Politica
Bangladesh, vietato il partito dell’ex premier
Il governo ad interim del Bangladesh ha deciso di mettere al bando il partito Awami League dell’ex primo ministro Sheikh Hasina e di impedirgli di candidarsi alle prossime elezioni generali, affermando che è necessario per proteggere la sicurezza e la sovranità nazionale.
Il divieto è stato imposto in base alla revisione della legge antiterrorismo, introdotta nella notte di lunedì.
Shafiqul Alam, addetto stampa del consigliere capo ad interim Muhammad Yunus, ha difeso il divieto e ha dichiarato all’agenzia di stampa statale Bangladesh Sangbad Sangstha (BSS) che le elezioni nel Paese erano una questione interna e che gli altri Paesi avrebbero dovuto rispettare la volontà sovrana del popolo bengalese.
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Le dichiarazioni di Alam di martedì erano rivolte alla vicina India, che sostiene l’Awami League da anni.
Il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Randhir Jaiswal, ha descritto il divieto come uno «sviluppo preoccupante» imposto senza un giusto processo.
La Lega Awami, guidata dall’ex premier Hasina, è stata estromessa dal potere il 5 agosto dello scorso anno da una rivolta studentesca. La Hasina è fuggita in India e il Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus ha assunto la guida di un governo ad interim. Da allora, i rapporti tra i due vicini dell’Asia meridionale sono tesi, con attacchi alla minoranza induista del Paese. Il golpe ha gettato anche la comunità cristiana nell’incertezza.
Nuova Delhi ha ripetutamente chiesto la rapida celebrazione di elezioni libere, eque e inclusive in Bangladesh.
Non è ancora stata fissata una data definitiva per le prossime elezioni generali in Bangladesh, che potrebbero svolgersi tra dicembre 2025 e giugno 2026.
A margine del sesto vertice BIMSTEC (Bay of Bengal Initiative for Multi-Sectoral Technical and Economic Cooperation) tenutosi a Bangkok ad aprile, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha incontrato Yunus e gli ha espresso il desiderio di Nuova Delhi di «instaurare un rapporto positivo e costruttivo con il Bangladesh basato sul pragmatismo». Ha tuttavia sottolineato che «è meglio evitare la retorica che danneggia l’ambiente».
Durante l’incontro con Modi, Yunus ha sollevato la questione dell’estradizione dell’ex primo ministro.
Il governo ad interim ha chiesto l’estradizione di Hasina e dei membri del suo governo per essere processati con accuse di omicidio, tortura, rapimento, crimini contro l’umanità e genocidio. Nuova Delhi non ha commentato pubblicamente la richiesta.
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Immagine di Nahidhasan027 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
L’Ucraina vuole che l’Occidente paghi le elezioni
President Zelenskyy confirms Ukraine’s readiness for elections and calls on Parliament to prepare changes to the Constitution and laws. However, three basic questions must be solved first.
No missiles or drones can fly during the vote. The only realistic path is a ceasefire.… — Михайло Подоляк (@Podolyak_M) December 12, 2025
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Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».
All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.
La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.
Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».
Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.
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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.
La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.
Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.
Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.
Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.
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Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
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