Nucleare
«Bomba sporca», Kiev starebbe preparando un «incidente nucleare» contro la Russia

Il regime di Kiev starebbe preparando una provocazione legata all’esplosione di una cosiddetta «bomba sporca» in Ucraina, hanno affermato fonti credibili anonime in vari paesi, tra cui l’Ucraina. Lo riporta il sito governativo russo Sputnik, attualmente inaccessibile all’internet italiano ed occidentale.
Una «bomba sporca», nota anche come «atomica dei poveri» o «dispositivo di dispersione radiologica» o RDD, combina un esplosivo convenzionale con materiale radioattivo.
Una tale bomba utilizza tipicamente dinamite o altri esplosivi per disperdere polvere radioattiva o fumo in modo da causare contaminazione radioattiva.
Le fonti di Sputnik hanno affermato che lo scopo della provocazione è accusare Mosca di utilizzare armi di distruzione di massa durante l’operazione militare speciale russa in corso in Ucraina e lanciare una campagna globale anti-russa volta a minare la fiducia in Mosca.
Si tratterebbe, in breve, di un vero e proprio false-flag nucleare.
Secondo gli addetti ai lavori, l’amministrazione dell’impianto estrattivo situato nella città di Zholtye Vody nella regione ucraina di Dnepropetrovsk, così come l’Istituto per la ricerca nucleare di Kiev, avrebbe avuto il compito di realizzare la «bomba sporca», un processo che le fonti dicono che sarebbe supervisionato dai curatori occidentali di Kiev.
Gli addetti ai lavori hanno aggiunto che gli organizzatori della provocazione sperano che, se attuato con successo, l’«incidente nucleare» susciterà una reazione estremamente forte da parte della comunità internazionale. Di conseguenza, Mosca perderà il sostegno di molti dei suoi partner chiave, mentre l’Occidente cercherà di nuovo di sollevare la questione della privazione della Russia dello status di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di rafforzare la sua retorica anti-russa, secondo quanto sostengono le fonti.
Le affermazioni arrivano dopo che il ministero degli Esteri russo ha sottolineato la scorsa settimana che Mosca non minaccia nessuno con armi nucleari e che sono le potenze occidentali a usare la retorica nucleare, cercando di far sembrare che la Russia si stia preparando a sferrare attacchi usando armi di distruzione di massa.
Ciò ha fatto seguito al portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov all’inizio di questo mese che ha esortato la comunità globale a prendere atto del recente appello del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj per un attacco nucleare preventivo contro la Russia.
Peskov ha detto a Sputnik che le dichiarazioni di Zelens’kyj sugli «attacchi nucleari preventivi» contro la Russia non dovrebbero essere ignorate dalla comunità internazionale, poiché quelle osservazioni non sono altro che un appello ad iniziare la Terza Guerra Mondiale, che comporterebbe conseguenze catastrofiche.
Il portavoce del Cremlino ha sottolineato che gli Stati Uniti e il Regno Unito, che «di fatto dirigono Kiev», dovrebbero assumersi la responsabilità delle dichiarazioni di Zelens’kyj.
Negli scorsi Kiev non è stata timida nel chiedere, tra decine di miliardi di dollari e armamenti che poi spariscono e finiscono in mano ai terroristi, un vero e proprio contrattacco nucleare contro la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha ribadito, parlando ai giornalisti prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, che una guerra nucleare sarebbe «senza vincitori». Si tratta del pensiero tipico della Guerra Fredda, dove studi su studi dimostravano l’impossibilità di qualsiasi parte in gioco di vincere la guerra nucleare. Studi recenti hanno poi ribadito che in caso di guerra atomica si sprigionerebbe una «piccola era glaciale» che flagellerebbe il pianeta. Secondo altri studi uno scambio di testate nucleari tra Russia e USA avrebbe come conseguenza a medio termine la morte di 5 miliardi di persone.
Putin quella volta aggiunse che in questa guerra termonucleare i Paesi europei sarebbero stati trascinati senza accorgersene: è proprio quello per cui sta operando attivamente il presidente-comico ucraino Zelens’kyj, la cui unica opzione per restare in sella è la Terza Guerra Mondiale.
Come ribadito più volte da ufficiali russi, gli scenari in base ai quali la Russia potrebbe teoricamente utilizzare armi nucleari sono illustrati nella dottrina militare russa e nei fondamenti della politica statale russa nel campo della deterrenza nucleare. Secondo questi documenti, uno scenario del genere è possibile in caso di aggressione alla Russia o ai suoi alleati con l’uso di armi di distruzione di massa, o in caso di aggressione con l’uso di armi convenzionali che minaccino l’esistenza stessa dello Stato.
Come riportato Renovatio 21, l’amministrazione Biden ha recentemente accumulato farmaci per la malattia delle radiazioni per un totale di 290 milioni. La Polonia questo mese ha iniziato a distribuire pillole di iodio, sostanza per limitare i danni biologici del fallout radiattivo.
L’equilibrio della Guerra Fredda è oramai finito, come ammesso dagli stessi USA, con generali che parlano della fine della deterrenza atomica. Questo è il motivo per cui non siamo stati mai così vicini alla catastrofe.
Nucleare
Conferenza mondiale sulla fusione nucleare in Cina

Il 14 ottobre è stata inaugurata nella megalopoli cinese di Chengdu, in Cina, la seconda riunione ministeriale del World Fusion Energy Group dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), con 1.000 partecipanti.
Il Global Times, giornale in lingua inglese del Partito Comunista Cinese, ha titolato: «Il “sole artificiale” di nuova generazione della Cina in fase di aggiornamento per i test al plasma: un esperto», offrendo un riassunto del programma cinese sulla fusione, con particolare attenzione al Tokamak superconduttore sperimentale avanzato (EAST).
Zhong Wulu, vicedirettore del Southwest Institute of Physics della China National Nuclear Corporation (CNNC) e responsabile della Divisione di Scienza della Fusione, ha dichiarato: «Per raggiungere l’energia da fusione commerciale, dobbiamo completare sei fasi, e al momento siamo alla terza». Il Zhong ha elencato le sei fasi come «esplorazione concettuale, esperimenti su larga scala, esperimenti al plasma, reattori sperimentali, reattori dimostrativi e reattori commerciali».
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Huang Mei, capo scienziato del CNNC e responsabile del progetto del ciclotrone elettronico, ha detto al Global Times che, nonostante la tabella di marcia preveda la produzione di energia da fusione entro il 2050 circa, «stiamo lavorando intensamente per anticipare questa scadenza il più possibile». Nella fase 3, il 20 gennaio 2025, il Tokamak EAST ha raggiunto un funzionamento continuo del plasma ad alto confinamento per 1.066 secondi (circa 17 minuti e tre quarti), con temperature superiori a 82 milioni di gradi Celsius.
Tuttavia, questo risultato straordinario non ha ancora raggiunto il punto di pareggio, in cui una reazione di fusione produce più energia di quella usata per riscaldare il plasma, né l’ignizione, in cui la reazione diventa autosostenibile.
Il Global Times sottolinea che gli esperti cinesi evidenziano come «i materiali e l’ingegneria rappresentino ulteriori sfide. È necessario sviluppare materiali strutturali capaci di resistere a temperature estreme e intense radiazioni neutroniche, magneti superconduttori altamente affidabili, sistemi criogenici e sistemi di diagnostica e controllo per monitorare il plasma in tempo reale con feedback rapido».
Questo sta portando a concentrarsi su leghe di tungsteno per componenti strutturali e magneti superconduttori in niobio-stagno, niobio-titanio o materiali superconduttori ad alta temperatura. Un’altra questione cruciale è «l’autosufficienza al trizio». Un obiettivo chiave è il passaggio dell’EAST a un reattore sperimentale, corrispondente alla quarta fase del processo.
Huang Mei del CNNC ha espresso ottimismo, secondo il Global Times, affermando che «il Southwest Institute of Physics, come “squadra nazionale” per la fusione, accelererà i progressi tecnici attraverso diverse piattaforme». Ha aggiunto: «Il momento che attendo con più entusiasmo è quando useremo il primo kilowatt di energia da fusione per accendere una lampadina, sarà l’istante più emozionante».
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa scienziati cinesi avevano introdotto un nuovo dispositivo di prova per la produzione di fusione.
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Lo scorso marzo la Cina aveva fatto sapere che costruirà un reattore ibrido a fusione-fissione entro il 2030, con l’obiettivo di generare 100 megawatt di elettricità continua e connettersi alla rete nazionale entro la fine di questo decennio.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina sta portando avanti le ricerche sulla fusione da anni. La Cina ha accelerato con i suoi studi per la fusione dopo che negli scorsi anni un team di scienziati cinesi aveva affermato di aver trovato un metodo nuovo e più conveniente per il processo.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
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Nucleare
«Non c’è vittoria nella guerra nucleare»: parla l’esperto in armamenti del MIT

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Nucleare
Trump reagisce all’offerta di trattato nucleare di Putin

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accolto favorevolmente la proposta del presidente russo Vladimir Putin di estendere di un ulteriore anno l’ultimo trattato di controllo degli armamenti tra i due Paesi.
Domenica, mentre conversava con i giornalisti fuori dalla Casa Bianca, a Trump è stato chiesto cosa pensasse dell’offerta di Putin riguardo al New START. «Mi sembra una buona idea», ha risposto.
Le parole di Trump sono state apprezzate da Kirill Dmitriev, consigliere economico di Putin e figura centrale negli sforzi per migliorare le relazioni con Washington.
Dmitriev ha scritto su Telegram che la posizione del presidente statunitense indica che Washington e Mosca sono «abbastanza propense» a prorogare l’accordo.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Putin aveva espresso la disponibilità di Mosca a estendere di un anno il Trattato sulla riduzione delle armi strategiche del 2010 (New START), a patto che gli Stati Uniti rispondano positivamente e si astengano da azioni che potrebbero alterare l’equilibrio nucleare.
All’inizio di questa settimana, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che Washington non ha ancora fornito una risposta ufficiale alla proposta.
L’ultimo trattato di riduzione degli armamenti tra Stati Uniti e Russia, che limita ciascuna parte a un massimo di 1.550 testate nucleari strategiche e 700 sistemi di lancio schierati, scadrà a febbraio, salvo un’eventuale proroga.
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa, all’apice delle tensioni per la guerra ucraina, il ministero degli Esteri russo aveva accusato la «flagrante» violazione del trattato Start da parte di Washingtone. Nell’agosto 2022 la Russia aveva quindi annunciato la sospensione delle ispezioni nucleari con il nuovo trattato START.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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