’usura rimanda al tema della corruzione del cuore umano. È una storia dolorosa e antica, già attestata nella Bibbia» ha continuato il romano pontefice. «I profeti, infatti, hanno denunciato l’usura, insieme allo sfruttamento e ad ogni forma di ingiustizia nei riguardi dei poveri. Il profeta Isaia, a nome del Signore, pone questa domanda: “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?” (Is 58,6)».

 

«Quanto è lontano da Dio l’atteggiamento di chi schiaccia le persone fino a renderle schiave! Si tratta di un peccato grave, a volte molto grave, perché non è riducibile a mera questione di contabilità; l’usura può portare crisi nelle famiglie, può logorare la mente e il cuore al punto da indurre a pensare al suicidio come unica via d’uscita».

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Il Santo Padre ha sottolineato che uno degli aspetti peggiori dell’usura è che spesso i creditori pretendono di aiutare le persone più vulnerabili, ma poi l’aumento del debito peggiora il loro peso soffocante.

 

«C’è un’usura che apparentemente sembra voler aiutare chi è in difficoltà economiche, ma che ben presto si rivela per quello che è: un macigno che soffoca. Ne pagano le conseguenze soprattutto le persone fragili, come chi è vittima del gioco d’azzardo. Essa colpisce però anche chi deve affrontare momenti difficili, come ad esempio cure mediche straordinarie, spese impreviste oltre le possibilità proprie e della famiglia. Ciò che dapprima si presenta come un aiuto, in realtà, a lungo andare, diventa un tormento».

 

 

«Questo capita anche a livello di Paesi nel mondo. Purtroppo, sistemi finanziari usurari possono mettere in ginocchio interi popoli. Ugualmente, non si possono trascurare «quanti nei commerci usano pratiche usurarie e mercantili che provocano la fame e la morte dei loro fratelli in umanità» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2269): le loro responsabilità sono gravi e alimentano strutture di peccato inique».

 

La Chiesa cattolica ha costantemente insegnato che l’usura è un peccato mortale. Oltre al Catechismo , come citato da Papa Leone, diversi santi hanno fatto dichiarazioni forti sull’usura.

 

San Tommaso d’Aquino sosteneva nella Summa Theologica che applicare interessi equivaleva a vendere l’uso del denaro separatamente dal denaro stesso. Sosteneva che il denaro, in quanto parte dell’ordine inanimato e improduttivo, non dovesse generare ulteriore denaro attraverso gli interessi, ma piuttosto essere utilizzato solo per scopi produttivi.

 

Il pensatore cattolico distributista Hilaire Belloc definiva analogamente l’usura come «qualsiasi interesse, per quanto basso, richiesto per un prestito improduttivo».

 

«Quando prevale la ricerca del guadagno, gli altri non sono più persone, non hanno più volto, sono solo oggetti da sfruttare; e così si finisce per perdere anche sé stessi e la propria anima» ha continuato Leone citando la storia di Zaccheo, capo dei pubblicani di Gerico (Lc 19,1-10). «La conversione di chi si macchia di usura è altrettanto importante della vicinanza a chi soffre per l’usura subìta».

 

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Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)

 

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La sinodalità come sovversione. Mons. Viganò con i Figli del Santissimo Redentore

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Renovatio 21 pubblica questa dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò. La lettera di ripudio della chiesa sinodale da parte della comunità dei Figli del Santissimo Rendentore è stata pubblicata pochi giorni fa.  

«Tolle Missam, tolle Ecclesiam»

Dichiarazione dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò a proposito della Comunità religiosa dei Figli del Santissimo Redentore

   

Verrà il giorno, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa di nuovo, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità.

2 Tim 4, 3

 

Pochi giorni or sono, dopo diciassette anni di tensioni con il Vaticano e con il vescovo di Christchurch in Nuova Zelanda, culminate con un ordine di espulsione dalla Diocesi confermato con un decreto dalla Santa Sede, la Comunità dei Redentoristi Transalpini ha diramato una Lettera Aperta nella quale denuncia i principali errori della chiesa conciliare-sinodale, la sua aperta ostilità nei riguardi della Messa Apostolica e le malversazioni di cui i Figli del Santissimo Redentore sono stati oggetto. Nella Lettera Aperta i padri Redentoristi affermano che «si è spezzata la catena di comando» all’interno della Gerarchia: «Quando un superiore si allontana dalla propria obbedienza a Cristo Re, il suo comando non è più il braccio di Cristo, ma il gesto di un uomo. (IIa IIæ, q. 104, a. 5)».

 

La crisi dell’Autorità nella Chiesa Cattolica è ormai palese. Nel piano degli eversori, essa deve condurre alla dissoluzione del corpo ecclesiale, per sostituire la Chiesa Cattolica Apostolica Romana con un surrogato di origine umana e di ispirazione massonica. Strumento principale di questo sovvertimento è la sinodalità, ossia l’applicazione dei principi rivoluzionari della democrazia e della rappresentatività popolare ad una istituzione di origine divina che il suo Fondatore Gesù Cristo ha voluto monarchica e gerarchica. In questo modo, spezzato il vincolo di obbedienza a Dio, l’Autorità diventa assoluta e tirannica, non dovendo rispondere delle proprie decisioni né a Nostro Signore Gesù Cristo né al popolo cristiano.

 

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Questa rivoluzione permette di manipolare i fedeli e far loro credere che le innovazioni e le eresie introdotte dalla Gerarchia siano richieste dalla base, mentre in realtà sono imposte da una lobby di deviati nella Fede e nella Morale.

 

Non posso che lodare il coraggio di questi Redentoristi, la cui denuncia si aggiunge alle altre che con sempre maggiore frequenza mostrano lo scandalo e il grande malessere del Clero e del popolo di Dio nei riguardi di una Gerarchia ribelle e apostata. Non siamo più all’ecumenismo conciliare verso le sette acattoliche (pur condannato dai Pontefici fino a Pio XII), ma all’accettazione e alla legittimazione di tutte le false religioni e idolatrie, e dei punti programmatici dell’Agenda globalista (pansessualismo LGBTQ+, immigrazionismo, ecologismo), ai quali la «chiesa sinodale» è totalmente allineata.

 

Questa crisi ha è di natura teologica e non canonica. Essa riguarda lo smantellamento sistematico della perenne Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana e la dissoluzione del Depositum Fidei: è dunque con argomenti teologici che può essere affrontata. Giudicare i singoli casi individualmente alla luce del Diritto Canonico, senza correlarli tra loro nel contesto più vasto di un’azione eversiva pianificata da decenni e attuata con la cooperazione attiva e consapevole di gran parte dell’Episcopato, non fa che dare riconoscimento ufficiale ad un’Autorità deviata e deviante, a usurpatori che si avvalgono del potere di cui si sono impadroniti contro la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, Capo del Corpo Mistico, ai danni dei Fedeli, per scopi opposti a quelli che Nostro Signore ha stabilito per la Sua Chiesa.

 

Esorto i Figli del Santissimo Redentore e i loro fedeli con le parole di San Pietro: Resistete forti nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi nel mondo (Pt 5, 9). La Fondazione Exsurge Domine – con la quale i Redentoristi Transalpini hanno già relazioni di fraterna amicizia – io stesso come arcivescovo e successore degli Apostoli; insieme ai Chierici della Fraternità della Familia Christi, anch’essi perseguitati e «cancellati» dalla «chiesa bergogliana»; insieme ai tanti Sacerdoti e Religiosi sparsi nel mondo che seguo stabilmente, assicuriamo loro il nostro pieno sostegno, nella latitanza e nel silenzio complice dei Pastori pavidi e codardi.

 

Poiché sta scritto: Se questi taceranno, grideranno le pietre (Lc 19, 40).

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

17 Ottobre MMXXV S.ctæ Margaritæ Mariæ Virg.

  NOTE 1) Togliete la Messa, distruggete la Chiesa. È una citazione di Martin Lutero tratta dal suo libello De abroganda missa privata Martini Lutheri sententia del 1522.

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